martedì 30 giugno 2009

Alcune note sulla tragedia di Viareggio

Tragedia a Viareggio, le reazioni. I delegati ferrovieri delle RSA di Viareggio "Si pensa solo all’Alta Velocità "

VIAREGGIO - Avevano già segnalato molte volte i rischi connessi al cattivo funzionamento dei carrelli. L'assemblea nazionale dei ferrovieri esprime profondo cordoglio per le vittime e invita le autorità a non sottovalutare le segnalazioni di pericolo. Dure le critiche alla dirigenza delle Ferrovie dello Stato. In una nota i ferrovieri fanno sapere che "il trasporto ferroviario è¨ un servizio complesso in cui anche il più piccolo incidente o guasto, può determinare immani tragedie e come tale va analizzato e preso, sempre, nella massima considerazione. Rinnoviamo la più ferma critica al
gruppo dirigente delle Ferrovie che ha dirottato risorse e tecnologia sul servizio 'luccicante' dell' alta velocità lasciando che il resto del servizio ferroviario, in particolare merci e pendolari, deperisse sia in termini di qualità che di sicurezza". I delegati dell'RSI aggiungono che "La rottura di un asse di un carrello del vagone merci è¨ un incidente tipico che non è stato mai tenuto nella giusta considerazione nonostante l'elevatissimo rischio connesso. Esso si è ripetuto innumerevoli volte, sempre fortunatamente con conseguenze meno gravi, da ultimo nei giorni scorsi sempre in Toscana, a Pisa S.Rossore ed a Prato".

Viareggio. Un’altra strage, lo stesso colpevole : il mercato. Nota di Marco Bersani, Attac Italia.

17 morti, 15 feriti gravi, 300 sfollati : non è un bollettino di guerra, ma una giornata alla stazione di Viareggio, dove un treno merci deraglia in seguito ad un cedimento strutturale e provoca l’esplosione del carico di GPL contenuto nella cisterna che trasportava.

Un incidente? Una tragedia?

Un crimine.

I cui colpevoli sono quelli che da anni –destra e sinistra pari sono- stanno perseguendo la privatizzazione del trasporto ferroviario, destinando tutti i fondi alla redditizia Alta Velocità e trascurando manutenzione ed ammodernamento dei trasporti di merci e passeggeri pendolari.

I cui colpevoli sono quelli che da anni –destra e sinistra pari sono- stanno perseguendo un modello energetico e produttivo basato sulla mercificazione del bene comune energia e sull’indifferenza alla messa in sicurezza dei territori e delle popolazioni.

Non basteranno a spegnere l’incendio le lacrime di coccodrillo del Presidente della Repubblica, del Premier distratto dalle sue utilizzazioni quotidiane, del podestà Bertolaso, dell’amministratore FS Moretti.

Occorre una nuova ribellione sociale, per un altro modello energetico , per un altro trasporto pubblico, per un’altra società.

Dove non si muoia come in guerra, di lunedì, a Viareggio.

Marco Bersani

domenica 28 giugno 2009

FIAT: ELEZIONI RSU, A MIRAFIORI VINCONO I COBAS.

(ASCA) - Torino, 19 giu - Il test di Mirafiori sui sindacati metalmeccanici si sta chiudendo con un responso netto soltanto per Cobas e Ugl: in netto progresso entrambi (+1,5% circa ciascuno). Ma il dato complessivo che emerge dalla consultazione di Mirafiori, a cui fra qualche ora si aggiungera' quello della costruzione stampi, e poi una nuova consultazione per circa 500 addetti a luglio, e' di sostanziale stallo tra le organizzazioni maggiori: +0,3 la Fiom, -2% la Fim, -1,3% la Fismic che in Fiat e' uno dei sindacati piu' rappresentativi, +0,1% la Uilm. E la Fiom che si e' spesa piu' di altri per queste consultazioni, con l'arrivo a Torino sia del leader cgil Guglielmo Epifani che di quello Fiom, Gianni Rinaldini, e che probabilmente chiedeva una conferma della sua politica condotta in solitudine, sia contro la riforma contrattuale, che nel contrapporsi alla Fiat per i sabati lavorativi, ha sostanzialmente avuto un responso interlocutorio seppure leggermente in progresso. In sintesi, il voto delle Rsu raffredda il responso del referendum Fiom sulla riforma contrattuale (in aprile voto' quasi la meta' degli aventi diritto e oltre 4/5 bocciarono l'intesa separata).

