tag:blogger.com,1999:blog-33323546492280643912024-02-07T14:49:03.709+01:00cobas Empoli-Valdelsainiziative e documenti
info: cobasempolivaldelsa@alice.it
C/o csa Intifada via XXV aprile 1 -Ponte A Elsa
SPORTELLO DI CONSULENZA E TUTELA LEGALEUnknownnoreply@blogger.comBlogger605125tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-39420658293192895292016-02-03T23:59:00.003+01:002016-02-04T00:22:49.040+01:00Per un nuovo PROTOCOLLO di INTESA sugli APPALTI nei SERVIZI PUBBLICIOggi abbiamo incontrato la commissione lavoro dell'Unione dei comuni
dell'empolese Valdelsa. Abbiamo illustrato la proposta di un nuovo
protocollo di intesa sugli APPALTI nei SERVIZI PUBBLICI, fermo restando
che la nostra posizione è sempre stata quella di porre fine ai processi
di esternalizzazione con una analisi reale dei costi e benefici avviando
al contempo percorsi di re-internalizzazione dei servizi e del
relativo personale.<br />
Non ci aiuta <b>l'assenza di regole in materia di contratti di lavoro</b>,
anzi la possibilità di applicare contratti di peggiore favore per i\le
dipendenti, contratti di riferimento per alcune aziende\cooperative
operanti in un determinato settore che vanno ad annullare alcune
conquiste storiche del movimento operaio.<br />
Emblematico è il caso dei
contratti delle cooperative sociali e del multiservizi applicati
nell'ambito dell'igiene ambientale al posto di quelli tradizionalmente
utilizzati per l'igiene pubblica e privata, ossia il Federambiente e il
Fise.<br />
L'applicazione dei contratti piu' sfavorevoli rappresenta un
danno economico per la forza lavoro e una delle cause degli appalti al
ribasso alimentando circoli viziosi nell'affidamento di lavori,
servizi e forniture. Alcuni contratti nazionali sono stati
appositamente ideati per favorire i processi di esternalizzazione a
basso costo con l'inevitabile consenso dei sindacati firmatari.<br />
Alla luce di queste considerazioni, fermo restando l' assenza di una
normativa di riferimento a tutela del potere di acquisto e di
contrattazione, in presenza di continue deroghe ai contratti nazionali,
in assenza di una contrattazione di secondo livello in gran parte delle
aziende vincitrici di appalti pubblici, avanziamo le proposte di seguito
elencate, a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici. <br />
•
<span style="font-size: large;"><b>Garantire chiarezza e trasparenza</b></span> nei procedimenti di affidamento di
lavori, servizi e forniture per tutelare anche la qualità dei servizi
erogati.<br />
• Non basarsi nella aggiudicazione di un appalto sulla
cosiddetta<span style="font-size: small;"><b> <span style="font-size: large;">offerta economicamente più vantaggiosa. L'offerta tecnica</span></b></span>, da
valutare con elevato punteggio, deve includere una adeguata
percentuale di contratti a tempo indeterminato e full time, le
qualifiche del personale impiegato, i costi e gli impegni relativi alla
salute e sicurezza sul lavoro, la tutela ambientale, la disponibilità
all’inserimento di personale in condizioni di svantaggio (qualora
compatibile con il lavoro e/o il servizio oggetto dell’appalto),
l’impiego di strumenti volti a contrastare il lavoro irregolare;
l’organizzazione del lavoro e del servizio, le tecnologie impiegate e il
tempo di esecuzione del lavoro e/o del servizio.<br />
• <span style="font-size: large;"><b>Iscrizione
nella White list</b></span> (elenchi in Prefettura dove sono inserite, divise per
settore, le imprese escluse da tentativi di infiltrazione mafiosa); da
richiedere per tutti i settori e non solo per quelli più a rischio. Non
ci facciamo troppe illusione su questo strumento come del resto sullo
stesso «rating di legalità», una sorta di “bollino” introdotto dal
Parlamento alla fine del 2012 per certificare l’affidabilità operativa
di un’impresa sulla base di precisi parametri giuridici . La legalità
sbandierata non è sempre sinonimo della legalità stessa come dimostra la
presenza di alcune cooperative protagoniste di Mafia Capitale nelle
stesse liste ministeriali. I requisiti giuridici alla base del rating
sono inadeguati sia per affermare principi e pratiche di trasparenza e
legalità sia per rappresentare una pratica reale di sviluppo. Di ben
altro avrebbe bisogno il terzo settore e il mondo cooperativo che ormai
si poggiano sempre piu' sul lavoro volontario e sulla precarietà
assoluta.<br />
<span style="font-size: large;">• <span style="font-size: xx-small;"><b>Rating di legalità</b></span></span><span style="font-size: large;"> </span>(rilasciato dall’ AGCM alle
imprese con fatturato superiore ai 2 milioni di euro) per principi etici
nei comportamenti aziendali (richiedere estensione a tutte le aziende)
come premiante nell'offerta tecnica; elenco di imprese che operano nel
rispetto della legalità quale correttezza
retributiva-contributiva-fiscale, rispetto delle norme che tutelano la
sicurezza dei lavoratori, tutela dell'ambiente. Sia motivo di esclusione
dalle gare o recessione dall'appalto il mancato rispetto della
legalità intesa come tutela e salvaguardia dell'ambiente, dei lavoratori
e della loro equa retribuzione.<br />
In tal senso:<br />
- Impegno da
parte dell’Amministrazione ad acquisire informazioni attraverso le
