lunedì 6 ottobre 2008

INCENERITORI: nè qui, nè altrove

Comunicato stampa del 06/10/08
"Apprendiamo che sul piano programmatico del PD c'è la costruzione di un inceneritore o, come si preferisce chiamarli oggi, un termo-valorizzatore. A pochi mesi dalle elezioni amministrative vorremmo capire se si tratta della verità, visto che si indica già il luogo prescelto, o di semplice tattica pre-elettorale. Vorremmo ricordare che nella legislazione italiana, in base all' articolo 216 del testo unico delle Leggi Sanitarie (g.u. n.220 del 20/09/1994), gli inceneritori sono classificati come industrie insalubri di prima classe. Bruciare i rifiuti non equivale a distruggerli. Nel 2003, l' inceneritore di Brescia, portato spesso a modello di moderna gestione integrata dei rifiuti, ha “termo-valorizzato” 552.138 tonnellate di rifiuti urbani e ha “prodotto” 124.546 tonnellate di ceneri pesanti e 28.286 tonnellate di ceneri leggere classificate come rifiuti pericolosi. L' incenerimento non è la soluzione al problema rifiuti e discutibile è la questione della produzione energetica. Nel 2004, grazie ai Certificati Verdi e ai cip6 i termo-valorizzatori esistenti sul territorio nazionale hanno ricevuto incentivi per 144 milioni di euro, pagati dagli italiani e sottratti allo sviluppo delle vere fonti energetiche rinnovabili (idroelettrico, solare, eolico e geotermico). La produzione di energia elettrica tramite incenerimento dei rifiuti è indirettamente sovvenzionata dallo stato per sopperire alla sua anti-economicità, i costi di tali incentivi ricadono sulle bollette degli utenti: L' Unione Europea ha inviato una procedura d' infrazione all' Italia per gli incentivi dati dal governo per produrre energia bruciando rifiuti inorganici e considerandola come fonte rinnovabile. Per ridurre la quantità di rifiuti servono politiche serie di riduzione alla fonte. Serve investire nel lavoro e nei servizi come la raccolta differenziata con sistema porta a porta e deviare i finanziamenti verso le vere fonti rinnovabili per il semplice fatto che la salute è un diritto e non una merce".
Cobas Empoli-Valdelsa aderenti alla Confederazione Cobas del lavoro privato

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