domenica 22 luglio 2007

Pensioni: la vittoria dei banchieri e confindustria

Comunicato stampa del 22/07/2007

Ci risiamo. Come nei lugli 92-93, quando governo, sindacati confederali e padroni cancellarono la scala mobile, tagliarono le pensioni e introdussero i rinnovi contrattuali a inflazione programmata anzichè reale si è scelto questo mese, nonostante non facesse parte del programma di governo, per riformare le pensioni pubbliche. CGIL-CISL-UIL daranno un giudizio finale congiunto e rimetteranno il lodo al giudizio dei lavoratori, andandoli a cercare sotto l' ombrellone? Sarebbe questo il superamento dello scalone Maroni? Questo governo, che in molti abbiamo votato ma che in molti non rivoteremo, non ha fatto altro che anticipare lo scippo del TFR, ha trasformato lo scalone in tanti scalini rendendo soltanto più soft l' allungamento dell' età pensionabile. La controriforma Dini del 95 è stata completata e con la riduzione dei coefficenti, che sono alla base del calcolo del valore della pensione, del 2010 può considerarsi concluso lo smantellamento del sistema pensionistico pubblico. Mentre l' Italia è il paese in cui un euro su quattro è in nero, dove i parlamentari hanno gli stipendi più alti: 13.679 euro contro i 9.977 degli inglesi, 7.000 dei tedeschi, i 6.892 dei francesi e i 4.731 degli spagnoli. Dove i salari, in media, sono i più bassi:16.242 euri contro i 28.007 dei britannici, 21.111 dei tedeschi e 19.731 dei francesi (datiOCSE). Dove i parlamentari, da una recente inchiesta di un noto settimanale, vanno in pensione con delle cifre astronomiche dopo pochi anni di attività, si è colpito ancora chi produce e paga fino all' ultimo centesimo. Nonostante l' operazione TFR si stia rivelando come un fallimento, i dati definitivi si conosceranno solo in ottobre, ma le proiezioni di questi giorni sono decifrabili in questo senso, si decide sulla testa dei lavoratori senza consultarli. Molti, troppi lavoratori cadranno nella trappola del silenzio-assenso, il 33% aderisce a fondi integrativi (dato molto inferiore al 40% che i sindacati auspicavano) ed il 60 % preferisce lasciarlo in ditta. Aumenti dal 27 al 30% nel primo caso contro un aumento dal 47% al 55% per il secondo (dati ANSA). La soglia dei 50 dipendenti ha fatto si che al di sotto si sceglie di lasciarlo in ditta, sopra la soglia si sceglie il fondo integrativo anche perchè direzionarlo all' INPS non significa finanziare un sistema pensionistico pubblico ma le grandi opere in Italia. E' emblematico il 76% di Fonchim contro il 17% di Previmoda, 7% di Fondapi ed il 4% di Prevedi. E' ormai chiaro che la nostra pensione non si salva con il TFR ma attraverso la lotta, che come dall' appello della confederazione Cobas allegato, abbia come primo atto uno sciopero generale. *Cobas ATI*. /cobasempolivaldelsa@alice.it/