martedì 28 febbraio 2012

Con la scusa delle semplificazioni attaccano la sicurezza nei luoghi di lavoro e la nostra salute

Nel Decreto Legge 5/2012, il Decreto Semplificazioni, sono inserite alcune
norme che adducendo la motivazione “di agire nell’interesse pubblico “
eliminano di fatto molti di quei controlli sulle imprese che proprio i settori
pubblici dovrebbero esercitare.

 All’art 14 di parla esplicitamente di “ soppressione  o  riduzione  dei
controlli  sulle  imprese  in possesso della certificazione del sistema di
gestione per la qualita' (UNI EN ISO-9001),  o  altra  appropriata
certificazione  emessa,  a fronte di  norme  armonizzate,  da  un  organismo
di  certificazione accreditato da un ente  di  accreditamento  designato  da
uno  Stato membro dell'Unione europea ai sensi del  Regolamento  2008/765/CE,
o firmatario degli Accordi internazionali di mutuo riconoscimento  (IAF MLA).

 In questo modo sarà possibile, con una semplice certificazione , aggirare i
controlli in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in tema di tutela
dell’ambiente e della stessa filiera alimentare e della sicurezza.

I regolamenti (che il Governo dovrebbe predisporre al più presto) saranno
emanati  su  proposta  del  Ministro  per  la pubblica amministrazione e la
semplificazione,  del  Ministro  dello sviluppo economico e dei Ministri
competenti per materia, sentite  le associazioni imprenditoriali”, questo si
trova scritto nel comma 4 dell’art 14 del decreto legge.

Le organizzazioni sindacali, i rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza
sono esclusi dalla definizione di questi regolamenti, quindi immaginiamoci
quale controllo e quale regolamento (degno di questo nome) sarà deciso tra
governo e associazioni padronali, basti pensare  al rapporto Vega Engineering
che parla di un aumento di morti sul lavoro nell’anno 2011 di ben 553
lavoratori e lavoratrici, pari a oltre il 5% in più rispetto al 2010

Ma il decreto sulle semplificazioni  non si ferma qui e prevede anche l’
ennesimo rinvio per l’entrata in vigore del decreto dell’11 aprile 2011 che
disciplina le modalità di effettuazione delle verifiche periodiche previste dal
Testo unico sulla sicurezza.

Insomma, quando si parla di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, Governo e
Confindustria trovano sempre il modo per rendere il lavoro  insicuro,
flessibile e precario. Di stabile e certo sono solo le statistiche degli
infortuni e delle morti e la disintegrazione di un sistema di controlli.  …….
Semplificano la vita ai padroni !
Facciamo appello ai sindacati e ai lavoratori perchè si costruisca una
mobilitazione nella società e nei luoghi di lavoro. E' in gioco la nostra vita

domenica 26 febbraio 2012

ATI: contratto unico di settore, identiche parità di trattamento

In risposta alle dichiarazioni di Barbara Rutilensi per la Funzione Pubblica CGIL dell' Empolese-valdelsa sui lavoratori delle cooperative sociali che lavorano in appalto Publiambiente ci vien da dire: benvenuti tra noi! I Cobas Empoli-valdelsa sono anni che denunciano tale incongruenza, in un recente comunicato (21 gennaio 2012), firmato insieme alla RSU dell' ATI Società cooperativa, si chiede con chiarezza il riconoscimento di un contratto unico di settore, non è accettabile una disparità di trattamento tra chi svolge le stesse mansioni. Ai lavoratori e alle lavoratrici della suddetta cooperativa, non essendo sociale ma AR.L, viene applicato il CCNL dell' igiene ambientale privata FISE. I Cobas ricordano che tale contratto è scaduto da mesi e che la trattava è in una fase di stallo per le proposte irricevibili di FISE/Assoambiente. Ribadiscono la richiesta di intervento dei comuni del circondario affinchè la trattativa riparta e si arrivi ad un contratto dignitoso. Questo in virtù del fatto che Publiambiente s.p.a. è una società controllata dal gruppo Publiservizi, società a totale capitale pubblico.
 Le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici delle cooperative che lavorano in appalto, sociali e non, sono peggiorate negli ultimi due anni grazie a gare al ribasso, con una organizzazione del lavoro che scarica sul propio personale le conseguenze dei tagli che vari governi hanno portato ai servizi sociali, alla sanità agli enti locali. Certo non aiutano ipotesi di accordo come quella firmata anche da CGIL il 16 dicembre sul CCNL coop sociali in cui ci si riserva la possibilità di stipulare accordi territoriali di "gradualità concordata"  per erogare con il contagocce i pochi e irrisori aumenti contrattuali secondo quel sistema delle deroghe al contratto nazionale che dal settore metalmeccanico ormai si estende a tutto il mondo del lavoro.

Cobas Empoli-valdelsa aderente alla Confederazione Cobas del lavoro privato

mercoledì 22 febbraio 2012

Parte la campagna di OBBEDIENZA CIVILE nell'Empolese-Valdelsa

Comitato per l'acqua pubblica Empolese Valdelsa
AUTORIDUZIONE DELLA BOLLETTA
La campagna di obbedienza civile per il rispetto del risultato del referendum.
 In apertura sportelli informativi per sostenere i cittadini nell'autoriduzione della bolletta
 Nonostante che, dal 20 luglio 2011 con il Decreto del presidente della Repubblica n.167, il risultato del referendum di giugno sia pienamente applicabile, le ATO lo ignorano , affermando che esiste un vuoto normativo. Si tratta quindi di  riportare democrazia e legalità su un ambito, quello dell’acqua, su cui 27 milioni di persone  grazie al referendum di giugno, hanno affermato pienamente la propria volontà: la gestione dell’acqua, intesa come bene comune inalienabile deve essere pubblica e partecipata.

