mercoledì 27 giugno 2012

Il Tribunale di Firenze dichiara illegittimo il licenziamento di Sauro Certini

In data 27/6/12 il Tribunale di Firenze ha accolto il ricorso di Sauro Certini, conducente di linea e del delegato sindacale Cobas in Autolinee Toscane, contro il proprio licenziamento, ordinando all'azienda di trasporto “l’immediato reintegro nel posto di lavoro dello stesso ” e condannandola anche al pagamento delle spese di lite.

Siamo felici di tale provvedimento, prima di tutto per Sauro, ma anche per aver respinto il chiaro tentativo da parte di Autolinee di aprire un precedente pericolosissimo per tutta la categoria degli autoferrotranvieri: con la scusa dei tagli alle risorse si coglie l'occasione per licenziare lavoratori “scomodi” perchè impegnati sindacalmente all'interno delle aziende.

Purtroppo questa vittoria viene nel giorno più nefasto per i diritti dei lavoratori: con il voto di fiducia di oggi alla Camera viene approvata definitivamente la riforma Fornero. Da oggi in poi casi di reintegro come avvenuto a Sauro non ci saranno più!!!

Il nostro ringraziamento, oltre a tutti/e quelli che in questi mesi si sono mobilitati per Sauro Certini, va ai nostri legali: gli avvocati Letizia Martini e Danilo Conte per l'ottimo lavoro fatto ma soprattutto per aver creduto che questa era una battaglia in cui c'erano in gioco i diritti di tutti i lavoratori.


Firenze, 28 giugno 2012

sabato 23 giugno 2012

Bergamo: Fornero assediata; anche Landini contestato dagli operai

Si è consumata nel pomeriggio di oggi a Bergamo la rottura tra base operaia e precariato sociale e segreteria nazionale FIOM. Al grido di "sciopero, sciopero generale!" il segretario Maurizio Landini è stato duramente contestato dagli RSU FIOM della Same di Treviglio, dagli operai della Piaggio di Pontedera, e della Fiber insieme a numerosi giovani precari e disoccupati. Più di una settimana fa infatti gli operai Same, fiutando l'importanza strategica dell'appuntamento, avevano lanciato per le 13.30 un presidio autonomo di contestazione davanti al teatro Donizetti all'interno del quale si sarebbe tenuta l'Assemblea Generale di Federmeccanica alla presenza dei segretari di Cgil, Cisl e Uil, del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e, soprattutto, del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero. Il silenzio ovattato ma pronto ad esplodere che accompagna l'iter di approvazione parlamentare della riforma del lavoro ha contribuito ad aumentare la rabbia di quanti in questi mesi con tutte le forze hanno cercato di opporsi a questa grande opera di smantellamento delle garanzie sociale e di impoverimento. La convocazione degli operai Same ha incontrato un'adesione ampia e condivisa e oggi Bergamo è stata scossa da un ulteriore momento di costruzione dell'opposizione alla riforma del lavoro. I manifestanti hanno incontrato un ingente schieramento di forze dell'ordine nel vialone antistante il teatro ma, forzando il blocco, hanno costretto la polizia in assetto antisommossa a ripiegare davanti al teatro a difesa dell'ingresso. La pressione di un presidio numeroso ha costretto il ministro Fornero a scegliere un ingresso laterale. Ma il significato politico della giornata si è profilato con chiarezza all'arrivo del segretario nazionale FIOM Landini. Questo è stato accolto dai fischi dei manifestanti ed è stato posto davanti ad una chiara alternativa: unirsi al presidio e seguire un concreto percorso di costruzione dell'opposizione alla riforma Fornero in sintonia con la volontà dei lavoratori oppure entrare nel teatro e continuare un'impossibile mediazione con le forze padronali per raccogliere le briciole nell'interesse della burocrazia sindacale piuttosto che della lotta e della dignità operaia. Coerentemente con la linea politica di una segreteria nazionale ormai isolata nella propria autoreferenzialità Landini, accompagnato da Mirko Rota ed Eugenio Borella, delle segreterie regionali e provinciali, e da Giorgio Airaudo, segretario della Fiom piemontese, scortati da un doppio cordone di forze di polizia e subissati dai fischi hanno scelto di entrare nel Donizetti. I manifestanti gridano "venduto!". La giornata di oggi ci fornisce una doppia indicazione. Da un lato, ormai, la distanza tra la burocrazia sindacale e le forze del lavoro vivo si è ampliata fino a consumarsi in uno strappo. L'esile filo che ancora teneva in comunicazione le segreterie sindacali con il desiderio di riscatto nei luoghi di lavoro si è sfibrato e logorato nelle lotte degli ultimi mesi: in ogni singola fabbrica dove le segreterie hanno lavorato per raffreddare l'iniziativa operaia inseguendo uno sterile attendismo concertativo, in ogni luogo in cui i lavoratori hanno cercato e costruito relazioni per produrre la resistenza allo sfruttamento e al declassamento sociale, incontrando nuove soggettività e ricomponendo l'attuale precariato metropolitano e il futuro precariato di fabbrica che invece, in una logica corporativa, le segreterie tendevano a dividere. Dall'altro lato la giornata di oggi consegna completamente la possibilità di costruire e praticare lo sciopero generale all'autorganizzazione e all'unità dei lavoratori e del precariato sociale. Alla loro opera di relazione e conflitto che tanto oggi si è dimostrata potente nell'iniziativa autonoma lanciata dagli operai della same.