banche dati dell’Autorità nazionale anticorruzione e del Ministero degli
Interni sulle imprese partecipanti ai bandi circa la verifica
dell’affidabilità economica, il rispetto di tutte le norme sull'ambiente
e sulle tutele relative alla sicurezza sul lavoro, sui comportamenti e
la reputazione delle stesse aziende e dei loro dirigenti anche sul piano
professionale ed etico.<br />
Inasprire la lotta alla corruzione a
salvaguardia dei principi di legalità e di concorrenza inserendo nei
documenti di gara - quale fattore premiante nei confronti dell’impresa-
il possesso del Rating di Legalità.<br />
Detto ciò ricordiamo che il
possesso del rating è condizione essenziale per accedere al credito
bancario e al finanziamento della pubblica amministrazione come sancito
dal decreto interministeriale n.57 del 2014, un decreto che con lo
scandalo di Mafia capitale ha dimostrato limiti e inadeguatezze che il
Governo ad oggi non ha minimamente affrontato e men che mai rimosso. Lo
stesso sistema di premialità delle imprese esclude le questioni
dirimenti come il rispetto dei diritti della forza lavoro.<br />
<span style="font-size: large;">• <span style="font-size: xx-small;"><b>Clausola sociale di salvaguardia</b></span></span> <br />
<b>L</b>a clausola sociale rinvia al contratto nazionale di riferimento e
spesso non rappresenta una adeguata tutela atta alla riassunzione senza
perdita di ore e di salario. <br />
Le clausole sociali presenti in
numerosi contratti non consentono ai lavoratori e alle lavoratrici - nei
cambi di appalto- di sfuggire dalla applicazione del contratto a tutele
crescenti previsto dai decreti attuativi del Jobs Act . Non esistono
tutele reali a salvaguardia dei contratti di riferimento, a tutela delle
ore contrattuali (spesso i contratti dominanti sono part time) e degli
stessi posti di lavoro. La stessa natura dell’appalto può essere
suscettibile di qualche modifica e l’organizzazione di impresa della
azienda o cooperativa subentrante potrebbe essere tale da rivedere non
solo la natura degli appalti ma anche gli stessi contratti in essere.<br />
Il contratto di appalto dovrà essere scritto in modo tale da evitare
interpretazioni univoche e restrittive da parte del vincitore,
vincolarlo il più possibile al rispetto di procedure, servizi per i
quali personale qualificato e già operante diventi in qualche modo
indispensabile.<br />
Quanto poi alle cooperative, tenute ad assumere una
certa quota (almeno il 30% ) di personale tra le figure svantaggiate, si
chiede alla stazione appaltante, privata o pubblica che sia, di
inserire nel bando la clausola sociale a salvaguardia di queste figure
svantaggiate <br />
Ciò non mette al riparo da eventuali cambiamenti
organizzativi che possano anche determinare un appalto al ribasso con
perdita di ore ma sicuramente non ci sono gli estremi per giudicare
turbativa o illegale una clausola sociale più ampia che preveda la
conservazione del posto fin dalla scrittura del bando. Detto ciò non
esiste alcun obbligo di assunzione di tutto il personale,
l'aggiudicatario dell'appalto può accampare la motivazione della diversa
organizzazione del lavoro risparmiando su qualche assunzione o
diminuendo il monte ore di alcuni\e lavoratori\trici.<br />
Spetti quindi
all'appaltante il compito di verificare se sussistono le condizioni per
non riassorbire la totalità del personale, insomma l'ente pubblico dovrà
verificare in cosa consista l'effettivo mutamento tecnico ed
organizzativo e eventualmente disconoscerlo, il che lo impegna ad un
ruolo attivo e non solo di mero spettatore.<br />
In tutti i casi esista
l'obbligo a convocare la RSU o le RSA (firmatarie o non del contratto
nazionale) durante il cambio di appalto e avviare una trattativa.<br />
<i><b>Chiediamo l’ inserimento nei bandi di gara, tra le condizioni di
esecuzione dell’appalto, di una clausola sociale che, ai sensi dell’art.
69 D.lgs 163/2006, imponga all'affidatario di assorbire ed utilizzare,
prioritariamente, gli stessi addetti che operavano alle dipendenze del
precedente appaltatore.</b></i> Una simile clausola all’interno del bando non è
in contrasto con i principi di cui all’art. 2 Codice appalti, primi tra
tutti quello di libera concorrenza e di libera iniziativa economica dato
che l'utilizzo della formula "prioritariamente", appare implicitamente
contemperare tale obbligo a condizione che il numero dei lavoratori e la
loro qualifica siano armonizzabili con l'organizzazione d'impresa
dell’impresa aggiudicataria e con le esigenze tecnico-organizzative e di
manodopera previste. In tal caso, laddove poi l’impresa subentrante non
mantenga il livello occupazionale, la stazione appaltante dovrà
verificare l'effettivo comportamento della azienda e la impossibilità di
confermare alle medesime condizioni tutto il personale. Chiediamo che
la stazione appaltante si attivi per verificare l'effettivo mutamento
tecnico ed organizzativo invocato dall’appaltatore al fine di non
riassorbire l’intero personale.<br />
- <span style="font-size: large;"><b>Riconoscimento di fattori premianti per le imprese che garantiscono ai lavoratori presenti sull’appalto</b></span><span style="font-size: large;">:</span><br />
. il mantenimento dell’occupazione anche in mancanza della clausola di salvaguardia nel CCNL applicato<br />