E lascia sostanzialmente inalterati i rapporti di forza tra le tre sigle maggiori, che si apprestano a presentare piattaforme separate (Uilm e Fim da una parte, Fiom dall'altra) per il rinnovo del contratto nazionale.

martedì 23 giugno 2009

In tanti al presidio per le maestre di Longhena

Più di centocinquanta persone questo pomeriggio hanno partecipato in via Castagnoli al presidio di solidarietà con le tre insegnanti delle scuole "Longhena", convocate alle 15 davanti al Consiglio di disciplina presso l'Ufficio scolastico Provinciale.
L'accusa principale si basa su "reati di opinione" e di "lesa maestà", infatti le tre maestre sono accusate di avere risposto a domande di giornalisti sul "10 pedagogico" e di avere partecipato ad un dibattito pubblico.
Quando sono entrate dal portone dell'Ufficio scolastico, molte loro colleghe e colleghi hanno riempito il portico e un tratto di via Castagnoli. Anche diversi genitori hanno portato il loro sostegno. Le insegnanti sono entrate con i loro avvocati e con un rappresentante dei Cobas Scuola, il sindacato a cui sono iscritte.
La Commissione di disciplina era composta da due rappresentanti sindacali (uno della CISL e uno della CGIL), da un maestro e da una dirigente scolastica. Era invece assente il dirigente scolastico provinciale, il dottor Aiello.
L'udienza è durata più di due ore, l'attesa dei manifestanti è stata perciò lunga, ne hanno approffittato per fare chiacchiere in libertà. Assenti quasi completamente i discorsi sul ballottaggio per il sindaco che si stava tenendo in contemporanea. Così come erano assenti molti esponenti dei partiti che prima delle elezioni andavano a farsi belli alle iniziative sulla scuola pubblica.
La "sentenza", con eventuali provvedimenti disciplinari è annunciata per la fine del mese di giugno o per i primi giorni di luglio. Vedremo se i componenti del Consiglio di disciplina saranno in grado di esprimere un loro giudizio autonomo (a fronte anche degli attestati di stima e di apprezzamento che le maestre hanno ricevuto sul loro lavoro) o sarrano fortemente influenzati dalle "pressioni punitive" che vengono da Roma da parte del Ministero dell'Istruzione.

tratto da www.zic.it

lunedì 22 giugno 2009

Il sindacalismo di base in piazza contro il g8 di luglio

Rispondendo al capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, che in un'intervista a Reuters nei giorni scorsi aveva detto che gli organizzatori del G8 non si aspettavano proteste nell'area colpita dal terremoto, Di Vetta (Asia RdB) ha detto: "Bertolaso? Non credo sia bene informato. Le proteste all'Aquila ci saranno". Contro il g8 l'assemblea nazionale delle realtà di lotta che si è tenuta ieri ha deciso un calendario di contestazioni a tutto campo. Numerose iniziative, manifestazioni ed eventi contro il G8 dell'Aquila si svolgeranno nel capoluogo abruzzese e nel resto d'Italia. "I sindacati di base RdB-Cub, Cobas e SdL hanno lanciato l'idea di una manifestazione all'Aquila il 10 luglio sui temi della ricostruzione, del disegno della città ma anche del diritto alla casa degli aquilani", spiega Paolo Di Vetta, della Rete romana No G8. All'assemblea hanno partecipato le realtà abruzzesi -- come Abruzzo social forum ed Epicentro solidale --, la Rete romana No G8 -- che riunisce movimenti per il diritto alla casa, reti contro la precarietà e centri sociali --, la Rete No logo, i sindacati di base e alcune forze politiche.
Dopo la scelta di spostare il vertice dei Paesi più industrializzati dalla Maddalena all'Aquila -- allora Berlusconi aveva detto di non credere che "i no global avrebbero la faccia e il cuore di manifestazioni così dure" nella regione -- i manifestanti hanno deciso di non concentrare solo nel capoluogo abruzzese e a Roma le iniziative di protesta, ma di moltiplicarle e dislocarle su tutto il territorio italiano, nei 3 giorni del G8 e in quelli precedenti. Tra le altre manifestazioni il 6 luglio una fiaccolata dall'Aquila a Coppito, contro la gestione della ricostruzione del governo nelle zone terremotate.

