giovedì 31 marzo 2011

PRESIDIO CONTRO L'intervento militare in Libia

Sabato 2 aprile presidio a Empoli, in piazza della Vittoria, a partire dalle ore 17, nell'ambito della giornata di mobilitazione nazionale CONTRO LA GUERRA, LA CULTURA DELLA GUERRA e per l'immediato cessate il fuoco in Libia.
Siamo convinti che nessuna guerra possa essere "umanizzata" e che nessun diritto dei popoli possa essere affermato da chi sistematicamente calpesta tali diritti a Lampedusa come a Coltano. Il tiranno di turno si chiama ora Gheddafi, sostenuto economicamente, militarmente e politicamente fino a un mese fa e feroce controllore dei flussi migratori in transito verso l'Europa. In cambio di questo controllo si è potuto tacere di fronte alle violazioni quotidiane di ogni più elementare diritto umano, adesso questi stessi governi osano utilizzare il pretesto della guerra "umanitaria" per giustificare la volontà di appropriarsi delle richezze naturali altrui. Oggi si bombarda in Libia per salvare quella stessa popolazione, che arrivata in Italia diventa clandestina e viene reclusa in lager chiamati CIE.
Per questo essere oggi contro la guerra significa anche garantire una vera accoglienza a chi arriva, dignità e diritto di protezione, lottare per un vero diritto di asilo europeo, per una possibilità di scelta del dove stare, dove andare, dove arrivare. Adesso è ora di dire “Welcome”, a chi come noi sceglie di affrontare la crisi piuttosto che subirla, a chi sceglie di vivere degnamente ricominciando da capo e altrove. E' ora di liberare dalla schiavitù della clandestinità chi si ribella scegliendo di partire, di abbattere le frontiere (esterne od interne che siano), rifiutare i CIE, la detenzione, le espulsioni e dispositivi di limitazione delle libertà individuali.
Pretendere per ogni popolo, profugo delle tante guerre e di questa crisi, il riconoscimento del diritto d'asilo europeo assieme alla garanzia di scegliere, in autonomia, dove e come vivere.
TUTTI IN PIAZZA A EMPOLI IL 2 APRILE IN PIAZZA DELLA VITTORIA
CONTRO LA GUERRA
Comunità in resistenza
COBAS Empoli-Valdelsa

IL BUSINESS DEI CAMPI PROFUGHI

IL BUSINESS DEI CAMPI PROFUGHI
Da coltano (pisa ) dove vorrebbero trasformare una base militare dismessa in Cie


Le rivolte in Maghreb, hanno rotto gli equilibri che i governi europei hanno mantenuto negli ultimi anni con un prezzo altissimo pagato dalle popolazioni (in balia di regimi corrotti e dittatoriali) e ai migranti che con il trattato di amicizia tra Gheddafi e Berlusconi erano trattati come schiavi (associazioni umanitarie parlano di centinaia di morti tra carceri libiche e affondamento di barconi per opera dell'esercito con armi made in italy).

In questi anni sono sorti molti centri di identificazione ed espulsione (i Cie) che hanno rappresentato un affare per molte associazioni legate a doppio filo con il Governo.

L'annunciato trasferimento di migliaia di migranti dai CARA- centri di accoglienza per rifugiati richiedenti asilo - non solo impedisce agli immigrati di avvalersi della istanza di asilo ma serve per aprire nuovi Cie (uno di questi è appunto a Coltano) scaricando sulle comunità locali i costi sociali delle politiche di Berlusconi, militarizzando i territori e creando conflitti sociali tra popolazione locale e immigrati

La costruzione dei Cie è un colossale affare per la Croce Rossa e la Misericordia per associazioni di pseudo volontariato che in barba a tutti i principi di solidarietà ed umanità accettano la costruzione di questi lager per migranti
E mentre passano nuovi e ingiustificati finanziamenti alla Protezione Civile italiana (non certo ad uso civile e preventivo), la Croce Rossa si candida alla gestione dei centridi detenzione per migranti (52 euro al giorno per 2000 immigratu solo a Mineo!)

cobas Pubblico impiego pisa

sabato 26 marzo 2011

No alla divisione e alla vendita di Ataf!!!

I lavoratori e le Lavoratrici di Ataf hanno intrapreso un percorso di mobilitazione e lotta per fermare la divisione e vendita di Ataf.

Contro la privatizzazione e perché Ataf rimanga un’azienda interamente pubblica la R.s.u. Ataf ha indetto per il

4 APRILE 2011 UNO SCIOPERO DI 24 ORE

Durante lo sciopero sarà organizzato un CORTEO (partenza ore 16 dalla Sede Ataf in viale dei Mille per arrivare a Palazzo Vecchio)

Invitiamo a partecipare al corteo ed a sostenere la lotta dei lavoratori/trici di Ataf tutti Movimenti, Comitati, Studenti, Cittadini e Utenti che sono contrari al folle progetto del duo Renzi/Bonaccorsi svendere al privato di turno un bene comune come il trasporto pubblico.

