domenica 28 ottobre 2012

Un grande successo il No-Monti Day E ora lo sciopero generale del 14 novembre, con l’Europa che lotta Cacciamo il governo Monti

Davvero un grande successo il No Monti Day. Molte decine di migliaia di persone, assai di più delle migliori previsioni, hanno manifestato a Roma per la cacciata del governo Monti, contro la legge di “in-stabilità” ammazza-Italia e le politiche disastrose del governo e dei partiti che lo appoggiano: e i COBAS hanno dato un contributo rilevante a questo successo.
Persino il tempo ci è stato favorevole – malgrado le previsioni di piogge torrenziali – e così lavoratori/trici del pubblico e del privato, operai e insegnanti, studenti medi e universitari, ambientalisti e pensionati, precari e disoccupati hanno potuto esprimere senza intralci la loro protesta contro politiche fallimentari che ci precipitano nella “spirale greca”, con i tagli che provocano recessione a cui si risponde con altri tagli fino alla catastrofe. Monti se ne deve andare – hanno detto i manifestanti – perché ha provocato un massacro sociale per abbattere il debito pubblico, che invece è aumentato in un anno dal 117% del PIL al 126%; perché ha colpito salariati, pensionati, precari, disoccupati, settori popolari, piccolo lavoro "autonomo", mentre nulla stanno pagando gli evasori fiscali, i grandi patrimoni, banche, gruppi finanziari e industriali, e la corruzione e le ruberie delle caste politiche e manageriali raggiungono il parossismo. Il governo Monti se ne deve andare perché vuole distruggere definitivamente la scuola pubblica, aumentando l’orario lavorativo di un terzo ai docenti e espellendo altre decine di migliaia di precari e deportando i docenti “inidonei”; perché tiene bordone alla parassitaria dirigenza Fiat che, dopo aver succhiato fondi pubblici in continuazione, ora vorrebbe scappare con la cassa lasciando decine di migliaia di lavoratori/trici in mezzo alla strada; perché chiama “sfigati” o “schizzinosi” quei milioni di giovani precari che accettano qualsiasi lavoro a paghe da Terzo mondo. I manifestanti hanno detto anche NO all'Europa dei patti di stabilità, del Fiscal Compact, dell'austerità, dell’attacco alla democrazia: e lo hanno fatto in modo assolutamente pacifico, grazie alla consapevolezza collettiva e al lavoro unitario di tutela del corteo.
Ora ci aspetta quel passo successivo invocato ripetutamente dagli interventi finali e dalla piazza: lo sciopero generale del 14 novembre. In tale data non ci sarà lo sciopero della CES, che ha provato ad appropriarsene con un appello inaccettabile nel contenuto e nella forma: tant’è che i sindacati italiani della CES (Cgil, Cisl e Uil) non sciopereranno per non disturbare il governo. Lo sciopero è partito da tutti i sindacati e movimenti sociali spagnoli, che il 14 porteranno nelle piazze milioni di cittadini: e si è poi esteso al Portogallo e alla Grecia con analoga partecipazione di popolo. La sconfitta delle politiche liberiste non può avvenire in un solo paese: dunque va raccolto l’appello dei tre popoli che il 14 protesteranno all’unisono contro tali politiche e che finalmente ci offrono l’occasione di una vera e grande mobilitazione popolare europea. Perciòi COBAS hanno indetto per il 14 novembre lo sciopero generale dell’intera giornata per tutte le categorie, e si augurano che tutto lo schieramento unitario del No Monti Day (e anche le forze che non vi hanno partecipato ma che vogliono cacciare il governo) facciano lo stesso per avere il 14 anche in tutte le piazze italiane il mare montante della protesta.

giovedì 25 ottobre 2012

Razionamento!!!


