sabato 23 luglio 2011

IRPLAST EMPOLI: ACCORDO CHE DISCRIMINA I LAVORATORI.

Comunicato stampa.
All'Irplast di Empoli, azienda leader dei nastri stampati e delle etichette, si è svolta venerdì una infuocata assemblea dei lavoratori. La cgil ha presentato una proposta d'accordo che prevede una diversa retribuzione della quattordicesima mensilità, non più erogata in unica soluzione ma spalmata su tredici mensilità. Ma la cosa grave, sottolineata in assemblea da alcuni lavoratori, è che l'accordo prevede anche che la gratifica feriale non venga retribuita ai nuovi assunti. Si verrebbe così a creare una inaccettabile discriminazione tra lavoratori. La FILCTEM CGIL, sventolando in assemblea lo spauracchio di un'altra azienda dell'empolese, la Syrom, che in questi giorni ha annunciato la chiusura, si dichiara pronta a firmare. Una cosa è certa, se la FILCTEM CGIL sottoscriverà questo accordo, oltre a stabilire un inaccettabile principio discriminatorio tra i lavoratori e un pericoloso precedente nella categoria, segnerà definitivamente, se ancora ci fossero dei dubbi, il ritorno della CGIL sui quei binari ultra-concertativi sanciti dall'accordo del 28 giugno scorso con CISL-UIL e CONFINDUSTRIA.
Il ricatto occupazionale diventa ancora una volta l'arma con cui si tenta di affermare i parametri di produttività decisi unilateralmente dalle aziende. E' l'affermazione del modello Mirafiori e di una concertazione al ribasso che hanno definitivamente affossato decenni di lotte.
Martedì il voto a scrutinio segreto. Invitiamo i lavoratori rispedire a rispedire ai mittenti (Azienda e sindacati confederali), un accordo vergognoso.
Cobas Empoli-Valdelsa

mercoledì 20 luglio 2011

ATAF: il punto della situazione

Con l’eliminazione dall’ordine del giorno della discussione in merito alla questione Ataf, il consiglio comunale di Firenze è stato di fatto esautorato per l’ennesima volta dalla sua funzione di indirizzo e di controllo delle società partecipate del comune.

Con tale atto Renzi, ha dimostrato di non avvertire la necessità di discutere poiché la decisione l’ha già presa: Ataf è solo un peso da disfarsene prima possibile, un intralcio alla libera mobilità individuale da eliminare.

L’elegante modo per esprimere questo concetto è nascosto sotto la parola privatizzazione ma in realtà, non c’è privato che tenga e che possa soddisfare la richiesta di accollarsi i debiti pregressi e la mancanza di progettualità della mobilità fiorentina senza dover tagliare il servizio o aumentare le tariffe nonché ridurre le normative ai lavoratori.
Ma questo a loro non importa. Le decisioni impopolari le lasceranno a chi dovrà cercare di trarre profitto da un bene comune.

Nell’incontro di ieri, all’indomani del terzo sciopero totale con adesione del 99%, i sindaci soci proprietari hanno potuto solo prendere atto della nostra contrarietà al disinteresse verso il trasporto locale che per noi invece, resta un cardine fondamentale per lo sviluppo della città sia in termini di mobilità che di attenzione all’ambiente
.
La nostra proposta di creare un’azienda unica della mobilità che integri al suo interno tutte le lavorazioni legate alla mobilità al fine di introitare utili per sopperire ai costi sociali di un servizio offerto a tutti i cittadini, si è scontrata con la loro assenza di idee e proponimenti per il trasporto locale ma soprattutto al loro desiderio di lavarsene le mani.

La disponibilità a discutere ancora una volta, offerta da questa RSU e dalle segreterie, e aprire un tavolo di confronto da concludersi entro settembre, non deve però essere intesa come una sospensione delle lotte che continueranno, fino a che potremo, come indicatoci dai lavoratori.

Questa R.s.u. ribadisce ancora una volta, ce ne fosse bisogno, la propria contrarietà allo spacchettamento e alla vendita di Ataf

L’ataf è dei fiorentini. Non la venderete per fare quattrini!!

giovedì 14 luglio 2011

La tempesta finanziaria serve per rilanciare le privatizzazioni: non lo permetteremo

COMUNICATO STAMPA

Dopo una tanto repentina quanto sospetta tempesta finanziaria contro il nostro Paese, poteri forti e mondo politico istituzionale ritrovano lo spirito di unità nazionale per riproporre le ricette di sempre, ovvero tagli draconiani della spesa pubblica e una nuova ondata di privatizzazioni.

Evidentemente scottati dal recente esito referendario che, per la prima volta dopo decenni, ha sanzionato le politiche liberiste e deciso la fuoriuscita dell’acqua dal mercato e dei profitti dall’acqua, i poteri forti ci riprovano tentando di far rientrare dalla finestra (europea) ciò che è stato accompagnato alla porta (italiana).

A tutte e tutti loro, diciamo con forza: non ci provate, non lo permetteremo.

L’unica uscita dalla crisi è quella che abbandona le ricette che l’hanno sin qui provocata ed alimentata.

Il risultato referendario che, dopo un mese di incomprensibile ritardo, domani mattina verrà ufficialmente promulgato dalla Corte di Cassazione comporta una sola politica: l’attuazione del voto con la ripubblicizzazione dell’acqua, la difesa dei beni comuni e la loro gestione partecipativa.