Nell'Empolese Valdelsa più del 71% di noi cittadini/e è andato a votare per i referendum per dire STOP alla mercificazione dell'Acqua e BASTA ai profitti garantiti sulla pelle degli utenti nella gestione dell'Acqua.
Per questo il Comitato per l’acqua pubblica Empolese Valdelsa sostiene la campagna nazionale di obbedienza civile con cui si chiede l’applicazione del 2° quesito referendario, eliminando dalla bolletta gli utili dei privati, attraverso l'autoriduzione della bolletta.
 Nel nostro territorio i sindaci hanno detto NO al QUESITO 2: CANCELLAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO, la tariffa continuerà a includere il profitto garantito. Inoltre hanno ultimamente prorogato gratuitamente di altri 5 anni la concessione (fino al 2026) al gestore privato cancellando la volontà referendaria del PRIMO QUESITO che bloccava la privatizzazione obbligatoria della gestione del servizio idrico.
La campagna di obbedienza civile intende colpire nel portafogli i gestori poiché chiede l'autoriduzione della bolletta da parte dei cittadini che potranno contare sul sostegno e sulle informazioni degli sportelli informativi che apriranno nel Circondario. Gli sportelli infatti forniranno i moduli per comunicare al gestore la volontà di praticare l'autoriduzione e calcoleranno la nuova cifra ridotta da pagare togliendo la percentuale del 18,18% per l'anno 2012.

Gli sportelli  aperti sono i seguenti:

Arci Avane (0571-80516) Via di Avane, 72b Empoli – sabato 10,00 – 12,30
Csa Intifada (0571-931021) Via 25 Aprile, 1 Ponte a Elsa – Lunedì e venerdì 18-20 e mercoledì 21-23
Ass. Castello Civico Zero (329 4733438) Bar Tilli- Via Tilli, 12 Castelfiorentino alto Mercoledì 17-19
Ass. Castello Civico Zer0 (329 4733438) Circolo arci Il Progresso – Piazza Gramsci 18 sabato 10-12,30
Forum delle Donne (
338 5028896) Circolo Arci Y  Via Cavallotti, 38 Certaldo – Mercoledì 10-12,30 /sabato 16-18
I COBAS EMPOLI-VALDELSA saranno presenti sia negli sportelli curati dall'Associazione Castello Civico Zero, sia nella nostra sede c/o il csa Intifada

domenica 19 febbraio 2012

FUORI I BENI COMUNI DAI MERCATI!



Da molti mesi il tema del debito è posto al centro del dibattito politico non solo nazionale. Sulla base delle “minacce” rappresentate dall’allargamento dello spread e dal rischio default, l’UE e il Fondo Monetario Internazionale hanno ingaggiato una furiosa battaglia che ha travolto governi e popolazioni, imponendo un’ austerity a senso unico. Mentre la grande finanza viene puntellata con soldi pubblici, il 99% della popolazione mondiale è costretto a subire le conseguenze di pratiche spericolate e di un capitalismo in preda alle convulsioni provocate dalle sue stesse contraddizioni.
L’attacco ai beni comuni è parte integrante della gestione della crisi del debito, poiché se da un lato si taglia, dall’altro si punta a privatizzare, pensando che una crisi causata da un’economia sregolata possa essere risolta con un ulteriore passo in avanti della deregulation e delle politiche di privatizzazione massiva.
Il tutto si svolge mentre gran parte delle popolazioni coinvolte purtroppo, assiste in modo passivo o si concentra sul problema rappresentato dalla pochezza del personale politico, senza guardare oltre, a meccanismi  predatori che negli ultimi trent’anni hanno spogliato ceti medi e classi popolari di ogni sorta di protezione sociale pubblica.
E’ da questo quadro che nasce l’esigenza di confrontare percorsi, persone, temi differenti. Il movimento dell’acqua è consapevole di essere solo una parte, seppur importante, di una sfida che si combatte solo aumentando il livello della mobilitazione e sensibilizzando i cittadini sul grande tema che contiene tutti gli altri. Se da un lato infatti il governo Monti cerca di far finta che un referendum su acqua e beni comuni non si sia mai svolto, dall’altro la troika BCE-FMI-UE detta l’agenda politica ed economica in sprezzo ad ogni regola di democrazia.
E’ la democrazia quindi il vero terreno sul quale siamo chiamati a confrontarci. Una democrazia da ripensare, poiché la democrazia rappresentativa non è più in grado di garantire neanche dei livelli minimi di diritti uguali per tutti. Serve uno sforzo intellettuale e fisico, che ci aiuti a superare le barriere che dividono i differenti punti di vista all’interno dei movimenti per diventare Movimento, che punti a un cambiamento e a un nuovo modello di democrazia radicale e dal basso. Noi come movimento dell’acqua siamo pronti a fare la nostra parte, consapevoli che solo unendo le battaglie dei movimenti e della società civile riusciremo a raggiungere quella massa critica capace di apportare un cambiamento reale ed effettivo.
Forum italiano dei movimenti per l'acqua-comitato provinciale di Firenze

Il nostro carnevale non sarà uno scherzo

Rappresentanza Sindacale Unitaria ATAF
                                                                   
Il nostro carnevale non sarà uno scherzo

Martedì 21 febbraio
ore 13 presidio davanti deposito cure

dalle ore 14,30 sflilata per le strade cittadine con carro allegorico “No Renzi, Si Ataf”

itinerario della sfilata: via Pacinotti, via Masaccio, via Fra Bartolomeo, via Lamarmora, S.Marco, via Cavour, Duomo, via Cerretani, P.zza Stazione