Info e adesione http://nonsvenderelataf.wordpress.com/

Di seguito il comunicato.
Cittadini e Cittadine l’attuale momento della storia dell’azienda ATAF si sta rivelando cruciale.
Ci troviamo davanti un primo cittadino che si autocelebra sguazzando nel suo narcisismo e che accampa addirittura il dovere civico di svendere l’azienda di trasporto pubblico fiorentina al privato di turno
Non c'è bisogno del privato nel pubblico, bensì di una gestione manageriale delle società, per eliminare sprechi, armonizzare le risorse e tenere alla lontana i figli o i nipoti di qualche politico.
ATAF di questi personaggi ne ha visti a decine. Solo per gli ultimi due direttori sono stati tolti dalle casse dell'azienda di trasporto oltre un milione di euro. Per non dire delle società partecipate direttamente da ATAF alcune delle quali sono completamente fallite e per le quali sono stati sborsati euro a manciate.
Nondimeno, nonostante sanguisughe varie, con il sacrificio dei lavoratori fatti in questi anni, il bilancio di ATAF è giunto al pareggio dopo 58 anni e senza l'aiuto di nessun privato.

Non possiamo, noi lavoratori e noi cittadini, rimanere a guardare inerti, la sconcezza di queste manovre. In caso di privatizzazione non saranno le categorie appena citate a guadagnarci, bensì i soliti grassi poteri.
In mano ai privati, i lavoratori, perderemo gli ultimi diritti acquisiti superstiti, gli stessi che Matteo e Filippo spacciano come privilegi per accaparrasi simpatie populiste screditandoci
I cittadini, nella fattispecie le classi più deboli, perderanno il diritto alla mobilità, in una città che è già abbondantemente soffocata dallo smog dato che gli autobus sono considerati niente di più che un inutile intralcio alla circolazione privata.
E intanto lui, il Berlusconi di Pontassieve, col suo faccione pingue, da un lato si pulisce la bocca invitando all’uso del mezzo pubblico in sostituzione alla macchina e del motorino, dall’altro opera per attuare l’esatto contrario, offrendo al primo speculatore che passa una risorsa preziosa e vitale della città di Firenze.
Altre realtà internazionali, persino più civili della nostra, dimostrano che i servizi di trasporto, sanità, acqua, scuola, messe in mano ai privati perdono definitivamente il loro valore sociale, aumentando solo la ricchezza individuale dei soliti, inaridendo definitivamente il paese (come se non lo fosse già abbastanza questa disgraziata Italia).
Ci rimane solo la lotta, l’opposizione caparbia contro chi vuole privarci di una vita dignitosa, come lavoratori, come cittadini, come esseri umani.
Per questo il 4 aprile la rsu ataf ha proclamato uno sciopero di 24 ore e organizzato un corteo cittadino.

Invitiamo cittadini e utenti a partecipare al corteo

Partenza ore 16 dal viale dei mille (davanti sede Ataf) destinazione Palazzo Vecchio.

COBASATAF

giovedì 24 marzo 2011

Spettacolo: una revoca vergognosa

Slc Cgil, Fstel-Cisl e Uilcom Uil sospendono lo sciopero del 25 marzo contro i tagli alla cultura. Il consiglio dei ministri ha incrementato il fondo unico per lo spettacolo e questo è bastato ai sindacati e agli operatori culturali per sospendere tutte le mobilitazioni previste da mesi.
Un atteggiamento inspiegabile soprattutto se pensiamo che all'integrazione del Fus non è ancora seguito il ritiro delle procedure avviate in molti teatri per la cassa integrazione\contratti di solidarietà.
Quindi, non si spiega tanto ottimismo soprattutto in assenza di prese di posizioni degli enti proprietari di teatri che dovranno subito ritirare i provvedimenti e i tagli del personale (soprattutto di quello precario\stagionale).
L'integrazione governativa del Fus non mette al sicuro tutti i posti di lavoro, non sentivamo poi la necessità di un gesto distensivo verso il Governo che attacca ferocemente l'istruzione e la cultura pubblica tra i quali si annovera anche il mondo dello spettacolo.
Da parte nostra l'invito ai lavoratori e alle lavoratrici: teniamo alta la guardia e non fidiamoci delle promesse soprattutto perchè a livello locale i tagli degli enti proprietari(Regioni, comune e province) sono ancora in piedi.
Cobas lavoro privato

martedì 22 marzo 2011

LA BANDA DELL’ATOMO ITALIANA SUONA LA RITIRATA !


Nel solco della tradizione trasformista e furbastra “dell’homo italicus”, i massimi esponenti della banda dell’atomo mettono da parte le loro certezze per le più venali poltrone !

“ E’ finita, non possiamo perdere le elezioni per il nucleare ….” , questo lo sfogo della ministra Prestigiacomo di fronte ai colleghi Romani e Tremonti : un esempio di faccia di bronzo , al pari di quella di Veronesi , Conti e Chicco Testa ,che dimessa la tronfia baldanza supplicano una “ pausa di riflessione”.

Gentaccia, Quaqueraquà ! Venderebbero la madre pur di mantenersi in sella .

Così come del resto ha fatto il radicale Marco Beltrandi votando contro l’Election day impedendo l’accorpamento “ selezioni amministrative + Referendum” : un assist al perverso governo di centrodestra che non si fa certo “ a gratis”!

Vite perdute che si trascinano nell’agonia dei misfatti , incapaci di respirare la lezione della natura e della storia .

Per loro la tragedia di Fukushima è il tentativo di uscirne fuori alla meglio e in fretta,incuranti della catastrofe, delle migliaia di morti e dispersi, delle immani distruzioni e contaminazioni radioattive. Per loro , la condanna per crimini contro l’Umanità è già scritta .

