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giovedì 6 giugno 2013
AGLI OPERAI CHE DIFENDONO LA FABBRICA LA POLIZIA RISPONDE A MANGANELLATE A Terni problema di agibilità democratica
Stamattina un reparto Celere della Polizia ha attaccato a freddo il corteo di operai ed istituzioni che si stava recando alla stazione ferroviaria per un blocco simbolico. Sono stati feriti un operaio ed il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo cui la Confederazione Cobas esprime solidarietà. La gestione della piazza da parte della Questura è stata in aperta violazione dei diritti costituzionali e le forze di polizia hanno dimostrato come considerano i lavoratori che lottano per difendere i posti di lavoro e le stesse istituzioni civili. La confederazione Cobas chiede le immediate dimissioni del Questore di Terni e la rimozione dei funzionari che hanno gestito la piazza.
La confederazione Cobas denuncia da almeno tre anni il grave clima di pressione ed intimidazione causato dalle forze di polizia contro i diritti democratici garantiti dalla Costituzione e l’agibilità democratica nella nostra città dalle solide tradizioni operaie ed antifasciste. Infatti al contrario di quanto affermato in queste ore, come Confederazione Cobas riteniamo che questi fatti non siano frutto di una anomalia nel comportamento delle forze di polizia nella nostra città ma il risultato di pratiche consolidate nel tempo. Ricordiamo che la Questura di Terni tre anni fa ha emesso ben 12 avvisi orali, sancendo la “pericolosità sociale” per coloro che manifestarono contro i fascisti di Casapound all’aviosuperficie di Terni, imbastendo poi un’inchiesta contro una cinquantina di antifascisti che ha prodotto un processo a 4 ragazzi accusati di lancio di fumogeni. Oltre a ciò in questi anni la Questura e la Digos, oltre a sottovalutare l’esplosione di una bomba carta davanti alla sede del la nostra OS, sono riuscite a denunciare per stampa clandestina alcuni giovani che distribuivano il 25 aprile una pubblicazione che ricordava la Resistenza (il giudice ha poi dato ragione ai giovani), denunciato una decina di persone per “manifestazione non autorizzata” che manifestavano contro il processo-farsa Bruswood, hanno denunciato manifestanti in cortei sindacali per l’uso di fumogeni, denunciato ragazzi che avevano raccolto per beneficenza fondi per l’ospedale locale per lancio di fuochi d’artificio. Sempre presenti in massa a presidiare incontri organizzati dai neofascisti. Concludiamo ricordando che l’intervento della Questura contro i migranti vede Terni in cima alle classifiche della repressione/espulsione invio verso i CIE. Vorremmo sapere qual è il costo di tutto questo, non solo a livello democratico ma anche economico.
Da circa una settimana è stato allontanato dalla nostra città il dirigente della DIGOS Moreno Fernandez inquisito tra l’altro di aver portato avanti indagini parallele e illegali, di abuso di ufficio, favoreggiamento personale, violazione e rivelazione di segreti d’ufficio e falso in atto pubblico. Chiediamo ora la completa bonifica della Questura con personale che rispetti e garantisca i diritti costituzionali di manifestazione delle idee e di difesa dei diritti e dei posti di lavoro.
CONFEDERAZIONE COBAS DI TERNI
CGIL-CISL-UIL RITROVANO L’UNITA’…CONTRO I LAVORATORI
L’accordo
Cgil-Cisl-Uil-Confindustria del 31.5.13 è la logica conseguenza
dell’insulso inciucio che ha costruito il governo Letta , finalizzato
alla logica corporativa della “ pace sociale”,imposta con il blocco
salariale-conflittuale e con l’esclusione del sindacalismo di base dalla
rappresentanza..
Questo accordo
,definito entusiasticamente dai contraenti “ storico”, è l’evoluzione
applicativa di quello sottoscritto il 28.6.11 , con il quale si rendeva
superfluo il CCNL , attraverso le famigerate “deroghe” a stipulare nei
contatti aziendali materie di pertinenza del CCNL.
Qui “ in più” c’è la
soluzione-scambio del superamento degli “ accordi separati”, per una
rinnovata,rigida e complice concertazione ai danni dei lavoratori..
La soluzione passa per una misurazione certificata della rappresentanza dei firmatari dell’intesa : chi supera il 5% tra deleghe e voti Rsu , non può essere escluso dai tavoli contrattuali.
Lo scambio sta nella “
validità erga homnes” degli accordi e nel divieto di sciopero, pena
sanzioni economico-normative, imposto su quanto accordato nel
CCNL,contratti 2°livello e/o aziendali.
Con questo meccanismo
truffaldino e anticostituzionale , i Confederali pensano di potere
tirare a campare nella crisi , nel tentativo di soffocare rivendicazioni
e rivolte.
L’approvazione della
Fiom all’accordo non deve meravigliare, ne farsi trarre in inganno dal
suo mediatico agitarsi politico : la Fiom resta allineata e coperta con
la gestione Cgil-Camusso, lo dimostrano le quotidiane sottoscrizioni di
accordi aziendali concertativi,quelli che escludono o continuano ad
osteggiare la rappresentanza ai Cobas.
Va da se che con
l’esclusione dalla rappresentanza sindacale del sindacalismo di base, i
compari non raggiungono lo scopo del consenso. Anzi questo rafforzamento
del monopolio in tempi di
“crisi di identità” sta
lì a dimostrare la loro debolezza e caducità , di fronte alla
incontenibile richiesta di lavoro-reddito-diritti-dignità che sale nel
Paese.
IL DIRITTO DI SCIOPERO
NON SI TOCCA ! E’ un naturale diritto di libertà sancito dalla
Costituzione, che né le leggi che lo limitano, né accordi
capestro come questo saranno mai in grado di bloccare l’insorgenza
sociale, che quando esplode consuma qualsiasi ostacolo.
IL DIRITTO ALLA
RAPPRESENTANZA DEMOCRATICA, non può essere conculcato da questa
ulteriore forma di protezionismo. La strada maestra è la Legge sulla
Rappresentanza, già sollecitata più volte anche dalla Corte
Costituzionale, chiamata a valutare la vetustà dell’art.19 L.300/70.
“L’ERGA HOMNES”- la
validità degli accordi estesa a tutti i lavoratori – non può essere
carpita con questi furfanti mezzucci : solo il referendum che raggiunge il quorum del 50%+1 degli aventi diritto al voto, può assumere la “validità erga homnes”.
La Confederazione
Cobas nel mentre denuncia e contrasta questa infame porcata , continua
la sua imperterrita opera di sostegno alle rivendicazioni dei lavoratori
e dei ceti popolari , così come si fa carico di contribuire alla
ricomposizione delle forze sociali intese alla trasformazione della
società.
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