sabato 29 gennaio 2011


Oggi in piazza a Firenze i Cobas e tantissime persone di tutte le provenienze: studenti, precari del terziario avanzato, lavoratori a nero, lavoratori con contratti a termine, con loro i centri sociali della città e i comitati contro il piano strutturale ed i cantieri dell’Altra Velocità. Oltre 2000 persone sono partite dal centro storico da piazza San Marco nonostante i divieti della Questura, hanno segnalato lungo il corteo diversi obiettivi legittimi della rabbia di chi è stanco dello sfruttamento, sui muri sono comparse scritte eloquenti contro l’ambizioso sindaco di Firenze e contro il buffone di Arcore che rimane attaccatto alla sua sedia: “Renzi: ad Arcore c’è posto” e “Berlusconi come Ben Alì”.

Cori come “Berlusconi come Ben Alì” e “Renzi, Marchionne e Berlusconi, che la crisi la paghino i padroni” hanno allietato la mattinata di sole. In corrispondenza di un autosalone Fiat ben presidiato dalle guardie sono partiti fumogeni e uova alla volta delle vetrine. Poi il corteo ha beffato la celere invadendo all’improvviso i cantieri TAV lungo la linea della stazione Santa Maria Novella. I manifestanti hanno sfondato i cancelli sotto gli occhi esterefatti della digos e un moltitudine gioiosa e determinata senza distinzioni tra studenti, lavoratori, abitanti dei quartieri, ha occupato gli infami cantieri. Il corteo dopo un ora di blocco è continuato per le vie dei quartieri di Statuto al grido di “sciopero generale” e “che la crisi la paghino i padroni”.

Non male come inizio…ci vediamo alla prossima e siamo con il cuore e con la testa vicini ai fratelli e sorelle in rivolta nel Magrheb…

giovedì 27 gennaio 2011

Domenica 30 a S.Miniato presidio antirazzista

Comunicato stampa:

No a miss padania
Via i leghisti/razzisti da San Miniato!

In occasione delle selezioni di Miss Padania a San Miniato alcuni partiti e associazioni hanno indetto una manifestazione di protesta. Lo annunciano all'interno di un comunicato che elenca modalità e motivi.

"Il 30 gennaio a San Miniato la Lega Nord, il partito che odia le donne, odia gli omosessuali e odia i migranti, ha organizzato le selezioni per Miss Padania. Possono partecipare le ragazze tra i 17 e i 28 anni, residenti da almeno dieci anni consecutivi in Padania, che siano obbligatoriamente sane, sorridenti, con le forme al posto giusto, pronte all'uso, rispondenti ai canoni estetici imposti e che non abbiano stupide pretese di rispetto.

Ragazze, buttate via libri e prospettive, toglietevi dalla testa quella bizzarra idea di aspirare a qualcosa di più che fare da moglie e da madre. Le candidate a Miss Padania sanno che le ragazze di oggi, per essere apprezzate e affermare sé stesse, dovranno muoversi con atteggiamenti maliziosi e se proprio non possono tacere, esprimeranno in maniera provocante concetti superficiali. E se le ragazze si comporteranno come la commissione si aspetta, arriveranno in finale, dove una di loro potrà essere incoronata e cinta dal possente braccio caucasico del pater familias Bossi. Questa è l ’esatta collocazione della donna nell’universo padano.
Il tutto, ovviamente, passa come un gioco, un evento ludico.

Noi, che non abbiamo mai taciuto e non diamo niente per scontato, vediamo in questa sfilata di belle ragazze un uso grottesco e inadeguato del corpo femminile e non si tratta di una questione morale, ma di una questione politica. Ecco perchè non si tratta di gossip, ma si tratta di noi tutte. E se è la società e in specifico sono i celoduristi a scegliere come deve essere il modello di donna attuale, allora non è per niente uno scherzo.

