lunedì 31 dicembre 2007

La morte sul lavoro non conosce festività

Solidarietà ai familiari e ai compagni di lavoro di Silvano Malatesti dai Cobas dell' Empolese-valdelsa. Silvano è morto tra il natale e l' ultimo dell' anno 2007 sul lavoro, l' ennesima morte sul lavoro nell' empolese. La sorte non guarda se è il tuo primo giorno di lavoro come per Jilali Salamate morto schiacciato dal muletto che stava guidando alla Sammontana il tre maggio 2004 o se ti manca un solo giorno per andare in pensione come per Silvano. Non guarda se sei un migrante come Jiali e hai due figli o se la tua famiglia è composta da una madre novantenne e una badante per darti una mano ad accudirla. Quello che è certo è che non si può continuare ad alzarsi la mattina, per sopravvivere, senza avere la certezza di far ritorno a casa vivo alla sera. Come Cobas abbiamo presentato un libro bianco sugli infortuni e le malattie professionali nell ' empolese da poco più di una settimana e già dovremmo, pultroppo, aggiornarlo. Non entriamo nel merito di quello che è successo sabato pomeriggio tra gli scaffali del Market di via Giuntini perchè lo faranno le inchieste dell' ASL e della magistratura. Vogliamo però ricordare un passaggio del nostro libro "La morte operaia non costituisce reato": Un tempo li chiamavano omicidi bianchi per evidenziare che quando si muore sul lavoro non c'è fatalità o casualità che tenga. Si muore perchè il lavoro è ridotto a pura variabile d' impresa, perchè il profitto, il culto del mercato e del successo economico sono assunti come principi cardine della società.

venerdì 21 dicembre 2007

LA MORTE OPERAIA NON COSTITUISCE REATO

E' disponibile presso il csa intifada (via XXV aprile – Ponte A Elsa- Empoli) e la libreria Il Barbagianni di S. Miniato il libro bianco: "LA MORTE OPERAIA NON COSTITUISCE REATO" un lavoro di ricerca e analisi su infortuni e malattie professionali nell'empolese valdelsa.
Comunicato stampa di presentazione
Le situazioni di lavoro disumane emerse dall'incendio alla thissenKrupp, sono purtroppo analoghe a quelle che tanti di noi vivono quotidianamente. Nel nostro territorio, caratterizzato da un numero elevato di piccole imprese, il tema della sicurezza è, se possibile, ancora più rilevante perché oltre il 90% degli incidenti avvengono in questi contesti e, i controlli sono minimi o inesistenti.

Nel libro bianco che abbiamo presentato oggi su “infortuni e malattie professionali nell’empolese valdelsa” partiamo dalle troppe commozioni ipocrite di questi giorni, dai tanti funzionari sindacali che lamentavano l’assurdità di turni che arrivavano a 12 ore, dimenticando di aver accettato, nei contratti di questi anni, di eliminare qualsiasi limite all'orario giornaliero e incentivato il ricorso al lavoro straordinario, azzerando i contributi introdotti dalla legge 28/12/95. Quegli straordinari fuori controllo sono il prodotto di salari troppo bassi, frutto di quasi 15 anni di contrattazione con richieste inconsistenti di aumenti e privati di ogni strumento di protezione come la scala mobile.

Contratti dove ogni volta ci viene sottratto qualcosa, sempre più flessibili e precari perché ciò che conta è quella competitività al ribasso che accentua sempre di più le differenze: i ricchi sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri.

Anche chi si era illuso che con questo governo si avviasse una ridistribuzione della ricchezza ha potuto constatare che ai tagli di ben 5 punti del cuneo fiscale per le aziende, non si è accompagnato nessuna politica a sostegno dei nostri redditi.

Il numero sempre più crescente di omicidi bianchi non sono ancora sufficienti per capire che la difesa della salute passa attraverso salari dignitosi, lavori più stabili, orari e tempi di lavoro meno bestiali.

Nel libro bianco evidenziamo i tanti paradossi legislativi, le contraddizioni fra la volontà di potenziare l’apparato ispettivo mentre si agisce per il suo smantellamento, fra i lamenti per una precarietà sempre più devastante e la legittimazione, con il protocollo di luglio, di tutte le tipologie possibili di precariato introdotte dalla legge 30 e che negli ultimi due anni hanno portato a raddoppiare il numero di infortuni che hanno colpito i precari.

