venerdì 26 marzo 2010

LUNEDI’ 29 MARZO presidio contro il "COLLEGATO LAVORO"

LUNEDI’ 29 MARZO 2010 ORE 17.00
PRESIDIO DAVANTI REGIONE TOSCANA, Via Cavour 2-FIRENZE
Contro IL “COLLEGATO LAVORO”, ultima mascalzonata a danno dei lavoratori.

La legge appena approvata dal Senato contiene numerosi regali ai padroni, colpisce pesantemente i diritti dei lavoratori, rende molto più facili i licenziamenti e molto più difficile la difesa legale del lavoratore, fino a renderla quasi impossibile. Perché:
1) viene aggirato l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, introducendo un arbitrato alternativo al ricorso al Giudice del Lavoro che il lavoratore “potrà” (cioè “verrà costretto col ricatto a”) scegliere nei contratti di assunzione e per il quale, anche in caso di licenziamento ingiusto, non potrà ottenere il reintegro ma solo piccola compensazione economica. E la scelta dell’arbitrato una volta fatta sarà irreversibile.
2) per tutti coloro che manterranno la possibilità di ricorrere al Giudice, vengono introdotti termini di decadenza cortissimi: l’impugnazione del licenziamento dovrà essere fatta entro 60 giorni non solo per i licenziamenti comunicati regolarmente ed esplicitamente per lettera, ma anche per tutte quelle forme di licenziamento (orale, di fatto, per contratto irregolare o a termine invalido, ecc.) dalle quali ci si poteva tutelare anche successivamente; e una volta impugnato il licenziamento il lavoratore d’ora in poi avrà solo sei mesi di tempo per depositare un ricorso legale, al posto dei cinque anni stabiliti finora.
3) per tutti i precari, il cui contratto atipico viene riconosciuto illegittimo, ancora peggio: non potranno più ottenere l’assunzione a tempo indeterminato ma solo una compensazione economica di poche mensilità. (da 2,5 a 6).
4) tutti i lavoratori che per qualsiasi tipo di vertenza si rivolgeranno al Giudice, grazie a un’altra legge recente (L.69/2009), se perderanno la causa dovranno obbligatoriamente essere condannati a pagare le “spese di lite” per migliaia di euro. E il Collegato Lavoro rincara la dose, perché stabilisce che il lavoratore debba essere sanzionato - anche se ha ragione – per non avere accettato in fase conciliativa una offerta economica magari misera. Lavoratori e azienda vengono quindi messi sullo stesso piano, come se avessero le stesse possibilità economiche, alla faccia della Costituzione italiana.
LUNEDI’ 29 MARZO 2010 ORE 17.00
PRESIDIO DAVANTI REGIONE TOSCANA Via Cavour 2, Firenze
CONFEDERAZIONE COBAS

giovedì 11 marzo 2010

L'ultimo scempio: il collegato lavoro. E' ORA DI DIRE BASTA!

Mercoledì 3 marzo il senato ha approvato, in via definitiva, il cosiddetto «collegato lavoro» (disegno di legge 1167-B), che aggira e smantella l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, sostituito da un arbitrato cucito su misura per l'imprenditoria nostrana.

Si tratta di un vero e proprio golpe (altro che decreto salvaliste), consumato nell'indifferenza generale ai danni di milioni di lavoratori e precari.

E' una riforma che giova soprattuto a padroni e sindacati amici, che ottengono finalmente la gestione completa dei lavoratori, dall'assunzione al licenziamento. Questo significa che si firmeranno accordi e contratti sempre più al ribasso, ponendo di fatto i lavoratori nella condizione di accettare qualunque vessazione, per poi assisterli nelle lite contro i datori di lavoro e giudicarli insieme a quest'ultimo secondo quel linguaggio della concertazione che i lavoratori hanno imparato a conoscere perfettamente negli ultimi anni.