Tra le altre manifestazioni organizzate in vista del G8 ci sarà il 6 luglio una fiaccolata dall'Aquila a Coppito, contro la gestione della ricostruzione del governo nelle zone terremotate mentre è stato ridotto a un solo giorno -- il 7 luglio -- il forum sulla ricostruzione a Monte Cristo, località nel comune dell'Aquila. Altre manifestazioni sono previste a Pescara, mentre nel resto d'Italia in calendario c'è per il 7 luglio a Roma "la piazza dell'indignazione" -- una giornata di accoglienza per i grandi della Terra -- il 4 luglio una manifestazione a Vicenza contro l'ampliamento della base Usa e il 2 luglio un altro evento in Sardegna.

Ma già oggi il Patto di Base, ritenendo insufficiente lo stanziamento di 5 miliardi di Euro disposto dal Governo a fronte dei 13 di miliardi stanziati invece per l’acquisto di aerei da caccia militari, oggi manifesterà a Pescara davanti alla sede della Regione Abruzzo. Il Patto di Base chiede: l’azzeramento del deficit sanitario regionale; l’immediata assunzione di tutti i precari del Pubblico Impiego; il blocco del taglio di 1.400 posti di lavoro nella Scuola abruzzese e finanziamenti aggiuntivi per l’aquilano, finalizzati all’assunzione straordinaria di personale per l’inizio del prossimo anno scolastico; l’estensione dell’indennità speciale di disoccupazione di € 800 a tutti i lavoratori che a seguito del sisma sono senza lavoro, e non solo agli operatori commerciali.

sabato 20 giugno 2009

Solo l'utilizzatore finale


La madre di tutte le boiate...

"Qualsiasi ricostruzione si possa ipotizzare, ancorché fossero vere le indicazioni di questa ragazza, il premier sarebbe l’utilizzatore finale e quindi mai penalmente punibile".

Niccolò Ghedini, deputato Pdl e avvocato di Berlusconi, a proposito delle dichiarazioni di Patrizia D'Addario.

Dedicato a tutti i sottosviluppati mentali, felici di masturbarsi al solo pensiero delle mistificate attitudini sessuali del loro idolo.

giovedì 18 giugno 2009

Non è più accettabile morire in questo modo

Non se ne può più ! In un anno scarso sono morti oltre 25 operai per esalazioni venefiche provenienti da cisterne varie. Orari di lavoro oltre il massimo consentito, mancanza di formazione ed informazione, precarietà e lavoro nero sono i fattori di maggiore rischio imposti dall’ingordigia dei padroni. Di fronte ai continui ricatti che costringono ad accettare condizioni di lavoro sempre peggiori c’è una sola risposta: rifiutare di mettere a rischio la propria vita. Se si intravede un rischio concreto non bisogna lavorare, se si superano gli orari, gli organici, le procedure di sicurezza non bisogna lavorare.
Senza protezioni antinfortunistiche (DPI) bisogna evitare di infilarsi in cisterne, cunicoli, scavi,..... Non è accettabile alcun tentativo di sottovalutazione o di violazione delle norme di sicurezza.
Da almeno 20 anni esistono delle semplici apparecchiature per cisterne-cunicoli che odorano almeno 12 tipologie di gas e il cui costo si aggira sui 50 euro; un investimento minimo che avrebbe consentito di salvare quei 25 lavoratori.
Imponiamo l’acquisto e l’utilizzo di queste semplici apparecchiature. Sottraiamo altre morti al lavoro!