Queste ragazze vengono sfruttate non solo come corpi, ma anche come mezzi di degradazione di tutto il genere femminile. Non è proprio il fatto che le donne siano concepite soltanto, ancora, alternativamente come madri/educatrici o come intrattenimento per il maschio a ridurle, socialmente e politicamente, ad un ruolo subalterno?

Si banchetta sul corpo delle donne, quel corpo che interessa tanto ai signori leghisti, tanto da permettersi di voler decidere loro come dobbiamo gestirlo.

Non scordiamoci che la commissione che sceglierà la miss più Padana di tutte, è formata dalle stesse persone fautrici del “pacchetto sicurezza” che criminalizza gli stranieri e le straniere e li porta in lager che si chiamano Cie, dove subiscono violenze e dove le donne denunciano molestie sessuali, dove alcun* si"suicidano", dove si vive in condizione disumana. Sono le stesse persone che prima schiavizzano i migranti e poi li strumentalizzano come spauracchi, con la solfa celodurista giù-le-mani-dalle-nostre-donne. Sono le stesse persone che vogliono incuterci la paura nel diverso, quando invece basta una semplice ricerca sulla violenza contro le donne per rendersi conto che è la famiglia la tomba delle madri, delle figlie, delle sorelle. Sono le stesse persone che vogliono vietare l'uso della Ru486 e che pretendono di toglierci la libertà di scelta sui nostri corpi.

La lega nord si permette ancora tali pagliacciate, in un paese dove una donna su due è senza lavoro, dove la figura femminile rappresenta un ammortizzatore sociale e, pur partecipando attivamente dentro un welfare basato anche sullo sfruttamento gratuito delle donne nei lavori di cura, non riceve alcun sostegno : non c’è casa, affitto privilegiato, reddito garantito; in un paese dove c'è forte discriminazione politica e sociale nei confronti delle donne: secondo il “Global gender gap report 2010“, del World economic forum, ci troviamo al 74esimo posto, dopo Malawi, Paraguay, Ghana, etc.

Siamo convint* e i fatti ce lo dimostano, che il razzismo viaggia sempre di pari passo al sessismo. Sono due componenti essenziali che creano separazione, discriminazione e legittimano un vero e proprio odio.

Non tolleriamo alcuna presenza della Lega nei nostri territori . Continueremo ad opporci ed a scacciare le mani dei leghisti dai nostri cervelli e dai nostri corpi, perchè non rappresentano la tenuta di caccia del potente di turno.

I NOSTRI CORPI E I NOSTRI CERVELLI NON SONO MERCE E NON LI VEDRETE SFILARE

Programma
Ore 16.30 tutti in piazza del bastione contro la lega
C/o la sala del bastione proiezioni dei documentari;
CAMICE VERDI, Bruciare il Tricolore - Film di Claudio Lazzaro
IL SANGUE VERDE di Andrea Segre
Ore 19.00 apericena
Ore 19.30 Assalto sonoro alla lega

Comunità in Resistenza Empoli
Comunisti uniti san miniato
Collettivo politico formiche rosse
SEL san miniato
Anpi sezione Empoli, Montelupo, Fucecchio

Cobas Empoli-Valdelsa

martedì 25 gennaio 2011

sabato 15 gennaio 2011

La resistenza di Mirafiori

Malgrado lo spietato assedio di padronato-governo-partitocrazia-sindacati–media, gli operai di Mirafiori respingono le promesse dell’illusionista Marchionne, che viene salvato dalla debacle dai capireparto e quadri del Lingotto.

Quella del SI ?! Una vittoria di Pirro ! Salutata a denti stretti da Marchionne , sapendo che dovrà comunque avere a che fare con gli operai di Mirafiori(di Somigliano,Atessa,Termoli,…)per nulla domati , che mantengono la schiena ritta e la testa alta !

Marchionne è atteso al varco delle sue infamie! Sa che non avrà vita facile, che non è scontata l’applicazione dei famigerati accordi nega-diritti.

Intanto lo sciopero del 28 gennaio : sarà la prima risposta generale a questo stato di cose.