Tante sono le novità contenute in questo “allegato” aberrante e incivile:

Certificazione dei contratti e arbitrato: il lavoratore può essere assunto con un contratto individuale “certificato”, attraverso il quale rinuncia preventivamente, in caso di controversia o licenziamento, ad andare davanti al magistrato. In questo caso, il giudice viene sostituito da un collegio arbitrale che può decidere a prescindere dalle leggi e dai contratti collettivi. Sacconi, Bombassei, Bonanni e Angeletti si affannano da giorni nel dimostrare che l'art. 18 è salvo, essendo l'arbitrato facoltativo. Non occorre però essere dei geni per capire che il lavoratore, in stato di assoluta debolezza all'atto dell'assunzione, molto difficilmente sceglierà liberamente, finendo col subire il ricatto che con l'arbitrato il padrone può esercitare nei suoi confronti.

Impugnazione dei licenziamenti: trasformare rapporti di lavoro precari in contratti stabili sarà sempre più difficile, rendendo di fatto eterna ogni forma di precariato.
Si riduce infatti a 60 giorni (invece dei 5 anni attuali) il termine imposto a tutti i precari per l'eventuale impugnazione e si applica anche ai rapporti già cessati. Chi sperava nell’agognata stabilizzazione dopo aver già vinto in vari gradi di giudizio (vedi il caso dei lavoratori Atesia), si vedrà azzerare il tutto e accettare unicamente un risarcimento volontario compreso tra 2,5 e 6 mensilità.
Non è difficile ipotizzare un immenso condono tombale gratuito per tutti gli abusi compiuti nel ricorso al lavoro precario sino ad oggi.

Mobilità ed esuberi dei dipendenti pubblici: in presenza di esternalizzazione di servizi o di trasferimento delle competenze dallo stato agli enti locali, anche i dipendenti pubblici saranno soggetti a esuberi e messa in mobilità, mettendo così a rischio migliaia di posti di lavoro. Le amministrazioni potranno inoltre revocare senza preavviso la concessione del part-time.

Attività usuranti: per salvaguardare i “conti pubblici” si introduce una ulteriore riduzione delle cosiddette attività usuranti (quelle che anticipano il pensionamento).

Apprendistato: un ritorno indietro di quarant’anni attraverso il taglio di un anno alla formazione. L’obbligo scolastico può essere assolto lavorando, già dall’età di 15 anni, con contratti di apprendistato. Precarietà e sfruttamento minorile devono andare evidentemente a braccetto.

Lavoro interinale: estensione dei soggetti autorizzati all’attività di intermediazione di mano d’opera: associazioni, enti bilaterali, e anche gestori di siti internet.

Contratti di prestazione occasionale: estensione dei mini cococo anche per i nuovi lavori (es. Badanti) per 240 ore all’anno solare.


Di fronte a questo provvedimento che mina alla radice ciò che ancora rimane in tema di diritti sul lavoro, occorre fin da subito la ripresa di un conflitto sindacale capace di utilizzare tutti gli strumenti possibili, da quelli giuridici a quelli sindacali e politici (scioperi e manifestazioni, assemblee, referendum, etc...). senza farsi irretire dalle tattiche attendiste in proposito ventilate dalla Cgil o peggio ancora dalla pseudo opposizione parlamentare, il cui improvviso risveglio ci sembra più dettato dal furore elettoralistico che dall'interesse a costruire una vera battaglia contro la precarietà ed in difesa dell'art. 18.

Cobas Empoli-Valdelsa

mercoledì 10 marzo 2010

ANCORA UNO SFRATTO, ANCORA UN PICCHETTO SICUREZZA

Comunicato stampa, Empoli, 10 marzo 2010.

Come avevamo annunciato in una recente inchiesta ("Empoli Precaria 2.0, ottobre 2009), gli sfratti nel circondario empolese-valdelsa sono tanti. Lo sportello sociale offre consulenza legale contro la precarietà sia nel lavoro, sia nel diritto alla casa. Lo sportello sociale offre anche la possibilità alle famiglie e ai precari di organizzarsi per difendere i propri diritti.
Nell'inchiesta abbiamo detto chiaramente che nessuna famiglia sarebbe rimasta sola di fronte all'acuirsi della crisi ed al conseguente restringimento dello spazio dei diritti. L'esclusione sociale non è una colpa per chi in questi tempi si sta impoverendo, essa è determinata da leggi come la Bossi-Fini e il pacchetto sicurezza, e da una crisi che certamente non è stata causata da precari e migranti.
Domani Giovedì 11 Marzo saremo a Montelupo per difendere il diritto alla casa di Munir Majid e famiglia, aspetteremo l'ufficiale giudiziario per chiedere un rinvio dello sfratto, nell'attesa che l'amministrazione montelupina trovi un'alternativa che possa permettere alla famiglia di effettuare un passaggio da casa a casa, con un affitto sostenibile rispetto al reddito.
Domani dalle ore 8.30 saremo in Via Don Minzoni n. 7 a Montelupo ancora una volta per ribadire che la casa è un diritto. Abbiamo organizzato un picchetto sicurezza determinato in modo da evitare un atto di violenza, e confidando nella volontà dell'amministrazione comunale e delle istituzioni di non far diventare un problema di ordine pubblico quello che è un problema sociale, sosteniamo l'esigenza di trovare in tempi brevi una adeguata soluzione alla vicenda.

