martedì 18 maggio 2010

SABATO 5 GIUGNO TUTTI/E IN PIAZZA A ROMA

LA CRISI VA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA
IMPEDIAMO LA FINANZIARIA-MASSACRO
SABATO 5 GIUGNO TUTTI/E IN PIAZZA A ROMA
Il durissimo conflitto che si svolge in Grecia ha una importanza cruciale per le sorti dell’Europa sociale, per le condizioni di vita dei salariati, dei settori popolari, dei più deboli e indifesi tra i cittadini, per il futuro dei servizi pubblici, dei beni comuni, delle pensioni. E’ una lotta difficile contro la violenza di uno spietato sistema capitalistico che vorrebbe il fallimento economico e sociale di una intera nazione, un ulteriore impoverimento e perdita di diritti per milioni di lavoratori, disoccupati, pensionati e giovani.
Ma anche di noi parla la drammatica situazione del popolo ellenico perché l’attacco ai settori popolari, ai servizi sociali e ai beni comuni sta avvenendo in tutta Europa, anche se per il momento non nelle stesse spietate dimensioni greche. E parla ai salariati, ai precari, ai disoccupati, ai pensionati italiani, che nell’ultimo biennio sono stati ulteriormente spremuti dal potere economico e politico, con milioni di licenziati e cassaintegrati cui a breve scadrà ogni forma di ammortizzatore sociale, con il dilagare di un precariato senza speranze, con tagli impressionanti dei servizi sociali, con un massacro nella scuola pubblica (41 mila posti di lavoro in meno per settembre) e l’espulsione in massa del precariato scolastico, con l’incessante attacco al pubblico impiego, con la crescita a dismisura dell’evasione fiscale e con il dilagare della corruzione, mentre la pressione del fisco sui salari e sulle pensioni diventa intollerabile.
In più, il governo vuole imporre una nuova legislazione del lavoro (il Collegato al Lavoro, in formale riscrittura dopo il rinvio di Napolitano alle Camere) per togliere le residue garanzie giuridiche a milioni di lavoratori eliminando il freno dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori, attraverso l’arbitrato concertato con i sindacati complici; e annuncia ulteriori attacchi al diritto di sciopero, continuando a negare rappresentanza e diritti ai sindacati di base, nonché la riscrittura dello Statuto dei lavoratori per cancellarne definitivamente funzione e portata.
In questo momento il popolo greco rappresenta l’avanguardia europea della lotta contro l’arroganza di un capitalismo che ha portato l’Europa e il mondo nella più catastrofica crisi economica del dopoguerra e che, ciò malgrado, impone che a pagare non siano quelli che la crisi l’hanno provocata ma coloro che l’hanno subita e che da sempre pagano per tutti. L’”aiuto” che i partner europei della Grecia promettono assomiglia all’intervento di un medico che per evitare le sofferenze di una colica renale dia al paziente pasticche di cianuro. Ma qualcosa di simile si prepara per altri paesi europei, tra cui l’Italia: come in Grecia, si annunciano riduzioni salariali, blocco della contrattazione e congelamento dei contratti nazionali, elevamento dell’età pensionabile e drastica riduzione delle pensioni, abolizione di ogni garanzia contro i licenziamenti, massicci tagli di posti di lavoro nella scuola e in tutto il settore pubblico. E questo dopo che i governi europei e dei principali paesi capitalistici del globo hanno dilapidato centinaia di miliardi di euro o dollari per soccorrere banche e imperi finanziari in bancarotta, principali responsabili della crisi globale.
In Italia come in Grecia, sperare che l’accettazione dei tagli e dei licenziamenti serva a far passare la crisi sarebbe suicida. L’unica via di salvezza è la crescita rapida della solidarietà e dell’unità nella lotta contro i poteri economici e politici europei che vogliono continuare a far pagare i costi della crisi ai salariati e ai settori popolari. Solo una generale mobilitazione europea, coordinata dalle forze anti-liberiste, da coloro che ritengono possibile un altro mondo non fondato sul profitto, sulla mercificazione globale e sul dominio del mercato, in una stretta alleanza tra forze sindacali alternative, politiche e sociali, può modificare il corso degli eventi.
In questa direzione, nel quadro di una indispensabile stagione di lotte, scioperi e mobilitazioni, promuoviamo per il 5 giugno una manifestazione nazionale a Roma e la proponiamo a tutte le strutture sociali, sindacali e politiche che si battono contro le catastrofiche ricette di “uscita dalla crisi” del potere economico e politico europeo e italiano. La mobilitazione popolare in corso in Grecia deve diffondersi in tutta Europa, coordinarsi, trovare tempi e modi coincidenti, luoghi di incontro, programmi comuni. E come primo passo intendiamo proporre che il 5 giugno sia una giornata di mobilitazione europea, con manifestazioni nelle varie capitali, a fianco del popolo greco in lotta, per la difesa delle conquiste sociali dei lavoratori/trici europei, perché la crisi sia pagata da chi l’ha provocata.
Impediamo la Finanziaria- massacro
NO ai licenziamenti, all’attacco alla spesa sociale e ai lavoratori pubblici, SI alla tutela dei
pensionati, dei precari, dei disoccupati.
Cancellazione del Collegato Lavoro, dei tagli nella Scuola e nei servizi pubblici.
Tassiamo i grandi patrimoni e le operazioni finanziarie; non un euro o un posto di lavoro in meno per salvare banche, finanzieri e padroni.
Respingiamo l’attacco al diritto di sciopero, ai diritti sindacali e del lavoro, ai contratti, alle pensioni, ai beni comuni.
A fianco dei lavoratori greci ed europei in lotta.
Confederazione COBAS
USB – Unione Sindacale di Base

venerdì 7 maggio 2010

GRECIA: A PAGARE LA SPECULAZIONE FINANZIARIA NON DEVONO ESSERE I LAVORATORI



In questi giorni la Grecia è attraversata da scioperi generali che hanno paralizzato il paese e da violenti scontri di piazza. Quanto accade in Grecia potrebbe ripetersi molto presto in altri paesi Europei, per esempio il Portogallo, la Spagna, l’Irlanda e l’Italia, le nazioni più a rischio del continente a cui vengono chiesti sacrifici economici e sociali tra cui innalzamento dell’età pensionabile, taglio del costo del lavoro e lo smantellamento dello stato sociale.

