lunedì 27 gennaio 2014

Sabato 1 Febbraio, cena di solidarietà con le lavoratrici e i lavoratori ATAF di Firenze

Sabato 1 Febbraio, cena di solidarietà con le lavoratrici e i lavoratori ATAF di Firenze al CSA INTIFADA, via XXV Aprile 1, Ponte A Elsa (Empoli)
- ORE 19 incontro con A. Nannini (RSU Cobas ATAF)
- ORE 20 Cena, costo 15 euro. INFO e prenotazioni cobasempolivaldelsa@alice.it - tel.3400727768

I referendum del 2011 hanno certificato che la stragrande maggioranza degli italiani è contraria alle privatizzazioni dei servizi pubblici essenziali. Renzi ha sempre ignorato questo risultato, consegnando ATAF e Publiacqua in mano ai privati. Tutto questo ha avuto forti ricadute negative sia nella qualità del servizio che nei diritti dei lavoratori. E' una vicenda che l'Empolese Valdelsa ha toccato con mano attraverso il fallimentare affidamento alla ditta Falaschi del servizio di trasporto scolastico. La lotta contro la svendita del trasporto pubblico locale ha coinvolto varie città italiane utilizzando forme di lotta che consideravano illegittime le limitazioni al dissenso e al diritto di sciopero. Ha rimesso in discussio
ne il ruolo del sindacalismo concertativo (affidando ogni potere decisionale all'assemblea dei lavoratori) e costretto l'azienda a sottoscrivere un'intesa che mantenga gli attuali livelli contributivi e occupazionali ed eviti lo spacchettamento (almeno fino alla prossima gara regionale). La risposta dei “privatizzatori” fiorentini non si è fatta attendere: mille contestazioni disciplinari per aver violato la precettazione imposta lo scorso dicembre.
L'Assemblea dei lavoratori ATAF ha perciò deciso di aprire un conto corrente per permettere a tutti coloro che lo vorranno di versare un loro contributo a sostegno delle spese legali e delle sanzioni amministrative.
Nel corso della serata consegneremo i contributi raccolti fra i nostri associati Cobas.
Cobas Empoli-Valdelsa
CSA Intifada/Comunità in resistenza

sabato 25 gennaio 2014

RINNOVO CCNL UNICO GAS – ACQUA: RESPINGIAMO L'ACCORDO TRUFFA! NELLE ASSEMBLEE SIA FORTE IL NO ALLA SVENDITA DEI NOSTRI DIRITTI