A seguire, da febbraio e per tutto il 2011, lo scontro sulle assunzioni selettive nella “ new co -Pomigliano.”

E l’ulteriore anno di Cassa Integrazione per Mirafiori a partire dal prossimo 14 febbraio:un dispotico provvedimento di immiserimento sociale a cui è necessario rispondere rivendicando la parte mancante del salario,non perdendo coesione e capacità conflittuale.

La “ questione operaia” , la tutela dell’occupazione e dei diritti, si inquadra organicamente nella sfida posta dalla stagione referendaria che si avvia, quella che ci porta al voto di primavera per riprenderci i beni comuni che ci hanno sottratto 30 anni di politiche liberiste, con le privatizzazioni dell’acqua, dei servizi, dell’energia, il degrado della scuola e sanità pubbliche : è l’occasione di seppellire per via diretta un governo antipopolare e i suoi nefasti provvedimenti.



Roma 16gennaio 2011 COBAS del LAVORO PRIVATO

mercoledì 12 gennaio 2011

Venerdì 14: NO MARCHIONNE DAY

Comunicato stampa.

NO MARCHIONNE DAY
Noi lavoratori precari disoccupati cassintegrati votiamo Via Marchionne.

Venerdi 14 gennaio i lavoratori della fiat di Mirafiori dovranno votare l'accordo di Marchionne sotto il ricatto. Quel giorno ad Empoli sarà il NO MARCHIONNE DAY. Il giorno in cui i cittadini della nostra città potranno esprimere il loro dissenso a questo accordo, non solo per dare solidarietà ai metalmeccanici, ma perchè a Mirafiori è in gioco la democrazia. Le urne per votare saranno istallate presso:

Centro sociale Intifada di Ponte a Elsa (Dance-hall reggae dalle 22)
Festival delle Arti Distratte 2011, presso il palazzetto delle esposizioni di Empoli.
Casa del popolo di Pozzale
Casa del popolo di Samminiatello
Casa del popolo di Santa Maria

Perché il “NO MARCHIONNE DAY
Il famigerato “accordo mirafiori”, meglio noto come “ricatto Marchionne”, dal nome di un tizio che guadagna 435 volte più dei suoi dipendenti, ha come vero obiettivo il ripristino di forme di schiavitù da milleottocento. E' un modello politico-sindacale che prevede un unica possibile voce (la sua) e la definitiva cancellazione di qualsiasi pratica conflittuale e di ogni forma di difesa e tutela legislativa dei lavoratori. Una vera e propria barbarie costruita attraverso un'organizzazione del lavoro che riduce gli operai a semplici erogatori di lavoro sfruttato, schiacciati da orari, turni e mansioni che finiranno per negare ancora di più dignità, salute, interessi, rapporti sociali e familiari; in altre parole il diritto all'esistenza fuori dai recinti della schiavitù salariale. Roba che dovrebbe essere considerata inaccettabile da chiunque ma che ha al contrario una quantità impressionante di estimatori. Non solo Governo e padroni (ci mancherebbe altro) ma anche sindacati concertativi e sedicenti opposizioni parlamentari si prodigano da giorni nel tentativo di persuadere che alla garanzia di un posto di lavoro si possano sacrificare le stesse condizioni di vita. D'altronde Marchionne sapeva già di poter contare su trent'anni di sindacalismo contrario a qualsiasi pratica conflittuale e ha utilizzato l'accordo per suggellare l'ultimo e definitivo passaggio all' “ufficio risorse umane” dell'azienda; un sindacato cioè controllore e garante del consenso dei lavoratori. Sapeva che non poteva aspettarsi particolari contrasti dall'amico Chiamparino, dal torinese Fassino o dall'immancabile Pietro Ichino, se non la debole richiesta di garantire comunque una presenza, anche solo tecnico/simbolica alla Fiom. Tutti questi paladini dei “diritti costituzionali” hanno omesso di ricordare all'amico Marchionne l'art.41, secondo il quale “l'iniziativa privata è libera, ma non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale”, e cioè con accordi lesivi della dignità, del rispetto e dei diritti di chi lavora, né l'incostituzionale cancellazione di fatto del diritto di sciopero. Né tanto meno sembrano preoccupati per gli effetti dirompenti che la riduzione delle pause, l'intensificazione dei ritmi di lavoro e il triplicamento degli straordinari possono provocare sulla salute dei lavoratori. Già oggi a Mirafiori sono 1500 su 5500 gli operai con ridotte capacità lavorative e addirittura 2200 su 5500 a Melfi.
Oggi a Mirafiori non sono in gioco solo i diritti del mondo del lavoro ma anche gli ultimi spazi democratici e le residue libertà individuali e collettive. Per questo è necessario mettere in campo una vasta mobilitazione sociale in grado di riconquistare posti di lavoro, reddito, pensioni, strutture comuni e diritti politici, sociali e sindacali.
Una prima risposta concreta è lo SCIOPERO GENERALE dei metalmeccanici proclamato dalla Fiom per il 28 gennaio e che i Cobas hanno esteso a tutti i lavoratori/trici pubblici e privati. Una giornata di lotta che vedrà in piazza assieme lavoratori, precari, movimento degli studenti medi e universitari e da tante strutture del conflitto sociale, territoriale e ambientale.
COBAS EMPOLI-Valdelsa
UNITI CONTRO LA CRISI, Empoli