La vergognosa accettazione di un sistema di appalti al massimo ribasso pur sapendo che tutto ciò si traduceva nel tagliare salari, sicurezza e nell’incentivare le assunzioni a nero.

Nella rossa toscana un operaio edile su due lavora a nero e, nei cantieri pubblici questa condizione investe il 40% dei lavoratori (dati fillea-cgil), tutto ciò a dispetto di tanti protocolli d’intesa firmati tra enti pubblici e sindacati confederali.

Qualcuno crede davvero a dati che indicano una riduzione complessiva nel numero di infortuni a fronte di un sommerso così evidente. Non è più verosimile ipotizzare che molte denunce non particolarmente gravi non vengano presentate a causa proprio di questo aumento di situazioni irregolari? La stessa Inail stima in oltre 200mila gli infortuni che si verificano nel sommerso in Italia.

Il libro bianco prova anche ad ipotizzare le mortalità causate da cancerogeni occupazionali, fenomeno ancora poco studiato.

COBAS EMPOLESE-VALDELSA

venerdì 14 dicembre 2007

Dichiarati antisindacali UNICOOP e CGIL CISL UIL

'' Finalmente dopo una causa che sembrava non finire mai il Giudice del lavoro Dott. Dario Conte con sentenza n° 51000/07 ha finalmente affermato il diritto di qualunque sindacato con i requisiti previsti,nello specifico della scrivente flaica-Cub , ad indire i rinnovi RSU.
Le RSU ( Rappresentanze Sindacali Unitarie) , sono la manifestazione più diretta della democrazia in quanto elette direttamente dai lavoratori e si differenziano dalle RSA (Rappresentanze Sindacali Aziendali) che invece sono designate su scelta delle burocrazie dei sindacati esterni.
Contro questo diritto dei lavoratori, ossia quello di scegliersi i propri rappresentanti si sono scagliati con feroce veemenza sia la cooperativa che i sindacati filo aziendali opponendosi di fatto all' effettuazione delle votazioni e arrivando fino al punto di siglare in gran segreto, senza consultare i lavoratori, un accordo con la lega cooperative per impedire a tutti gli ''altri'' sindacati che non fossero loro di poter indire rinnovi RSU.

Capite che esempio di democrazia hanno dato ai lavoratori ???

Allora adesso il punto da capire è uno solo.....Che cosa è un sindacato ?
E' una libera associazione di lavoratori che tutela i propri iscritti attraverso passaggi democraticamente condivisi...

Ma se un sindacato è dichiarato antisindacale perchè bloocca la democrazia delle scelte dei lavoratori.....che cosa è veramente ?

E' semplicemente un' altra azienda che però invece di vivere con i frutti del proprio lavoro preferisce guadagnare sul lavoro degli altri...

Mandiamo a casa questi parassiti che vivono sulle spalle dei lavoratori fingendosi loro tutori, partecipiamo al percorso di rinnovamento sindacale promosso dal sindacalismo di base.

Datti una possibilità di ricominciare a vedere migliore il tuo futuro, insieme possiamo farlo...

Flaica Uniti Cub

info: tel. 06 76968408 - 328 8385923

sabato 8 dicembre 2007

indignazione e commozione non bastano più

L' incidente nell'acciaieria ThyssenKrupp di Torino, dove hanno perso la vita quattro operai, ci ricordano ancora una volta che quando si muore sul lavoro non c'è fatalità o casualità che tenga. Si muore perché il lavoro è ridotto a pura variabile d'impresa, perché il profitto, il culto del mercato e del successo economico sono assunti come principi cardine della società.

Antonio, Roberto, Angelo e Bruno sono morti in uno stabilimento in via di smantellamento, con mezzi di sicurezza non solo inadeguati ma criminalmente distruttivi: estintori e lancia ad acqua hanno favorito la fiammata esplosiva invece di spegnere l'incendio. Lavoravano in situazioni disumane con flessibilità e orari sempre più fuori controllo, con turni di dodici ore diventati ormai una norma dopo l'ultima crisi aziendale, che stava portando alla chiusura dello stabilimento.