Se la “premessa” alla piattaforma Cgil-Cisl-Uil per il rinnovo del contratto esplicitava una visione liberista - tesa a disattendere/contrastare il vittorioso refendum 2011 su “acqua pubblica-beni comuni” e a sostenere strategie energetico-devastanti con altri gasdotti+decine di rigassificatori+megadepositi - piuttosto che mettere in campo politiche, rivendicazioni e vertenze nel segno del benessere sociale e del rispetto ambientale, l’epilogo della vertenza per il contratto è altrettanto disastroso.
L’ipotesi d’accordo per il rinnovo siglata da FILCTEM CGIL- FEMCA CISl- UILTEC UIL conferma le peggiori aspettative sull’inadeguatezza dei sindacati concertativi a rappresentare le istanze di lotta dei lavoratori e prosegue sulla strada di un peggioramento complessivo delle condizioni salariali e normative.
CGI-CISl-UIL dopo aver abbandonato, ormai da decenni, il conflitto sociale, abdicano definitivamente anche alla concertazione per sposare un sistema corporativo che vede aziende e sindacati collaborare per consolidare quegli apparati di potere e controllo che accumulano ricchezze sul nostro lavoro.
Esemplificativo l’allegato sottoscritto tra le parti (pag. 29) dove si definisce che “le aziende effettueranno nei confronti dei lavoratori, su indicazione delle OO.SS. stipulanti, una trattenuta a titolo di quota straordinaria per il rinnovo contrattuale sulla retribuzione di aprile 2014. I lavoratori contrari potranno opporsi.. Le quote trattenute verranno versate alle OO.SS. stipulanti”!!. In pratica pizzo sul rinnovo, di importo indefinito, che verrà automaticamente trattenuto in busta con il subdolo principio del silenzio assenso!!!!!.Invitiamo da subito i lavoratori ad esprimere la loro contrarietà!!
CGIL-CISL-UIL impegnati a consolidare i loro apparati – tra Fondi Pensione e “sanità integrativa” che porteranno molto denaro nelle casse dei sindacati- acconsentono così ai diktat padronali sottoscrivendo un’intesa che in cambio di pochi soldi per i lavoratori, demolisce ulteriormente la parte normativa.
  • Assetti Contrattuali. I contestati accordi interconfederali del 28/06/2011 e 21/09/11 vengono recepiti nel rinnovo contrattuale con esplicito richiamo all’art.7, che introduce la possibilità, attraverso accordi aziendali, di peggiorare ampiamente alle norme del contratto nazionale su prestazione lavorativa, orari e organizzazione del lavoro, decretandone di fatto la scomparsa.
  • Gli scatti di anzianità sono aboliti a partire dal 01/01/2016 e con questi l’unico meccanismo rimasto di rivalutazione automatica della retribuzione. Può cantare vittoria solo Federutility visto che per chi già lavora sono definitivamente congelati, mentre i nuovi assunti saranno costretti a rinunciare, in nome di “un’intesa innovativa”, a migliaia di euro nell’arco dell'intera vita lavorativa, previsti invece dagli automatismi. Le associazioni industriale raggiungono così l’obbiettivo che perseguono da tempo e contro il quale i lavoratori gas-acqua hanno scioperato. Si colpisce un istituto salariale storico, conquistato con le lotte ed eroso negli anni, che aveva lo scopo di garantire economicamente i lavoratori a prescindere da produttività, efficienza, redditività dell’impresa e quant’altro perseguono le aziende per incrementare i loro profitti: l’abolizione degli scatti d’anzianità è un furto!! Piuttosto che rivalutare gli importi economici degli scatti d'anzianità, fermi da oltre un decennio, con la loro abolizione si determina una perdita consistente di salario garantito valutabile tra i €.228/anno di un V° livello al 9 scatto d'anzianità e € 2.284/anno sempre di un V° livello di un neoassunto.
  • La parte economica oltre che misera, introduce novità che, in linea con le tendenze in voga su produttività e meritocrazia, distingue gli aumenti salariali in due parti: una sui minimi retributivi + una tantum, l'altra sulla produttività, sposando la filosofia padronale che vuole diminuire quote di retribuzione FISSA e GARANTITA trasformandole in quote VARIABILI del salario. In particolare :
  1. Aumento salariale: per il parametro V° livello è articolato in
- 300 € UNA TANTUM per un intero anno di vacanza contrattuale equivalenti a 21 € a mensilità, ben distanti dal crescente bisogno economico delle famiglie (per i 2° e 3° livelli da 15 a 18 €). Basti ricordare che per il 2010, nel precedente rinnovo, il comparto acqua prese gli stessi €. 300. Come se in 3 anni non fosse aumentato il costo della vita !!
- Incremento dei minimi pari a 143 € distribuiti in 3 Rate (saranno 143 € solo il 2°semetre 2015). In pratica si tratta di 840 € per il 2014, 700 € per il primo semestre 2015 e 1001 € per il secondo semestre 2015.
Complessivamente un montante di 2841 €. equivalente ad un aumento medio nel triennio di €.67 lorde, senz’altro insufficienti a tutelare il potere d’acquisto dei salari (per un 2° Livello circa €. 49, per il 3° circa €.57, per il 4° €. 62). Considerando che la maggioranza dei lavoratori è inquadrata sotto il V° comprendiamo che con questi aumenti non portiamo neppure la famiglia al cinema due volte al mese!