PARTECIPIAMO NUMEROSI

Mercoledì 14 Marzo Sciopero di 24 ore

sabato 18 febbraio 2012

venerdì 17 febbraio 2012

Empoli – No Tav. Bus per la manifestazione in Val di Susa


La mattina del 26 gennaio la procura di Torino, guidata da Caselli, ha ordinato una maxi-operazione repressiva che ha colpito 41 attivisti No Tav in tutta Italia, che sono attualmente in carcere o agli arresti domiciliari, misure preventive che vogliono delegittimare e criminalizzare l’intero Movimento No Tav e intimidire tutti coloro che provano oggi ad esprimere dissenso.
Le accuse rivolte agli attivisti arrestati si riferiscono tutte alla manifestazione del 3 luglio a Chiomonte.
Quel giorno in Val di Susa c’eravamo da tutta Italia, in quei boschi, davanti a quelle recinzioni, a lottare al fianco della comunità locale, per difendere il territorio e per difendere la democrazia, praticando l’assedio al non cantiere ed affermando il nostro dissenso attraverso pratiche collettive e condivise.
Il nostro dissenso di fronte ad un’opera inutile, dannosa e costosissima, che niente ha a che fare con i reali bisogni della popolazione, un’opera che serve soltanto ad incrementare gli interessi economici speculativi di pochi, un’opera imposta con la forza, contro la volontà degli abitanti, tramite la militarizzazione della valle e la trasformazione del conflitto sociale in un problema di ordine pubblico.
La Comunità in Resistenza manifesterà sabato 25 febbraio in Val di Susa al fianco del movimento No Tav, che da più di venti anni lotta per la difesa del proprio territorio.
Saremo insieme a tante e tanti da tutta Italia, ancora una volta, a dire che la Val di Susa è un bene comune e non si tocca, e a chiedere l’immediata liberazione di tutti gli attivisti arrestati.
Siamo tutt@ No Tav!
La Valle non si arresta! Liber@ tutt@!
Pullman con partenza da Empoli,  ore 6.00 Piazza Don Minzoni (davanti la stazione ferroviaria).
Per info e prenotazioni:  338 1383792 – 349 6198401

mercoledì 15 febbraio 2012

Richard Ginori: sciopero e corteo dei lavoratori

Richard Ginori, slitta il pagamento degli stipendi: sciopero e corteo dei lavoratori

Giovanni Nencini, Rsu Cobas: "L'azienda ci ha convocati per dirci che era saltato l'accordo con Unicoop. Poi ci ha richiamati affermando che saranno pagati il 22 febbraio"
Sciopero e corteo, stamani a Sesto fiorentino, per i 350 lavoratori della Richard Ginori: a scatenare la rabbia degli operai, la notizia secondo cui il pagamento della seconda metà degli stipendi di gennaio sarebbe saltato.
 
 
"L'azienda ci ha convocati alle 9.30 - spiega Giovanni Nencini (Rsu Cobas) - per dirci che era saltato l'accordo con Unicoop che consentiva di pagare il 50% degli stipendi di gennaio".
 
La Rsu ha indetto immediatamente uno sciopero,con un presidio sotto la palazzina della presidenza, e il blocco parziale di viale Giulio Cesare: un'ora dopo l'azienda ha riconvocato i rappresentanti dei lavoratori "affermando che gli stipendi - aggiunge Nencini - saranno pagati il 22 febbraio in virtù di un accordo con un partner giapponese".
 
I lavoratori, che resteranno in sciopero per l'intera giornata, hanno quindi improvvisato un corteo dallo stabilimento fino alla piazza del comune. Permane tuttavia l'incertezza, secondo i sindacati, sul pagamento degli stipendi di febbraio.

ENEL : GIU’ LE MANI DALLA COLOMBIA A ROMA PROTESTA DAVANTI SEDE ENEL GIOVEDI' 16/ 2 , h 15, v.le R.Margherita 125


L’Enel-Endesa attraverso la società controllata colombiana EMGESA da anni ha messo gli occhi sul fiume RIO MAGDALENA in Colombia con l’intenzione di costruire una DIGA che distruggerà il sistema ECO AMBIENTALE della regione del HUILA.
Da anni le  comunità di questa regione colombiana resistono al progetto e da mesi hanno occupato le terre dove dovrebbe sorgere la DIGA. Il 14 FEBBRAIO l’ESERCITO e le forze di polizia hanno sgomberato le terre occupate.

Da un lato ci sono centinaia di persone, pescatori, costruttori, braccianti, contadini e mezzadri, accampati lungo il fiume. Dall’altro bulldozer, scavatrici, luci che illuminano a giorno il cantiere degli italiani e degli spagnoli.


ENEL : GIU’ LE MANI DALLA COLOMBIA

A ROMA PROTESTA DAVANTI SEDE ENEL
GIOVEDI' 16/ 2 , h 15, v.le R.Margherita 125

L’Enel-Endesa attraverso la società controllata colombiana EMGESA da anni ha messo gli occhi sul fiume RIO MAGDALENA in Colombia con l’intenzione di costruire una DIGA che distruggerà il sistema ECO AMBIENTALE della regione del HUILA.
Da anni le  comunità di questa regione colombiana resistono al progetto e da mesi hanno occupato le terre dove dovrebbe sorgere la DIGA. Il 14 FEBBRAIO l’ESERCITO e le forze di polizia hanno sgomberato le terre occupate.

Da un lato ci sono centinaia di persone, pescatori, costruttori, braccianti, contadini e mezzadri, accampati lungo il fiume. Dall’altro bulldozer, scavatrici, luci che illuminano a giorno il cantiere degli italiani e degli spagnoli.

In mezzo esercito e ESMAD, i tristemente famosi squadroni antisommossa colombiani che dalla loro creazione ad oggi, hanno ucciso decine di persone reprimendo il dissenso.

In questi giorni le comunità residenti e resistenti che verranno sfollate per aprire spazio a un mega progetto idroelettrico. Non è l’unico che vede coinvolta l’ENEL in America Latina.