(notizia tratta da “il manifestino degli operai Piaggio”)

martedì 19 giugno 2012

Venerdì 22 giugno sciopero generale di tutta la giornata.

Comunicato stampa
L'ultima miracolosa trovata governativa si chiama "decreto sviluppo", un nuovo colossale trasferimento di risorse dalla spesa pubblica e sociale al sistema bancario e all'impresa privata.
  "Crescita" e "sviluppo" servono in realtà a nascondere cartolarizzazioni e svendita dell’impresa pubblica nazionale e locale, nuovi tagli alla scuola, alla sanità, ai trasporti, licenziamenti di massa nella P.A, salari bloccati, slittamento delle tredicesime. La montagna mediatica della “spending review” ha partorito niente meno che il topolino della riduzione dei buoni pasto dei dipendenti pubblici, mentre continuano ad imperare clientele e corruzione, stipendi e pensioni d’oro di manager e super dirigenti.

Lo stato garante degli interessi speculativi e finanziari, da un lato organizza ossessivamente la propaganda, dall’altro militarizza le piazze. Da Basiano a Bologna a Roma le aggressioni di polizia e carabinieri a lavoratori, precari, studenti e disoccupati, sono una costante pressoché quotidiana. Istituzioni, partiti e sindacati concertativi, danno il loro solito contributo "unitario" nel sostenere un governo imposto dai poteri forti economici e finanziari attraverso lo spauracchio dello sfaldamento dell’Euro.

Dov’è la CGIL che fino a qualche mese fa giudicava necessario uno sciopero generale entro la fine di maggio, a difesa dell’art. 18 e contro la riforma del sistema previdenziale?
Le nuove parole d’ordine dei sindacati collaborazionisti sembrano ridursi unicamente alla richiesta di un po’ di equità fiscale e al salvataggio di qualche “esodato” in più di quelli proposti dalla Fornero.
Evidentemente i 500 euro al mese di pensione a 70 anni, la libertà di licenziamento sia nel privato che nel pubblico, la sostituzione della cassa integrazione con la truffa dell’ASPI, l'aumento del precariato, ossia flessibilità in entrata oltre che in uscita, sono tutte misure necessarie per una fantomatica “crescita” che i lavoratori lavoratori dovranno ancora una volta subire in silenzio.

A tutto ciò si aggiunge l’aggressione definitiva al settore pubblico: l’accordo sulla riforma della P.A. appena sottoscritto da CGIL, CISL e UIL, oltre a tante altre nefandezze, smantella le residue garanzie salariali scritte nei CCNL del comparto, trasformando gran parte del salario in una variabile legata alla cosiddetta “Performance” misurata di volta in volta dagli organismi governativi.

Nel frattempo, l’IMU, la revisione delle aliquote, l’aumento del costo delle utenze e delle tasse locali, il definitivo smantellamento dello stato sociale, vanno ad aggravare un quadro già insostenibile per gra parte delle famiglie italiane.