b) Produttività. Le due quote previste di 240€ per il 2014 + 240€ per il 2015 (V° livello) sono erogabili ma in funzione di produttività e competitività, cioè profitti per le aziende, da considerarsi UNA TANTUM e aggiuntive alla contrattazione di secondo livello legata al Premio di risultato. Di fatto una quota variabile del salario, ben lontana dalla rimessa che deriva dalla perdita degli scatti d'anzianità che causerà invece un ulteriore impoverimento dei lavoratori.
  • Orario di lavoro. A fronte della disoccupazione crescente che vede i giovani esclusi dal mercato del lavoro, si convalida la stessa linea padronale che ha aumentato l’età pensionabile e che accetta nuove assunzioni solo al prezzo di minori tutele, maggiore flessibilità e minor costo del lavoro. Come Cobas abbiamo rivendicato ripetutamente che l’unica strada percorribile per combattere la disoccupazione è quella di lavorare meno, lavorare tutti; il rinnovo contrattuale conferma invece che nel ns. comparto l’orario di lavoro è di 38 ore e 30 minuti settimanali e introduce addirittura l’orario supplementare fino a 39 ore anche per i lavoratori in forza prima del Contratto unico di settore del 2002!!
L’odiosa differenziazione che vedeva i nuovi assunti lavorare 24 ore in più rispetto ai vecchi assunti non è superata riducendo l’orario a 38 ore, come andava fatto, ma consente alle aziende di “armonizzare gli orari” con l’introduzione di una quota oraria (da 30 minuti a 1 ora) flessibile, ossia non retribuita con le maggiorazioni!!
CGIL-CISL-UIL scelgono quindi di superare le differenze tra vecchi e nuovi assunti regalando alle aziende dalle 24 o alle 48 ore/anno di flessibilità oraria senza oneri aggiuntivi!!! Alla faccia d’egualitarismo!!!
  • Lavoro Notturno. La stessa logica perversa modifica le norme contrattuali in vigore prorogando di un’ora l’orario di lavoro diurno utile ai fini della retribuzione delle maggiorazioni straordinarie. Con le vecchie norme la maggiorazione del notturno decorreva dalle ore 21, con le nuove norme decorrerà dalle ore 22. Un’ulteriore regalo alle aziende e trasferimento di soldi dalle tasche dei lavoratori a quelle dei padroni!!
  • Lavoro in turno. Il testo dell’ipotesi d’accordo colpisce pesantemente anche i lavoratori addetti ai turni e penalizza duramente l’uscita dai turni in termini salariali e di compensazioni per una tipologia di lavoro particolarmente usurante.
  • Con le vecchie norme l’uscita del turno poteva avvenire con 55 anni di età e almeno 10 anni di lavoro in turno ovvero 15 anni di lavoro in turno a prescindere dall’età ( e percentuali riproporzionate in ragione di 1/10 o di 1/15esimo)
  • Con le nuove norme il diritto all’indennità nei casi di uscita dal turno avviene con 58 anni d’età e almeno 20 anni di lavoro in turno (e percentuali riproporzionate in ragione di 1/20). Le soglie si alzano anche nel caso di richiesta del lavoratore di uscita dai turni, che passano dai vecchi requisiti 55 anni-almeno 15 anni di lavoro in turno-oppure 20 anni a prescindere dall’età alle nuove soglie che diventano 58 anni – almeno 20 di lavoro in turno –ovvero 30 anni la lavoro in turno.
Che dire della dichiarata indisponibilità a modificare la materia proclamata da CGIL-CISL-UIL ?
  • Reperibilita. L’Art.25, che faceva riferimento sostanzialmente alle norme dell’ex Art.24 Federgas-acqua del 17/11/95 viene stravolto. Cambia la filosofia stessa del servizio che da servizio di Pronto Intervento da garantirsi a tutela della pubblica incolumità, della sicurezza e della funzionalità degli impianti, diventa “un presidio di 24 ore per tutti i giorni dell’anno.. a tutela dell’incolumità della clientela..”!!!.
Le modalità organizzative della reperibilità, oltre a svilire il ruolo delle RSU, comprimono le diverse fasce di reperibilità sia sulle tipologie che sulle fasce orarie. Sparisce la diversificazione tra TIPO A e TIPO B di reperibilità e quella sugli orari in favore di un’unica fascia allineata sui livelli retributivi più bassi con sola distinzione tra feriale e festivo. In pratica i compensi previsti sono quelli riferiti solo al vecchio TIPO B incrementato di 0,50 €. La perdita salariale sarà così consistente da non essere coperta dagli aumenti contrattuali!!
La strada da percorrere era opposta: eliminare le differenze tra i vari contratti di provenienze e aumentate invece le prestazioni retribuite, a fronte di un impegno gravoso per i lavoratori e di un servizio necessario e faticoso, nel rispetto tassativo del riposo fisiologico dopo le prestazioni!!
  • Apprendistato. Si conferma l’apprendistato professionalizzante quale “strumento privilegiato" per l’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani (fino a 29 anni!) senza garanzia di positiva conclusione e di trasformazione in contratto a tempo indeterminato e con dilatazione del periodo di prova da 1 a 3 mesi. Come Cobas siamo contrari a tutte le forme di assunzione precaria che costringono i lavoratori nel ricatto costante del licenziamento.
Sotto la violenta pressione di un generalizzato ricatto occupazionale il padronato, con la complicità dei sindacati confederali, stravolge la normativa contrattuale demolendone le tutele.
QUESTO ACCORDO DEVE ESSERE RIFIUTATO!!!
INVITIAMO I LAVORATORI A DARE UN MESSAGGIO CHIARO
E A VOTARE NO NELLE ASSEMBLEE !!!
COBAS del Lavoro Privato