SPORTELLO SOCIALE, EMPOLI
(Cobas Empoli-valdelsa, Orda Precaria)

giovedì 4 marzo 2010

APPROVATO IL “COLLEGATO LAVORO” L’ARBITRATO E’ SOLO LA PUNTA DELL’ICEBERG SI SMANTELLANO TUTELE FONDAMENTALI DEI LAVORATORI

La Legge “Collegato Lavoro” garantisce nuove tutele per le aziende ai danni dei lavoratori: più difficile vincere cause di lavoro, impugnare licenziamenti ingiusti, ottenere giusti risarcimenti. Particolarmente garantite le aziende che fanno ricorso massiccio allo sfruttamento del lavoro precario.

Diventa legge la possibilità di derogare ai CCNL, “certificando”, tramite commissioni, i contratti individuali contenenti clausole peggiorative: viene limitata la giurisdizione del giudice e si incentiva il ricorso all’arbitrato.

Certificazione dei contratti e arbitrato: vi è la possibilità di assumere lavoratori con il ricatto di sottoscrivere un contratto individuale “certificato”, dove si certifica la “libera volontà” del lavoratore di accettare deroghe peggiorative a norme di legge e di contratto collettivo, e dove il lavoratore rinuncia preventivamente, in caso di controversia o licenziamento, ad andare davanti al magistrato (rinunciando alla piena tutela delle leggi): in questo caso, il giudice viene sostituito da un collegio arbitrale che può decidere a prescindere dalle leggi e dai contratti collettivi; massima discrezionalità, da parte del collegio arbitrale, nei casi di vertenza per i lavoratori assunti con contratti precari e atipici (determinati, cocopro ecc…).

Processo del lavoro: il giudice non può entrare nel merito delle scelte organizzative e produttive poste dal datore di lavoro, non può più contestare la sostanza, le ragioni più o meno giuste delle scelte dell’azienda, ma deve limitarsi alla verifica dei requisiti formali delle azioni aziendali: questo limite si rafforza soprattutto nei casi di contratti di lavoro “certificati”, dove in giudice non può contestare le deroghe peggiorative contenute negli accordi individuali; abolito l’obbligo del tentativo di conciliazione prima del ricorso al giudice.

Licenziamenti: il giudice, nelle cause di licenziamento, deve “tener conto” di quanto stabilito nei contratti individuali e collettivi come motivi di licenziamento per “giusta causa” o “giustificato motivo”, deve considerare, più che il diritto, la situazione dell’azienda, la situazione del mercato del lavoro, il comportamento del lavoratore negli anni, ecc; tramite i contratti “certificati” si possono certificare e rendere legali motivi aggiuntivi (non previsti dalla legge e dai contratti collettivi) per licenziare liberamente il lavoratore.

Impugnazione dei licenziamenti: per i licenziamenti invalidi o inefficaci, per i contratti a tempo determinato, contratti cococo e a progetto, per i lavoratori coinvolti nei trasferimenti di ramo d’azienda, per i lavoratori che contestano forme di intermediazione del rapporto di lavoro (appalti e somministrazione), a tutti questi è introdotta, per i tempi dell’impugnazione, la prescrizione di 60 giorni a cui deve seguire, pena nullità dell’impugnazione, il ricorso o la richiesta di conciliazione entro i successivi 180 giorni. La nuova procedura ha effetto retroattivo.