Palazzo Vecchio è alla frutta, anzi al razionamento della benzina per le auto di servizio. Non era mai successo prima d’ora, salvo il tempo di guerra, che si arrivasse al punto di dover erogare appena 10 litri di benzina per ciascuna auto comunale in circolazione, salvo poche eccezioni fra le quali, guarda caso, sono contemplate naturalmente le auto a disposizione del sindaco Matteo Renzi che possono fare il pieno alla faccia delle restrizioni. Purtroppo, abbiamo un sindaco abituato ai jet privati… La decisione rischia di creare difficoltà ai lavoratori nello svolgimento delle attività esterne e ulteriori disservizi che andranno ad aggravare la situazione già carente che abbiamo avuto modo di denunciare in tante altre occasioni.
Essere giunti a questo punto è la più evidente dimostrazione di quanto sta succedendo: scarseggiano i fondi e le risorse per l’acquisto di beni e servizi e la cassa è pressoché vuota. La causa di tutto ciò? Al di là dei tagli governativi agli enti locali, dipende dalla gestione dissennata dell’amministrazione comunale che porta la firma del sindaco Renzi, capace solo di tagliare gli stipendi ai dipendenti e i servizi ai cittadini (asili nido, ecc.) e di sperperare milioni e milioni di euro per assunzioni fiduciarie a chiamata (oltre un centinaio) e per la promozione della propria immagine. Intanto, il bilancio comunale fa acqua da tutte le parti, affossato dal flop della "scriteriata e dannosa campagna di dismissioni" di parte del patrimonio immobiliare comunale, che invece secondo il primo cittadino avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi finanziari dell’ente per almeno cinque anni, e appesantito dal costo del Parco della musica per il quale serviranno altri 100 milioni per vederlo completato. Questi sono i frutti della politica renziana, un insieme di slogan e lanci pubblicitari privi di contenuti, che sta dimostrando la sua inconsistenza e fallisce miseramente, incapace di far muovere perfino le auto in dotazione ai vari uffici del Comune. Insomma, il sindaco Renzi, ormai tutto preso dalla sua personale campagna elettorale in vista delle primarie del Partito democratico, non solo taglia il salario ai dipendenti, si disinteressa di Firenze e dei fiorentini ma ha perso anche l’ultimo briciolo di credibilità nella sua sfrenata corsa ad accreditarsi come il prototipo del buongoverno della cosa pubblica e del rinnovamento”.

Per i lavoratori e lavoratrici del Comune e per i cittadini di Firenze è ora che questa Amministrazione se ne vada a casa

COBAS COMUNE DI FIRENZE

domenica 21 ottobre 2012

Una giornata di mobilitazione in difesa dei beni comuni e contro la svendita del patrimonio pubblico

La giornata di oggi, sabato 20 ottobre 2012, è stata dedicata alla mobilitazione per la difesa dei beni comuni nella città di Firenze e contro la svendita del patrimonio pubblico. Il Comitato contro la privatizzazione dell’Ataf- Trasporto Pubblico Bene Comune ha partecipato in mattinata alla giornata nazionale lanciata dalla rete "Abitare nella crisi" tenutasi a Piazzale Michelangelo.
Sul piazzale, in corrispondenza della veduta sulla città, è stato srotolato un enorme striscione con scritto "tutto ciò che vedi è in vendita" e "Matteo Renzi adesso basta", a sottolineare non solo l’inesistenza di una politica per la casa da parte del Comune di Firenze ma soprattutto la volontà delle istituzioni cittadine di praticare una politica di sgomberi e di svendita degli edifici pubblici.
Nel pomeriggio si è svolto invece il presidio organizzato insieme al Comitato No Tunnel Tav sul Ponte al Pino. Abbiamo distribuito volantini ed altro materiale informativo riguardante la privatizzazione di Ataf perseguita da Renzi e la sua Giunta e la realizzazione del tunnel per il sottoattraversamento dei treni ad alta velocità. Riteniamo fondamentale riaffermare le ragioni della battaglia per un diverso uso dei soldi pubblici che, specialmente in un momento di crisi economica e sociale, non devono essere sprecati nella realizzazione di opere faraoniche come il tunnel Tav e la relativa stazione sotterranea ai Macelli, ma devono essere utilizzati per migliorare servizi essenziali come il trasporto pubblico locale ed i servizi sociali, gravemente colpiti dai tagli del Governo e degli enti locali.
Continueremo ad impegnarci insieme a singoli e realtà che si battono ogni giorno contro il saccheggio della città perché Firenze torni ad essere uno spazio vivibile e capace di dare risposte ai bisogni di chi ci abita.

COMITATO CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DI ATAF-TRASPORTO PUBBLICO BENE COMUNE

venerdì 19 ottobre 2012

ILVA: La verità è rivoluzionaria!

Ilva : la complicità dei sindacati concertativi nel procurare danni alla salute e all'ambiente ; di seguito il documento-accordo  dell'infamia sottoscritto da Fiom-Fim-Uilm  l'8.2.2007.
E quando , dopo l'nichiesta centrale che vede imputati la famiglia Riva e vari dirigenti Ilva, la magistratura procederà per il 2° filone dell'inchiesta " le responsabilità delle istituzioni, dei partiti e dei sindacati" ne vedramo delle belle, anche a proposito dei congrui finanziamenti ai sindacati, messi a libro paga da patron Riva.
http://senzapatria.bloog.it/la-verita-e-rivoluzionaria.html

La verità è rivoluzionaria!