Il Fondo monetario internazionale e l’Unione Europea hanno imposto al Governo Greco (dopo anni di silenzio sulla nefasta bancarotta del precedente governo di destra) misure di autentica macelleria sociale per ridurre il rapporto tra deficit e Pil secondo i dettami di Maastricht.

Il Fmi e la Banca Europea, i Governi Inglese e Tedesco impongono tagli e sacrifici che metteranno in ginocchio il popolo greco, inaugurando un nuovo modello di Europa a due livelli, quella dei paesi “virtuosi”, “forti e ricchi”, e quella degli “scapestrati”, cioè dei paesi “deboli” e “scialacquoni”. E nei paesi più deboli cresceranno le disuguaglianze sociali ed economiche e i Governanti cercheranno di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri perchè divisi e indeboliti i lavoratori siano ridotti all’impotenza.

Ecco alcuni esempi di questa svolta “rigorista”: blocco degli stipendi fino al 2014, abolizione della tredicesima e quattordicesima mensilità, cancellazione del salario accessorio per i dipendenti pubblici, aumento dell’iva al 23%, età pensionabile a 65 anni e 40 anni di contributi, impossibilità (pur con i contributi) di andare in pensione prima di avere compiuto 60 anni, le pensioni dei nuovi assunti decurtate del 50%, cambierà la legislazione in materia di lavoro ( migliaia di licenziamenti…) vertiginoso sarà l’ aumento del costo della benzina e di tutti i generi di prima necessità.

Oggi l’Europa dei Banchieri e di Maastricht fa pagare le speculazioni finanziarie al popolo greco, domani a noi tutti. La Germania e la Banca Europea impongono politiche di riduzione della spesa sociale e di contenimento dei salari e delle pensioni, politiche che attaccano direttamente le nostre condizioni di vita.

Sostegno e solidarietà ai lavoratori greci e alle forze sociali che lottano contro la speculazione finanziaria e contro i parametri finalizzati non al rilancio dell’economia, ma alla sopravvivenza di un sistema economico fondato sullo sfruttamento selvaggio

Basta subire i ricatti dei banchieri e degli speculatori, in Italia come in Grecia: costruiamo l’opposizione sociale e politica sviluppando il conflitto contro l’Europa dei padroni.
Confederazione Cobas Pisa

martedì 4 maggio 2010

La Grecia sull'orlo del baratro, 5 maggio sciopero generale in Grecia. Solidarietà con la lotta del popolo greco


La situazione finanziaria in Grecia peggiora di giorno in giorno. Allo stato attuale è impossibile per il paese ottenere prestiti sul mercato finanziario. Il tasso di interesse per i bonds greci a 10 anni è del 10,55% (18,50% per quelli a due anni). In realtà nessuno vuol fare prestiti alla Grecia. Il governo tenta di velocizzare il processo degli aiuti di Unione Europea - Fondo monetario internazionale.

Se non riceveranno il danaro entro il 28 maggio lo Stato sarà obbligato a sospendere i pagamenti. Tuttavia, le condizioni imposte dalla Germania e dal Fondo monetario per il prestito causeranno un reale disastro sociale. I "partner" europei richiedono: un taglio dei salari del 15% sia nel settore pubblico che in quello privato; l'aumento del'età pensionabile a 67 anni; la diminuzione delle pensioni; migliaia (forse centinaia di migliaia) di tagli di posti di lavoro nel settore pubblico; l'abolizione degli accordi collettivi tra sindacati e datori di lavoro; l'abolizione di ogni limite legale ai licenziamenti nel settore privato; tagli nella spesa pubblica (già annunciato che dall'anno prossimo il numero di alunni per classe passerà da 25 a oltre 30). Come potete capire questo è il peggior piano possibile del Fondo Monetario Internazionale. Ma è ampiamente possibile che la situazione alla fine andrà fuori controllo anche con questo catastrofico piano. Molti paragonano questa situazione a quella passata dall'Argentina. In primo luogo c'è un'ondata di ritiro di danaro dalle banche. I ricchi e la classe media temono che la Germania cacci via la Grecia dalla Zona Euro. Cercano di salvare i loro euro trasferendoli a Cipro o facendo investimenti immobiliari a Londra (alcuni se li tengono semplicemente in casa!). Inoltre, mano a mano che il tempo passa, sembra impossibile che la Grecia sarà in grado di pagare il suo debito seppure con l'aiuto del FMI. Si dice che dei prossimi cinque PIL ,uno dovrebbe essere usato per pagare il debito pubblico.

In conclusione la Grecia è sull'orlo del baratro!
Il 5 maggio ci sarà in Grecia uno sciopero generale.

Sarebbe una buona idea per i Movimenti Europei fare di questa data una giornata di solidarietà con il popolo greco e di resistenza internazionale alle politiche liberiste dell' Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale.

Yannis Almpanis

Network for Political and Social Rights