. un trattamento economico non inferiore a quello percepito in
precedenza, compatibilmente con le condizioni economiche della gara di
appalto, ivi compresi gli eventuali scatti di anzianità maturati e gli
eventuali trattamenti integrativi salariali comunque denominati; la
presenza di contratti di secondo livello<br />
- <span style="font-size: large;"><b>Riconoscimento di fattori
premianti per le imprese con CCNL che preveda espressamente la
clausola di salvaguardia in ipotesi di cambio di appalto</b></span><span style="font-size: large;"> </span>e, a parità di
presenza della clausola di salvaguardia, che preveda delle tabelle
retributive più favorevoli per i lavoratori.<br />
- <span style="font-size: large;"><b>Riconoscimento di
fattori premianti per le imprese che si impegnano a convocare le RSA o
le RSU</b></span> al momento del passaggio al nuovo appaltatore, dando vita a
procedure a salvaguardia dei livelli occupazionali anche attraverso
specifiche intese.<br />
-<span style="font-size: large;"> <span style="font-size: x-small;"><b>Inserimento nei bandi di gara di clausole
che favoriscano l'inserimento lavorativo delle categorie protette e dei
soggetti svantaggiati</b></span></span>, tranne nei casi ove sia chiaramente incompatibile
con la natura del lavoro o del servizio.<br />
•<span style="font-size: large;"> <span style="font-size: x-small;"><b>Tempi medi durata appalto</b></span></span>: stabilire una durata di almeno 4 anni.<br />
•<span style="font-size: small;"><b> <span style="font-size: large;">Incentivare la partecipazione delle piccole e medie imprese e loro
consorzi</span> </b></span>alle gare di appalto, attraverso l’adozione della politica dei
lotti funzionali autonomi in quanto compatibili con l’obiettivo della
gara; In tal senso:<br />
- Favorire, in coerenza con le direttive
europee e salvaguardando il principio della libera concorrenza, le
imprese di piccole e medie dimensioni ed i loro consorzi residenti nel
territorio mediante la suddivisione, ove possibile, degli appalti in
lotti funzionali. Le stesse imprese locali debbono comunque offrire
garanzie ben precise a tutela della loro forza lavoro. In numerose
province è proprio l'impresa locale a violare i principi basilari della
correttezza, buona fede, legalità e trasparenza, quindi il rispetto
(certificato e appurato da organismi di controllo) delle normative in
materia di appalti, ambiente, lavoro rappresenti una condizione
imprescindibile.<br />
•<span style="font-size: large;"> <span style="font-size: x-small;"><b>Aumentare le verifiche da parte dell'Ente
sugli appalti in corso</b></span></span>: i dipendenti siano realmente formati in materia
di sicurezza, nel rispetto del contratto nazionale e per scongiurare il
ricorso ai demansionamenti, siano pagati gli stipendi con regolarità e
non si faccia sistematico ricorso al lavoro supplementare a tutela di un
organico stabile.<br />
<span style="font-size: large;">•<span style="font-size: x-small;"><b> Prevedere un sistema sanzionatorio efficace</b></span></span>
finalizzato alla effettiva previsione di clausole risolutive e penali
da applicarsi durante lo svolgimento dell’appalto, nonché la
penalizzazione delle imprese che abbiano eseguito con negligenza
precedenti appalti commissionati dall’Amministrazione o che non abbiano
rispettato la normativa in materia di sicurezza sul lavoro.<br />
<span style="font-size: large;">• <span style="font-size: x-small;"><b>Garantire tempi certi</b></span> </span>e velocizzare tempi delle procedure delle gare. In tal senso:<br />
- <i><b>da parte dell’impresa appaltatrice</b></i>, impegno a rispettare i tempi
previsti nella fase di esecuzione del contratto, rispetto garantito
altresì da elementi penalizzanti;<br />
- <i><b>da parte della stazione
appaltante</b></i>, impegno a garantire il rispetto dei tempi di pagamento
previsti dalle disposizioni legislative.<br />
<div class="clearfix _5ybo _2zfm _5yhh">
<div class="_1rzm rfloat _ohf">
<span id="u_0_12"><br /></span></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-21545633075259831932015-06-11T23:10:00.003+02:002015-06-11T23:10:44.259+02:0025 anni di lotte non si cancellano. Sabato 13, ore 9, a Empoli presidio di solidarietà con i lavoratori ATI davanti alla sede di PubliambienteI Cobas Empoli-valdelsa, in relazione a quanto sta accadendo rispetto
alla gara di appalto per l’ affidamento di una parte del servizio porta
a porta nei comuni di Castelfiorentino, Certaldo, Montaione e Gambassi
Terme, convocano per sabato 13 giugno ore 9 davanti la sede di
Publiambiente in via Garigliano a Empoli un presidio/conferenza stampa
di tutti/e i lavoratori e le lavoratrici che stanno e che hanno svolto
il servizio in questi anni. La novità è che dopo riammissione, di una
delle concorrenti, precedentemente esclusa (
http://www.gonews.it/2015/05/15/stop-alla-gara-per-la-cooperativa-ati-i-cobas-non-ci-si-puo-basare-solo-sul-criterio-del-massimo-ribasso/
), mercoledì 3 giugno Publiambiente ha aperto la parte economica
constatando che il ribasso maggiore (di poco più di un solo punto
percentuale) non è quello dell’ Associazione Temporanea d’Impresa
composta da Società cooperativa ATI e cooperativa sociale OROZZONTI.
