venerdì 27 febbraio 2009

L'attacco al diritto di sciopero è un attacco alla democrazia

Con le nuove norme previste dal Governo sul diritto di sciopero si sta andando rapidamente verso un nuovo e pericolosissimo capitolo del più vasto tema della limitazione delle libertà sindacali e costituzionali, della democrazia nel mondo del lavoro e nella società.

Dietro un linguaggio formalmente tecnicistico, presentato come un intervento per il solo settore trasporti, il governo predispone la legislazione per gestire la fase attuale e futura di grave crisi economica e le conseguenti risposte dei lavoratori al tentativo di farne pagare a loro il costo. Ciò è confermato dal fatto che il governo ha annunciato norme che dovrebbero impedire di bloccare strade, aeroporti e ferrovie, forme di lotta utilizzate da tutti i lavoratori in casi particolarmente drammatici.

L’attacco al contratto nazionale, le nuove norme che si intendono introdurre sulla rappresentatività sindacale, la nuova concertazione tra governo, confindustria e sindacati confederali che si è trasformata in una vera e propria alleanza neocorporativa, sono elementi finalizzati ad impedire le rivendicazioni e la difesa dei diritti dei lavoratori. Ciò avviene proprio quando più grave è la crisi economica, più pesanti le conseguenze per i lavoratori e maggiore la necessità di risposte determinate.

Lo scopo del governo è quello di imporre per legge la pace sociale, vietando e criminalizzando il diritto di sciopero. Di ridurre al silenzio i lavoratori mentre si celebrano i misfatti nel settore dei trasporti - Fs , Tirrenia, Alitalia - con migliaia di esuberi, di messa in mobilità, di licenziamenti e il relativo aggravio sulla qualità del servizio e dei costi.

Un colpo di mano che va sventato sul nascere, insieme a tutti i tentativi protesi a mettere al bando la Costituzione e i diritti fondamentali.
Illegittima e autoritaria l’ipotesi di consegnare lo sciopero, che è un diritto individuale sancito dalla Costituzione, alla disponibilità gestionale di sindacati che rappresentino il 50% dei lavoratori; assurdo perché in molte aziende la sindacalizzazione non arriva neanche al 50%. Nonché il referendum preventivo che tende a dilazionare e snaturare l’azione di sciopero, già oggi estremamente contrastata dalle limitazioni della Commissione di Garanzia e dai ripetuti divieti del governo. Altrettanto improponibile è l’adesione preventiva allo sciopero, un non senso giuridico che prevederebbe l’impossibilità del singolo di poter mutare il proprio atteggiamento rispetto ad un’azione sindacale indetta. Inaccettabile infine la forma di lotta virtuale che di fatto elimina il diritto di sciopero ed assegna alle parti la capacità/volontà di individuare la “penale” per l’azienda in caso di “sciopero lavorato”, mentre ai lavoratori si ritira l’intera giornata di lavoro: quindi la perdita secca della giornata per il lavoratore ed una impercettibile riduzione dei profitti per l’azienda.

Contro questo ennesimo tentativo di eliminare il diritto di sciopero rispondiamo con la mobilitazione immediata contro governo e padroni, cisl, uil e ugl e finalizzando a questo obbiettivo gli scioperi già programmati a partire da quello per il trasporto aereo del 4 marzo.

Il sindacalismo di base ha indetto una manifestazione nazionale a Roma il 28 marzo e uno sciopero generale per il 23 aprile anche per difendere il diritto di sciopero e la democrazia sindacale.