martedì 16 giugno 2009

Testimonianza da l'Aquila

Riportiamo la testimonianza di Andrea Gattinoni, un attore che si trovava a L´Aquila per presentare un film. Le parole sono dirette a sua moglie ma rappresentano un´efficace testimonianza per tutti quelli che a L´Aquila non ci sono ancora stati.
HO VISTO L´AQUILA: Lettera a mia moglie scritta ieri notte.
Ho visto l´Aquila. Un silenzio spettrale, una pace irreale, le case distrutte, il gelo fra le rovine. Cani randagi abbandonati al loro destino. Un militare a fare da guardia ciascuno agli accessi alla zona rossa, quella off limits. Camionette, ruspe, case sventrate. Tendopoli. Ho mangiato nell´unico posto aperto, dove vanno tutti, la gente, dai militari alla protezione civile. Bellissimo. Ho mangiato gli arrosticini e la mozzarella e i pomodori e gli affettati. Siamo andati mentre in una tenda duecento persone stavano guardando "Si Può Fare" . Eravamo io, Pietro, Michele, Natasha, Cecilia, AnnaMaria, Franco e la sua donna. Poi siamo tornati quando il film stava per finire. La gente piangeva. Avevo il microfono e mi hanno chiesto come si fa a non impazzire, cosa ho imparato da Robby e dalla follia di Robby, se non avevo paura di diventare pazzo quando recitavo. Ho parlato con i ragazzi, tutti trentenni da fitta al cuore. Chi ha perso la fidanzata, chi i genitori, chi il vicino di casa. Francesca stanno malissimo. Sono riusciti ad ottenere solo ieri che quelli della protezione civile nonpotessero piombargli nelle tende all´improvviso, anche nel cuore dellanotte, per CONTROLLARE. Gli anziani stanno impazzendo. Hanno vietato internet nelle tendopoli perché dicono che non gli serve. Gli hanno vietato persino di distribuire volantini nei campi, con la scusa che nel testo di quello che avevano scritto c´era la parola `cazzeggio´. A venti chilometri dall´Aquila il tom tom è oscurato. La città è completamente militarizzata. Sono schiacciati da tutto, nelle tendopoli ogni giorno dilagano episodi di follia e di violenza inauditi, ieri hanno accoltellato uno. Nel frattempo tutte le zone e i boschi sopra la città sono sempre più gremiti di militari, che controllano ogni albero e ogni roccia in previsione del G8.
Ti rendi conto di cosa succederà a questa gente quando quei pezzi di ***** arriveranno coi loro elicotteri e le loro auto blindate? Lì???? Per entrare in ciascuna delle tendopoli bisogna subire una serie di perquisizioni umilianti, un terzo grado sconcertante, manco fossero delinquenti, anche solo per poter salutare un amico o un parente. Non hanno niente, gli serve tutto. (Hanno) rifiutato ogni aiuto internazionale e loro hanno bisogno anche solo di tute, di scarpe da ginnastica. Per far fare la messa a Ratzinger, il governo ha speso duecentomila euro per trasportare una chiesa di legno da Cinecittà a L´Aquila. Poi c´è il tempo che non passa mai, gli anziani che impazziscono. Le tendopoli sono imbottite di droga. I militari hanno fatto entrare qualunque cosa, eroina, ecstasy, cannabis, tutto. E´ come se avessero voluto isolarli da tutto e da tutti, e preferiscano lasciarli a stordirsi di qualunque cosa, l´importante è che all´esterno non trapeli nulla.
Berlusconi si è presentato, GIURO, con il banchetto della Presidenza del Consiglio. Il ragazzo che me l´ha raccontato mi ha detto che sembrava un venditore di pentole. Qua i media dicono che lì va tutto benissimo. Quel ragazzo che mi ha raccontato le cose che ti ho detto, insieme ad altri ragazzi adulti, a qualche anziano, mi ha detto che "quello che il Governo sta facendo sulla loro pelle è un gigantesco banco di prova per vedere come si fa a tenere prigioniera l´intera popolazione di una città, senza che al di fuori possa trapelare niente".
[...]
Andrea Gattinoni, 11 maggio notte.