Come Cobas diciamo da anni che il sistema delle gare d’ appalto deve
essere rivisto, come le cronache di questi giorni stanno ampiamente
dimostrando. Il risultato referendario del 2011 (di cui in questi giorni
ricorre l’ anniversario) è tradito e calpestato. Il dato di fatto è che
anche nei nostri territori si distruggono realtà sane mettendo nell’
incertezza per il proprio futuro decine di lavoratori e lavoratrici
nella totale apatia e indifferenza della politica.<br />
Per esplicitare tutto ciò l’ invito è per sabato mattina,<br />
<br />
Cobas ATI, Cobas Empoli-valdelsa aderenti alla Confederazione Cobas del lavoro privatoUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-1673952121726769752015-05-28T07:38:00.001+02:002015-05-28T07:38:07.741+02:00Basta gare al ribassoI lavoratori della cooperativa ATI si sono riuniti in assemblea
mercoledì 13 maggio nella sede di Castelfiorentino preoccupati per lo
stop, deciso dal Tar della Toscana, alla gara per la raccolta dei
rifiuti in quattro comuni (Castelfiorentino, Certaldo, Montaione e
Gambassi Terme). La sospensione della gara arriva dopo il ricorso di una
delle ditte concorrenti, con sede legale a Salerno, esclusa per
mancanza delle credenziali minime, nello specifico i requisiti di
capacità tecnica e finanziaria, come riportano alcuni organi di stampa
locali. La gara era stata affidata alla Società cooperativa ATI in
associazione temporanea di impresa con la cooperativa sociale Orizzonti
che, grazie ad un ribasso maggiore, l’ hanno spuntata su una terza
concorrente. Ovviamente nessuno mette in discussione la legittimità del
ricorso e tutti siamo fiduciosi sulla sentenza emessa dal Tar regionale
il 23 settembre dopo l’ udienza di merito. Certo è che le lavoratrici ed
i lavoratori delle cooperative di servizi in appalto non hanno un
attimo di pace, grave sarebbe se, sulla loro pelle, l’intento non fosse
altro che quello di mirare ad un improbabile risarcimento danni. Non è
neanche difficile ipotizzare che chi ne farà le spese saranno l’ utenza
del territorio ed i lavoratori stessi. La cooperativa ATI applica ai
propri operatori il CCNL dell’ Igiene Ambientale privata FISE in cui l’
art. 6 e 8 garantiscono la clausola sociale che impone, in caso di
cambio appalto, l’ assunzione del personale che veniva impiegato per lo
stesso servizio dalla ditta uscente. Il problema è che con l’ entrata in
vigore a marzo della riforma del lavoro denominata Jobs Act è ancora
tutto da decifrare il diritto all’inquadramento, pur riconoscendo l’
anzianità di servizio, prevederebbe l’ applicazione del famigerato
contratto a tutele crescenti come fossero nuove assunzioni con una
perdita sostanziale dei diritti. Riteniamo quindi legittime e fondate le
preoccupazioni che tolgono il sonno a chi il servizio lo svolge da
anni. Diciamo da tempo che l’ affidamento di una gara non può basarsi
solo sul massimo ribasso, deve essere selezionata l’ offerta
economicamente più vantaggiosa tenendo conto dei valori di costo del
lavoro e considerando anche fattori quali la conoscenza del territorio e
l’ esperienza nello svolgere lo specifico, non essendo di fronte a
servizi affidati per la prima volta, se si vuole garantire la continuità
della qualità del servizio dimostrata dalla professionalità maturata in
tutti questi anni. <br />
Cobas ATI<div style="left: -99999px; position: absolute;">
I lavoratori della
cooperativa ATI si sono riuniti in assemblea mercoledì 13 maggio nella
sede di Castelfiorentino preoccupati per lo stop, deciso dal Tar della
Toscana, alla gara per la raccolta dei rifiuti in quattro comuni
(Castelfiorentino, Certaldo, Montaione e Gambassi Terme). La sospensione
della gara arriva dopo il ricorso di una delle ditte concorrenti, con
sede legale a Salerno, esclusa per mancanza delle credenziali minime,
nello specifico i requisiti di capacità tecnica e finanziaria, come
riportano alcuni organi di stampa locali. La gara era stata affidata
alla Società cooperativa ATI in associazione temporanea di impresa con
la cooperativa sociale Orizzonti che, grazie ad un ribasso maggiore, l’
hanno spuntata su una terza concorrente.
Ovviamente nessuno mette in discussione la legittimità del ricorso e
tutti siamo fiduciosi sulla sentenza emessa dal Tar regionale il 23
settembre dopo l’ udienza di merito. Certo è che le lavoratrici ed i
lavoratori delle cooperative di servizi in appalto non hanno un attimo
di pace, grave sarebbe se, sulla loro pelle, l’intento non fosse altro
che quello di mirare ad un improbabile risarcimento danni. Non è neanche
difficile ipotizzare che chi ne farà le spese saranno l’ utenza del
territorio ed i lavoratori stessi. La cooperativa ATI applica ai propri
operatori il CCNL dell’ Igiene Ambientale privata FISE in cui l’ art. 6 e
8 garantiscono la clausola sociale che impone, in caso di cambio
appalto, l’ assunzione del personale che veniva impiegato per lo stesso
servizio dalla ditta uscente.
Il problema è che con l’ entrata in vigore a marzo della riforma del
lavoro denominata Jobs Act è ancora tutto da decifrare il diritto
all’inquadramento, pur riconoscendo l’ anzianità di servizio,
prevederebbe l’ applicazione del famigerato contratto a tutele crescenti
come fossero nuove assunzioni con una perdita sostanziale dei diritti.
Riteniamo quindi legittime e fondate le preoccupazioni che tolgono il
sonno a chi il servizio lo svolge da anni. Diciamo da tempo che l’
affidamento di una gara non può basarsi solo sul massimo ribasso, deve
essere selezionata l’ offerta economicamente più vantaggiosa tenendo
conto dei valori di costo del lavoro e considerando anche fattori quali
la conoscenza del territorio e l’ esperienza nello svolgere lo
specifico, non essendo di fronte a servizi affidati per la prima volta,
se si vuole garantire la continuità della qualità del servizio
dimostrata dalla professionalità maturata in tutti questi anni.
Cobas ATI<br /><br /> Leggi questo articolo su: <a href="http://www.gonews.it/2015/05/15/stop-alla-gara-per-la-cooperativa-ati-i-cobas-non-ci-si-puo-basare-solo-sul-criterio-del-massimo-ribasso/">http://www.gonews.it/2015/05/15/stop-alla-gara-per-la-cooperativa-ati-i-cobas-non-ci-si-puo-basare-solo-sul-criterio-del-massimo-ribasso/</a><br />Copyright © gonews.it</div>
<div style="left: -99999px; position: absolute;">
I lavoratori della
cooperativa ATI si sono riuniti in assemblea mercoledì 13 maggio nella
sede di Castelfiorentino preoccupati per lo stop, deciso dal Tar della
Toscana, alla gara per la raccolta dei rifiuti in quattro comuni
(Castelfiorentino, Certaldo, Montaione e Gambassi Terme). La sospensione
della gara arriva dopo il ricorso di una delle ditte concorrenti, con
sede legale a Salerno, esclusa per mancanza delle credenziali minime,
nello specifico i requisiti di capacità tecnica e finanziaria, come
riportano alcuni organi di stampa locali. La gara era stata affidata
alla Società cooperativa ATI in associazione temporanea di impresa con
la cooperativa sociale Orizzonti che, grazie ad un ribasso maggiore, l’
hanno spuntata su una terza concorrente.