venerdì 7 gennaio 2011

I COBAS CONVOCANO LO SCIOPERO GENERALE PER IL 28 GENNAIO

Il potere economico e politico liberista, che ha trascinato l’Italia e parte del mondo nella piu’ grave crisi del dopoguerra, invece di pagare per la sua opera distruttiva, cerca di smantellare cio’ che resta delle conquiste sociali, politiche e sindacali dei salariati/e e dei settori popolari.

Nell’ultimo biennio il governo Berlusconi, sulla scia del centrosinistra prodiano, ha cancellato centinaia di migliaia di posti di lavoro nelle fabbriche e nelle strutture pubbliche (a partire dalla scuola: 140 mila posti in meno ed espulsione in massa dei precari), ingigantito il precariato lavorativo e di vita, imposto catastrofiche “riforme” della scuola e dell’Universita’, nel Pubblico Impiego bloccato i contratti e con il decreto Brunetta sequestrata la contrattazione e i diritti lavorativi e sindacali, come fatto a livello generale con il “collegato lavoro”.

In parallelo, il capo-banda Fiat Marchionne guida l’assalto di un padronato parassitario e aggressivamente reazionario contro cio’ che resta dei diritti degli operai, sperimentando alla Fiat la riduzione dei lavoratori/trici a “neo-schiavi” dell’arbitrio padronale.

In queste settimane, pero’, il movimento antiliberista ha rialzato la testa e, grazie al forte contributo del movimento studentesco, in rivolta contro le umilianti “riforme” Gelmini, sta delineando un potenziale fronte sociale unito antipadronale e antigovernativo.

L’accordo fascistoide che Marchionne, con il sostegno del governo, della sedicente “opposizione” parlamentare (con il PD in prima fila) e dei sindacati collaborazionisti Cisl e Uil, vuole imporre a
Mirafiori – dopo quello infame di Pomigliano – puo’ essere la goccia che fa traboccare il vaso.

I COBAS stanno lavorando perche’ l’accordo ignobile venga respinto dal NO referendario dei lavoratori/trici Fiat, ma ritengono anche decisivo che venga esteso a tutti i lavoratori/trici lo sciopero che la Fiom ha indetto per i metalmeccanici il 28 gennaio.