giovedì 11 giugno 2009

Sciopero generale del pubblico impiego contro il decreto Brunetta

Venerdi’ 3 luglio 2009 iniziative a Roma, Milano e nelle maggiori città italiane.

La bozza del Decreto Brunetta, in attuazione dalla legge delega 15 del 2008, determina una profonda revisione del Testo Unico del Pubblico Impiego (D.L.vo 165/2001) indirizzata ad una privatizzazione della Pubblica Amministrazione con il tentativo di azzerare anche nel Pubblico Impiego i diritti già cancellati nel lavoro privato.
Contro questo decreto la RdB-CUB P.I, i Cobas P.I. e la SdL Intercategoriale hanno proclamato per venerdì 3 luglio lo sciopero generale del settore, che sarà accompagnato da iniziative a Roma, Milano e nella maggiori città italiane.

I contenuti dell’ultima versione della bozza Brunetta, la numero 25, prevedono un pesante attacco al salario dei lavoratori pubblici, che per la quota fissa vedrà parte degli aumenti erogati dalle Amministrazioni locali ma solo se queste saranno in regola con il patto di stabilità, introducendo così una grave disparità fra territori, mentre per la parte variabile sarà sempre più dipendente dalla relazione con il dirigente e da valutazioni esterne e senza controllo.
Le progressioni retributive e di carriera vengono di fatto abolite e sottoposte a procedure concorsuali, per accedere alle quali è necessario ricevere valutazioni positive. Il meccanismo di valutazione viene affidato a soggetti esterni, senza contraddittorio e con scarsi riscontri oggettivi, che produrrà liste di lavoratori buoni, quasi buoni e cattivi a cui sarà legata l’erogazione del salario di produttività, che così perde la sua caratteristica di “salario” trasformandosi in premio per chi lo percepisce.
Viene introdotto un codice di disciplina simile ad un regolamento militare, senza garanzie e senza possibilità reale di contraddittorio, che ha lo scopo di intimidire i lavoratori ed accompagnare la loro totale flessibilità alle politiche pubbliche del governo. Non a caso la valutazione negativa per due anni consecutivi potrà provocare il licenziamento per scarso rendimento. Alla dirigenza viene riconosciuto come unico vero potere quello disciplinare, mentre il resto è demandato a soggetti esterni alla Pubblica Amministrazione.
Le materie di contrattazione divengono praticamente inesistenti; viene impedito lo svolgimento delle elezioni Rsu, i comparti vengono accorpati senza logica, attuando così un vero e proprio colpo di mano che cancella la democrazia sindacale e le libertà individuali e collettive.

Le categorie pubbliche del Patto di Base ritengono invece che la battaglia per il potenziamento e miglioramento della P.A. e dei servizi pubblici da questa erogati riguardi tutta la società, e che investire in questo settore sia un passo fondamentale per progettare la ripresa economica del paese. Nel percorso verso lo sciopero generale verranno attuate iniziative locali e di settore, con assemblee in tutti i posti di lavoro.

Roma, 10 giugno 2009

Patto di base (Rdb Cub, Confedrazione Cobas, SdL)

mercoledì 10 giugno 2009

La Legge Regionale sull'accoglienza: una prima annalisi dello sportello sociale

La Legge Regionale sull'accoglienza: verso un "modello toscano" anche per l'immigrazione?