Di fronte a tutto questo è improponibile qualsiasi spazio per mediazioni concertative, occorre avviare un percorso che chiuda i conti al più presto con questo governo. Costruire   una coalizione sociale ampia, che sappia opporsi concretamente alle politiche neoliberali di Monti e della troika. Occorre farlo senza ambiguità, distinguendo chiaramente chi davvero difende gli sfruttati e chi invece si fa garante degli interessi degli sfruttatori.

E’ urgente aprire una stagione di lotte che connetta la ricchezza della critica sociale espressa dai movimenti  nelle grandi battaglie per la difesa dei beni comuni, con la rivolta del mondo del lavoro.
Che leghi il conflitto tra capitale e lavoro con le battaglie dei comitati che si oppongono alle speculazioni legate a TAV,  inceneritori,  rigassificatori  ecc… che devastano e impoveriscono i territori.  Ritrovare un filo comune è quanto mai necessario per contrastare rassegnazione e impotenza e aprire scenari concreti di cambiamento.
Per questo i Cobas Empoli-Valdelsa insieme alle altre organizzazioni del sindacalismo di base, ai movimenti, agli studenti, ai comitati, ai centri sociali sostengono lo sciopero generale per l’intera giornata di venerdì 22 giugno e invitano tutte le realtà del territorio a partecipare alla manifestazione/corteo che partirà alle 9,30 dai cancelli della R.Ginori a Sesto Fiorentino.
Cobas Empoli-Valdelsa.

sabato 2 giugno 2012

A COLPI DI VOTO DI FIDUCIA “LA RIFORMA DEL LAVORO”, CHE DEMOLISCE L’ART.18 E GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI , I CONTRATTI E LA STABILITA’ DEL POSTO DI LAVORO.

Mercoledì al Senato il governo Monti ha ottenuto la fiducia sulla “ riforma del lavoro”. Scene di abbracci e baci per la ministra Fornero, che ha colto questo pessimo risultato  in una situazione di crisi permanente ed occupazionale, per di più aggravata dal terremoto che falcidia altre decine di migliaia di posti di lavoro.

Con il passaggio alla Camera e il prevedibile voto di fiducia, siamo all’epilogo di un’altra delle missioni principali (dopo quella delle pensioni) per cui è sorto il governo Monti , che agisce sotto dettatura della BCE-Germania e con il sostegno dei partiti di centrodestra - centrosinistra.

I sindacati concertativi hanno assecondato questo disegno sfascista ; in particolare va denunciato il ruolo doppiogiochista della Cgil ,annunciante lo sciopero generale.
Sciopero generale costantemente rinviato, fino ormai alla scontata cancellazione, stante la chiusura delle scuole e l’avvio dei piani-ferie, soprattutto per  il terremoto “ con lo stato di necessità al rimboccarsi le maniche, invocato a nome degli operai caduti per il lavoro”.
Eppure le ragioni dello sciopero rimangono intatte , ancora più aggravate dalle continue misure di tassazione e gabelle pesanti, come quelle dell’IMU  e le accise sui carburanti .
Pur nelle contingenti difficoltà salariali,occupazionali e materiali della classe lavoratrice e dei ceti popolari, i Cobas si sono espressi con franchezza per “ lo sciopero generale convergente con quello Cgil “, in ciò significando la stringente necessità di un risultato utile  attraverso uno sciopero riuscito , non solo di testimonianza come quello dignitosamente rappresentato dai sindacati di base.

Mancano meno di tre settimane al voto di fiducia alla Camera (previsto tra il 14 e 20/6) che sanzionerà il vaso definitivo di una legge odiosa e dannosa : anche se il tempo è limitato , va fatto il possibile per contrastare questo misfatto nei luoghi di lavoro,nel territorio,nelle piazze, con ogni forma di lotta e gli scioperi.

In questo tempo difficile, i Cobas  sono chiamati a contribuire in termini più unitari ed inclusivi agli scioperi e alle manifestazioni,  comprese quelle sotto le Prefetture e davanti Montecitorio.