Questi documenti – e la relativa testimonianza – si commentano da soli e documentano in che modo si massacrano – con la complicità dei confederali – i diritti sindacali e come si derogano (in pejus) i contratti nazionali in materia di sicurezza sul lavoro: una nuova – documentata – denuncia di Cataldo Ranieri che ringrazio per aver consentito a socializzarli. pasquale piergiovanni

Ecco l’accordo della vergogna, fino all’ottobre del 2007, data in cui il sottoscritto e Battista si sono dimessi dal sindacato, le denuncie agli enti esterni sulle condizioni di lavoro e quelle ambientali, erano firmate solo dai soliti tre moschettieri ed erano davvero tantissime. In qualche caso, abbiamo coinvolto anche gli altri, ma sempre su nostra iniziativa. Poi qualcuno, nel febbraio del 2007, decise di firmare questo accordo PEGGIORATIVO, INCOMPRENSIBILE, unico nel suo genere. Non credo ne troverete di uguali a livello nazionale. Questo accordo prevedeva che non si potevano fare denuncie agli enti esterni prima di aver consumato le procedure di “raffreddamento”, ovvero tutti gli incontri con l’azienda in ogni struttura fino al coordinatore dell’esecutivo. In pratica, anche in caso di emergenza, prima di denunciare la vicenda agli organi di controllo, dovevano passare giorni di trattativa, trattativa su diritti gia indiscutibili, sanciti dalla costituzione e dai contratti di lavoro. Ogni anno venivano e vengono rinnovate le 21000 ore FONDAMENTALI (7000 a testa per FIM FIOM UILM) di permesso sindacale su cui è fondata la struttura in un’azienda grandissima, queste ore erano indispensabili per sostenere e rappresentare un’area cosi grande e cosi popolata di lavoratori. In quell’occasione, l’azienda chiese qualcosa in cambio, CHE NON SI DOVEVA CONCEDERE, ma senza nessuna remora, i burattini obbedirono al burattinaio e accettarono fottendosene della nostra contrarietà. Da notare che, io ero il coordinatore dell’esecutivo FIOM e Battista era esecutivo FIOM, nessuno più di noi nella FIOM, aveva diritto di approvare o no questa VERGOGNA. Le nostre firme non ci sono, anzi, questo fu uno degli accordi che ci spinse a rompere definitivamente con la struttura, qualora precedentemente ci fosse mai stata intesa. Credete che l’accordo ci avrebbe fermato? Nient’affatto, non lo rispettammo e continuammo a denunciare agli enti esterni. Risultato? La FIOM perse le 7000 ore e così, SOLO LA FIOM, io Massimo Battista e Rizzo, rientrammo sui rispettivi reparti al proprio lavoro. La lettera inviata a Rinaldini, l’allora segretario generale nazionale della FIOM, non produsse i risultati auspicati, le nostre dimissioni furono immediate. Sperando che qualche cervellone non dica che a causa dell’essere rientrati a lavoro ci siamo dimessi, aggiungo che io ancora continua a lavorare, con il mio bel minimo 3° livello in un reparto dove faccio anche lavori di manutenzione e Battista è stato mobbizzato. Trovatemi qualcuno che ha avuto ruoli dirigenziali nel sindacato che non sia sitemato in posizioni di privilegio dopo aver terminato il suo mandato. Lo dico con orgoglio, non con dispiacere o vittimismo. Leggendovi l’accordo, ognuno tragga le proprie conclusioni.
Spero che le condivisioni siano tante e tali affinchè anche quest’altra vergogna del sindacato di Taranto, arrivi a Landini, cosi magare la smette di dire ai lavoratori che ci hanno cacciati e che loro sono diversi.

Cataldo Ranieri

giovedì 18 ottobre 2012

Illegittima la trattenuta del 2,5% sullo stipendio dei dipendenti pubblici per il TFR