giovedì 16 gennaio 2014

Solidarietà a fabio zerbini. La malavita organizzata contro le lotte operaie

 Fabio Zerbini è un attivista del Si cobas impegnato nelle lotte della logistica. I delegati e gli attivisti  impegnati nelle lotte della Logistica e nelle cooperative sono oggetto da tempo di minacce, aggressioni, intimidazioni miranti a isolare i lavoratori e i delegati più impegnati sindacalmente e socialmente.
Fabio è stato aggredito e pestato a sangue, la imboscata in perfetto stile mafioso e squadrista dimostra ancora una volta il connubio tra malavita organizzata e padroni di aziende e cooperative della logistica.

Gli appetiti malavitosi non hanno confine alcuno, si allungano come una piovra sul mondo cooperativo e sulle aziende per impossessarsi delle quote azionarie. Ma sulla loro strada hanno incontrato la tenace resistenza di lavoratori e delegati di base che hanno a cuore solo la difesa degli interessi dei dannati della terra, dei lavoratori sfruttati nelle cooperative, indisponibili ad accettare compromessi sulla pelle di lavoratori sfruttati e ricattati con il permesso di soggiorno, con la minaccia di non corrispondere lo stipendio

L'aggressione vigliacca a Fabio non arretrerà le lotte operaie

Non ci faremo intimidire dalle aggressioni malavitose. Chi tocca uno di noi, tocca tutti

confederazione cobas

lunedì 13 gennaio 2014

Progetto di Colorobbia, i Cobas e il Csa: “Al fianco del comitato popolare per dire no a questo impianto”

Un momento della commissione consiliare congiunta a Montelupo Fiorentino (foto gonews.it)
 
I Cobas dell’ empolese-valdelsa e la Comunità in resistenza sono al fianco del costituendo comitato popolare nell’osteggiare l’ipotesi di costruzione dell’ impianto SOA (sottoprodotti di origine animale) Ecobit nella zona industriale della Pratella, a Fibbiana.
Questo territorio è particolarmente sensibile dal punto di vita ambientale soprattutto per la presenza superficiale delle acque di falda dell’Arno che scorreva qui vicino fino in epoca rinascimentale.
La cementificazione dell’area, realizzata negli ultimi anni è il risultato di un’idea di sviluppo, seguita e sostenuta dalle scelte urbanistiche, basata su un sistema di produzione e di mercato globalizzato il cui fallimento è oggi sotto gli occhi di tutti e stiamo pagando caro.
La previsione dell’impianto SOA segna così la continuità con un sistema produttivo nocivo per la salute e per l’ ambiente e ancora una volta riflette l’incapacità di riconoscere nelle risorse locali, sia territoriali che di saperi artigianali, il punto di partenza per uno sviluppo locale autosostenibile.
E’ evidente che impianti e soprattutto scelte del genere, non siano un problema specifico della cittadinanza di Montelupo Fiorentino ma riguardino tutti gli abitanti del comprensorio, non a caso l’ approvazione spetta all’ unione dei comuni.
Una popolazione che si impegna in una raccolta differenziata che supera il 90% perché dovrebbe accettare un peggioramento -grande o piccolo che sia spetta ai tecnici quantificarlo- della propria qualità della vita?
L’ impianto dovrebbe sorgere in una zona in cui non ci sono grandi allevamenti intensivi di bestiame per cui si deduce che la materia prima venga importata, su gomma, da altre zone d’ Italia, diventando un anello del dissennato sistema di produzione alimentare basato sugli allevamenti dove gli animali vivono in condizioni infernali e su un’agricoltura sempre più lontana dai cicli naturali e dipendente da concimi e pesticidi.
Tutto questo al solo scopo di arricchire pochi a scapito della salute di tutti.
Non cediamo al solito ricatto all’italiana o salute o lavoro, nessun posto di lavoro è tale se non è garantita la salute del lavoratore e della cittadinanza tutta.
Come comunità in resistenza e Cobas dell’empolese Valdelsa ci impegneremo ad organizzare iniziative volte a informare e coinvolgere tutta la nostra area riguardo a questo scellerato progetto. Invitiamo pertanto anche tutti gli altri soggetti del territorio, sensibili al tema del’ ambiente, a collaborare attivamente a questa campagna informativa.
Cobas Empoli-Valdelsa 
CSA Intifada/Comunità in resistenza

