I Cobas Empoli-valdelsa, in relazione a quanto sta accadendo rispetto
alla gara di appalto per l’ affidamento di una parte del servizio porta
a porta nei comuni di Castelfiorentino, Certaldo, Montaione e Gambassi
Terme, convocano per sabato 13 giugno ore 9 davanti la sede di
Publiambiente in via Garigliano a Empoli un presidio/conferenza stampa
di tutti/e i lavoratori e le lavoratrici che stanno e che hanno svolto
il servizio in questi anni. La novità è che dopo riammissione, di una
delle concorrenti, precedentemente esclusa (
http://www.gonews.it/2015/05/15/stop-alla-gara-per-la-cooperativa-ati-i-cobas-non-ci-si-puo-basare-solo-sul-criterio-del-massimo-ribasso/
), mercoledì 3 giugno Publiambiente ha aperto la parte economica
constatando che il ribasso maggiore (di poco più di un solo punto
percentuale) non è quello dell’ Associazione Temporanea d’Impresa
composta da Società cooperativa ATI e cooperativa sociale OROZZONTI.
Come Cobas diciamo da anni che il sistema delle gare d’ appalto deve
essere rivisto, come le cronache di questi giorni stanno ampiamente
dimostrando. Il risultato referendario del 2011 (di cui in questi giorni
ricorre l’ anniversario) è tradito e calpestato. Il dato di fatto è che
anche nei nostri territori si distruggono realtà sane mettendo nell’
incertezza per il proprio futuro decine di lavoratori e lavoratrici
nella totale apatia e indifferenza della politica.
Per esplicitare tutto ciò l’ invito è per sabato mattina,
Cobas ATI, Cobas Empoli-valdelsa aderenti alla Confederazione Cobas del lavoro privato
iniziative e documenti info: cobasempolivaldelsa@alice.it C/o csa Intifada via XXV aprile 1 -Ponte A Elsa SPORTELLO DI CONSULENZA E TUTELA LEGALE
giovedì 11 giugno 2015
giovedì 28 maggio 2015
Basta gare al ribasso
I lavoratori della cooperativa ATI si sono riuniti in assemblea
mercoledì 13 maggio nella sede di Castelfiorentino preoccupati per lo
stop, deciso dal Tar della Toscana, alla gara per la raccolta dei
rifiuti in quattro comuni (Castelfiorentino, Certaldo, Montaione e
Gambassi Terme). La sospensione della gara arriva dopo il ricorso di una
delle ditte concorrenti, con sede legale a Salerno, esclusa per
mancanza delle credenziali minime, nello specifico i requisiti di
capacità tecnica e finanziaria, come riportano alcuni organi di stampa
locali. La gara era stata affidata alla Società cooperativa ATI in
associazione temporanea di impresa con la cooperativa sociale Orizzonti
che, grazie ad un ribasso maggiore, l’ hanno spuntata su una terza
concorrente. Ovviamente nessuno mette in discussione la legittimità del
ricorso e tutti siamo fiduciosi sulla sentenza emessa dal Tar regionale
il 23 settembre dopo l’ udienza di merito. Certo è che le lavoratrici ed
i lavoratori delle cooperative di servizi in appalto non hanno un
attimo di pace, grave sarebbe se, sulla loro pelle, l’intento non fosse
altro che quello di mirare ad un improbabile risarcimento danni. Non è
neanche difficile ipotizzare che chi ne farà le spese saranno l’ utenza
del territorio ed i lavoratori stessi. La cooperativa ATI applica ai
propri operatori il CCNL dell’ Igiene Ambientale privata FISE in cui l’
art. 6 e 8 garantiscono la clausola sociale che impone, in caso di
cambio appalto, l’ assunzione del personale che veniva impiegato per lo
stesso servizio dalla ditta uscente. Il problema è che con l’ entrata in
vigore a marzo della riforma del lavoro denominata Jobs Act è ancora
tutto da decifrare il diritto all’inquadramento, pur riconoscendo l’
anzianità di servizio, prevederebbe l’ applicazione del famigerato
contratto a tutele crescenti come fossero nuove assunzioni con una
perdita sostanziale dei diritti. Riteniamo quindi legittime e fondate le
preoccupazioni che tolgono il sonno a chi il servizio lo svolge da
anni. Diciamo da tempo che l’ affidamento di una gara non può basarsi
solo sul massimo ribasso, deve essere selezionata l’ offerta
economicamente più vantaggiosa tenendo conto dei valori di costo del
lavoro e considerando anche fattori quali la conoscenza del territorio e
l’ esperienza nello svolgere lo specifico, non essendo di fronte a
servizi affidati per la prima volta, se si vuole garantire la continuità
della qualità del servizio dimostrata dalla professionalità maturata in
tutti questi anni.