La Corte Costituzionale  ha dichiarato illegittima la  trattenuta del 2,5% sullo stipendio dei dipendenti pubblici per il TFR
La Consulta ha dichiarato "l'illegittimità costituzionale dell'articolo 12, comma 10", del decreto legge 78 del 2010".
Dal 2011 la trattenuta del Tfr nel pubblico impiego è scesa al 6,91% dal 9,60%. Mentre nel settore privato la trattenuta è totalmente a carico del datore di lavoro, nel pubblico impiego 2,5 punti su 6,91 sono a carico dei dipendenti. La Corte ha bocciato la misura ravvisandovi una discriminazione per i lavoratori pubblici rispetto ai privati. Il parere della Corte Costituzionale non significa tuttavia la certezza del rimborso tanto è vero che il Governo sta studiando modo e maniera per  bloccare tutto dato che l'esborso dovrebbe essere di circa 8 miliardi euro. Una ennesima beffa per i dipendenti pubblici !
Alleghiamo, oltre alla sentenza della Corte Costituzionale, una diffida che i Cobas Pubblico Impiego hanno preparato.
Ogni dipendente pubblico dovrà  inviare l'istanza al proprio Ente chiedendo,  a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n 223/2012, l'immediata cessazione della trattenuta  "Opera di previdenza".
Ci riserviamo di richiedere successivamente il rimborso delle somme illegittimamente trattenute e qualora l'Amministrazione  non voglia restituirci i soldi, sarà possibile un ricorso al TAR competente per territorio  entro i termini stabiliti dalla legge, ossia cinque anni  a decorrere dal 1° gennaio 2011.
N.B. L'istanza deve essere naturalmente presentata brevi manu protocollata e per chi non è in servizio, con raccomandata con ricevuta di ritorno.
Cobas Pubblico Impiego

DA TARANTO A PIOMBINO, MARGHERA , TERNI,…… DALL’ILVA ALLA LUCCHINI , BELTRAME, TYSSENKRUPP,………… SALUTE- REDDITO- OCCUPAZIONE-PENSIONE GARANTITI

Sotto il Ministero dello Sviluppo Economico (sic!) è continuo il calvario delle tribolazioni dei lavoratori alla mercede dei ricatti padronali, che tra chiusure,delocalizzazioni,licenziamenti stanno facendo strage di occupazione e reddito.
Il 16 ottobre questo rosario è toccato ai lavoratori della TyssenKrupp di Terni, l’acciaieria che produce acciai speciali e brillanti,tubi e altro ancora, che il padrone tedesco dopo la tragedia di Torino intende vendere alla multinazionale finlandese Outokumpu( leader materie prime per acciai).
Questa , presente ai tavoli in sede governativa e sindacale(presenti la presidente R:Umbria e il sindaco di Terni), ha ribadito che in caso di acquisto procederà allo spezzatino dello stabilimento ternano – portandosi via macchinari e commesse per gli “ acciai brillanti e i tubi – in quanto sottoposta alle decisioni dell’antitrust europea ( il 26nov.) “per abuso di posizione dominante”.
Di fronte a tale tracotanza e crudezza, i circa 300 lavoratori presenti a Roma ( tra loro una nutrita schiera di iscritti e simpatizzanti Cobas) e gli altri 2700 dipendenti, ancora temporeggiano mal indirizzati dai sindacati concertativi, che continuano ad agitare iniziative di scarso rilievo e che fiaccano i lavoratori.
Il 18ottobre a Terni è indetto un Consiglio Comunale straordinario, con presenze di parlamentari e istituzioni : già questo è il momento per raccogliere l’intera cittadinanza a fianco dei lavoratori .
Ma anche di sollecitare tappe risolutivetra cui lo sciopero cittadino, il picchettaggio della fabbrica, la trasferta in sede UE ; così come nelle assemblee di fabbrica vanno decise azioni dure, comprensive dello sciopero dell’intera siderurgia e lo sciopero generaleal fine di mantenere a Terni occupazione e redditi.
Non è pensabile sprecare ancora ore di sciopero ,preziose e costose, per passeggiate inutili a Roma e con istituzioni,politici,sindacalisti ternani  accreditanti il governo “ dalla loro parte”,quando è evidente che c’è un disegno di ristrutturazione della siderurgia , approfittando della crisi.
Non si capiscono altrimenti le repentine chiusure della Lucchini a Piombino, della Beltrame a Valdarno e Marghera , quelle progressive nel bresciano e vicentino, quelle minacciate dell’Ilva a Taranto e Genova, tanto per svicolare dai costi del risanamento.
Non si capisce perché il governo non interviene in sede UE e ovunque, sostenendo l’esproprio degli stabilimenti e il recupero degli incentivi erogati, in caso di mancato accordo con le multinazionali.
C’è bisogno di un rapido collegamento tra i lavoratori, un aiuto reciproco per fare blocco con forti azioni contro questo disegno criminale.
I Cobas, che sono interni a gran parte delle acciaierie , così come gli altri diffusi nei settori industriali e del pubblico impiego, si offrono di farlo nell’interesse comune dei lavoratori, per resistere un minuto in più di fronte alla violenza padronale.
 COBAS LAVORO PRIVATO – CONFEDERAZIONE COBAS

domenica 14 ottobre 2012

LIBRI DI TUTTI, LIBERI TUTTI

     Nell'ambito della giornata nazionale dell'Orgoglio Bibliotecario, si è svolta ieri, a Firenze, la manifestazione indetta dai Bibliotecari Resistenti toscani a difesa delle Biblioteche (e di quanti in esse lavorano e studiano), viste come un Bene Comune.
   