Una situazione di cui erano perfettamente a conoscenza i responsabili dell'azienda ma evidentemente interessati, come sempre più spesso avviene, al tema della sicurezza solo come ulteriore costo da ridurre per incrementare i profitti sulla pelle dei lavoratori. La commozione di governi, imprenditori e cgil-cisl- uil che accompagna in genere solo i casi più gravi come questo è pura ipocrisia, perchè in questi anni si è lavorato per un'organizzazione del lavoro che ha cancellato ogni diritto e tutela dei lavoratori.

Lamentano il massiccio ricorso al lavoro straordinario dopo averlo prima incentivato, azzerando i contributi introdotti dalla legge 28/12/95, che le aziende pagavano al superamento delle quaranta ore di lavoro. Affermano la priorità del tema della sicurezza mentre attuano, con il protocollo di luglio, politiche che vanno nella direzione opposta, quella cioè della deregolamentazione e della completa liberalizzazione del lavoro. Concordano sulla necessità di potenziare l'apparato ispettivo ma agiscono per il suo smantellamento: il 29 maggio di quest'anno gli ispettori hanno manifestato a Roma lamentando la mancanza di telefoni e soldi per la benzina. Nel nostro territorio (asl 11) il numero di aziende visitate (escluso edilizia) passa dai 685 del 2005 ai 609 del 2006; quelli nelle imprese edili da 341 a 238.

Si afferma di voler ridurre un precariato sempre più diffuso dopo aver ufficializzato di fatto il caporalato, autorizzando le agenzie private a svolgere compiti di intermediazione e lasciando mano libera alle aziende di reiterare a vita i contratti a termine.

Quella della sicurezza è per i Cobas una questione centrale, perchè preminenti sono la salute-sicurezza sul lavoro, la formazione permanente dei lavoratori e un ruolo antagonista degli RLS.

Come cobas empolese-valdelsa abbiamo lavorato ad un libro bianco di denuncia che presenteremo il prossimo gennaio su precarietà e infortuni nel nostro territorio e ci impegnamo a sviluppare campagne di denuncia su questi temi.

Cobas empolese-valdelsa.

sabato 1 dicembre 2007

Empoli: verso Vicenza, sabato 15 dic. manifestazione europea contro la guerra.


Il 14/15/16 dicembre ci sarà una tre giorni molto importante per tutto il movimento contro la guerra. Sarà una tre giorni europea, sarà a Vicenza. Non permettere la costruzione della nuova base militare al dal Molin è infatti molto importante per il movimento contro la guerra e per la difesa dei beni comuni. E' li che nell'ultimo anno e mezzo sempre più cittadine e cittadini hanno sollevato la testa di fronte a un potere autoritario e sordo. Sia quello locale, di destra, che quello nazionale, di sinistra. Esso è autoritario quando dall'estero, da Bucarest, dopo la manifestazione del 2 dicembre contro le servitù militari e prima del grande corteo da 200mila persone del 17 febbraio 2007 contro il progetto dal Molin, il presidente del consiglio comunica che "il governo italiano non si opporrà alla costruzione della nuova base militare di Vicenza". E' sordo quando non ascolta la voce di chi non vuole la base, che porterà guerra, devastazione dei territori, inutili colate di cemento, inquinamento, via vai di aerei e mezzi da guerra, dannose spese gravanti sulle spalle dei cittadini (il 41% delle spese per le basi americane in Italia infatti le pagano i contribuenti).
Il 14,15,16 dicembre sarà dunque importante convergere a Vicenza, riempire le strade e le piazze per dire a voce alta che le basi militari, le spese di guerra (11% in più nella finanziaria 2008, battuto il record di 21 miliardi di euro del 2007) non le vogliamo, che ciò che esigiamo è pace, reddito e servizi gratuiti.
Come COBAS empolese-valdelsa, CSA Intifada e Orda Precaria abbiamo organizzato una serie di appuntamenti di avvicinamento a Vicenza: un incontro con attiviste del presidio permanente NO dal Molin (mercoledì 5 dalle 21:15) e serate video-musical-culinarie in cui poter informarsi, discutere e capire il movimento contro il dal Molin.
COBAS empolese-valdelsa -CSA Intifada-Orda Precaria