domenica 30 dicembre 2012

Approvata la nuova tariffa dell'acqua in violazione del referendum

COMUNICATO STAMPA
 
Dal decreto di Ferragosto alla tariffa di Capodanno
Ovvero come uccidere la Democrazia durante le vacanze
 
 
Ieri l'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas ha approvato il nuovo Metodo Tariffario Transitorio 2012-2013 per il Servizio idrico Integrato sancendo, nei fatti, la negazione dei Referendum del Giugno 2011, con cui 27 milioni di cittadini italiani si erano espressi per una gestione dell'acqua che fosse pubblica e fuori dalle logiche di mercato.
 
Già il Governo Berlusconi, solo due mesi dopo i referendum, aveva varato un decreto che, reintroducendo sostanzialmente la stessa norma abrogata, avrebbe portato alla privatizzazzione dei servizi pubblici locali. Tale decreto è stato poi dichiarato incostituzionale.
In egual modo l'Autorità vara una tariffa che nega, nello specifico, il secondo referendum sulla remunerazione del capitale e lascia che si possano fare profitti sull'acqua, cambiando semplicemente la denominazione in “costo della risorsa finanziaria”, ma non la sostanza: profitti garantiti in bolletta.
 
Ma fa anche di peggio.
Infatti, il nuovo metodo tariffario, metterà a rischio gli investimenti per la gestione del servizio idrico integrato più di quanto già non accada attualmente. Ciò avverrà perché in un sistema che si basa sul ricorso al mercato creditizio, se si allunga il periodo di ammortamento dei cespiti si ha una conseguente riduzione delle aliquote annue con un impatto negativo sui flussi di cassa, creando, così, un rischio elevato nel reperimento delle risorse finanziarie.
Ciò è particolarmente grave visto che il servizio idrico integrato abbisogna di ingenti investimenti nei prossimi anni (alcune stime parlano di circa 2 miliardi di € l'anno per i prossimi 20/30 anni).
 
L'Autorità, in un contesto dove il Governo tecnico di Monti ha rafforzato un' impostazione neoliberista e di privatizzazione dei beni comuni, che conferma e ripropone nella sua agenda per il prossimo governo, si nasconde dietro una deliberazione amministrativa per affermare una ricetta politica che vuole speculare sui servizi pubblici essenziali, a partire dall'acqua.
Dietro le manovre tecniche si afferma, inoltre, una sospensione democratica gravissima a danno di tutti noi.
 
Per questo vogliamo che il nuovo metodo tariffario venga ritirato e chiediamo le dimissioni dei membri dell'Autorità. E, chiaramente, non ci fermeremo ad elemosinare concessioni ma ci batteremo finchè questo non avverrà e venga ristabilità la volontà popolare.
 
Perchè si scrive acqua, si legge democrazia, e vogliamo ripubblicizzare entrambe.
 
Roma, 29 Dicembre 2012.
 
 
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

sabato 29 dicembre 2012

UNIVERSITA' PUBBLICA bye bye



Cosa sta succedendo nel Polo Universitario di Empoli, sede distaccata dell'Università degli Studi di Firenze?
Nel maggio 2012 viene costuita A.RE.A. s.c.r.l. (Azioni per la rete accademica), società a capitale misto pubblico-privato. Ne fanno parte Il Circondario Empolese Valdelsa (59%), la Camera di Commercio (20%), l'Università di Firenze (5%), la Asl 11 (5%), la banca di Credito Cooperativo di Cambiano (7%), il Gruppo SeSa (1%), il Gruppo Bitossi (1%), Berni (1%) e Sed (1%).
Ad A.RE.A. faranno capo i seguenti corsi di laurea: urbanistica e pianificazione territoriale e ambientale, ottica-optometria, scienze tecnologiche e chimiche, pianificazione e progettazione della città e del territorio.
Tutti d'accordo: il Rettore dell'Università di Firenze, il Direttore del(l'ex) Circondario Empolese Valdelsa, il Comune di Empoli (che percepirà affitti per i locali).
Nessuno ha trovato strano che corsi universitari su materie quali materiali ceramici e vetro, chimica e tecnologia delle acque, ecologia recupero e riciclo dei materiali vengano finanziati da aziende che operano, direttamente o indirettamente nel settore. Come se i corsi di Scienza dell'Alimentazione fossero cofinanziati da McDonald's o da Barilla.
Nessuno ha trovato strano che la Banca di Credito Cooperativo di Cambiano finanzi anche progetti universitari (a livello culturale èsolopresente nella Fondazione Teatro del Popolo di Castelfiorentino che gestisce il Museo Be.go, il Teatro del Popolo e il Cinema Mario Monicelli, ha rilevato il Fondo Fotografico Bastianoni, finanzia pubblicazioni, mostre, premi letterari etc.), ovviamente in nome della sua innatagenerositàe non per condizionare le pubbliche amministrazioni del territorio.
Le Amministrazioni gettano soldi pubblici in spese inutili (Tav, rappresentanze, incarichi dirigenziali etc.), poi affermano che mancano i fondi e, da un lato, tagliano i servizi ai cittadini, dall'altro spalancano le porte ai privati.
Ribadiamo il nostro no all'ingresso dei privati nella cultura e nell'istruzione. L'Università e l'insegnamento devono restare pubblici, liberi ed indipedenti da condizionamenti politici ed economici.


Cobas Pubblico Impiego


venerdì 28 dicembre 2012

CASAPOUND? NO GRAZIE.



Noi lavoratori Ataf NON siamo sereni e più che mai, oggi, NON lavoriamo sereni. Galleggiamo quotidianamente nella melma degli esuberi (194) e della disgregazione dei diritti acquisiti: ma resistiamo e come nel passato lottiamo SOLI (con lunico appoggio e sostegno dei movimenti cittadini).

Dalla politica cialtrona di destra e di sinistra, non ci aspettiamo nulla più delle solite boiate dufficio: rimangono ancora tutti troppo concentrati a non contrariare il principino mendace e mantenere la poltroncina. Dal canto suo, ilprincipinopersevera nellatto autoerotico di raccontarsi barzellette sugli esuberi dellex bene comune Ataf: ma ha ragione oibò:il palazzo ha abusato del pubblico come bacino clientelare e lazienda di trasporto locale non ha fatto eccezione.ovviamente non contano le assunzioni fatte dal suo delfino (ma assomiglia più a uno stoccafisso) Bonaccorsi, che durante il suo breve ma intensomandato vasellina, ne ha aggiunti nel bacino altri 21 di clienti della Renzi&C. (ma non scandalizzatevi gente, alcuni di questi sono ancora a carico vostro, in Ataf Pubblica!).

Dalla nuova dirigenza poi, visti gli esordi dei licenziamentiin lineadi coloro, che per 3 anni hanno vissuto fuori casa e lavorato per 800 Euro mensili in cambio di un calcio nelle terga alla guida di mezzi pubblici in servizio, non ci aspettiamo neppure il minimo sindacale sulletica.

Una cosa è adamantina però: la solidarietà fatta a mezzo stampa del portavoce di CasaPound la rifiutiamo senza se e senza ma. Che non ci usino per far campagna elettorale, coloro che del razzismo e fascismo fanno ideale di vita. E nel frattempo, fintanto che chi ne avrebbe lobbligo, non sigilla definitivamente quel covo di camice nere, si attacchino questi pidocchi, al ciuffo del Berluschino, i cui metodi hanno una certa assonanza con i loro.