giovedì 9 gennaio 2014

“IL FIORE ALL'OCCHIELLO”

L'Assessore alla Cultura del Comune di Castelfiorentino, Maria Cristina Giglioli, ha definito, in comunicato del giugno 2013, la Biblioteca Comunale Vallesiana il “fiore all'occhiello” del Comune. Questo in risposta ad un nostro articolo in cui lamentavamo tagli alla Biblioteca che sarebbero andati a discapito del servizio pubblico e dei diritti dei lavoratori.
A distanza di alcuni mesi, sono i fatti a darci ragione.
Ma forse l'Assessore non se ne è accorto perchè, al pari della Dirigenza, prende le decisioni ma non frequenta la Biblioteca e non consulta i lavoratori.
Ricapitoliamo: nel mese di maggio esce il bando per l'affidamento del “servizio di gestione della sezione ragazzi, di catalogazione e promozione della lettura della Biblioteca Comunale Vallesiana”. Il criterio di aggiudicazione è l'offerta economicamente più vantaggiosa. Vengono stanziati 60.229,02 euro. Già in partenza sono insufficienti per garantire un buon servizio ai cittadini; infatti viene ridimensionato il punto prestito della biblioteca alla Coop, nato per avvicinare il pubblico adulto alla lettura. A presidiarlo, nella maggior parte dell'orario di apertura, ci sono i volontari. Quella di sostituire i lavoratori con i volontari, continuiamo a considerarla una scelta vergognosa. Anche le statistiche ci appoggiano: nel periodo settembre-novembre di quest'anno si sono registrati circa 100 prestiti in meno rispetto al medesimo periodo del 2012, quando a presidiare il punto prestito c'erano gli operatori. Molti utenti si sono lamentati della scelta effettuata dall'Amministrazione. Quindi, una scelta infelice.
L'aggiudicazione dell'appalto si fa attendere: decorsi invano i termini indicati, viene fatta una proroga alla precedente cooperativa per la copertura del servizio fino al 30.11.2013. Finalmente, il 28.10.2013, viene pubblicato l'esito definitivo: inutile girarci intorno, ha vinto la cooperativa che ha presentato il prezzo più basso 54.779,34 euro. Un ribasso del 9,2% sull'importo base. Abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti per verificare anche noi la “congruità” dell'offerta ma ci è stata negata; eppure, come lavoratori coinvolti nel servizio, abbiamo il dovere di assicurarci del rispetto degli standard di qualità.
Il nostro timore è che i risparmi avvengano a discapito dei lavoratori. Si passa infatti da una cooperativa che applica il Contratto Collettivo di Lavoro per i Dipendenti da Aziende del Terziario della Distribuzione e dei Servizi ad una che applica il Multiservizi. Qual'è la paga dei lavoratori? Ci sono dei servizi a cottimo? I contratti sono a tempo indeterminato o a breve scadenza? Ma al Comune tutto questo non interessa.
E' inaccettabile che per fare lo stesso tipo di lavoro continuino ad esistere tipologie contrattuali diverse. I Comuni dovranno iniziare ad inserire, nei futuri bandi, punteggi da attribuire per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori: prevalenza dei contratti a tempo indeterminato, assenza di controversie con il giudice del lavoro etc. Inoltre dovrebbe essere preteso e applicato un unico contratto, quello di Federculture, nettamente migliorativo rispetto a tutti gli altri. Così come deve essere inserita la clausola per la riassunzione del personale in essere. Pensiamo infatti ai vari appalti che sono in scadenza in molte biblioteche della nostra zona sperando che i singoli Comuni siano più consapevoli di quello di Castelfiorentino che vanno tutelati i diritti di tutti i lavoratori.
E' tempo che i dipendenti delle varie cooperative inizino ad organizzarsi e ad unirsi per combattere per i loro diritti.
Ed è tempo che si inizi a parlare della reinternalizzazione dei servizi pubblici.
Cobas Empoli Valdelsa

domenica 5 gennaio 2014

Empolese valdelsa/Italia 2013: una crisi sempre più' profonda.