Ovviamente nessuno mette in discussione la legittimità del ricorso e
tutti siamo fiduciosi sulla sentenza emessa dal Tar regionale il 23
settembre dopo l’ udienza di merito. Certo è che le lavoratrici ed i
lavoratori delle cooperative di servizi in appalto non hanno un attimo
di pace, grave sarebbe se, sulla loro pelle, l’intento non fosse altro
che quello di mirare ad un improbabile risarcimento danni. Non è neanche
difficile ipotizzare che chi ne farà le spese saranno l’ utenza del
territorio ed i lavoratori stessi. La cooperativa ATI applica ai propri
operatori il CCNL dell’ Igiene Ambientale privata FISE in cui l’ art. 6 e
8 garantiscono la clausola sociale che impone, in caso di cambio
appalto, l’ assunzione del personale che veniva impiegato per lo stesso
servizio dalla ditta uscente.
Il problema è che con l’ entrata in vigore a marzo della riforma del
lavoro denominata Jobs Act è ancora tutto da decifrare il diritto
all’inquadramento, pur riconoscendo l’ anzianità di servizio,
prevederebbe l’ applicazione del famigerato contratto a tutele crescenti
come fossero nuove assunzioni con una perdita sostanziale dei diritti.
Riteniamo quindi legittime e fondate le preoccupazioni che tolgono il
sonno a chi il servizio lo svolge da anni. Diciamo da tempo che l’
affidamento di una gara non può basarsi solo sul massimo ribasso, deve
essere selezionata l’ offerta economicamente più vantaggiosa tenendo
conto dei valori di costo del lavoro e considerando anche fattori quali
la conoscenza del territorio e l’ esperienza nello svolgere lo
specifico, non essendo di fronte a servizi affidati per la prima volta,
se si vuole garantire la continuità della qualità del servizio
dimostrata dalla professionalità maturata in tutti questi anni.
Cobas ATI aderente alla Confederazione Cobas del lavoro privato<br /><br /> Leggi questo articolo su: <a href="http://www.gonews.it/2015/05/15/stop-alla-gara-per-la-cooperativa-ati-i-cobas-non-ci-si-puo-basare-solo-sul-criterio-del-massimo-ribasso/">http://www.gonews.it/2015/05/15/stop-alla-gara-per-la-cooperativa-ati-i-cobas-non-ci-si-puo-basare-solo-sul-criterio-del-massimo-ribasso/</a><br />Copyright © gonews.it</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-59682362307561206642015-03-26T07:31:00.001+01:002015-03-26T07:43:59.701+01:00PIATTAFORMA RIVENDICATIVA CCNL SERVIZI AMBIENTALI.<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
PREMESSA:
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Il rinnovo del CCNL
dell'Igiene Ambientale Pubblica e Privata, avviene in momento storico
dove il potere di acquisto e
normativo dei diritti dei lavoratori è molto compromesso ed
arretrato. La concertazione dei
sindacati confederali ha contribuito alla perdita progressiva dei
nostri diritti, basti pensare all'innalzamento dell'età pensionabile e alle leggi sulla
rappresentanza nei luoghi di lavoro.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Con l'approvazione
del Jobs Act in vigore dal 7 marzo, la nostra categoria subirà degli
arretramenti come la questione
del demansionamento, dove il cambio di appalto o affidamento diretto
per gara avviene su tutto il
territorio nazionale.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
La controparte
vorrebbe liberarsi da un contratto nazionale che regola da nord a sud
del nostro Paese, la vita lavorativa di tutti/e gli/le addetti/e
dell'igiene ambientale: il grande sogno che si cela, è quello di avere
aziende sotto forma di “holding pubbliche” che gestiscono servizi
e poi li affidano a questa o quella
cooperativa, arrivando così a smantellare la figura dell'operatore
ecologico ormai molto compromessa.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
E' nostra
intenzione, dove siamo presenti, proporre a tutti gli addetti
dell'igiene ambientale una piattaforma
rivendicativa contrattuale minima, da discutere e decidere nelle
assemblee.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
PIATTAFORMA
RIVENDICATIVA CCNL SERVIZI AMBIENTALI.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Il Cobas Igiene
Ambientale sia del settore pubblico (FEDERAMBIENTE) che privato
(FISE) chiede che, come da
dichiarazione programmatica per lo sviluppo del settore dei servizi
ambientali dei firmatari del
CCNL FISE (marzo 2012), sia concretizzato il loro impegno nella
realizzazione di un CCNL unico di
settore.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Si chiede inoltre
che, a salvaguardia della sicurezza e della salute delle lavoratrici
e dei lavoratori del settore ma anche
della qualità del servizio stesso sia posto un limite alle troppe
esternalizzazioni, siano avviati processi di re-internalizzazione dei
servizi e del personale mantenendo e
rispettando le garanzie dell’ ART. 6 e 8 (clausola sociale) dell’
Igiene Ambientale sia FISE che
FEDERAMBIENTE.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Laddove il servizio
sia esternalizzato si chiede che:
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Nell’ affidamento
o nel bando di gara stesso sia specificata l’ applicazione del CCNL
dei servizi ambientali
di settore con l’ obbligo di assicurare ai propri dipendenti il
trattamento economico e
normativo previsto. Non è più tollerabile il ricorso a CCNL come quello del commercio o
multiservizi per mansioni specifiche dell’ igiene ambientale e
vedere, anche negli stessi
territori, applicare più contratti a seconda della spartizione dello
stesso servizio in più ditte.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Sia garantito, in
relazione alla scadenza del contratto di appalto, il
passaggio
dello
specifico personale addetto dell’ impresa cessante a quella
subentrante sempre e comunque.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Punto questo
vincolante per aggiudicarsi la gara stessa.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Sia selezionata l’
offerta economicamente più vantaggiosa e non al massimo ribasso
considerando anche fattori quali conoscenza del territorio,
esperienza nello svolgere il
servizio specifico e valutando la
congruità delle offerte tenendo conto dei valori di costo del
lavoro.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Non sia permessa la possibilità
del sub-appalto e/o affidamento del servizio ad altra ditta o
cooperativa.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Non sia permesso
andare in deroga al CCNL!