Cobas ATI
Cobas ATI
I lavoratori della
cooperativa ATI si sono riuniti in assemblea mercoledì 13 maggio nella
sede di Castelfiorentino preoccupati per lo stop, deciso dal Tar della
Toscana, alla gara per la raccolta dei rifiuti in quattro comuni
(Castelfiorentino, Certaldo, Montaione e Gambassi Terme). La sospensione
della gara arriva dopo il ricorso di una delle ditte concorrenti, con
sede legale a Salerno, esclusa per mancanza delle credenziali minime,
nello specifico i requisiti di capacità tecnica e finanziaria, come
riportano alcuni organi di stampa locali. La gara era stata affidata
alla Società cooperativa ATI in associazione temporanea di impresa con
la cooperativa sociale Orizzonti che, grazie ad un ribasso maggiore, l’
hanno spuntata su una terza concorrente.
Ovviamente nessuno mette in discussione la legittimità del ricorso e
tutti siamo fiduciosi sulla sentenza emessa dal Tar regionale il 23
settembre dopo l’ udienza di merito. Certo è che le lavoratrici ed i
lavoratori delle cooperative di servizi in appalto non hanno un attimo
di pace, grave sarebbe se, sulla loro pelle, l’intento non fosse altro
che quello di mirare ad un improbabile risarcimento danni. Non è neanche
difficile ipotizzare che chi ne farà le spese saranno l’ utenza del
territorio ed i lavoratori stessi. La cooperativa ATI applica ai propri
operatori il CCNL dell’ Igiene Ambientale privata FISE in cui l’ art. 6 e
8 garantiscono la clausola sociale che impone, in caso di cambio
appalto, l’ assunzione del personale che veniva impiegato per lo stesso
servizio dalla ditta uscente.
Il problema è che con l’ entrata in vigore a marzo della riforma del
lavoro denominata Jobs Act è ancora tutto da decifrare il diritto
all’inquadramento, pur riconoscendo l’ anzianità di servizio,
prevederebbe l’ applicazione del famigerato contratto a tutele crescenti
come fossero nuove assunzioni con una perdita sostanziale dei diritti.
Riteniamo quindi legittime e fondate le preoccupazioni che tolgono il
sonno a chi il servizio lo svolge da anni. Diciamo da tempo che l’
affidamento di una gara non può basarsi solo sul massimo ribasso, deve
essere selezionata l’ offerta economicamente più vantaggiosa tenendo
conto dei valori di costo del lavoro e considerando anche fattori quali
la conoscenza del territorio e l’ esperienza nello svolgere lo
specifico, non essendo di fronte a servizi affidati per la prima volta,
se si vuole garantire la continuità della qualità del servizio
dimostrata dalla professionalità maturata in tutti questi anni.
Cobas ATI
Leggi questo articolo su: http://www.gonews.it/2015/05/15/stop-alla-gara-per-la-cooperativa-ati-i-cobas-non-ci-si-puo-basare-solo-sul-criterio-del-massimo-ribasso/
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I lavoratori della
cooperativa ATI si sono riuniti in assemblea mercoledì 13 maggio nella
sede di Castelfiorentino preoccupati per lo stop, deciso dal Tar della
Toscana, alla gara per la raccolta dei rifiuti in quattro comuni
(Castelfiorentino, Certaldo, Montaione e Gambassi Terme). La sospensione
della gara arriva dopo il ricorso di una delle ditte concorrenti, con
sede legale a Salerno, esclusa per mancanza delle credenziali minime,
nello specifico i requisiti di capacità tecnica e finanziaria, come
riportano alcuni organi di stampa locali. La gara era stata affidata
alla Società cooperativa ATI in associazione temporanea di impresa con
la cooperativa sociale Orizzonti che, grazie ad un ribasso maggiore, l’
hanno spuntata su una terza concorrente.