Il Quimbo, questo è il nome della diga che le multinazionali italo spagnole pretendono costruire, è una gigantesca opera che inonderà 8.500 ettari delle terre agricole più fertili del paese, per produrre energia destinata all’esportazione e a coprire il fabbisogno energetico interno, che si prevede incrementerà in maniera esponenziale con la conversione del territorio colombiano in una enorme miniera a cielo aperto.

Son 4 anni che le comunità del Huila, la regione dove sorgerà la diga, protestano, si oppongono pacificamente e legalmente alla distruzione delle loro esistenze. Lo hanno fatto portando avanti con assiduità e insistenza le proprie ragioni, scontrandosi contro il muro di gomma di una burocrazia e di un mondo politico che non vogliono capire. O forse che hanno capito benissimo e si sono schierati, anche a costo di violare le stesse norme costituzionali colombiane.

La Colombia è un paese tristemente noto per le connivenze tra le istituzioni e il narco traffico, per l’azione dei gruppi paramilitari al servizio delle multinazionali che saccheggiano il territorio ricco di materie prime, PER LO STERMINIO di qualsiasi forma di opposizione politica, sindacale e sociale.

                    MANIFESTIAMO IL SOSTEGNO ALLA LOTTA
                  CONTRO LA COSTRUZIONE DELLA DIGA ENEL
       16  FEBBRAIO 2012 ,h15, davanti sede ENEL(v.le R.Margherita 125)

Prime adesioni all’appello :  CONFEDERAZIONE COBAS, CRMB, YAKU,
COMITATO CARLOS FONSECA ROMA, SPAZIO SOCIALE EX-51,
ASSOCIAZIONE ITALIA NICARAGUA/ ROMA,  

L’articolo del Manifesto uscito ieri

E le prime notizie che ci arrivano dalla Colombia direttamente dal Compagno italiano che si trova sul territorio
http://comitatocarlosfonseca.noblogs.org/post/2012/02/14/sgomberati-i-blocchi-alla-diga-enel-in-colombia/#more-3058

martedì 14 febbraio 2012

Appello a tutti gli addetti al censimento dei comuni della Toscana

I cobas del comune di Firenze appoggiano la lotta dei lavoratori del
censimento, ritenendo doveroso portare ciò a conoscenza di tutti i
lavoratori del comune, non solo per gli aspetti di tale vertenza che
possono interessare la generalità dei dipendenti, ma sopratutto per
chiedere la fattiva solidarietà di tutti i lavoratori.



NOZZE COI FICHI SECCHI

       I fichi secchi siamo noi lavoratori del 15 censimento generale
della popolazione, le nozze quelle che tra un’apparizione televisiva e
l’altra il presidente dell’Istat Giovannini e a cascata tutte le
Amministrazioni Comunali sono già certi di aver celebrato sulla nostra
pelle.
     Con modalità oscure, che non tengono minimamente conto della
quantità di ore/lavoro necessarie per espletare le operazioni di
censimento,  l’ ISTAT ha predeterminato sia  i costi  che la
tempistica  del trasferimento dei soldi  ai Comuni.
       Partendo da questa anomalia di fondo  i  Comuni  si sono
sbizzarriti nel determinare forme contrattuali, compensi e tempi di
pagamento  per i rilevatori e i coordinatori sui quali grava la
maggior parte del lavoro per il Censimento.
        Il risultato di questa creatività è  che è   impossibile
trovare analoghe condizioni contrattuali nemmeno tra due comuni sugli
8092 Comuni Italiani.
      A Bologna ( forse unico Comune che ha fatto questa scelta) si è
scelto di fare contratti a tempo determinato inquadrando i rilevatori
in cat.C1 con paga mensile di euro 1621,17  e questa è la scelta che
garantisce le migliori condizioni di lavoro e retributive.
      A Firenze si è invece scelto di fare   contratti di
collaborazione e i relativi compensi invece che sulle ore di lavoro
effettuate sono determinati da una forma di cottimo che prevede anche
attività da svolgere gratis.  I tempi del pagamento non avvengono  con
cadenza mensile e nemmeno alla fine della prestazione ma vengono
subordinati alla completa liquidazione dei contributi da parte
dell’ISTAT ( nel 2013).[…] CONTINUA IN ALLEGATO ALLA MAIL

E’ NECESSARIO  CHE  QUESTI  RIDICOLI  COMPENSI VENGANO RIVISTI E
ADEGUATI  AL TEMPO DI  LAVORO  NECESSARIO PER LE VARIE OPERAZIONI DEL
CENSIMENTO.

deve essere rivista anche la tempistica dei pagamenti.

NON E’ ASSOLUTAMENTE  ACCETTABILE  CHE  A FIRENZE  NON  SIA  PREVISTO
NEMMENO  UN ACCONTO  SUL  LAVORO  SVOLTO  MENTRE  A BOLOGNA  I
RILEVATORI  RISCUOTONO MENSILMENTE.

Da più di una settimana, a partire da una prima mail di denuncia di un
gruppo di rilevatori, è partita una fitta corrispondenza tra decine di
rilevatori.
Oltre a convenire su quanto precedentemente illustrato denunciano
tutta una serie di incongruenze, l’ultima delle quali è la lettera di
sollecito che abbiamo ricevuto negli ultimi giorni.
Ma tutto questo resterà solo un “Cahier de doléance”  se non
trasformiamo la denuncia in  piattaforma rivendicativa e non
rafforziamo la nostra rabbia in un percorso di lotta.
Non rassegniamoci

oltre alle azioni legali ci sono forme di lotta che ci costano il
giusto e possono determinare un forte disagio al Comune.

Proclamare lo stato di agitazione e rallentare l’ultimazione delle
operazioni di censimento ci daranno la forza per costringere il Comune
a trattare modifiche migliorative di questi infami contratti.