26 febbraio 2009
Confederazione Cobas – Cub - SdL intercategoriale

giovedì 26 febbraio 2009

Impedire il ritorno della lobby nucleare

Il prossimo 15 marzo verrà presentato a Lucca il Coordinamento Nazionale Antinucleare “salute-ambiente-energia”- , che si propone di dare battaglia al ritorno della lobby nucleare , come già fece nel dopo Cernobyl , vincendo e chiudendo in Italia il ciclo del nucleare civile.
Lucca diventerà dal 11 al 14 giugno la sede del “ G8 Energia” , dove i ministri dei paesi più industrializzati (G14) concorderanno i piani per nuove rapine-sfruttamento-guerre per l’accaparramento energetico, compreso il nucleare.
Quattro centrali nucleari significano a costi attuali 48 miliardi di euro ( quasi 100.000 miliardi delle vecchie lire) per avere forse i primi Kwh nel 2020. Si inventerà già ora sulla bolletta elettrica la sopratassa atomica, un CIP6 nucleare ?! O si taglieranno i già magri sussidi di disoccupazione-cassintegrazione? Di sicuro Enel, Sorgenia, Acea ,….Edf, Edison,A2A, non cacceranno un euro, come per la CAI post Alitalia !
Le centrali nucleari che si intende costruire sono di vecchia generazione , con molteplici problemi di sicurezza e tenuta intrinseca ( nel 2008 in Francia , ben il 35% di incidenti nucleari in più) e senza aver risolto l’annoso e infinito problema del deposito di scorie nucleari.
Mentre gli Usa, Germania, Spagna, Scandinavia investono nelle energie rinnovabili e nel solare, i due compari transalpini fanno blocco protezionista sul nucleare obsoleto.
Quella del nucleare è una scelta disperata ,la più inquinante e dirompente: anche in campo energetico, l’Italia di Berlusconi “ è un paese per vecchi”!

domenica 22 febbraio 2009

La Piattaforma contro la crisi

28 marzo: MANIFESTAZIONE NAZIONALE a Roma
23 aprile: SCIOPERO GENERALE

Due grandi mobilitazioni a carattere nazionale organizzati dal sindacalismo di base per approfondire ed estendere la battaglia contro i poteri economici che vogliono far pagare la crisi ai lavoratori, agli studenti e ai pensionati.
Leggi l'appello

martedì 17 febbraio 2009

Il Governo contro la sicurezza sul lavoro

Il Governo ha accolto le pretese della Confindustria e delle altre Associazioni padronali, comprese quelle della piccola impresa (nel Nord, grande sovvenzionatrice della Lega), e sta stravolgendo in queste settimane, nella Commissione Affari Costituzionali del Senato, il Testo Unico sulla Sicurezza (decreto legislativo n. 81/2008).
Obiettivo: fare risparmiare le aziende e mandare in malora la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Prima, hanno fatto il tentativo di abolire i Rappresentanti dei Lavoratori alla Sicurezza (RLS) nelle aziende con meno di 16 addetti.
Ora, stanno rinviando di 2 anni i decreti per l'attuazione del Testo Unico.
Quali altri stravolgimenti faranno prima della approvazione definitiva?
Intanto, il bollettino di guerra (sul lavoro) dà cifre da terzo mondo: 119 morti e 119.118 infortuni tra il 1° gennaio e l'11 febbraio 2009. Numeri che dovrebbero accelerare l'approvazione dei decreti attuativi per una pronta applicazione del Testo Unico.
Invece, Governo e padroni da mesi si scagliano contro l'inasprimento delle sanzioni previste dal Testo Unico, diminuendo di circa il 17% le ispezioni nei luoghi di lavoro.
E pensare che solo un anno fa l'Inail chiedeva di raddoppiare i controlli e le ispezioni, denunciando un numero insufficiente di ispettori Asl.
Il rapporto delle ispezioni dello scorso anno evidenzia che il 61% delle aziende ispezionate è risultato irregolare e sono risultati irregolari 303.301 rapporti di lavoro, di cui il 42% totalmente in nero.
Inoltre sono stati adottati 3.978 provvedimenti di sospensione dell'attività. Troppi controlli e troppe sanzioni per il padronato italiano e il suo Governo!!!
Dopo anni di concertazione e dopo avere sottoscritto con Cisl, Uil e Ugl contratti per i dipendenti pubblici con aumenti di 40 euro al mese (meno di un terzo dell'inflazione) e un accordo sulla contrattazione, che prevede miseria salariale per il lavoro privato e il pubblico impiego e che attacca pesantemente il diritto di sciopero nella Pubblica Amministrazione, facendo intendere che sotto mira ci sono tutti i settori lavorativi, ora il Governo approva norme direttamente responsabili di morte e infortuni sul lavoro.
E' URGENTE CHE QUESTA DERIVA VENGA CONTRASTATA,
- dando vita a iniziative di protesta sul posto di lavoro (forti prese di posizione da parte di RSU e RLS, assemblee in orario di lavoro, fermate brevi ma ripetute dell'attività lavorativa);
- inserendo la questione sicurezza all'interno delle scadenze di lotta in programma per le rivendicazioni decisive in questa situazione (aumenti salariali, generalizzazione e aumento dell'indennità di cassa integrazione, rifiuto dei licenziamenti, cancellazione della vergogna dell'accordo separato del 22 gennaio tra Governo, Confindustria e Cisl, Uil, Ugl).