Ovviamente nessuno mette in discussione la legittimità del ricorso e
tutti siamo fiduciosi sulla sentenza emessa dal Tar regionale il 23
settembre dopo l’ udienza di merito. Certo è che le lavoratrici ed i
lavoratori delle cooperative di servizi in appalto non hanno un attimo
di pace, grave sarebbe se, sulla loro pelle, l’intento non fosse altro
che quello di mirare ad un improbabile risarcimento danni. Non è neanche
difficile ipotizzare che chi ne farà le spese saranno l’ utenza del
territorio ed i lavoratori stessi. La cooperativa ATI applica ai propri
operatori il CCNL dell’ Igiene Ambientale privata FISE in cui l’ art. 6 e
8 garantiscono la clausola sociale che impone, in caso di cambio
appalto, l’ assunzione del personale che veniva impiegato per lo stesso
servizio dalla ditta uscente.
Il problema è che con l’ entrata in vigore a marzo della riforma del
lavoro denominata Jobs Act è ancora tutto da decifrare il diritto
all’inquadramento, pur riconoscendo l’ anzianità di servizio,
prevederebbe l’ applicazione del famigerato contratto a tutele crescenti
come fossero nuove assunzioni con una perdita sostanziale dei diritti.
Riteniamo quindi legittime e fondate le preoccupazioni che tolgono il
sonno a chi il servizio lo svolge da anni. Diciamo da tempo che l’
affidamento di una gara non può basarsi solo sul massimo ribasso, deve
essere selezionata l’ offerta economicamente più vantaggiosa tenendo
conto dei valori di costo del lavoro e considerando anche fattori quali
la conoscenza del territorio e l’ esperienza nello svolgere lo
specifico, non essendo di fronte a servizi affidati per la prima volta,
se si vuole garantire la continuità della qualità del servizio
dimostrata dalla professionalità maturata in tutti questi anni.
Cobas ATI aderente alla Confederazione Cobas del lavoro privato
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giovedì 26 marzo 2015
PIATTAFORMA RIVENDICATIVA CCNL SERVIZI AMBIENTALI.
PREMESSA:
Il rinnovo del CCNL
dell'Igiene Ambientale Pubblica e Privata, avviene in momento storico
dove il potere di acquisto e
normativo dei diritti dei lavoratori è molto compromesso ed
arretrato. La concertazione dei
sindacati confederali ha contribuito alla perdita progressiva dei
nostri diritti, basti pensare all'innalzamento dell'età pensionabile e alle leggi sulla
rappresentanza nei luoghi di lavoro.
Con l'approvazione
del Jobs Act in vigore dal 7 marzo, la nostra categoria subirà degli
arretramenti come la questione
del demansionamento, dove il cambio di appalto o affidamento diretto
per gara avviene su tutto il
territorio nazionale.
La controparte
vorrebbe liberarsi da un contratto nazionale che regola da nord a sud
del nostro Paese, la vita lavorativa di tutti/e gli/le addetti/e
dell'igiene ambientale: il grande sogno che si cela, è quello di avere
aziende sotto forma di “holding pubbliche” che gestiscono servizi
e poi li affidano a questa o quella
cooperativa, arrivando così a smantellare la figura dell'operatore
ecologico ormai molto compromessa.
E' nostra
intenzione, dove siamo presenti, proporre a tutti gli addetti
dell'igiene ambientale una piattaforma
rivendicativa contrattuale minima, da discutere e decidere nelle
assemblee.
PIATTAFORMA RIVENDICATIVA CCNL SERVIZI AMBIENTALI.
Il Cobas Igiene
Ambientale sia del settore pubblico (FEDERAMBIENTE) che privato
(FISE) chiede che, come da
dichiarazione programmatica per lo sviluppo del settore dei servizi
ambientali dei firmatari del
CCNL FISE (marzo 2012), sia concretizzato il loro impegno nella
realizzazione di un CCNL unico di
settore.
Si chiede inoltre
che, a salvaguardia della sicurezza e della salute delle lavoratrici
e dei lavoratori del settore ma anche
della qualità del servizio stesso sia posto un limite alle troppe
esternalizzazioni, siano avviati processi di re-internalizzazione dei
servizi e del personale mantenendo e
rispettando le garanzie dell’ ART. 6 e 8 (clausola sociale) dell’
Igiene Ambientale sia FISE che
FEDERAMBIENTE.
Laddove il servizio
sia esternalizzato si chiede che:
Nell’ affidamento
o nel bando di gara stesso sia specificata l’ applicazione del CCNL
dei servizi ambientali
di settore con l’ obbligo di assicurare ai propri dipendenti il
trattamento economico e
normativo previsto. Non è più tollerabile il ricorso a CCNL come quello del commercio o
multiservizi per mansioni specifiche dell’ igiene ambientale e
vedere, anche negli stessi
territori, applicare più contratti a seconda della spartizione dello
stesso servizio in più ditte.