MERCOLEDI’ 15 FEBBRAIO  ALLE ORE 18
C/O IL POLO UNIVERSITARIO DI VIALE GUIDONI
PADIGLIONE D5

lunedì 13 febbraio 2012

ESPOSTI AMIANTO - SENTENZA ETERNIT : CONDANNATA A 16 ANNI LA PROPRIETA’ SVIZZERO-BELGA RISARCITE LE VITTIME , I COMUNI , I SINDACATI, LE ASSOCIAZIONI



La sentenza del Tribunale di Torino in data 13/2/2012 ribadisce quanto istruito dal pool coordinato dal giudice Guariniello , che ha portato prima al rinvio a giudizio del padroni svizzero-belga della Eternit e ora alla loro condanna a 16 anni per “ disastro ambientale doloso e omissione volontaria di cautele antinfortunistiche sui luoghi di lavoro”.

Una sentenza miliare , che farà da apripista in Italia,Ue e nel mondo, soprattutto dove ancora si lavora e commercializza l’amianto e si uccidono lavoratori e popolazione, ad esempio in Francia,
in Inghilterra, Brasile, SudEstAsiatico,Africa.

Il Comune dei Casale Monferrato, sul cui territorio ha gravato lo stabilimento più grande e che ha avuto il maggior numero di vittime tra i suoi abitanti - in Italia 2200 morti e attuali 665 malati per patologie correlate all’amianto – ha ottenuto come iniziale risarcimento una provvisionale di 25 ML,oltre alla liquidazione dei danni in sede civile: il Comune di Cavagnolo ne ha ottenuti 4 ML; per i Comuni di Rubiera e Bagnoli  il reato “ è estinto per prescrizione”; a ciascun parente delle vittime, una provvisionale di 30.000 E e liquidazione danni in sede civile ; sono state liquidate provvisionali di 15 ML all’Inail e 70.000 a Medicina Democratica; 100.000 è il risarcimento dovuto a conclusione dei 3 gradi di giudizio alle associazioni ambientaliste e sindacali.

Questa memorabile sentenza è il parziale riconoscimento alle migliaia di vittime del “ lavoro sporco e profittale “ ;  il monito nei confronti di una logica padronale spietata che se ne frega della salute e della sicurezza di lavoratori e cittadinanza ; lo sprone nel dare battaglia sui posti di lavoro e nel denunciare le inadempienze che portano alle malattie professionali,alle invalidità e alla morte.

La Confederazione Cobas , impegnata nella  sfida per debellare  la quotidiana “ strage di innocenti”, plaude alla sentenza che rende giustizia alle vittime sacrificali dello sfruttamento capitalistico e ringrazia il dott. Guariniello per la dedizione che mette al servizio della collettività.

La Confederazione  Cobas si impegna a divulgare la sentenza nei luoghi di  lavoro e presso i Comuni , anche al fine di raccogliere le ulteriori denunce degli “ esposti amianto”,mettendo a disposizione i propri sportelli legali.

domenica 12 febbraio 2012


L'insostenibile ipocrisia della Camusso

http://www.repubblica.it/politica/2012/02/12/news/accordo_articolo_18-29737118/
Questa è la Cgil che noi estremisti-idealisti di base conosciamo: vertici segreti e "aperture" per conto terzi, cioè per conto dei lavoratori. Un articolo che è un inquietante manifesto di ipocrisia politico-sindacale. Qualche perla, che nei prossimi anni potrebbe essere citata nei libri di scuola, come si fa con il Manifesto Futurista di F.T. Marinetti: "La diffidenza iniziale si è rapidamente trasformata in 'reciproca comprensione'"; "I due - nella schiettezza reciproca - hanno iniziato a capirsi e a tenere conto delle rispettive necessità" (necessità fisiologiche?); "In questo scambio di opinioni allora uno dei punti valutati ha riguardato la 'sospensione temporanea' dell'articolo 18 per alcune categorie di lavoratori. Una soluzione che anche la Camusso ha accettato di soppesare". Ora arriva il bello: "L'idea è quella di prevedere per chi ha una lunga esperienza di precariato la possibilità di passare alla 'stabilità' accettando una prima fase in cui per tre o quattro anni non è vietato interrompere il rapporto. Un modo per far uscire molti giovani dalla transitorietà lavorativa. Magari associando una convenienza fiscale e previdenziale al datore che 'stabilizza' il dipendente". La chiave di lettura sta nell'uso delle virgolette: quello che sta tra virgolette è da intendere con un implicito "minchiate, chi ci crede è fesso!". L'idea che passare dal precariato ad un contratto con cui per quattro anni si può essere licenziati senza giusta causa sia "stabilizzante" è ovviamente una finzione, grazie alla quale, però, il datore di lavoro avrebbe una convenienza fiscale e previdenziale senza virgolette, cioè vera: significa che oltre alla "sospensione" dell'art. 18 il datore di lavoro avrebbe un regalo fiscale e previdenziale, pagato, naturalmente da tutti noi, con minori entrate per il fisco e per la previdenza, che andranno recuperate tutti sappiamo come. Tutto questo, nonostante "a Palazzo Chigi sanno bene che il 97 per cento delle aziende e il 67 per cento dei lavoratori sono già sottrattati alla disciplina dell'articolo 18 perché impiegati in strutture con meno di 15 dipendenti. Difficilmente nasceranno un numero consistente di medie e grandi imprese". Ma che volete farci, "costituisce soprattutto un segnale agli investitori internazionali. Un messaggio ai mercati che si aspettano delle novità su questo terreno": quello che l'ineffabile Claudio Tito omette di sottolineare e che sono proprio le medie e grandi imprese esistenti che capitalizzeranno questa "riforma", precarizzando i nuovi assunti, rendendo oltremodo "rischiosa" la loro sindacalizzazione e ricevendone pure benefici fiscali e previdenziali. Ma non è tutto, bisogna intervenire pure sul piano del giudizio, con una "'interpretazione ufficiale' della norma meno drastica e con modalità temporali meno dilatate". Già, perché questi "datori di lavoro" sono insaziabili: questa "sospensione" dell'art. 18 già semplificherà di molto i problemi legati al diritto del lavoro, in quanto i datori potranno stare tranquilli per quattro anni, senza preoccuparsi più dei contratti trimestrali e semestrali con cui adesso assumono lavoratori precari su posti che in realtà sono "fissi", visto che i contratti vengono rinnovati di volta in volta. Con la "riforma", infatti, non rischieranno (come ora) che un lavoratore precario con contratto a tempo det. più volte rinnovato possa adire il giudice del lavoro per farsi riconoscere il diritto alla stabilizzazione. E, in più, con la "interpretazione ufficiale" scongiureranno "una giurisprudenza troppo rigida". Tutto, naturalmente, in nome della coesione sociale, dell'interesse generale e, perché no, dell'unità sindacale...
Roberto Alessi