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
TEMPO VESTIZIONE
DPI:
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
La Corte di
Cassazione, con sentenza n. 2837 del 7 febbraio 2014 ha ribadito “in
relazione alla regola fissata dal
R.D.L. 5 marzo 1923 n. 692 art. 3
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Fonte: Cassazione:
al tempo impiegato dal lavoratore per indossare gli abiti da lavoro
deve corrispondere una
retribuzione aggiuntiva. WWW. Studio Cataldi.it
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Pertanto, chiediamo
che: Il tempo previsto
per la vestizione debba essere riconosciuto e retribuito a tutti
gli/le operatori/trici e che venga scorporato
dalle altre operazioni accessorie (vedi doccia, etc). Il vestiario
rientra nella
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
categoria dei DPI ed
indossarlo è un obbligo di legge (art. 64, punto 3, comma 5 CCNL):
“gli oggetti vestiario
devono essere indossati dal personale obbligatoriamente ed
esclusivamente durante il servizio”.
L’indosso del DPI, pertanto, fa parte di quelle azioni quotidiane
che il/la
lavoratore/trice svolge in servizio nell’ambito dei suoi
doveri lavorativi. È necessario, quindi, rivedere l’art. 17
CCNL, il quale afferma in buona sostanza che: “la riduzione
dell’orario di lavoro a 36 ore disposta
dall’art. 24 del CCNL 19 Giugno 1987, è stata attuata con
riferimento al c.d. “tempo tuta”,
con il chiaro intento di ricomprendere nei confronti del personale
dipendente interessato i tempi
necessari alla vestizione, etc. In tale prospettiva,
il tempo di lavoro effettivo è stato ridotto, mantenendo inalterata
la retribuzione, con effetto, quindi,
compensativo dei tempi necessari a svolgere tutte le operazioni
accessorie, di cui all’art. 17
suddetto”.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
PER QUANTO RIGUARDA
LA SALUTE E LA SICUREZZA:
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
le Parti si dotino
di tutti gli strumenti necessari, affinché vengano poste in essere
tutte quelle
vere forme di tutela e di controllo per il rispetto
delle normative in materia di sicurezza.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Spesse volte nelle
varie aziende del settore, dove gli aspetti critici e vertenziali
sono
molteplici, il numero dei RLSSA non sono sufficienti a
monitorare tutte le situazioni di
rischio (1 ogni 200 lavoratori!),
in quanto le unità produttive hanno peculiarità molto
differenti
tra loro: dal comparto impianti e discariche, al comparto autisti
automezzi; dalle
officine a quello dello spazzamento, fino arrivare
al personale impiegatizio degli uffici.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Quindi:
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
siano istituite più
figure RLSSA nella misura di: almeno uno (1) RLSSA per ogni due
unità
produttive, ove l’azienda sia divisa in unità produttive.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Siano redatti DVR
(Documenti Valutazione Rischio) in maniera dettagliata e specifica
ai
luoghi di lavoro, che individuino ogni minimo rischio potenziale
presente in ogni singola
unità produttiva, considerato che sul
contenuto di tali documenti verrà redatto poi il
protocollo
sanitario per le visite mediche a cui i lavoratori saranno
sottoposti.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Sia riconosciuta la
nostra categoria come categoria soggetta a lavoro usurante.
Nell’ambito
del porta a porta, per esempio, l’operatore unico è
costretto per la raccolta del differenziato,
ad un continuo sali e
scendi dal mezzo causa il mancato adeguamento meccanizzato dei
mezzi. Tale situazione sta causando tra gli addetti al servizio un
innalzamento della
percentuale di patologie lombo scheletriche.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Nell’ambito degli
impianti, invece, si registrano casi sempre più frequenti di
operatori
affetti da patologie tumorali sia all’apparato
respiratorio che a quello gastrico.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
PER QUANTO RIGUARDA
LA DINAMICA SALARIALE:
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
In 25 anni i redditi
da capitale sono cresciuti del 90%, i profitti sono aumentati del
76%, mentre i salari sono fermi da
20 anni a questa parte.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Anzi se calcoliamo
il potere di acquisto siamo andati decisamente indietro, infatti solo
dal 2000 al 2010, le buste paga
hanno perso oltre cinquemila euro in termini di potere di acquisto:
3400 euro per la inflazione a
cui aggiungere i circa 2.000 euro in meno derivanti dalla mancata
restituzione del fiscal drag
(aumento della pressione fiscale originato dalla espansione
inflazionistica dei redditi in presenza di
aliquote fiscali crescenti).
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Quanto abbiamo
perduto allora? nel settore privato, dove i contratti nazionali sono
stati siglati con aumenti al di sotto
del potere di acquisto, abbiamo perso circa 5500 euro, secondo dati
più o meno riconosciuti dai
sindacati (cgil uil ) e da vari studi statistici.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Nel settore
dell'igiene ambientale abbiamo poi molteplici contratti che tendono a
uniformare verso il basso il costo
medio di un lavoratore, soprattutto nei cambi di appalto prendendo ad
esempio e riferimento il ccnl
multi servizi.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Il rinnovo dei
contratti nazionali è avvenuto prima con la inflazione programmata,
poi con codici e sistemi di calcolo
ancora più sfavorevoli, in questo modo, grazie alle intese nazionali
sottoscritte da Cgil, Cisl e Uil, ci
ritroviamo con salari che hanno perso potere di acquisto e contratti
svuotati di
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
tutele e diritti
collettivi ed individuali. Il resto lo faranno i decreti attuativi
del jobs act che nei cambi di appalto
applicheranno la libertà di licenziamento a tutti.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Per quanto riguarda
l' EGR, ossia l’elemento di garanzia retributiva, riteniamo
vergognoso il suo ammontare annuale su
dato base mensile (€ 10,33), soprattutto se considerato come
premio produzione, inoltre
è inaccettabile se vincolato alle assenze per malattia (12 giorni o
4 certificati in un anno).