Non valgono niente.Non dobbiamo dargli tregua . Pretendiamo le loro dimissioni !

Al pari di smascherare qualsiasi diversivo atto a bloccare e/o rinviare il voto referendario.

Vigiliamo per impedire lo scippo della sovranità popolare , che attraverso i referendum ha la formidabile opportunità di cancellare anni di ignobile e rovinosa politica di svendita dei beni comuni – di decretare la fine del nucleare – e di indicare il percorso di rinascita sociale che il Paese attende da tempo.

Coordinamento Antinucleare salute ambiente energia

lunedì 21 marzo 2011

Ancora una guerra "umanitaria" per il petrolio - NO ALL'AGGRESSIONE MILITARE DELLA LIBIA - NO ALL'ITALIA IN GUERRA

Comunicato-stampa
Ancora una volta gli Stati Uniti e i loro principali alleati -con in primissima fila Francia e G.Bretagna, seguite a ruota da Italia e Canada - osano utilizzare il pretesto della guerra “umanitaria” per giustificare la volontà di appropriarsi delle ricchezze naturali altrui.
Non abbiamo dubbi sulla natura reazionaria e dispotica del regime libico, come su quella della quasi totalità dei paesi del Maghreb e del Mashrek (Medio Oriente), scossi da potenti e coraggiosi movimenti popolari che dalla Tunisia all’Egitto, dal Bahrein allo Yemen reclamano democrazia politica e diritti sociali e civili per tutti/e, anche laddove questi movimenti, come in Libia, si intrecciano con antiche rivendicazioni a carattere etnico o territoriale.
Ma tutto ciò non ha nulla a che fare con l’aggressione che cinque paesi occidentali hanno scatenato, con la copertura dell’ONU, contro un paese sovrano, seppur guidato da un regime intollerabile.
Le stesse potenze che fino a ieri hanno armato Gheddafi, stipulando con il suo governo accordi commerciali ed economici e usandolo come cane da guardia contro i migranti, oggi bombardano la Libia per garantirsi la gestione economica del petrolio e il controllo di una zona rivoluzionata dai movimenti popolari. Durante la violenta repressione in Egitto e in Tunisia, esse, che ora scoprono la difesa dei diritti umani in Libia, non hanno mosso un dito per fermare i carnefici agli ordini di Mubarak e di Ben Ali: e in questi stessi giorni la tremenda aggressione contro i movimenti di rivolta del Bahrein e dello Yemen, condotta dal repellente regime dell’Arabia Saudita (il più oscurantista e dittatoriale, ma il più intoccato perchè baluardo del potere Usa) che nel contempo finge di schierarsi a favore della democrazia in Libia, è stata ignorata dai governi che ora attaccano la Libia.
Il governo Berlusconi, con ignobile sostegno bipartisan e la benedizione di Napolitano (ancora una volta il PD è all’avanguardia delle aggressioni militari, dopo quelle alla Jugoslavia, all’Afghanistan e all’Iraq) e con l’ennesima violazione dell’art.11 della Costituzione, che impegna l’Italia a “ripudiare la guerra”, ha messo a disposizione basi militari e armamenti, dopo che per anni il nostro Paese ha stipulato patti d’amicizia con Gheddafi, affidandogli il “contenimento” violento dei migranti nonchè azioni e capitali delle principali aziende italiane, in primis l’ENI petrolifera.
Particolarmente nauseante questa aggressione, poiché avviene nei confronti di un paese che dall’Italia, proprio cento anni fa, ha subito una invasione e una annessione militare condita di orrendi crimini di guerra. E pur essendo a fianco della lotta contro il regime dispotico e reazionario di Gheddafi, come a quelle di tutti gli altri popoli del Maghreb e Mashrek, non è certo con una occupazione militare del neo-colonialismo europeo e Usa che tale lotta potrà vincere.
Mobilitiamoci subito per:
FERMARE L’AGGRESSIONE MILITARE
IMPEDIRE L’INTERVENTO BELLICO ITALIANO
SOSTENERE LA LIBERAZIONE DEI POPOLI DEL MAGHREB E DEL MASHREK CONTRO
I REGIMI REAZIONARI

NO ALL'INTERVENTO MILITARE IN LIBIA

I 150 anni dell'Italia sono stati festeggiati con l'intervento militare in Libia. Il copione non è nuovo: ancora una volta sono le “forze del bene” a scatenarsi contro il malvagio di turno. Dietro il paravento dell'intervento umanitario, vari paesi occidentali, in misura proporzionale al loro impegno, si apprestano a spartirsi gli abbondanti giacimenti di petrolio e gas. Ancora una volta si approfitta dell’impresentabilità del tiranno di turno per “ristabilire” il potere politico ed economico in aree del Pianeta non perfettamente sotto il controllo dei grandi gruppi economici e finanziari occidentali. Il tiranno di oggi era fino a un mese fa uno dei più solidi alleati di chi oggi lo bombarda, custode dei flussi migratori, torturatore indisturbato nei campi profughi libici, ammesso con tutti gli onori alle corti occidentali, con tenda beduina e odalische al seguito. Parlare di diritti dei popoli, mentre in contemporanea questi diritti vengono sistematicamente calpestati nell’isola di Lampedusa, è grottesco e offensivo. Del resto, che gli interessi strategici prevalgano sistematicamente sull'affermazione di tali diritti è evidente dall'assenza di qualsiasi commozione umanitaria per altri recenti ed efferati massacri di gente inerme. Ci chiediamo infatti come il “sensibile” occidente non si sia accorto delle donne, dei vecchi, dei bambini bombardati con il fosforo bianco a gaza dalle forze armate israeliane (1.400 morti fra il 2008 e il 2009,quasi il quadruplo delle vittime di queste settimane in Libia). Ci chiediamo perché a Sana'a, in Yemen, nessuno ritiene di dover fermare il presidente Saleh che manda i corpi speciali contro gli studenti. Come è stato possibile che nel Darfur si permettesse il massacro di oltre 300mila persone. L’intervento “umanitario” di coloro che sono i sostenitori occulti (o addirittura palesi) di governi responsabili di crimini contro l’umanità, di coloro che blindano la “fortezza Europa” con leggi razziste contro il flusso dei migranti non lascia molto dubbi sulla reale finalità di tali interventi.