    Una cinquantina di bibliotecari, utenti, cittadini e in rappresentanza di alcune organizzazioni sindacali e realtà sociali  si sono stretti simbolicamente intorno alla Biblioteca Nazionale per protestare contro i tagli alla cultura, per denunciare la situazione di incertezza di alcuni importanti istituti toscani (la Biblioteca della Giunta, quella dell'Università di Pisa, la Innocenti Library (Firenze) e le condizioni di precariato nelle quali sempre più lavoratori del settore si dibattono.
   
    Letture di poesie, testimonianze e comunicati si sono succeduti fino al tardo pomeriggio, mentre sui cancelli della Nazionale comparivano cartelli a ricordare l'importanza della Biblioteche nello sviluppo della comunità.
   
    Un debutto positivo per i Bibliotecari Resistenti, comitato nato per iniziativa di bibliotecari e di delegati della Confederazione dei Cobas, un primo passo verso la costituzione di una rete più ampia che metta insieme precari\e, lavoratori e studenti contro i tagli alla cultura che colpiscono con inaudita ferocia le biblioteche.
   
    Nell'occasione, sotto gli sguardi interessati di turisti e passanti, è stato diffuso un "Manifesto" di intenti: organizzarsi in rete per difendere il servizio pubblico, intervenire concretamente nelle situazioni di criticità, mettere in rete e coordinare conoscenze ed esperienze
   
    Le adesioni sono aperte, non solo a  tutti gli addetti ai lavori ma anche a associazioni, utenti, organizzazioni sindacali e cittadini perché le Biblioteche sono un Bene Comune. Il nostro augurio (e impegno) è finalizzato a costruire mobilitazioni contro i tagli continui che stanno affossando i servizi pubblici e il mondo della conoscenza acccanendosi con ferocia contro i lavoratori precari (mancati rinnovi dei contratti) e non (mancata sostituzione dei pensionamenti, blocchi salariali, riduzione dei fondi destinati al funzionamento dei servizi)
   
    I beni comuni come le biblioteche sono di tutti\e e vanno difesi ricordando le numerose figure che attraversano questi luoghi, figure che tutte insieme sono colpiti dai tagli del Governo.
   
    Cobas pubblico impiego toscana

sabato 13 ottobre 2012

Sanatoria 2012. Diritto all'emersione per tutt@

Consigli utili per regolarizzare i lavoratori stranieri. Il lavoro è un diritto di tutti.

Sanatoria 2012

Quando farla? Le domande possono essere inviate solo in modalità telematica al sito del ministero dalle ore 8.00 di sabato 15 settembre 2012 alle ore 24.00 di lunedì 15 ottobre 2012 ma tutte le domande che rispettano i requisiti richiesti verranno accolte, indipendentemente dall'orario di invio.

Chi la presenta? Il datore di lavoro (Cittadino italiano o comunitaro; non comunitario ma con un permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, titolare di carta di soggiorno, rifugiato o con protezione sussidiaria); aziende, cooperative o società con sede in Italia.

Che reddito deve avere il datoredi lavoro? I datori di lavoro devono dimostrare 30.000 euro (se persone fisiche, enti o società); 20mila euro (per lavoratore domestico in famiglia con un solo reddito) o 27mila euro (se ci sono più persone che percepiscono reddito). Non devono dimostrare nessun reddito i datori di lavoro non autosufficienti che assumono per se stessi una badante (basta solo dichiarazione di non autosufficienza rilasciata da una struttra autorizzata).

Chi può essere regolarizzato?
La domanda di emersione può essere presentata solo nei confronti di lavoratori stranieri presenti in Italia almeno dal 31 dicembre 2011. Il lavoratore quando verrà convocato dallo Sportello Unico per l’immigrazione dovrà presentare la documentazione proveniente da organismi pubblici da cui risulti la sua presenza ininterrotta in Italia almeno dalla data del 31 dicembre 2011
(modalità da definirsi con decreto interministeriale, in via di adozione – si ritiene, tuttavia, che l’esibizione di un decreto di espulsione, del tesserino STP, certificato medico rilasciato da ospedali pubblici, documenti attestanti la partecipazione alla sanatoria 2009, ecc possono costituire utile strumento per dimostrare la permanenza da data antecedente il 31 dicembre 2011)