Perché il futuro ci appartiene, la democrazia ci attende.

Roma, 13 luglio 2011

Tassazioni dei grandi capitali? Nemmeno per sogno! Tremonti tassa le cause di lavoro . Solo in Toscana sono centinaia le cause a rischio

COMUNICATO STAMPA

Nell'Italia, cosiddetta Repubblica fondata sul lavoro, lo scorso 6 Luglio il governo ha emanato il decreto legge n.98/2011, che contiene, al comma 6 dell’ art. 37, una norma che cancella la gratuità del processo attivato dai lavoratori in tema di lavoro, assistenza e previdenza.
Una norma, sulla costituzionalità della quale i giuristi hanno già espresso pareri negativi.
Fino a oggi era possibile a titolo gratuito promuovere una causa contro il proprio datore di lavoro (per vari motivi, tra i quali il mancato riconoscimento dei contributi, il mancato rispetto del contratto nazionale, il sotto inquadramento professionale, ecc.).
Così, se il reddito da lavoro dipendente supera 21.256,32 annui lordi (da cumulare con quello dei conviventi o familiari), cioè una miseria, una soglia pensata per scoraggiare dal fare causa la grandissima parte dei lavoratori e delle lavoratrici, si paga una tassa per il solo deposito del ricorso in tribunale.
In questo modo, si viene messi in condizione di rassegnarsi, di non rivendicare in sede giudiziaria i diritti negati.
Senza contare che la tassa imposta ai lavoratori sarà aggiornata periodicamente, quindi aumenterà anno dopo anno, come già avviene per gli altri tipi di contenzioso (il dl n. 89 ha aumentato la tassa di circa il 20%).
Questo provvedimento, come lo stesso famigerato “Collegato lavoro” entrato in vigore mesi fa, vuole cancellare ogni residuo diritto per i lavoratori, impedire loro di chiedere giustizia nelle sedi giudiziarie, costruendo una giustizia e un diritto processuale per le cause di lavoro a uso e consumo dei padroni e dei governi.

martedì 5 luglio 2011

ASSEDIO AL CANTIERE TAV: OBIETTIVO RIUSCITO. 3 LUGLIO, ORA E SEMPRE

Nella Valle che resiste una grandiosa giornata di lotta
Alla mattina del 3 luglio un popolo di cinquantamila persone scendeva in corteo - con i 23 sindaci No Tav - dal forte di Exilles alla centrale elettrica di Chiomonte, dove centinaia di poliziotti in assetto di guerra bloccavano l’accesso alla Maddalena, cioè al cantiere imposto con la violenza distruggendo il Presidio Notav di Clarea.
Ma i valligiani ben conoscono i loro sentieri e la lezione partigiana. Sul versante opposto alcune migliaia di manifestanti, valsusini, militanti di movimenti venuti da tutta Italia, anche da Spagna e Francia, operai e studenti (ma quali Black-block... quelli inventati da mass media ?!) mettevano in atto l’annunciato assedio del cantiere: da una parte salivano da Giaglione, liberavano il presidio Clarea superando le recinzioni e la militarizzazione dell’area, mettevano l’assedio al cantiere mentre un'altra parte scendeva dalla montagna di Ramat e assediava il cantiere su altri lati.
Da che parte è la violenza ? Centinaia di candelotti lacrimogeni con gas criminali sono stati sparati mirando ad altezza d’uomo ferendo gravemente in testa e all’inguine. Altri feriti ricoverati riportano traumi lacero-contusi al capo, setto nasale fratturato e mani spaccate. I ragazzi fermati sono stati poi picchiati anche con tubi di ferro, mentre posti di blocco delle “forze dell’ordine” hanno più volte tentato di impedire il passaggio dell'ambulanza per soccorrere i feriti.
Anche sul corteo giunto alla centrale elettrica sono piovuti lacrimogeni, e non solo sparati in aria per far desistere dal primo riuscito sfondamento della griglia di separazione, ma mirati poi al gruppo fotografi che stava riprendendo più in alto e addirittura all’altro lato del fiume dove c’erano famiglie con i bambini.
La violenza vera è la devastazione che si vuole perpetrare sulla Valle e sulla sua economia e sulla salute dei valligiani, complice l’Unione Europea (l’Europa dei banchieri e dei padroni, non certo quella che speravano i lavoratori) a fini di colossale business profitto in odore di mafia, perché questo solo è l’Alta Velocità, opera che già si rivela inutile e tanto più tra vent’anni si rivelerà superata.
La servile disinformazione mediatica, fatta di menzogna e di montatura di immagini strumentalizzate- non riuscirà a dividere il popolo della valle ed il movimento Notav. E’ da dieci anni che ce la menano con questa divisione tra buoni e cattivi, ma il composito popolo Notav sta sempre asserragliato insieme.
I Cobas sono a fianco e dentro la resistenza della Valle, sono orgogliosi di far parte del movimento Notav e continueremo a batterci per l’autodeterminazione di ogni popolazione nelle lotte per il “Bene Comune”.

4 luglio 2011 Confederazione Cobas

La firma beffa: comunicato Cobas R. Ginori