Ci lasciamo alle spalle uno degli anni più bui per il nostro territorio. La crisi ha attraversato tutti i settori produttivi e per tante (troppe) famiglie la ripresa economica appare ancora un miraggio. Più che gli annunci dei tanti miracolati della politica valgono gli indicatori reali, come quelli che scaturiscono dall'ultimo Rapporto sulla Coesione Sociale stilato da Inps e Istat. Si tratta di dati che certificano un'Italia più vecchia, precaria e sempre più sulla soglia della povertà.
I disoccupati sono 2 milioni 744 mila, 636 mila rispetto al 2011. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 10,7%, con un incremento di 2,3 punti percentuali rispetto al 2011 (4 punti percentuali in più rispetto al 2008). Il tasso di disoccupazione giovanile supera il 35%. L'incremento della cassa integrazione colpisce tutti i territori, i disoccupati sono soprattutto i giovani ma cresce il numero di chi pur con laurea e specializzazione non trova un nuovo impiego dopo avere perduto il vecchio.
Nel nostro territorio abbiamo vissuto (e stiamo in gran parte vivendo) le crisi della Shelbox (157 addetti), dell'Isi (50 dipendenti della nostra zona), la vicenda della Falaschi (450 euro al mese di stipendio dopo un ritardo di quasi un anno), l'Autoservice di Capraia e Limite (18 addetti), della Falegnami di Castelfiorentino, della Cooperativa L'Avvenire 1921 (ex Consorzio Etruria) di Montelupo, della Colorobbia, Zerotwonine, Gima, calzaturificio Rambo, L. Pucci, ecc.
Abbiamo vissuto il calo vertiginoso degli stipendi, le fortissime sperequazioni tra uomini e donne, autoctoni e migranti, nord e sud, il raddoppio delle tassazioni e il pagamento di molti servizi fino a pochi anni fa gratuiti o semigratuiti.
Tutto questo è stato il frutto di un atteggiamento criminale, quello dei colossi finanziari e della politica responsabili degli enormi regali alla speculazione e alle privatizzazioni. Un dato per tutti: lo stato spenderebbe gli stessi soldi per assumere i custodi per le scuole ma questi soldi li regala alle aziende private che a loro volta assumono con contratti precari a 500\700 euro al mese.

Quasi un pensionato su due (46,3%) ha un reddito da pensione inferiore a mille euro e il 38,6% ne percepisce uno fra mille e duemila euro. Dal 2010 al 2012 il numero di pensionati diminuisce mediamente dello 0,68%, mentre l'importo annuo medio aumenta del 5,4%.

E che dire della poverta? Nel 2012 il 12,7% delle famiglie residenti in Italia (+1,6 punti percentuali sul 2011) e il 15,8% degli individui (+2,2 punti) si trova in condizione di povertà relativa. Sono i valori più alti dal 1997. La povertà assoluta colpisce invece il 6,8% delle famiglie e l’8% degli individui. I poveri in senso assoluto sono raddoppiati dal 2005 e triplicati nelle regioni del Nord (dal 2,5% al 6,4%).

Nel 2012 l’indicatore sintetico “Europa 2020″, che considera le persone a rischio di povertà o esclusione sociale, ha quasi raggiunto in Italia il 30%, soglia superata, tra i paesi dell’Europa a 15, solo dalla Grecia.

Se gli stipendi sono bloccati, in un solo anno abbiamo perso più di 70 mila posti per non parlare poi di un paese sempre più ignorante con dimostrano gli abbandoni scolastici, la riduzione delle immatricolazioni all'università, la chiusura di tante biblioteche e la crisi irreversibile della piccola editoria e delle librerie indipendenti.

Alla luce di queste considerazioni, c'è ancora qualcuno disposto a credere che le politiche intraprese con i patti di stabilità , i tagli e le privatizzazioni siano le ricette vincenti?

Cobas Empoli-Valdelsa.