giovedì 17 marzo 2011

THREE MILES ISLAND-CERNOBYL-FUKUSHIMA : NUCLEARE MAI PIU’ !

Su quanto sta avvenendo in Giappone - alla catastrofe naturale si aggiunge quella del crimine nucleare - c’è poco altro da commentare salvo dire che quanto sta accadendo è un decisivo atto di accusa nei confronti del sistema dominante e dei mercanti dell’energia, che pur di speculare ed arricchirsi non esitano a scatenare catastrofi mortali.

Una lezione che le nuove generazioni non scorderanno facilmente. Gli era stato promessa “l’età dell’oro “ - nella sconfitta delle ideologie e nella condanna delle grandi narrazioni rivoluzionarie-

si ritrovano nel fango per sopravvivere nelle mostruosità partorite dai padri .

Per il Giappone è una doppia nemesi storica . Quella di avere esorcizzato Hiroshima-Nagasaki addomesticandosi all’uso pacifico e utile del nemico nucleare. Quella della potenza mondiale più avanzata in sistemi tecnologico-cibernetici, che vede crollare /difettare le certezze delle sue applicazioni e dopo aver osato sfidare un territorio ad alta sismicità che avrebbe dovuto sconsigliare qualsiasi insediamento nucleare.

Il paese del “ sol levante” , quello del “ protocollo di Kyoto” , è nel G20 a livello più basso quanto a produzioni energetiche rinnovabili ,pulite ed ecocompatibili.

Come già accaduto per Cernobyl le autorità stanno condannando la popolazione all’esposizione radioattiva. Il balletto di disinformazioni è un deliberato atto di criminalità statuale, che si accompagna a quello del gestore privato Tepco, accomunati nel minimizzare la modestia dell’incidente , mentre già 4 dei 7 impianti di Fukushima scoppiano , i reattori fondono e la radioattività si potenzia ed espande , procurando morti, contaminati e malati cronico-terminali.

Come al tempo della nube di Cernobyl , le popolazioni esposte hanno assunto in un giorno una dose di radiazioni quanto quella assorbibile in 70 anni di vita ! Il che causerà loro e alle future generazioni cancri e leucemie, deformazioni e mutazioni genetiche.

L’Agenzia Nucleare Francese comunica che l’incidente deve essere classificato almeno a “ livello 6” ( su scala che arriva a 7) e non a 4 come sostengono gestore e governo nipponici.

Catastrofe nucleare tragica in cui accade quello che molti temevano , “ la fusione dei noccioli” , che già comporta : 1) l’estensione oltre i 30 Km della popolazione da evacuare , ovvero almeno 500.000 persone ; 2) il divieto di consumare latte, uova,carni fresche, ortaggi,…di bere acqua sorgiva…; l’ordine di tapparsi in casa , di mettersi la mascherina e altri palliativi , tra cui le pastiglie di jodio ;

3) l’interdizione dello spazio aereo di sorvolo del territorio ; 4) l’ordine di abbandono della zona da parte della flotta Usa , nonché l’allarme per l’aumento della radioattività nella Regione di Tokyo dove sono situate altre basi Usa ; l’invito rivolto ai nostri connazionale dall’Ambasciata Italiana ad abbandonare Tokyo e il Giappone .

Intanto l’Europa presa dal panico avvia lo stop al nucleare !

La Germania ferma 7 impianti e la Svizzera blocca le gare per 3 centrali. Oggi a Brusselles la UE ha deciso lo “ shock test” per tutte le centrali, così che per le uniche 3 in costruzione -Finlandia,Francia,Slovacchia – si profila il declino a fronte di costi e tempi triplicati.

Usa, Russia e Cina si impongono una moratoria. Di fatto nel mondo la tanto strombazzata ripresa del nucleare è bloccata, se non conclusa !!

Solo il governo Berlusconi intende andare avanti comunque !

Con questo avventuroso criminale vanno regolati i conti da subito, con la lotta e i referendum, che plebiscitariamente – come fu già quello dell’87 – sconfessi e abroghi il piano nucleare .

Il 26 marzo a Roma ci sarà il primo assaggio , quando un milione di persone manifesterà contro il nucleare e per l’acqua bene comune . Sarà l’avvio della campagna elettorale dal basso,” porta a porta”, per portare a votare 55 milioni di italiani , così da superare il quorum, vincere i Referendum in tutela dei beni comuni, ridare voce e forza alla sovranità popolare , capovolgere la politica economico-sociale del Paese, dare l’ordine di sfratto a Berlusconi.