La richiesta Fiom alla Cgil di convocazione di uno sciopero generale non verra’ mai accolta, perche’ la Cgil condivide le politiche liberiste, ha sottoscritto in questi anni ogni cedimento
al padronato e ai governi, ed e’ stata la principale responsabile, con Cisl e Uil, della distruzione dei diritti sindacali e di sciopero, prima ai danni dei COBAS e del sindacalismo di base, poi di chiunque non accettasse le politiche concertative.

SPETTA DUNQUE AI COBAS LA RESPONSABILITA’ DI CONVOCARE PER IL 28 GENNAIO LO SCIOPERO GENERALE DI TUTTI I LAVORATORI/TRICI PUBBLICI E PRIVATI PER L’INTERA GIORNATA, rispondendo anche alle richieste di generalizzazione dello sciopero venute dal movimento degli studenti medi e universitari e da tante strutture del conflitto sociale, territoriale e ambientale.
Mettiamo in campo il 28 il piu’ ampio fronte sociale per battere l’arroganza padronale e governativa, smascherare la finta “opposizione” parlamentare e i sindacati collaborazionisti, per riconquistare i posti di lavoro, il reddito, le pensioni, le strutture sociali pubbliche, a partire da scuola, sanita’, trasporti ed energia, i beni comuni (acqua in primis), i diritti politici, sociali e sindacali.

CHE LA CRISI SIA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA

giovedì 6 gennaio 2011

Arriva la previdenza integrativa anche per enti locali e sanità

Invece di difendere il potere di acquisto dei salari, Cgil Cisl Uil fanno affari sulla nostra previdenza

Con l'istituzione del "Fondo Perseo", prende il via la previdenza complementare anche per i lavoratori pubblici di Sanità ed Enti locali. Ad oggi nel Pubblico impiego esiste solo Espero, il fondo per la scuola che ha raccolto adesioni pari al 7% del personale, per lo più docenti e Ata precari ai quali non hanno fornito alcuna informazione contestualmente al contratto di assunzione.
Nel privato poi i fondi Cometa e Fonchim hanno raggiunto, in 10 anni, rendimenti lordi del 2,55 dai quali togliere costi, commissioni e tasse

Cgil Cisl Uil, gli stessi che non hanno mosso un dito quando in estate hanno innalzato la pensione a 65 anni per le donne nella pubblica amministrazione, straparlano di" un sistema pensionistico articolato, in grado di garantire ai lavoratori pubblici un reddito adeguato anche dopo l'uscita dal mercato del lavoro"

I lavoratori e le lavoratrici italiane dipendenti dei settori Pubblici sono preoccupati per l'innalzamento dell'età pensionabile, per l'aumento quotidiano dei carichi di lavoro, per il peggioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro acuito dal blocco dei salari e della contrattazione decentrata . E’ ormai evidente che in futuro i pensionati saranno costretti a trovare qualche lavoro al nero alle soglie dei 70 anni visto che la loro pensione sarà troppo bassa per vivere.
Cgil Cisl Uil sono i primi responsabili delle pensioni da fame che ci troveremo tra pochi anni perchè la riforma delle pensioni da loro avallata con il sistema contributivo determinerà una netta riduzione dell'importo della pensione "obbligatoria" erogata anche per i lavoratori pubblici (come scrivono loro stessi nei documenti che annunciano l’arrivo di Perseo).

Fatti due conti, se un dipendente oggi va in pensione con 40 anni di contributi, la sua pensione sarà pari all'80% dell'ultima busta paga, domani con gli stessi contributi oscillerà tra il 50% e il 60%. I lavoratori e le lavoratrici non hanno bisogno di barattare la buona uscita con qualche elemosina, infatti per rendere più invitante l'offerta della pensione integrativa il datore di lavoro potrà accordare qualche versamento contributivo, a cui aggiungere la deduzione Irpef dei contributi versati. Per ricattare i lavoratori e le lavoratrici diranno che con la previdenza integrativa sarà possibile ottenere l' anticipo su quanto maturato quando invece la vera soluzione dovrebbe esser quella di anticipare il trattamento di fine servizio /rapporto

Insomma , invece di tutelare potere di acquisto di pensioni e salari, senza avere contrastato l'innalzamento dell'età pensionabile, Cgil Cisl Uil del Pubblico impiego si preparano a sedersi nei consigli di amministrazione del fondo di previdenza integrativa.