Sia garantito, in
relazione alla scadenza del contratto di appalto, il
passaggio
dello
specifico personale addetto dell’ impresa cessante a quella
subentrante sempre e comunque.
Punto questo
vincolante per aggiudicarsi la gara stessa.
Sia selezionata l’
offerta economicamente più vantaggiosa e non al massimo ribasso
considerando anche fattori quali conoscenza del territorio,
esperienza nello svolgere il
servizio specifico e valutando la
congruità delle offerte tenendo conto dei valori di costo del
lavoro.
Non sia permessa la possibilità
del sub-appalto e/o affidamento del servizio ad altra ditta o
cooperativa.
Non sia permesso
andare in deroga al CCNL!
TEMPO VESTIZIONE
DPI:
La Corte di
Cassazione, con sentenza n. 2837 del 7 febbraio 2014 ha ribadito “in
relazione alla regola fissata dal
R.D.L. 5 marzo 1923 n. 692 art. 3
Fonte: Cassazione:
al tempo impiegato dal lavoratore per indossare gli abiti da lavoro
deve corrispondere una
retribuzione aggiuntiva. WWW. Studio Cataldi.it
Pertanto, chiediamo
che: Il tempo previsto
per la vestizione debba essere riconosciuto e retribuito a tutti
gli/le operatori/trici e che venga scorporato
dalle altre operazioni accessorie (vedi doccia, etc). Il vestiario
rientra nella
categoria dei DPI ed
indossarlo è un obbligo di legge (art. 64, punto 3, comma 5 CCNL):
“gli oggetti vestiario
devono essere indossati dal personale obbligatoriamente ed
esclusivamente durante il servizio”.
L’indosso del DPI, pertanto, fa parte di quelle azioni quotidiane
che il/la
lavoratore/trice svolge in servizio nell’ambito dei suoi
doveri lavorativi. È necessario, quindi, rivedere l’art. 17
CCNL, il quale afferma in buona sostanza che: “la riduzione
dell’orario di lavoro a 36 ore disposta
dall’art. 24 del CCNL 19 Giugno 1987, è stata attuata con
riferimento al c.d. “tempo tuta”,
con il chiaro intento di ricomprendere nei confronti del personale
dipendente interessato i tempi
necessari alla vestizione, etc. In tale prospettiva,
il tempo di lavoro effettivo è stato ridotto, mantenendo inalterata
la retribuzione, con effetto, quindi,
compensativo dei tempi necessari a svolgere tutte le operazioni
accessorie, di cui all’art. 17
suddetto”.
PER QUANTO RIGUARDA
LA SALUTE E LA SICUREZZA:
le Parti si dotino
di tutti gli strumenti necessari, affinché vengano poste in essere
tutte quelle
vere forme di tutela e di controllo per il rispetto
delle normative in materia di sicurezza.
Spesse volte nelle
varie aziende del settore, dove gli aspetti critici e vertenziali
sono
molteplici, il numero dei RLSSA non sono sufficienti a
monitorare tutte le situazioni di
rischio (1 ogni 200 lavoratori!),
in quanto le unità produttive hanno peculiarità molto
differenti
tra loro: dal comparto impianti e discariche, al comparto autisti
automezzi; dalle
officine a quello dello spazzamento, fino arrivare
al personale impiegatizio degli uffici.
Quindi:
siano istituite più
figure RLSSA nella misura di: almeno uno (1) RLSSA per ogni due
unità
produttive, ove l’azienda sia divisa in unità produttive.
Siano redatti DVR
(Documenti Valutazione Rischio) in maniera dettagliata e specifica
ai
luoghi di lavoro, che individuino ogni minimo rischio potenziale
presente in ogni singola
unità produttiva, considerato che sul
contenuto di tali documenti verrà redatto poi il
protocollo
sanitario per le visite mediche a cui i lavoratori saranno
sottoposti.
Sia riconosciuta la
nostra categoria come categoria soggetta a lavoro usurante.
Nell’ambito
del porta a porta, per esempio, l’operatore unico è
costretto per la raccolta del differenziato,
ad un continuo sali e
scendi dal mezzo causa il mancato adeguamento meccanizzato dei
mezzi. Tale situazione sta causando tra gli addetti al servizio un
innalzamento della
percentuale di patologie lombo scheletriche.