La vittoria dei SI ai Referendum inaugura la stagione della denuclearizzazione dell’Europa , lo smantellamento rapido e progressivo dei 140 pericolosi e mortali impianti nucleari.

Roma 15.3.2011 Coordinamento Antinucleare”salute-ambiente-energia”


No alla divisione e alla vendita di Ataf!!!

ATAF è una azienda pubblica profondamente radicata sul territorio e fa parte del nostro bagaglio storico e culturale a tutti gli effetti.
Oggi i Comuni soci proprietari sembrano intenzionati a cedere parte delle proprie quote azionarie, favorendo l’ingresso di soggetti privati, allo scopo di fare cassa facilmente, disimpegnandosi dal
fornire servizi sociali e pubblici utili a migliaia di cittadini.
Secondo un non ancora chiaro nuovo piano industriale, ATAF verrebbe divisa in 2 società: la prima, a gestione interamente pubblica, amministrerebbe i beni immobili, mettendo così al sicuro il tesoretto, la seconda, quella che interessa più da vicino i lavoratori e gli utenti, diventerebbe una azienda di soli servizi con un’ importante fetta di quote azionarie ( 30-40%) in mano a privati.
E’ evidente che una società di servizi, in un settore in cui gli introiti provenienti da guadagni chilometrici e dalla vendita di titoli non sono sufficienti a produrre utili, principalmente a fronte degli alti costi di assicurazione e gasolio, non può reggere, tanto più se vengono tolti capitali sociali come gli immobili.
Le privatizzazioni di servizi, negli anni, hanno evidenziato il totale fallimento di politiche liberali le quali invece dovevano snellire burocrazie e costi per l’utenza.
Inoltre in Toscana, ad oggi, nel settore dei trasporti, solo ATAF è rimasta una Azienda pubblica; le altre sono totalmente o parzialmente in mano ai privati senza che questo si traduca in un servizio di maggior qualità..
Il soggetto privato trarrebbe l’utile quindi dalla riduzione del costo del lavoro, dall’aumento dei titoli di viaggio, dal risparmio della manutenzione dei mezzi e dal taglio di tutti i servizi non produttivi, lasciando quindi parte dell’utenza priva di mezzi di trasporto pubblici.
Firenze risulta la città più inquinata d’Italia ed ha bisogno di Trasporto Pubblico come il pane; questa quindi potrebbe essere l’occasione giusta per intraprendere la strada che tutti noi indichiamo da anni, una politica mirata all’incentivazione dell’utilizzo del mezzo pubblico con l’istituzione di corsie preferenziali e la costituzione di un’azienda unica della mobilità che comprenda trasporto su gomma, ferro, gestione della sosti e il servizio di rimozione.
Solo con questa trasformazione si può garantire un servizio meno costoso e più efficiente.
I lavoratori e le Lavoratrici di Ataf hanno intrapreso un percorso di mobilitazione e lotta per fermare la divisione e vendita di Ataf.
Contro la privatizzazione e perché Artaf rimanga un’azienda interamente pubblica la R.s.u. Ataf ha indetto per il
4 APRILE 2011 SCIOPERO DI 24 ORE
Durante lo sciopero sarà organizzato un CORTEO (partenza ore 16 dalla Sede Ataf in viale dei Mille per arrivare a Palazzo Vecchio)
Invitiamo a partecipare al corteo ed a sostenere la lotta dei lavoratori/trici di Ataf tutti Movimenti, Comitati, Studenti, Cittadini e Utenti che sono contrari al folle progetto del duo Renzi/Bonaccorsi svendere al privato di turno un bene comune come il trasporto pubblico.
Per adesioni e sostegno:
Blog: http://nonsvenderelataf.wordpress.com
Gruppofacebook
http://www.facebook.com/people/Non-Svendere-Lataf/100002198296865
Twitter http://twitter.com/nonsvendereataf

lunedì 14 marzo 2011



La straordinaria vittoria elettorale COBAS alla conceria PEGASO di Fucecchio

Dopo la clamorosa vittoria alla Richard Ginori di Sesto Fiorentino, giovedì 10 marzo i Cobas hanno replicato con uno straordinario cappotto alle elezioni delle RSU per la conceria Pegaso di Fucecchio. Una vittoria storica perché per la prima volta , viene eletta una rsu interamente Cobas, estromettendo completamente il sindacalismo confederale in un’azienda conciaria fiorentina.

Sono state elezioni difficili, precedute da fortissime pressioni della direzione aziendale per cercare di impedirne inizialmente lo svolgimento: staccando i fogli informativi della Commissione Elettorale e negando qualsiasi legittimità ad una presenza sindacale COBAS e, successivamente, attraverso un boicottaggio esplicito, invitando i lavoratori a non votare affinché non fosse superato il cinquanta per cento dei votanti, annullando in questo modo la procedura elettorale.
In precedenza era stata la CGIL a cercare di stravolgere la democrazia sindacale, proponendo che venissero costituite le RSU interaziendali dell’Alba Group, di cui Pegaso fa parte, anziché in ognuno dei due stabilimenti che compongono il gruppo conciario, secondo quanto previsto dallo stesso regolamento elettorale di CGIL, CISL e UIL.