Quantro costa al datore di lavoro? Un contributo forfettario di 1000€ che deve essere versato con il modulo F24; il pagamento delle retribuzioni, dei contributi e delle somme dovute ai fini fiscali per un periodo non inferiore a 6 mesi. Le somme indicate devono corrispondere a quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale e alle retribuzioni minime giornaliere fissate annualmente dall’INPS. I contributi, che il datore di lavoro deve dimostrare di aver versato dal momento dell’assunzione del lavoratore fino alla stipula del contratto di soggiorno, per un periodo non inferiore a 6 mesi.

sabato 6 ottobre 2012

RINNOVO CONTRATTUALE CHIMICO-FARMACEUTICO 2013 - 2015: perchè diciamo NO


Il 22 settembre scorso, a tempo di record, in appena 5 giorni, senza un'ora di sciopero Federchimica e Farmidustria (ambedue associate a Confindustria) e i sindacati FILTCEM-CGIL, FEMCA-CISL, UILCEM-UIL avevano siglato l'ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro 2013-2015 del settore chimico-farmaceutico (più di 190.000 i lavoratori interessati, impiegati in oltre 1.600 imprese) tre mesi prima della sua scadenza naturale del 31 dicembre 2012. I commenti entusiastici sia di parte padronale che sindacale sull'esito, andavano in quella direzione. Specie quello del neopresidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, egli stesso grande industriale chimico e per alcuni anni presidente della Federchimici, che del suddetto accordo è stato un aperto sponsor con l'obiettivo di farne un modello per gli altri contratti di lavoro in attesa di essere rinnovati.
QUESTI I PUNTI DA COMBATTERE E RESPINGERE CON FORZA:
  • Sull’aumento salariale medio 148 euro lordi in tre anni (10 euro dal 1 dicembre 2012; 33 dal 1 gennaio 2013; 47 euro dal 1 gennaio 2015): una miseria nemmeno sufficiente a recuperare l'aumento del costo della vita.
  • Sulla derogabilità del CCNL :la parte “critica” della CGIL dice che vanno indicate chiaramente le materie delegabili alla contrattazione di secondo livello così come da accordo del 28 giugno, fermo restando l’unicità del CCNL e contestualmente vanno definite tra le parti le nuove regole per le RSU. Alle aziende considerate in crisi si dà la possibilità di ritardare di sei mesi l'erogazione dell'aumento contrattuale. E’ fortemente sbagliato il richiamo del rispetto dell'accordo del 28 giugno sulla base del quale si chiedono le suddette modifiche. Facendo finta di non sapere che è proprio questo accordo di controriforma contrattuale che ha aperto una voragine per l'attacco e la progressiva cancellazione del contratto nazionale, di lavoro sostituito da un contratto di secondo livello (aziendale e/o territoriale) che ne assume in larghissima parte le veci. D'altronde è proprio facendo riferimento a questo accordo che il padronato pretende di inserire le deroghe nei contratti e CISL e UIL firmano convintamente sostenendo che questa sia la corretta interpretazione
  • Sull’occupazione giovanile: va modificato l’impianto contrattuale in modo radicale laddove esistano modifiche al CCNL che determinano forme di salario d’ingresso e normative diverse per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro.
  • Sulla costituzione di fondi bilaterali: la creazione di questi fondi potrebbe determinare il venire meno del principio dell’universalità del sistema di protezione sociale, quali gli ammortizzatori sociali. Enti bilaterali improntati più che alla concertazione al neocorporativismo che, tra le altre cose, limita il diritto allo sciopero
Se la situazione è questa, con una posizione chiara e forte tra i lavoratori interessati, l'ipotesi di accordo va respinta in toto.
Basta ai compromessi al ribasso.
Paghi Monti e il suo governo di banchieri
COBAS LAVORO PRIVATO

13 ottobre, giornata nazionale di lotta in difesa della biblioteche pubbliche

“Bibliopride”. Si chiama così la giornata nazionale di lotta in difesa della biblioteche pubbliche. L’appuntamento è il 13 ottobre. A Firenze, al grido di “Libri di tutti, liberi tutti, i “Bibliotecari resistenti” della Toscana effettueranno un presidio davanti alla Bnc di Firenze (Biblioteca nazionale centrale). L’obiettivo è quello di difendere “la Biblioteca come servizio pubblico contro i tagli alla cultura; ribadire il ruolo delle biblioteche nella vita delle città garantire a tutti i cittadini il diritto di accesso all'informazione salvaguardando i posti di lavoro dei bibliotecari; tutelare i diritti dei lavoratori precari nelle biblioteche.
Queste sono al momento le adesioni:
Elena Michelagnoli
Lucia Taddei
Cobas Empoli Valdelsa
Cobas Pubblico Impiego Pisa
Daniela Chiavacci
Maria Rosaria Annunziata
Unione Sindacale di Base – Pubblico Impiego – Toscana
Furio Lippi
Franco Bertolucci
Cobas Ataf
Andrea Mancini
Enos Mantoani
Cobas Regione Toscana
Arci Empolese Valdelsa
Livia Poggesi
Il Grandevetro
Alessandro Scarpellini
Cristina Dell'Orso
Grazia Asta
Lucia Briani
Francesca Navarria
Laura Guarnieri
Carlo Ghilli
Biblioteca Comunale di Fiesole
PerUnaltracittà - Firenze
Associazione Castello Civico Zero
Cobas Poste Firenze