giovedì 5 febbraio 2009

Manca solo il coprifuoco ..... ma è solo questione di tempo

Oggi e' una giornata nera, buia, tetra. Una giornata in cui le ultime vaghe speranze di dignita', legalita', solidarieta', umanita' sono state spazzate via assieme al codice deontologico dei medici e al rispetto per la Costituzione, ricacciandoci in un sordido medio evo del terzo millennio. Il Senato ha approvato il disegno di legge sulla sicurezza che ora passa all'esame della Camera. I voti a favore sono stati 154, 114 i contrari. Fra i punti salienti ci sono la cancellazione della norma in vigore per cui il medico non doveva denunciare il migrante che si rivolge a strutture sanitarie pubbliche, l'aumento della tassa sul permesso di soggiorno che passa da 80 a 200 euro, il carcere fino a quattro anni per i clandestini che restano in Italia nonostante l'espulsione, la schedatura dei "senza dimora", la legalizzazione delle ronde padane, l'introduzione dell'Accordo di integrazione per gli immigrati, ovvero il permesso di soggiorno "a punti".

Vedi anche:
Non siamo spie - Il mondo della sanità contro la soppressione del divieto di segnalazione
Lettera aperta di Raffaella Ravinetto, Presidente di Medici Senza Frontiere Italia
Divieto di segnalazione - Siamo medici ed infermieri, non siamo spie


lunedì 2 febbraio 2009

I nostri desideri eccedono il loro “pacchetto”, la libertà è una conquista collettiva!

Info Pacchetto sicurezza: [ Leggi: Ecco cosa prevede ] [Guarda il video: L’Italia (non) è un paese razzista] [Ascolta "Delirio securitario" una trasmissione di Citizen U con il contributo della Rete Migranti] [Leggi: "Un dispositivo ottocentesco nato strutturalmente in crisi" intervista a Sandro Chignola a cura di Melting Pot] [Vai al blog della Rete No Pacchetto sicurezza ] [Leggi: "Delirio securitario e l’Uomo Tonno" Citizen U Project] [28.01.09 - Torino: Cariche della polizia contro i rifugiati davanti alla Prefettura ] [Lampedusa: tutta l’isola contro il CPT ]

Nettuno e Civitavecchia - Le pallottole e le fiamme del pacchetto sicurezza

Un poliziotto spara ed uccide un senegalese, 5 ragazzi danno alle fiamme un clochard indiano: siamo tutti più sicuri?