Lo stratagemma aveva l'unico scopo di ovviare alla mancanza di candidati propri per le RSU ed evitare di perdere così il controllo sindacale in quella che rappresenta una delle principali aziende conciarie del territorio. Ma, nonostante i ripetuti tentativi di convincere l'assemblea, i lavoratori hanno respinto la proposta, giudicandola illegittima secondo il regolamento elettorale. Di conseguenza, la CGIL, in assenza di candidati, ha dovuto rinunciare a presentare una sua lista alle elezioni e così il cinquantacinque per cento dei circa sessanta dipendenti ha votato per i tre rappresentanti dei COBAS, sancendo così una storica vittoria.

Il dato che è emerso con più preoccupazione (ma Pegaso non è purtroppo un caso isolato), è stata la singolare comunanza di interessi fra direzioni del personale e sindacalismo confederale, per impedire la libera scelta dei lavoratori al sindacato che reputano più adeguato a tutelare i loro interessi.

I lavoratori, dal canto loro, hanno scelto di non dare più credito a chi sembra aver delegato unicamente agli “appelli” ai sindaci del comprensorio qualsiasi iniziativa di lotta sul rinnovo di un contratto collettivo scaduto ormai dal 31 Ottobre 2010 e sul tentativo di introdurre attraverso di esso il “modello Marchionne”, con aumenti salariali irrisori, flessibilità spinta, minori garanzie per gli ultimi assunti e mancato pagamento dei primi giorni di malattia".

Cobas Pegaso e Cobas Empoli-Valdelsa

domenica 13 marzo 2011

COMMERCIO: UN ACCORDO DA RESPINGERE!

Cisl e Uil non si smentiscono:
dopo aver svenduto a prezzi stracciati il lavoro in Fiat,
ora fanno la stessa cosa nel commercio

Lo scorso 26 febbraio, Cisl e Uil hanno firmato con la Confcommercio una porcata di accordo, sia sotto l’aspetto retributivo che sotto quello normativo.
La Cgil non l’ha sottoscritto. Non vorremmo assistere, però, a qualche suo pessimo ripensamento.
Come accadde nel 2009, quando, dopo aver deciso di non firmare un accordaccio, sottoscrisse dopo un’intesa che ne recepiva tutti i contenuti (domeniche lavorative obbligatorie, possibilità di lavorare per 12 giorni consecutivi senza il riposo settimanale, allungamento dell’orario per gli apprendisti, introduzione di turni sfavorevoli attraverso il cosiddetto orario plurisettimanale).
Con questo contratto, che avrà la durata di 3 anni, gli “aumenti” salariali saranno, per il 4° livello, di 86 euro lordi (55 netti!) e a rate (6 rate!): una vera elemosina, che sarà ancora più schifosa per i livelli più bassi.
E pensare che questa vergogna viene spacciata per una conquista tale da giustificare la concessione ai padroni di contropartite! Come:
divieto di sottoscrizione di accordi aziendali migliorativi, anzi PEGGIORAMENTO in AZIENDA di parti stabilite dal contratto nazionale, dando così mano libera ai padroni sull’organizzazione del lavoro, per intensificare i ritmi e i carichi di lavoro, aumentare le ore di straordinario obbligatorio, rendere i turni più flessibili con aumento delle ore settimanali;
RIDUZIONE DEL SALARIO NEI PERIODI DI MALATTIA: ogni anno, i primi 3 giorni di malattia saranno pagati al 100% solo con i primi 2 certificati, al 3° e al 4° certificato l’azienda pagherà solo il 50%, mentre dal 5° certificato in poi, per le malattie di durata inferiore ai 12 giorni, ci sarà zero retribuzione per tutti i primi 3 giorni;
applicazione della recente legge detta “COLLEGATO LAVORO”, con cui sarà consentito alle aziende di ricattare ogni lavoratore, per imporgli di rinunciare a fare ricorso al giudice del lavoro nel caso in cui si verifichino controversie individuali riguardanti il rapporto lavorativo;
MENO DIRITTI: per esempio, i nuovi assunti, per avere diritto a usufruire delle 56 ore annue (più le altre 16 per le aziende con più di 15 dipendenti) di permesso retribuito, occorrerà che abbiano 4 anni di anzianità di servizio; chi avrà un’anzianità superiore a 2 anni, ma inferiore a 4, avrà diritto a usufruirne solo per la metà; chi avrà un’anzianità inferiore a 2 anni avrà diritto ad attaccarsi al tram, cioè a “usufruirne” per zero ore!
e poi ALTRE PERLE, come: l’aumento dei periodi di prova per tenere sotto controllo più a lungo i lavoratori e garantire ai padroni che quelli da confermare siano davvero dei “signorsì”; l’aumento del lavoro domenicale obbligatorio fino al 30% in più delle domeniche autorizzate a livello locale; il rigonfiamento del part-time di 8 ore per i sabati e le domeniche; il divieto di sciopero durante le trattative per il rinnovo dei contratti (perché i contratti siano sempre più delle schifezze!).
Ma, forse, è l’ora di smettere di illustrare la vergogna di questo contratto siglato da Cisl e Uil, organizzazioni che, senza nemmeno vergognarsi di chiamarsi ancora “sindacati”, svolgono la funzione di dire sempre SÌ alle più infami pretese del padronato, arrivando al punto di rinnovare contratti non per migliorare la condizione dei lavoratori, ma per regalare di tutto ai padroni. Insomma, è arrivata l’ora di smettere di lamentarsi, per passare a organizzare la bocciatura totale e massiccia di questo contratto forcaiolo e per prendere l’iniziativa di lotta, con cui conquistare un contratto all’altezza dei nostri bisogni sul salario, sulla stabilizzazione dei lavoratori precari, sui diritti, sulla riaffermazione della dignità di chi lavora: un programma da sbattere in faccia a chi sfrutta con ferocia il nostro lavoro e a chi gli si è asservito.
COBAS Lavoro Privato