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Pertanto,
considerato che il trattamento economico è relativo al costo della
vita del vecchio contratto del
30/04/2003 e, che quest’ultimo non si è poi discostato di molto
dal precedente del 31/10/1995,
chiediamo un adeguato riallineamento della retribuzione della base
parametrale all’attuale costo
della vita.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
CONTRATTAZIONE DI
SECONDO LIVELLO:
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Molte aziende
dell'igiene ambientale sono società in house o partecipate dagli
Enti locali, in futuro non sarà più così
, stiamo andando verso la costituzione di società regionali o inter
provinciali con migliaia di addetti
e allo stato attuale registriamo che c’è la tendenza a costruire
dei piani aziendali su basi inaccettabili per dividere i lavoratori.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
La nostra proposta è
destinare una quota del premio che va dal 60 al 70% del totale
uguale
per tutti, lasciando la restante parte da dividere su alcuni
criteri condivisi basati sulla
presenza; sulla disponibilità a
svolgere più turni e mansioni; sugli effettivi carichi di lavoro.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Le aziende vogliono
invece distribuire i premi su altre basi, per esempio penalizzando:
le assenze anche per infortunio e grave malattia senza le necessarie
differenziazioni;
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
i lavoratori
protagonisti, loro malgrado e non, di sinistri, insistendo su
coefficienti che alla
fine penalizzano molti lavoratori, una sorta
di performance discriminante da applicare in
ambito privato.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
CONCLUSIONI:
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Il contenuto
politico del presente documento, sono le linee guida di
rivendicazione per il rinnovo del CCNL di settore
di cui il Cobas dell’Igiene Ambientale ha voluto dotarsi.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
La funzionalità di
tale documento, pertanto, è da intendersi non esaustiva delle
criticità e delle vertenze
riscontrabili nei singoli luoghi di lavoro, ma propedeutica
all’apertura di dibattiti e discussioni tra gli
interessati, rimanendo aperto ad ogni qualsivoglia modica od
integrazione che
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
nelle prossime
settimane le assemblee dei lavoratori decideranno assumere.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
COBAS IGIENE
AMBIENTALE
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Roma, 14 marzo 2015.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-57587096569520446212014-11-13T13:54:00.003+01:002014-11-13T13:54:54.306+01:00Anacronistica la proposta di senso civico di ritorno al cassonettoCi sorprende la raccolta firme proposta da Senso Civico a Fucecchio per
il ritorno al cassonetto come metodo per la raccolta dei rifiuti solidi
urbani, la giudichiamo del tutto anacronistica. E’evidente che sul porta
a porta siano stati fatti notevoli investimenti; La dotazione dei
contenitori per tutti gli utenti (domestici e non), i tag ai bidoncini, i
mezzi per effettuare la raccolta (è stato sostituito totalmente il
parco macchine), smantellate le postazioni dei cassonetti, istituite
numerose isole ecologiche ecc. Soprattutto sono stati assunti decine di
operatori, si pensa di rottamarli come i vecchi cassonetti? Il porta a
porta, oltre ad avere il pregio di aver fatto crescere l’occupazione,
probabilmente di questi tempi unico settore in tutto il comprensorio, ha
anche portato, grazie soprattutto all’impegno e al senso civico dei
cittadini, le percentuali di raccolta differenziata oltre il 90%. Questo
ha permesso di abbassare i costi di smaltimento, si perché portare
indifferenziato in discarica costa, ha allungato la vita alla discarica
di Montespertoli e scongiurato un impianto di incenerimento dannoso per
la salute pubblica. Il ritorno al cassonetto comporterebbe anche quello a
percentuali di differenziato al di sotto del 50% e quindi i promotori
dell’iniziativa farebbero bene ad indicarci anche dove ritengono sia
opportuno installare il nuovo impianto, nulla vieta sia proprio nel
comune di Fucecchio! Siamo sicuri della relazione tra porta a porta e
abbandoni? Facciamo notare che è cambiata la tariffazione, non è più
puntuale, non si pagano più i singoli svuotamenti come era previsto
quando il servizio è partito in molti comuni, siamo tornati a vecchi
parametri come la metratura dell’immobile. In molti casi è previsto uno
sconto se si resta in un certo numero di svuotamenti di indifferenziato,
proprio per incentivare la differenziata. Se si supera quel numero di
svuotamenti possiamo esporre anche tutte le settimane, il costo resta
invariato, il servizio degli ingombranti è gratuito. Dove non c’è il
porta a porta non c’è il fenomeno degli abbandoni? Forse si dimentica la
condizione in cui erano le vecchie postazioni dei cassonetti, erano
necessari servizi appositi per la pulizia nei loro pressi, di decoroso
c’era veramente poco. Forse i promotori avevano la fortuna di abitare
lontano, ma allora dove sta il vantaggio di portarsi in giro i rifiuti
rispetto al depositarli comodamente davanti casa?! Con il porta a porta
c’è un esercito di operatori che ispeziona gli abbandoni e che ha
portato all’individuazione di molti responsabili, quasi sessanta nel
solo comune di Fucecchio dall’inizio dell’anno, centinaia in tutto il
comprensorio dall’inizio del nuovo sistema di raccolta. Con un metodo
così capillare sono emerse anche molte altre situazioni di illegalità.