Risarcimento per lavoratori a termine irregolari: nei casi di conversione del contratto a tempo determinato, il risarcimento onnicomprensivo è limitato tra 2,5 e 12 mensilità, il risarcimento può essere ridotto alla metà se nel CCNL di riferimento è prevista una qualsivoglia procedura o graduatoria di stabilizzazione. La norma ha effetto retroattivo.

Risarcimento per i contratti di collaborazione irregolari: il datore di lavoro che, entro il 30.09.2008, abbia fatto una qualsiasi offerta di assunzione al lavoratore in collaborazione, è tenuto unicamente a un indennizzo limitato tra 2,5 e 6 mensilità.

Attività usuranti: per salvaguardare i “conti pubblici” si introduce tra gli aventi diritto una ulteriore selezione per l’accesso alla pensione dei lavoratori esposti ad attività usuranti (graduatoria in base ai contributi versati).

Riforma degli ammortizzatori sociali: già “pagata” con l’ultima contro-riforma previdenziale, il tempo concesso al Governo, per attuare la riforma, slitta di 24 mesi.

Riordino enti previdenziali: delega al Governo per semplificare, snellire gli enti previdenziali, con un rafforzamento delle competenze dei Ministeri del Lavoro e della Sanità sugli stessi enti.

Riordino della normativa sui congedi e permessi di lavoro: a costo zero si prevede una stretta sulle attuali norme che regolano la materia, compresi i premessi per handicap già in parte resi operativi.

Mobilità ed esuberi dei dipendenti pubblici: le procedure di messa in mobilità e di esubero dei dipendenti pubblici si estendono anche nei casi di trasferimento delle competenze dalla Stato agli enti locali o in caso di esternalizzazione dei servizi.

Part time per i dipendenti pubblici: le amministrazioni possono revocare la concessione della trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale già adottati.

Apprendistato: l’obbligo scolastico può essere assolto lavorando, già dall’età di 15 anni, con contratti di apprendistato.

Assenze per malattia: obbligo di trasmissione telematica e di rilascio del certificato di malattia esclusivamente dal medico convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale (è esplicitamente previsto il licenziamento se la mancanza è reiterata).

Lavoro interinale: estensione dei soggetti autorizzati all’attività di intermediazione di mano d’opera: associazioni, enti bilaterali, e anche gestori di siti internet.

Contratti di prestazione occasionale: estensione dei mini cococo per i servizi di “badantato” per 240 ore all’anno solare.

Sanzioni: modifica delle sanzioni previste per il lavoro in nero, sulle infrazioni sull’orario di lavoro, previste deroghe contrattuali a livello territoriale e aziendale.

Insieme alla norme già approvate in Finanziaria (Legge 191/2009) che hanno reintrodotto il lavoro in affitto a tempo indeterminato (staff leasing) ed esteso l’utilizzo dei “buoni lavoro”, siamo di fronte al peggior attacco di diritti dei lavoratori sulla scia del “Pacchetto Treu” e della Legge 30: è necessario rilanciare ogni iniziativa di lotta ed anche giuridica contro lo smantellamento dei diritti e l’aumento esponenziale della precarietà.

martedì 2 marzo 2010

Lo sciopero c'è: migliaia in piazza in tutta Italia

Diecimila in corteo a Brescia, ventimila a Napoli, e poi Milano, Torino, Roma. E in maggioranza migranti che lo sciopero lo hanno fatto davvero, come al mercato di Torino o nelle fabbriche del nord. A Roma, blitz degli studenti di Ateneinrivolta al ministero dell'Istruzione.

Circa 400 persone in corteo a Empoli al grido "NO CIE IN TOSCANA" - "SIAMO TUTTI CLANDESTINI".
Nonostante le reticenze, le diserzioni, il maldestro tentativo di impedire il presidio in piazza attraverso l'utilizzo di ridicoli cavilli burocratici, la piazza empolese ha offerto una risposta, non solo emotiva o "democratica" ma sociale e in grado di mettere in risalto la reale natura del lavoro migrante. Lavoro sottopagato, sfruttato, eppure così importante e utilizzato a piene mani da padroni e padroncini. VOLEVATE BRACCIA SONO ARRIVAT@ DONNE E UOMINI era la scritta che apriva il corteo.