Una prima analisi della legge regionale sull'accoglienza

a cura di Gianni Mannucci, avvocato dello sportello sociale di Empoli.

Se ne parla da settimane e sebbene sia una "piccola legge regionale" ha interessato le cronache nazionali. Persino il Presidente del Consiglio si è già dichiarato pronto ad impugnarla dinnanzi alla Corte Costituzionale per violazione dell'art. 117 della Carta (per intenderci quello che regola i "confini" del potere legislativo attribuendo le varie competenze tra Stato e Regioni). Altri raccolgono le firme per un referendum abrogativo. Anche nella stessa maggioranza che l'ha approvata qualcuno ha storto il naso: forse non era una mossa opportuna in piena campagna elettorale.
Di che cosa parlo? Della Legge Regionale Toscana sull'immigrazione, o meglio sulla L.R.Toscana denominata "Norme per l'accoglienza, l'integrazione partecipe e la tutela dei cittadini stranieri in Toscana". Il problema di costituzionalità non è di poco conto visto che il richiamato art. 117 inserisce tra le materie di esclusiva competenza dello Stato sia il diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea sia l'immigrazione latu sensu.
Per capire la portata rivoluzionaria che deve avere questa legge e farsi un'idea se intacchi o meno le competenze legislative dello Stato, ciascuno può andare a leggersela qui: Regione Toscana. I "pigri" possono limitarsi alle mie insufficienti note.

Il preambolo afferma che "l'immigrazione è un fenomeno costante e strutturale caratterizzante la fase storica (...) la presenza dei cittadini stranieri contribuisce allo sviluppo economico e sociale dei nostri territori in considerazione innanzitutto di un riscontrato forte loro positivo inserimento nel mondo del lavoro anche in ambiti particolarmente delicati e rilevanti quali il lavoro domestico e l'assistenza alla persona".

Sembrano delle banalità, ma visto che in questo paese ci diciamo ancora "contrari alla società multietnica" (un po' come essere contrari al vento di libeccio o alle fasi lunari), forse mi sbaglio. Tuttavia le critiche più forti questa legge se le guadagna con un passaggio successivo in cui si sostiene che attraverso "la possibilità di accesso a servizi e prestazioni essenziali sociali e sanitarie tesi a salvaguardare la salute e l'esistenza della persona pur se priva di titolo di soggiorno, occorre promuovere il valore di una cittadinanza sociale riconosciuta all'uomo in quanto tale, a prescindere dalla sua condizione giuridica e della sua appartenenza a una determinata entità politica statuale". Questa dichiarazione di principio trova eco nell'art. 1 della stessa legge che chiarisce come le politiche della Regione debbano essere finalizzate alla "realizzazione del primato della persona indipendentemente dalla cittadinanza attraverso il riconoscimento dei diritti inviolabili della persona".

martedì 9 giugno 2009

Cassazione: "Chi sciopera non può essere sostituito"

Roma, 4 giu. - (Adnkronos) - Vietato sostituire lavoratori in sciopero con i capi o, comunque, con personale che ricopre incarichi dirigenziali. Lo rimarca la Cassazione che ha bollato come "antisindacale" il comportamento della societa' Autostrade per l'Italia che, l'11 novembre del 2001, in occasione dello sciopero dei casellanti aveva impiegato 31 dipendenti, costituiti da personale dirigente, presso otto caselli autostradali che diversamente sarebbero rimasti vuoti.

In particolare, ricostruisce la sentenza 12811 del 3 giugno 2009 della sezione Lavoro, questi 31 capi furono incaricati di sezionare con apposita segnaletica i piazzali antistanti le barriere di esazione e di stazionare davanti ai caselli per provvedere al ritiro dei biglietti degli utenti che non erano in grado di utilizzare i mezzi di pagamento automatico.