sabato 11 febbraio 2012

Dal Forum Sociale Europeo 2002 a Firenze 2012

Un invito: verso Firenze 10+10

La finanza speculativa, il debito degli Stati, le economie solidali,
la questione di genere, la sovranità alimentare, i migranti, la
guerra, la riconversione ecologica, i beni comuni, i diritti dei
cittadini e delle cittadine, la democrazia... dieci anni fa, tra il 6
e il 10 novembre del 2002, Firenze ospitò un enorme spazio di
dibattito pubblico, aperto e inclusivo: il primo Forum Sociale Europeo, che si concluse con una grande e festosa manifestazione lungo le strade della città.

Protagonisti della discussione politica, degli incontri, dei confronti, dell'iniziativa comune furono linguaggi e pratiche diverse: la partecipazione popolare, il conflitto sociale, la nonviolenza, la cittadinanza attiva, il volontariato, la cultura, la musica, il teatro.

A dieci anni di distanza i contenuti dibattutti all'epoca da oltre 60.000 persone in centinaia di incontri sono più che mai attuali. In questo decennio i movimenti sociali hanno mutato la loro pelle, si sono trasformati, hanno saputo costruire pratiche virtuose e campagne in grado di smontare l'assurdità e la pericolosità del sistema neoliberista, causa principale della crisi che stiamo vivendo.

Oggi chi soffre la globalizzazione è ancora in piazza in tutto il mondo e grida "rise up-solleviamoci", ha preso il nome di movimento degli "indignados" e non accetta di subire gli effetti perversi della crisi restando in silenzio.

Nelle ultime settimane del 2011 reti, gruppi e movimenti fiorentini si sono ritrovati con un intento condiviso: avviare un percorso inclusivo che ricostruisca a Firenze, nel novembre del 2012, uno spazio collettivo di discussione. Non una celebrazione di ciò che fu il Forum Europeo ma un'occasione - resa più urgente dalla profonda crisi economica, sociale ed ambientale in cui siamo immersi- per ricostruire legame, azione, riflessione e progetto per un' Europa sociale e dei beni comuni.

Siamo partiti dal territorio e dal tessuto locale per verificare prima di tutto la possibilità di mettere in piedi un simile percorso nella nostra città. La risposta è stata entusiasmante e larga. Questa lettera vuole essere il passo seguente: è l'invito a costruire e progettare tutt* insieme, nei prossimi mesi, il processo collettivo verso Firenze 2012. L'invito è rivolto a coloro che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti
sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso di questo decennio: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune.

La proposta è quella  d'incontrarci domenica 19 febbraio a Firenze, dalle 10,30 alle 17 presso la sede dell'Arci, in piazza dei Ciompi 11.

venerdì 10 febbraio 2012

Comunicato Cobas Ginori


martedì 7 febbraio 2012

Comunicato COBAS e USB Acque spa-Publiacqua

INGEGNERIE TOSCANE s.r.l.

DOPO AVER INFILATO LE LAVORATRICI E I LAVORATORI  IN UN  CUL DE SAC

LE OO.SS. CALPESTANO ANCHE LA DEMOCRAZIA

ASSEMBLEA GENERALE NEGATA

SEMPRE PIU’ GRAVI LE RESPONSABILITA’ DELLA FILCTEM-CGIL
FEMCA-CISL e UILCEM-UIL REGIONALI COME PONZIO PILATO

BASTA FAR LEVA SUI TIMORI DEI LAVORATORI PER FAR DIGERIRE A TUTTI I COSTI L’IPOTESI D’ACCORDO BOCCIATA.
 LA GIURISPUDENZA VIGENTE  E’ GIA’ IN GRADO DI TUTELARE DIRITTI E CONDIZIONI DI MAGGIOR FAVORE

SE I LAVORATORI UNITARIAMENTE VORRANNO AUTOCONVOCARSI LE NOSTRE SEDI SINDACALI SARANNO APERTE CON IN PIU’ IL SUPPORTO
 DEL  NOSTRO POOL DI LEGALI ESPERTI IN DIRITTO DEL LAVORO

Nel nostro precedente comunicato congiunto del 1° febbraio scorso, a firma Cobas e Usb, oltre a denunciare, ancora una volta, la nostra contrarietà alla nascita di Ingegnerie Toscane srl, preoccupati per l’incerto futuro della neonata società di scopo (Azionisti Acque SpA – Publiacqua SpA – Acquedotto del Fiora Spa ed Acea SpA), con tatto e buonsenso invitavamo Cgil-Cisl-Uil di categoria a convocare un’Assemblea Generale di tutti i Lavoratori della Srl per tentare di ricomporre unitariamente una pericolosa frattura venutasi a determinare tra i Lavoratori della Sede di Pisa e Firenze, dopo la bocciatura dell’ipotesi di accordo siglata lo scorso dicembre. Questa nostra proposta di buonsenso è risultata subito gradita da oltre una trentina di Lavoratori che in merito insieme hanno sottoscritto una lettera indirizzata alle Segreterie Regionali delle Organizzazioni Sindacali firmatarie del CCNL.