giovedì 4 ottobre 2012

Cooperative- lo sfruttamento si contrasta con l'autorganizzazione

Contratti di lavoro con appalti al ribasso, salari inadeguati, professionalità e competenze mortificate,è questa la realtà delle cooperative sociali in Versilia. Queste lavoratrici hanno ben poche tutele, in compenso subiscono continui ricatti sotto la costante minaccia di  perdere  il posto di lavoro. Nelle ultime settimane le lavoratrici delle cooperative hanno subito ogni genere di soprusi, nei cambi di appalto non hanno avuto alcuna tutela anzi  al posto di contratti full time sono arrivati contratti part time, orari spezzati e in sedi di lavoro dislocate in più comuni. Ma attenzione: i contratti, o presunti tali, sottoposti alle lavoratrici spesso e volentieri non sono contratti regolari  come ci è stato confermato dai legali, quindi il nostro consiglio è di non sottoscriverli rivolgendosi direttamente allo sportello legale cobas e del coordinamento di lotta delle cooperative in Versilia
Non è possibile che una cooperativa proceda unilateralmente trasformando i contratti, riducendo gli orari
Non è accettabile, senza commettere atti punitivi e discriminatori, che una cooperativa scelga di ridurre un orario settimanale, magari per isolare quelle lavoratrici che non accettano ricatti e soprusi
Non è accettabile che si proceda con l’assunzione di nuovo personale a tempo pieno senza prima trasformare i  contratti part time in full time. Ricordiamoci poi che ogni trasformazione di un contratto da tempo pieno a part time è ammissibile solo se la lavoratrice accetta per scritto, per questo è importante non sottoscrivere nuovi e fasulli contratti individuali (ogni trasformazione deve essere convalidata alla direzione provinciale del lavoro con l’assistenza di un delegato sindacale).
Il lavoratore\la lavoratrice può e deve rivendicare il contratto che aveva prima (contratto indeterminato a tempo pieno) perché modificando la forma contrattuale è stata violato  l’art.2 comma 2 e art 8 comma 2,del  dlgs 61\2000
ART. 2 COMMA  2. “Nel contratto di lavoro a tempo parziale è contenuta puntuale indicazione della durata della prestazione lavorativa e della collocazione temporale dell’orario con riferimento al giorno, alla settimana, al mese e all’anno
ART. 8 COMMA 2 “L’eventuale mancanza o indeterminatezza nel contratto scritto delle indicazioni di cui all’articolo 2, comma 2, non comporta la nullità del contratto di lavoro a tempo parziale. Qualora l’omissione riguardi la durata della prestazione lavorativa, su richiesta del lavoratore può essere dichiarata la sussistenza fra le parti di un rapporto di lavoro a tempo pieno a partire dalla data del relativo accertamento giudiziale
Quanto accaduto nelle ultime settimane è di inaudita gravità perchè i diritti delle lavoratrici sono stati calpestati anche per la tacita accettazione del sindacato che avrebbe dovuto difendere le stesse contrapponendosi alla cooperativa e alla società della salute . Non dimentichiamo che le lavoratrici sono un valore aggiunto per la cooperativa stessa!
Una situazione inaccettabile e contro cui mobilitarci  è importante per non farci togliere i nostri diritti sia di lavoratrici che di soci.
1 perchè gli appalti non siano al ribasso e la Società della salute sia garante del rispetto dei contratti individuali
2 perchè i contratti full time restino tali
3 perchè non si costringano le lavoratrici a orari spezzati in più sedi
4 per il pagamento delle trasferte
5 per l’immediato pagamento del Tfr da parte delle vecchie cooperative
Dalle ultime settimane abbiamo tratto un insegnamento:servirsi delle nostre forze, non delegare e difenderci da sole, per questo abbiamo dato vita ad un coordinamento cittadino a tutela delle lavoratrici nelle cooperative sociali organizzandoci con i Cobas
Vogliamo, al pari della Cgil, piena agibilità sindacale e non accetteremo ricatti, soprusi e compromessi sulla nostra pelle. Noi abbiamo già dato.