Decreto flussi 2011: lo sportello sociale aiuta nella compilazione delle domande

Gennaio 2011, Comunicato stampa

E' stato pubblicato il testo del decreto flussi 2011 nella Gazzetta Ufficiale n° 305 del 31 dicembre 2010.
Diciamolo subito. Si tratta, come al solito, di un'opportunità di regolarizzazione per migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici stranieri già presenti sul territorio italiano irregolarmente, contrariamente a quello che i flussi vorrebbero sembrare: assunzione di cittadini stranieri residenti all'estero.
La legge Bossi-Fini e tutti i dispositivi di legislazione vigenti in Italia non permettono la possibilità di ingresso legale per ricerca di lavoro, e il decreto flussi è in teoria rivolto a chi, residente nel proprio paese di origine, ha la fortuna di avere contatti con un datore di lavoro in Italia disposto ad assumerlo, e potervi così entrare regolarmente. Inutile dire che è praticamente impossibile per stranieri residenti all'estero, spesso senza alcuna conoscenza della lingua, essere assunti da datori di lavoro italiani sconosciuti. Chi affiderebbe per esempio la cura di un proprio caro ad una persona mai vista? In pratica tutti sappiamo, dal mondo dell'associazionismo fino alle questure e allo stesso ministro degli interni Maroni, che a far domanda saranno tutte persone che già vivono e lavorano nel nostro paese in condizioni di irregolarità; anzi sicuramente arriveranno molte più domande rispetto al numero di "ingressi" permessi e ciò renderà ancora evidente a tutti che in Italia si vuole mantenere in condizione di irregolarità centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici stranieri, continuando a farli lavorare nell'illegalità e in assenza di diritti, e mantenendoli confinati nell'invisibilità e sfruttabili da datori di lavoro senza scrupoli.

Veniamo al decreto flussi: sono quasi centomila "ingressi", per i lavoratori di tutti i settori del lavoro subordinato (comprese colf e badanti) le domande dovranno essere presentate dalle ore 8.00 del trentunesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del decreto (quindi lunedì 31 gennaio 2011). Tali istanze di assunzione riguardano cittadini provenienti dai soli paesi che hanno sottoscritto accordi con l’Italia (Albania, Algeria, Bangladesh, Egitto, Filippine, Ghana, Marocco, Moldavia, Nigeria, Pakistan, Senegal, Somalia, Sri Lanka, Tunisia, India, Perù, Ucraina, Niger e Gambia).
Per le sole colf e badanti invece provenienti da paesi non appartenenti a quelli inseriti nell’elenco, la data fatidica sarà quella del trentatreesimo giorno successivo alla pubblicazione (mercoledì 2 febbraio), così come per chi vuole convertire il suo permesso di soggiorno in permesso di soggiorno per motivi di lavoro..
La domanda avviene tramite una procedura telematica a cui si accede dal sito del ministero dell'interno (https://nullaostalavoro.interno.it/Ministero/index2.jsp).

Ci rendiamo disponibili ad aiutare chi ne avesse bisogno nelle farraginose procedure per la richiesta del nulla osta e il successivo nonché eventuale permesso di soggiorno, coscienti che chi sarà tra i fortunati a rientrare fra i posti resi disponibili dovrà a quel punto affrontare un assurdo ritorno da clandestino nel proprio paese di origine per ritirare il visto, assentandosi dal lavoro in Italia per quel periodo: questa è la "legge" in Italia, anche nel 2011.

Per informazioni o appuntamenti è possibile chiamare il numero: 3294536137 oppure presentarsi allo sportello sociale il mercoledì sera dalle 21 alle 23 a Ponte a Elsa in via 25 Aprile n. 1.