Il Senato è impegnato a discutere il pacchetto sicurezza: norme severe, si dice, perchè si possa vivere più tranquilli. E allora via ai criteri più restrittivi per chi chiede la cittadinanza italiana, per chi, straniero, contrae matrimonio, per chi chiede di essere iscritto all’anagrafe. E ancora: permesso di soggiorno a punti, detenzione nei cpt prolungata fino a 18 mesi, reato di ingresso e soggiorno irregolare, criteri ancor più selettivi ed illogici per chi presenta richiesta del permesso di soggiorno di lungo periodo. Si va verso una inasprimento delle pene per chi favorisce l’ingresso non autorizzato sul territorio italiano ma ovviamente non vengono minimamente sfiorate quelle per chi sfrutta, per trarne ingiusto profitto, i migranti irregolari. Nel pacchetto sicurezza, il ddl 733 che il Parlamento si appresta a votare, ce n’è anche per chi chiede di curarsi: un emendamento propone infatti di sopprimere la norma che impone il divieto di segnalazione di chi è irregolare per il personale delle strutture sanitarie.
Nessuna traccia invece di qualche riferimento agli episodi di razzismo che nel corso dell’ultimo anno si sono intensificati nel nostro paese.
Secondo una concezione pericolosamente diffusa, la sicurezza di alcuni passa attraverso la restrizione dei diritti di altri, l’intensificarsi delle tensioni sociali, l’annullamento del valore della vita.
Cosa sta avvenendo?
A Civitavecchia un poliziotto spara a brucia pelo contro un vicino di casa senegalese, infastidito dalla sua presenza e da quella di alcuni connazionali che sostavano nel giardino adiacente alla sua abitazione. Si trattava di un pericolosissimo ambulante, forse pericolosamente iscritto all’anagrafe, forse un potenziale aspirante alla cittadinanza italiana.
A Nettuno, sempre alle porte di Roma, un gruppo di ragazzi aggredisce un clochard indiano per poi cospargere il suo corpo di benzina e vederlo bruciare vivo. Fortunatamente Navtej se la caverà. Ma chissà, magari rendeva tutti noi più insicuri essendo scritto all’anagrafe o forse, prima o poi, avrebbe pericolosamente cercato di curarsi al Pronto Soccorso.
Non si è mai sicuri in questo mondo!
Quanto vale la vita di un migrante? Molto, se pensiamo al valore simbolico su cui, intorno alla figura dello straniero, del "negro", dello straccione, la politica sta costruendo il governo di questo paese. I migranti sono merce preziosa, la loro presenza serve a giustificare leggi che stanno rendendo non loro, ma tutti noi, meno liberi. I migranti sono cattivi, invadono, assaltano le nostre coste, stuprano la nostra gente, rubano il lavoro, le case ed i posti agli asili nido, spacciano e organizzano la criminalità: un governo che voglia recuperare l’autorità dello stato nazionale, messo in crisi dalla globalizzazione, non può certo fare a meno di questo nemico pubblico da agitare continuamente.
Ed intanto, nella strada, nei posti di lavoro, nei quartieri, la vita di molte e molti migranti vale zero. Sembra che ogni violenza su di loro possa trovare una giustificazione nel degrado e nelle tensioni in cui è immersa la nostra società: perchè non c’è sicurezza!
Chissà cosa ne pensa Navtej della sicurezza, chissà Chehari Behari Diouf cosa risponderebbe alla domanda, "Diouf, ti senti sicuro? Ci vorrebbe più Polizia?" se solo fosse ancora vivo, se solo propio un poliziotto non gli avesse sparato con un fucile a pompa per cancellare la sua presenza dal giardino vicino a casa. Ieri pomeriggio sia a Nettuno che a Civitavecchia ci sono state mobilitazioni dei movimenti anti-razzisti, della comunità senegalese, dei cittadini delle due località.
A nessuno è saltato in mente di chiedere leggi più severe per tutti poliziotti padri di famiglia (con precedenti per aver picchiato anche la figlia), oppure per tutti i ragazzi sotto i trent’anni figli di famiglie per bene. Non ci saranno pacchetti sicurezza contro il razzismo, neppure ci saranno nuove possibilità per i tanti Navtej che trascorrono le notti ghiacciate di queste settimane sulle panchine delle stazioni delle periferie o delle metropoli.
Intanto il pacchetto sicurezza, con tutte le difficoltà che le sue disposizioni introdurranno, continuerà nel suo iter di approvazione, senza che nessuno di noi viva con un briciolo di sicurezza in più.

Nicola Grigion, Progetto Melitng Pot Europa