Cobas Cooperative Sociali Pisa e Versilia

martedì 2 ottobre 2012

NO MONTI DAY, ROMA 27 OTTOBRE, P.della Repubblica ore 14.30

Per informazioni e prenotazioni 339 3708503

I COBAS, insieme a tante altre persone che lottano, organizzazioni sociali e sindacali, forze politiche e movimenti civili, vogliono dare voce e visibilità a tutti/e quelli che rifiutano e contrastano Monti e la sua politica di massacro sociale, con una grande manifestazione nazionale il 27 ottobre a Roma. Le feroci politiche di "austerità" - che Monti, sostenuto da PD, PdL e UdC, ha imposto nell'ultimo anno - hanno colpito solo coloro che hanno sempre pagato e che non hanno alcuna responsabilità della crisi  (salariati, pensionati, precari, disoccupati, settori popolari, piccolo lavoro "autonomo") ed hanno immiserito ulteriormente scuola, sanità, trasporti, servizi pubblici e Beni comuni.
Nulla hanno pagato gli evasori fiscali (circa 300 miliardi l'anno sottratti alle casse statali), i grandi patrimoni (il 10% degli italiani possiede il 52% di beni mobili e immobili), banche, gruppi finanziari e industriali, mentre la corruzione e le ruberie delle caste politiche raggiungono il parossismo nelle strutture nazionali, regionali e locali, sottraendo altre centinaia di miliardi all'uso collettivo. Per non parlare delle grandi mafie che oramai spadroneggiano non solo nelle regioni di origine ma che si spartiscono il territorio nazionale, violentandolo economicamente e sul piano ambientale. E' ora di dire:

BASTA
!! E' ora che la crisi sia pagata da chi l'ha provocata e che ha continuato ad arricchirsi anche in questi anni.
Scendiamo in piazza per dire:
- NO a Monti e alla sua politica economica che produce precarietà, disoccupazione  e povertà, no alle controriforme liberiste, no alla distruzione della scuola e della sanità pubbliche e dei servizi sociali, no alla chiusura delle fabbriche e ai licenziamenti

- SÌ a massicci investimenti nei Beni comuni e nell'ambiente, all'assunzione dei precari - a partire dalla scuola, ove li si vorrebbe ancor più dividere attraverso inutili e assurdi "concorsacci", deportando poi gli insegnanti "inidonei", colpiti da gravi patologie - SI' a un'altra politica economica pagata dalle finanze dei ricchi, del grande capitale e delle banche, dal taglio delle spese militari e dalla cancellazione delle missioni di guerra, dalla soppressione della corruzione e dei privilegi delle caste politiche e manageriali

- NO all'Europa dei patti di stabilità, del Fiscal Compact, dell'austerità e del rigore, che devastano da  anni gran parte dei paesi europei, e in particolare Grecia, Spagna e ora Italia.

- SÌ al lavoro dignitoso, allo stato sociale , al reddito per tutte e tutti
NO all'attacco autoritario alla democrazia, alla repressione contro i movimenti ed il dissenso,  allo stato di polizia contro i migranti.

- SÌ ad una democrazia vera nel paese e nei luoghi di lavoro, fondata sulla partecipazione, SI' ai diritti sindacali per tutti/e e non solo per le oligarchie dei sindacati di Stato.

 Vogliamo mostrare che c'è un'altra Italia che rifiuta la finta alternativa tra centrodestra e centrosinistra che fingono di combattersi e poi approvano assieme tutte le controriforme, dalle pensioni all'articolo 18, dall'IMU alla svendita dei Beni comuni.
 Un'altra Italia che lotta per il lavoro senza accettare il ricatto della rinuncia ai diritti e al salario,che difende l'ambiente ed il territorio, che si batte per una democrazia alternativa al comando autoritario dei governi liberisti europei primo fra tutti quello tedesco, della BCE,  della Commissione Europea e del FMI, del grande capitale e della finanza internazionale.
 Promuoviamo una manifestazione rigorosa nelle sue scelte, che porti in piazza a mani nude e a volto scoperto tutta l'opposizione democratica a Monti e a chi lo sostiene, per esprimere il massimo sostegno a tutte le lotte in atto per i diritti, l'ambiente ed il lavoro, dalla Valle Susa al Sulcis, da Taranto alla Fiat, dagli inidonei e precari della scuola a tutte e tutti coloro che subiscono i colpi della crisi. La manifestazione, che partirà alle 14,30 da Piazza della Repubblica, si concluderà in Piazza S. Giovanni con una grande assemblea popolare, ove discuteremo di come dare continuità alla mobilitazione.
 COBAS Confederazione dei Comitati di base