sabato 12 marzo 2011

Vittoria elettorale COBAS alla PEGASO

La CGIL continua a perdere pezzi nella diaspora seguita alla cancellazione del gruppo dirigente della FILCEM fiorentina, avvenuta lo scorso luglio. Solo che stavolta l’organizzazione sindacale guidata da Susanna Camusso deve registrare una disfatta senza precedenti. Infatti, dopo la loro clamorosa vittoria in RICHARD GINORI, alle elezioni delle RSU per la PEGASO, svoltesi ieri, i COBAS hanno fatto cappotto e, per la prima volta in oltre cento anni della sua storia, la CGIL è stata completamente estromessa dalla rappresentanza sindacale in un’azienda conciaria fiorentina. Tra l’altro, si legge in una nota dei COBAS, le elezioni sono state precedute da fortissime pressioni della direzione aziendale per impedire prima lo svolgimento delle stesse elezioni, staccando i fogli informativi della Commissione Elettorale dalle bacheche dei lavoratori e dichiarando di non riconoscere la rappresentanza sindacale dei COBAS, e, in seguito, per boicottarle, invitando i lavoratori a non votare affinché non fosse superato il cinquanta per cento dei votanti, annullando in questo modo la procedura elettorale. In precedenza era stata la CGIL a cercare di stravolgere la situazione sindacale, proponendo che venissero costituite le RSU interaziendali dell’ALBA GROUP, di cui PEGASO fa parte, anziché in ognuno dei due stabilimenti che compongono il gruppo conciario, secondo quanto previsto dallo stesso regolamento elettorale di CGIL, CISL e UIL.“La CGIL,” sottolinea la Nota COBAS, “ha cercato di non rispettare nemmeno le regole che impone agli altri sindacati, nell’assoluto disprezzo di qualsiasi principio democratico.” Lo stratagemma tentato da Scibetta della FILCTEM e Rossi della CGIL Toscana era di ovviare alla mancanza di candidati per le RSU in PEGASO nella lista della stessa CGIL ed evitare di perdere il controllo sindacale in quella che rappresenta la principale azienda conciaria del territorio. Ma, nonostante ripetute e accese assemblee, i lavoratori hanno respinto la proposta, giudicandola illegittima secondo il regolamento elettorale. Di conseguenza, la CGIL, in assenza di candidati, ha dovuto rinunciare a presentare una sua lista alle elezioni e ieri il cinquantacinque per cento dei circa sessanta dipendenti ha votato per i tre rappresentanti dei COBAS, sancendo così un piccolo, ma significativo precedente storico: per i prossimi tre anni la CGIL è fuori dalla PEGASO. “Preoccupa,” si legge nella Nota dei Cobas, “la coincidenza, in PEGASO come in altre aziende, delle pressioni contrarie ai COBAS da parte delle direzioni del personale e dei sindacalisti della CGIL, quasi che sia stata stipulata una santa alleanza innaturale tra controparti per impedire una libera associazione dei lavoratori al sindacato che giudicano migliore per tutelare i loro interessi. C’è la sensazione che in realtà dietro queste pressioni ci sia in gioco qualcosa che va oltre le normali dinamiche sindacali e investa gli interessi di alcuni rappresentanti politici e istituzionali di un certo partito.” Seppure non esplicito, il riferimento sarebbe indirizzato al Partito Democratico, che già nelle settimane precedenti alle elezioni in Richard Ginori, aveva inutilmente tentato a Sesto Fiorentino di influenzare lavoratori e azienda contro i candidati dei COBAS.