Nell’ambito degli
impianti, invece, si registrano casi sempre più frequenti di
operatori
affetti da patologie tumorali sia all’apparato
respiratorio che a quello gastrico.
PER QUANTO RIGUARDA
LA DINAMICA SALARIALE:
In 25 anni i redditi
da capitale sono cresciuti del 90%, i profitti sono aumentati del
76%, mentre i salari sono fermi da
20 anni a questa parte.
Anzi se calcoliamo
il potere di acquisto siamo andati decisamente indietro, infatti solo
dal 2000 al 2010, le buste paga
hanno perso oltre cinquemila euro in termini di potere di acquisto:
3400 euro per la inflazione a
cui aggiungere i circa 2.000 euro in meno derivanti dalla mancata
restituzione del fiscal drag
(aumento della pressione fiscale originato dalla espansione
inflazionistica dei redditi in presenza di
aliquote fiscali crescenti).
Quanto abbiamo
perduto allora? nel settore privato, dove i contratti nazionali sono
stati siglati con aumenti al di sotto
del potere di acquisto, abbiamo perso circa 5500 euro, secondo dati
più o meno riconosciuti dai
sindacati (cgil uil ) e da vari studi statistici.
Nel settore
dell'igiene ambientale abbiamo poi molteplici contratti che tendono a
uniformare verso il basso il costo
medio di un lavoratore, soprattutto nei cambi di appalto prendendo ad
esempio e riferimento il ccnl
multi servizi.
Il rinnovo dei
contratti nazionali è avvenuto prima con la inflazione programmata,
poi con codici e sistemi di calcolo
ancora più sfavorevoli, in questo modo, grazie alle intese nazionali
sottoscritte da Cgil, Cisl e Uil, ci
ritroviamo con salari che hanno perso potere di acquisto e contratti
svuotati di
tutele e diritti
collettivi ed individuali. Il resto lo faranno i decreti attuativi
del jobs act che nei cambi di appalto
applicheranno la libertà di licenziamento a tutti.
Per quanto riguarda
l' EGR, ossia l’elemento di garanzia retributiva, riteniamo
vergognoso il suo ammontare annuale su
dato base mensile (€ 10,33), soprattutto se considerato come
premio produzione, inoltre
è inaccettabile se vincolato alle assenze per malattia (12 giorni o
4 certificati in un anno).
Pertanto,
considerato che il trattamento economico è relativo al costo della
vita del vecchio contratto del
30/04/2003 e, che quest’ultimo non si è poi discostato di molto
dal precedente del 31/10/1995,
chiediamo un adeguato riallineamento della retribuzione della base
parametrale all’attuale costo
della vita.
CONTRATTAZIONE DI
SECONDO LIVELLO:
Molte aziende
dell'igiene ambientale sono società in house o partecipate dagli
Enti locali, in futuro non sarà più così
, stiamo andando verso la costituzione di società regionali o inter
provinciali con migliaia di addetti
e allo stato attuale registriamo che c’è la tendenza a costruire
dei piani aziendali su basi inaccettabili per dividere i lavoratori.
La nostra proposta è
destinare una quota del premio che va dal 60 al 70% del totale
uguale
per tutti, lasciando la restante parte da dividere su alcuni
criteri condivisi basati sulla
presenza; sulla disponibilità a
svolgere più turni e mansioni; sugli effettivi carichi di lavoro.
Le aziende vogliono
invece distribuire i premi su altre basi, per esempio penalizzando:
le assenze anche per infortunio e grave malattia senza le necessarie
differenziazioni;
i lavoratori
protagonisti, loro malgrado e non, di sinistri, insistendo su
coefficienti che alla
fine penalizzano molti lavoratori, una sorta
di performance discriminante da applicare in
ambito privato.
CONCLUSIONI:
Il contenuto
politico del presente documento, sono le linee guida di
rivendicazione per il rinnovo del CCNL di settore
di cui il Cobas dell’Igiene Ambientale ha voluto dotarsi.
La funzionalità di
tale documento, pertanto, è da intendersi non esaustiva delle
criticità e delle vertenze
riscontrabili nei singoli luoghi di lavoro, ma propedeutica
all’apertura di dibattiti e discussioni tra gli
interessati, rimanendo aperto ad ogni qualsivoglia modica od
integrazione che
nelle prossime
settimane le assemblee dei lavoratori decideranno assumere.
COBAS IGIENE
AMBIENTALE
Roma, 14 marzo 2015.
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