TUTTO INUTILE – A TUTT’OGGI NON E’ STATA CONVOCATA L’ASSEMBLEA GENERALE UNITARIA MENTRE RISULTA CONVOCATA PER GIOVEDI’ 9 FEBBRAIO L’ASSEMBLEA SEPARATA DEI SOLI LAVORATORI DELLA ZONA PISANA CON ALL’ORDINE DEL GIORNO UNA NUOVA VOTAZIONE SULL’IPOTESI D’ACCORDO DI DICEMBRE, GIA’ BOCCIATA SOLO POCHE SETTIMANE FA DALL’ESITO DELLE URNE.

A QUESTO PUNTO IL PROBLEMA NON E’ PIU’ DI SOLO NATURA POLITICO-SINDACALE BENSI’ DI VIOLAZIONE DELLE PIU’ ELEMENTARI REGOLE DI VITA DEMOCRATICA.

E se di democrazia e regole dobbiamo parlare non possiamo esimerci dal segnalare che al testo integrale dell’ ipotesi in discussione risultano fantasma le firme di CISL - UIL - UGL di Categoria, della RSU di Publiacqua, per la parte datoriale dell’Acquedotto del Fiora SpA, mentre le uniche apposte sono della Filctem-Cgil  insieme a quelle di una RSU di Ingegnerie Toscane che non ci risulta siano state ancora costituite nè tantomeno elette dai Lavoratori.

Cosa nascondono i firmatari dell’accordo per rifiutare l’aperto confronto in Assemblea generale? Perché piuttosto che favorire l’unità del fronte sindacale di tutti i Lavoratori, a rivendicazione e tutela di garanzie e diritti per tutti, si adoperano invece per mantenere le divisioni?

RIVOLGIAMO INNANZI TUTTO UN APPELLO AI LAVORATORI CHE PARTECIPERANNO ALL’ASSEMBLEA DI GIOVEDI’ 9 FEBBRAIO A RIFIUTARE QUALSIASI VOTAZIONE A SUPPORTO DELL’IPOTESI D’ACCORDO DEL 19/12 E LI INVITIAMO A PRETENDERE L’ASSEMBLEA UNITARIA.

VISTE LE PALESI VIOLAZIONI DEMOCRATICHE CHE SI STANNO CONSUMANDO SULLA PELLE DEI LAVORATORI, DA SUBITO, CONGIUNTAMENTE COME COBAS E USB, APRIAMO LE NS SEDI E RENDIAMO DISPONIBILI INOLTRE IL NS POOL DI LEGALI A TUTTE LE LAVORATRICI E LAVORATORI DI INGEGNERIE TOSCANE srl CHE UNITARIAMENTE VORRANNO AUTOCONVOCARSI PER DECIDERE  IN PIENA AUTONOMIA SUI PROPRI DIRITTI, DIGNITA’  E FUTURO.

INFINE, NON POSSIAMO ESIMERCI DAL DOMANDARE: QUANTO TEMPO DOBBIAMO ANCORA ASPETTARE AFFINCHE’ I SINDACI DEI NS. TERRITORI PRENDANO POSIZIONE? OPPURE SONO INTERESSATI SOLO AI DIVIDENDI DELLE AZIENDE A FINE ANNO?

                          Firenze, 7 febbraio 2012                                                                                                                             
COBAS Acque SpA – Publiacqua SpA
USB Publiacqua SpA

ENEL, FS, ANAS,.....interruzione pubblico servizio,disastro colposo,omissione di soccorso

Ad oggi sono decine di migliaia i cittadini senza energia elettrica quasi da una settimana; con le nevicate a Sud si supereranno di molto  le 100.000 utenze.
La grande nevicata era prevista , niernte di eccezzionale laddove volontà politica e rispetto del contratto di servizio decidono di farsene carico.
Così non è stato, vedi a Roma il palleggio di responsabilità tra Alemanno, il capo della Protezione Civile e la Ministra degli Interni, con l'ulteriore " macchietta fascista" dell'Alemanno spalatore!
Così non è stato per le FS spa ,che hanno lasciato i pendolari al freddo e gelo fino a 24 ore, hanno tagliato convogli a tutto spiano, anche quelli dell'Alta Velocità , improvvisando e creando una vera " interruzione di pubblico servizio e lesione dell'immagine dell'Italia" , reati che FS spa imputa ai dipendenti che licenzia, in quanto avvertono e denunciano la criticità della gestione privatistica.
Così non è stato sopratutto per l'Enel , che diventata Spa  ( sotto Bersani/ Ministro Attività Produttive) se ne frega del bene comune e corre solo appresso al business.
L'immagine pìù emblematica di come è ridotta l'Enel spa , è quella si tardive e improvvisare aquadre in appalto che provano a togliere i manicotti di ghiaccio lungo gli elettrodotti colpendoli con manici di pala!
Fin quando c'era l'Enel-Ente Pubblico   c'erano competenze e organizzazione : la caduta di potenziale e il distacco di corrente dovuta al ghiacciare degli elettrodotti , veniva risolta con dovizia - in fretta ,senza pericoli e dispendio di mezzi - mettendo via via in corto circuito tratti di linea, così da favorirne il surriscaldamento ed il conseguente scioglimento del ghiaccio, ripristinando il servizio.
Nel bene o nel male l'Ente-Enel badava abbastanza alla collettività, l'Enel spa se ne frega, tanto fattura.incassa ogni bimestre ! Chi non paga, anche di fronte al conclamato disservizio, viene staccato perchè moroso: dopo il danno la beffa !!
I cittadini-utenti , anche a fronte di quanto accaduto e accadrà , spero capiscano la differenza tra pubblico e privato, reagendo alla miope indifferenza : oltre l'acqua , l'energia è l'altro bene comune indispensabile da ripubblicizzare.

domenica 5 febbraio 2012

Marchionne 50 milioni di premio per sfruttamento, autoritarismo, condizioni di lavoro disumane

Sergio Marchionne incassa il premio e vende parte delle azioni Fiat per pagare il fisco(5/2/12 sole24ore)

L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, ha ceduto ieri sul mercato 600 mila azioni Fiat ordinarie e altrettante azioni Fiat Industrial ordinarie ad un prezzo unitario rispettivamente di 4,65 euro e di 7,96 euro. Nei prossimi giorni saranno cedute, sempre ul mercato regolamentato, ulteriori 370mila azioni ordinarie di entrambe le società.