sabato 5 marzo 2011

Zero Rifiuti, Zero Nocività

Termovalorizzatori, pirogassificatori, combustori di biomasse: con qualunque nome vengono chiamati, si parla sempre di sistemi per distruggere i rifiuti ed ottenere energia (e quindi profitti).
La trasformazione ...delle aziende pubbliche in SPA, l'affidamento ai privati della gestione di tali strutture e il sistema degli incentivi pubblici, hanno come unico obiettivo il trasferimento di risorse pubbliche nelle tasche di pochi privati. Incentivare l'incenerimento (siamo l'unico paese al mondo a considerare gli inceneritori come impianti di energia rinnovabile) significa aumentare la QUANTITA' di rifiuti prodotti.
Non c'è alcuna “sostenibilità” in queste scelte, ma solo distruzione ambientale, riscaldamento globale e gravi danni alla salute. E' necessario perciò riconfigurare un nuovo sistema industriale dove la condivisione sostituisca la competizione e la cura dei beni comuni sostituisca la corsa all'appropriazione di tutto e di tutti.
In primavera, in una data tra il 15 maggio e il 12 giugno, saremo chiamati a votare per i referendum su “acqua” e “nucleare”. VOTANDO SI, potremo abrogare le leggi con cui il governo Berlusconi ha privatizzato l’acqua (insieme allo smaltimento dei rifiuti urbani e al trasporto pubblico locale) e deciso il ritorno al nucleare. Con il SI al voto referendario lo SMALTIMENTO DEI RIFIUTI URBANI dovrà avere una gestione pubblico-partecipata, spezzando la catena mafiosa che finora si è arricchita attraverso discariche e inceneritori. In tal modo sarà più facile puntare verso l’obiettivo dei “RIFIUTI ZERO” tramite la raccolta differenziata porta a porta, le isole ecologiche, gli impianti di compostaggio, il contributo del riciclo-riuso di carta-vetro-alluminio-plastiche al ciclo virtuoso di risparmio di energia-entropia-economia e salute. E' una direzione che diversi comuni italiani (primo fra tutti Capannori) hanno già intrapreso, ponendosi come obiettivo “rifiuti zero” entro il 2020, dimostrando in questo modo come le alternative siano possibili e praticabili da subito.
Discuteremo di tutto questo Venerdì 11 marzo, c/o il centro sociale Intifada di Ponte A Elsa (Empoli) con esponenti dei comitati della Valdelsa e Valdera che si battono “per la Gestione Corretta dei Rifiuti”
Programma: ore 20 Aperi_cena Osteria Sociale Otro Mundo
ore 21,30 “Obiettivo Rifiuti Zero” con proiezioni, interviste e dibattito.

Cobas Empoli-Valdelsa
Comunità in Resistenza Empoli
Comitato per la Gestione Corretta dei Rifiuti in Valdelsa
Gas NO OGM Empoli
Ass. Vegetaliana
Osteria Sociale Otro Mundo

mercoledì 2 marzo 2011

QUALI INTERESSI SI CELANO DIETRO IL RIDIMENSIONAMENTO DELL'ARPAT?

      Sull'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente incombono troppe minacce. Se  il blocco delle assunzioni imposto agli Enti locali non permette l'assunzione di personale (lo stesso ragionamento va fatto per gli ispettori asl e inail che dovrebbero vigilare sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che è l'ultima preoccupazione del Governo), le competnze dell'Arpat non sono di poco conto anche se ignote ai cittadini. Per quanti progressi abbia fatto la tecnologia, il controllo dei fattori fisici, chimici e biologici che caratterizzano l'ambiente nelle sue diverse componenti: aria,acqua, suolo, il monitoraggio sul territorio regionale degli effetti delle dinamiche globali di cambiamento meteo-climatico, il supporto
tecnico-scientifico all'Amministrazione regionale in materia di tutela dell'ambiente e di prevenzione dei rischi ambientali, anche nell'ambito della predisposizione e dell'attuazione di piani regionali di settore ,le funzioni di vigilanza e ispezione ambientale necessitano di mezzi e uomini che allo stato attuale sono da tutti riconosciuti come insufficienti. Far venire meno figure professionali in un'area a rischio come quella delle concerie è una mossa politica che accomuna la destra e il centrosinistra e alla lunga danneggia l'ambiente e la popolazione. Le aree delle concerie ha bisogno di un servizio efficiente e con organici adeguati e con i tagli
previsti questo servizio non potrà svolgersi assicurando tutti i controlli necessari e dei quali si deve occupare l'agenzia regionale. Che esistano ragioni legate alla riorganizzazione degli uffici a noi poco interessa, del resto basterebbe che la regione Toscana spendesse meno soldi in viaggi consulenze e dirigenti per erogare ancora servizi al cittadino.
Allora quella operata è una scelta politica inacettabile perchè con la salute dei cittadini e dei lavoratori non si scherza.Chiediamo la salvaguardia dell'arpat di san romano e il potenziamento delle iniziative finalizzate alla protezione ambientale.

In ferrovia troppi licenziamenti per i rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza

Il 21 gennaio il capotreno Sandro Giuliani è stato assurdamente e ingiustamente licenziato.Non è la prima volta che un lavoratore o un delegato delle ferrovie viene licenziato per la denuncia di processi lavorativi pericolosi per la sicurezza dei passeggeri o per il rifiuto di eseguire ordini di servizio in aperta violazione delle normative di sicurezza. In Ferrovia è anche vietato il dissenso rispetto ale scelte aziendali e il dissenso si paga con la sospensione o addirittura con il licenziamento.
Giuliani si atteneva srupolosamente alla normativa d’esercizio come previsto per altro dalla Circolare Divisionale 1/2009 emanata da Trenitalia,osservava le cautele imposte dall’adozione di un elementare principio di precauzione in presenza delle segnalazioni dell’Impresa in materia di rischi sul lavoro.
Nel provvedimento di licenziamento per giusta causa non si fa menzione di nessun fatto specifico, ma si cita esclusivamente la perdita del rapporto di fiducia, una motivazione che dovrebbe essere invocata citando con chiarezza la colpa del dipendente. Non c’è nessuna relazione tra l’enormità del provvedimento e le accuse generiche e contraddittorie addebitate a Sandro Giuliani.
E’ evidente l’intento dell’azienda di colpirne uno per terrorizzare tutti gli altri. Per questo gli Rls solidarizzano con Giuliani chiedendo ai cittadini e ai lavoratori di intervenire per la sua riassunzione immediata
Rls Cobas