Gia' la Corte d'Appello di Firenze, nel gennaio 2005, aveva bollato come antisindacale il comportamento di Alitalia vietando per il futuro di sostituire lavoratori in sciopero con i quadri dirigenziali. Inutile il ricorso di Autostrade in Cassazione. Piazza Cavour ha respinto il ricorso e ha ricordato che "il comportamento del datore di lavoro che fa ricadere su altri lavoratori (non scioperanti o addetti a settori non interessati dallo sciopero) le conseguenze negative di uno sciopero mediante il compimento di atti illegittimi, lede l'interesse collettivo del sindacato". Lo lede, insiste piazza Cavour, "nella sua essenza: nella capacita' di difendere i diritti dei lavoratori mediante la coalizione solidale, perche' fa derivare dallo sciopero conseguenze illegittime per altri dipendenti, dividendo gli interessi dei lavoratori e ponendoli in contrasto tra loro e con le organizzazioni sindacali".

giovedì 4 giugno 2009

Solidarietà al prof. Alberto Marani. No alla “scuola-parrocchia”.

Alberto Marani, docente di matematica e fisica del Liceo Scientifico “Righi” di Cesena ed esponente dei Cobas della scuola, è stato sospeso dall’insegnamento e dallo stipendio per due mesi, con decisione dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Forlì-Cesena. La motivazione principale è l’aver condotto un’indagine nelle proprie classi per rilevare quanti studenti avrebbero scelto la materia alternativa all’ora di religione qualora l’istituto scolastico avesse permesso di scegliere fra Religione cattolica, Storia delle religioni e Diritti umani. Dall’indagine è risultato che solo l’11% sceglierebbe Religione cattolica: e il Collegio Docenti aveva recepito le proposte di Marani, deliberando la necessità di offrire agli studenti la Materia alternativa. La cosa ha fatto infuriare gli insegnanti di religione e i cattolici integralisti all’interno del liceo, i quali tramite una lettera di Don Stefano Pasolini, docente di Religione delle classi coinvolte nel questionario, hanno lamentato all’Ufficio Scolastico Regionale che Marani avrebbe offeso, con quel questionario, il collega di Religione. E’ scattata così la sanzione, inaudita e pesantissima. L’ispettrice inviata dall’USR, Rosanna Facchini, ha persino diffidato il docente dal fare conoscere agli alunni i risultati dell’indagine. All’accusa è stata aggiunta quella di avere affisso nelle bacheche della scuola, durante il bombardamento di Gaza, 5 immagini di Handala (il bambino palestinese scalzo e sofferente) dopo aver usato “addirittura” la stampante della scuola. Il Consiglio di Disciplina del CNPI (con i rappresentanti dei sindacati concertativi CGIL, CISL, UIL, SNALS e Gilda) ha proposto di ridurre la sospensione a “SOLI DUE MESI” (sic!!!!) perchè la richiesta della Direzione Scolastica Regionale era addirittura di 6 mesi (comminata neanche a pedofili condannati).
Dopo la vicenda di Franco Coppoli dei COBAS di Terni, sospeso per un mese per aver “osato” staccare il crocifisso nelle sue ore di lezione, questo è l’ulteriore esempio di come la scuola pubblica sia ormai piena di integralismo violento contro chiunque metta in discussione l’invadenza clericale. I COBAS difenderanno con tutti gli strumenti a disposizione – giuridici, sindacali e politici – Alberto Marani; ma invitano altresì i/le docenti a difendere la laicità dell’insegnamento e a far crescere un movimento che ponga fine alle interferenze dell’integralismo religioso, all’imposizione dell’insegnamento della religione cattolica e agli assurdi privilegi concessi agli insegnanti di religione – selezionati e imposti dal Vaticano – che sono gli unici docenti in Italia ad aver il posto garantito, usato da buona parte di essi per diffondere il modello della “scuola-parrocchia”.