Un comunicato spiega che «si tratta di una parte dei 4.000.000 di azioni Fiat ordinarie e 4.000.000 di azioni Fiat Industrial ordinarie attribuitegli in forza del piano di stock grant deliberato dall'Assemblea degli azionisti il 27 marzo 2009 e modificato dall'Assemblea del 25 marzo 2010». Al prezzo di Borsa di ieri si tratta di un premio di 50 milioni.

Perchè Marchionne ha venduto? «Per fare fronte -spiega - ad una parte degli oneri fiscali derivanti dalla assegnazione». Il manager infatti ha appena incassato le azioni conferitegli gratuitamente e ora deve pagare le tasse. Dalla vendita della prima tranche di azioni ha realizzato circa 7,5 milioni di euro mentre dalla seconda, al prezzo attuale, dovrebbe incassare circa 4,6 milioni: un totale di oltre 12 milioni di euro da versare al fisco.

Ieri i due titoli Fiat si sono mossi in direzione opposte. Fiat ord ha chiuso le contrattazioni in calo del 3,86% a 4,664 euro con 76,8 milioni di titoli scambiati contro una media giornaliera a 30 giorni di 33,6 milioni. Fiat Industrial (la società che raggruppa Cnh e Iveco) ha guadagnato l'1,33% a 7,98 euro con 7,2 milioni di titoli scambiati contro una media a trenta giorni di 6,1 milioni.

sabato 4 febbraio 2012

Arance solidali per i No TAV arrestati

arance_notav

Qual è il regalo per antonomasia da far recapitare a chi viene arrestato? Certamente le arance! E allora mandiamo un po’ di arance ai No TAV arrestati!

Non è uno scherzo e non sarebbe certo questo il momento opportuno per farlo, ma è una campagna di solidarietà che abbiamo messo in piedi per supportare il movimento No TAV. Sono tante le similitudini e tante le iniziative condivise che legano la battaglia dei valsusini alla nostra lotta contro il Ponte sullo Stretto, ma non è solo questo a spingerci a questa iniziativa: quello che il movimento No TAV ha saputo costruire in quella Valle in termini di partecipazione, di condivisione, di democrazia reale è un patrimonio da difendere con i denti per tutti coloro che hanno a cuore la difesa dei territori e la costruzione di un futuro migliore.

Perciò noi manderemo 2 tonnellate di arance in Val di Susa, per una distribuzione solidale i cui proventi andranno interamente al supporto legale. Quelle che manderemo non sono arance qualsiasi: sono arance biologiche della Piana di Gioia Tauro, messe a disposizione a titolo completamente gratuito da quei contadini che partecipano alla campagna SOS Rosarno, quindi raccolte da braccianti africani regolarmente assunti e coinvolti nel percorso di “Africalabria, donne e uomini senza frontiere, per la fraternità”.

Arance sostenibili dalla raccolta alla consegna, dunque, che dovranno attraversare tutta l’Italia nel segno della solidarietà tra le lotte. Un’impresa che tutti i fautori della “crescita” e dello “sviluppo”, che tanto animano le discussioni nei talk-show televisivi, troverebbero quasi impossibile, visto che ancora non sono stati realizzati né il Ponte e né la TAV… Noi invece sappiamo bene che non è così, che spedire queste arance dalla Calabria al Piemonte è possibile senza coinvolgere mafie e lobbies del cemento. Certo è un’iniziativa che ha dei costi, e per questo abbiamo organizzato delle iniziative benefit che, anche in questo periodo di crisi, possano permetterci di supportare questa spedizione.

Giovedì 9 febbraio alle ore 17.00 – Auletta autogestita del Collettivo UniRC, Facoltà di Architettura (I piano plesso D) dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria: Aperitivo sociale e proiezione di “Fratelli di Tav”.

Venerdì 10 febbraio alle ore 20.00 – Centro socio-culturale di Villa San Giovanni (RC), via 2 Novembre (vicino Istituto alberghiero): cena sociale.

Sabato 11 febbraio alle ore 18.00 – Sede del Kollettivo Onda Rossa, Via Gramsci, Cinquefrondi (RC): assemblea pubblica sulle grandi opere e sul taglio dei treni per pendolari, banchetto con raccolta fondi, cena sociale e spettacolo di chiusura.

Domenica 12 febbraio alle ore 21.30 – c.s.o.a. Cartella, via Quarnaro I, Gallico, Reggio Calabria: serata rap con gli statunitensi Drowning Dog e Dj Malatesta e i reggini Mastro e DNT.

Lunedì 13 febbraio: spedizione!!

Dalle campagne della Piana, dallo Stretto, fino in Val di Susa: Liberi tutti! La Valle non si arresta!

AfriCalabria – Donne e uomini senza frontiere, per la fraternità

c.s.o.a. Angelina Cartella – Reggio Calabria

Collettivo UniRC- Reggio Calabria

Comitato Acqua Pubblica di Villa San Giovanni (RC)

EquoSud

Kollettivo Onda Rossa – Cinquefrondi (RC)