Infine non capiamo che valenza possano avere alcune centinaia di firme
rispetto a scelte, perché di questo stiamo parlando, che competono
l’Unione dei Comuni con un bacino di utenza di decine di migliaia di
persone. Più serio e utile sarebbe sicuramente segnalare abbandoni e/o
responsabili, magari disservizi e anche occuparsi di chi il servizio lo
svolge: esternalizzazioni con gare aggiudicate al ribasso, deroghe al
CCNL per i soliti noti, il non riconoscimento di lavoro usurante
nonostante l’operatore unico, il servizio si svolga anche a meno 10 o
più 40 gradi ecc. ecc”. Cobas Empoli-valdelsa aderenti alla
Confederazione Cobas del lavoro privatoUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-23071513855370509362014-11-13T13:50:00.001+01:002014-11-13T13:50:20.993+01:00sciopero 14N: comunicato Cobas AtiIl Cobas ATI, aderente alla Confederazione Cobas del lavoro privato,
aderisce allo sciopero generale per l’ intera giornata e di tutte le
categorie pubbliche e private indetto per venerdì 14 novembre. Esordisce
così la nota di Cobas ATi – Cobas Empoli-valdelsa. Nel comparto dell’
Igiene Ambientale si sciopera contro la riforma del lavoro del governo
Renzi che con i licenziamenti facili, conseguenti lo smantellamento
dell’ art. 18 ed i demansionamenti rende ricattabile il lavoratore. Per
l’ abolizione della riforma Fornero. Perchè sia concretizzata la
realizzazione di un CCNL unico di settore. Per chiedere, a salvaguardia
della sicurezza e della salute dei lavoratori ed anche a garanzia della
qualità del servizio, sia posto un limite alle troppe esternalizzazioni,
siano avviati processi di re-internalizzazione dei servizi e del
personale mantenendo e rispettando le garanzie previste dai CCNL
pubblico e privato in materia. Basta appalti al maggior ribasso, sia
valutata la congruità delle offerte tenendo conto dei valori di costo
del lavoro. In difesa della natura pubblica dell’ Igiene Ambientale non
sia più permesso andare in deroga al CCNL. Sia riconosciuta la natura
usurante della categoria. Per la salvaguardia dell’ ambiente attraverso
una filiera del riciclo capace di creare posti di lavoro, contro la
costruzione di impianti di incenerimento dannosi per la salute pubblica.
Per un porta a porta capace di garantire la salute e la sicurezza di
chi il servizio lo svolge con investimenti al riguardo e non attraverso
una organizzazione dei ritmi e dei tempi insostenibile, non è più
tollerabile vedere operatori soli scendere centinaia di volte da mezzi
inadeguatamente alti e magari pensare che lo si faccia oltre i sessanta
anni nel rispetto della salute dell’ operatore e della sicurezza del
cittadino. Si avverte la cittadinanza che potranno verificarsi ritardi e
disservizi sia per quanto riguarda il porta a porta che per il servizio
dello spazzamento in tutto il comprensorio servito dalla Società
cooperativa ATI. Il Cobas Empoli-valdelsa partecipa al corteo fiorentino
(P.za Puccini alle 9,30) dando appuntamento davanti la stazione
ferroviaria di Empoli alle 8,15. Cobas ATi – Cobas Empoli-valdelsaUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-72840556557039076562014-11-02T17:30:00.001+01:002014-11-02T17:30:54.332+01:0014 nov. SCIOPERO GENERALE. Ritrovo Empoli ore 8,15 stazione ferroviaria<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8APA_IMXRgLGzIZ13wz7ISHp_BiFHL5_7f07b8iqGpeJqXVtOlWgGGu9k5TKGOdfLmi3YEjAtHu_wFq72BT92z-YLujsf6WIuM4h2UeZ5R9RudAvCCJSzHTLZzVLS9jNmGjT2gx0jKqY/s1600/sciopero+14.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8APA_IMXRgLGzIZ13wz7ISHp_BiFHL5_7f07b8iqGpeJqXVtOlWgGGu9k5TKGOdfLmi3YEjAtHu_wFq72BT92z-YLujsf6WIuM4h2UeZ5R9RudAvCCJSzHTLZzVLS9jNmGjT2gx0jKqY/s1600/sciopero+14.jpg" height="400" width="282" /></a></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-81162416482930802972014-10-10T07:55:00.005+02:002014-10-10T07:55:30.318+02:00 UNA SETTIMANA DI LOTTA PIENA …VERSO LO SCIOPERO GENERALE del 14 NOVEMBRE <header class="fl-post-header"><br /></header>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.cobaslavoroprivato.it/wp-content/uploads/2014/10/sciopero-nazionale.jpg"><img alt="sciopero-nazionale" class="alignleft wp-image-4882 size-full" height="202" src="http://www.cobaslavoroprivato.it/wp-content/uploads/2014/10/sciopero-nazionale.jpg" width="277" /></a>Un
LUNGHISSIMO W.E. di iniziative contro la crisi, le politiche economiche
del governo, la precarietà, gli accordi internazionali, lo sfruttamento
e i megaprogetti. E’ quello che si annuncia VENERDI – SABATO –
DOMENICA. Un fine settimana lunghissimo per il quale è veramente
difficile tenere il conto delle iniziative sparse in tutta Italia e
arricchito dalle manifestazioni in solidarietà con la resistenza dei
combattenti di KOBANE e anticipato dalle manifestazioni di Milano contro
il VERTICE EUROPEO ( degradato a SOTTOVERTICE ) dei MINISTRI EUROPEI
sull’occupazione.<br />
Iniziative che ci traghetteranno immediatamente alla settimana
successiva, quella che va dal 12 al 18 OTTOBRE, con una nuova importante
agenda politica.<br />
In mezzo, iniziative locali, vertenze in atto, presidi, manifestazioni
delle quali è veramente difficile tenere il conto e per le quali
rimandiamo alle pagine web di movimento e ai social network…Un cammino
lungo verso lo SCIOPERO DEL 14 NOVEMBRE 2014.</div>
Le elenchiamo così :<br />
<strong><a href="http://www.cobas.it/Notizie/10-ottobre-sciopero-generale-della-scuola-contro-il-Piano-Renzi" target="_blank">10 OTTOBRE 2014 – SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA</a></strong>
con manifestazioni in decine di città italiane che vedrà affiancati
INSEGNANTI, PRECARI, STUDENTI per smascherare la Burla della Riforma
RENZI e “l’annuncite” delle assunzioni.<br />
<strong><a href="http://www.noexpo.org/2014/07/26/grandi-opere-e-megaeventi-liberiamocene-11-12ottobre2014-milano/" target="_blank">11 – 12 OTTOBRE 2014 – MILANO – INIZIANO LE MOBILITAZIONI CONTRO EXPO 2015</a> </strong>–
EXPO FAMALE Sabato 11/10 ore 15,00 MANIFESTAZIONE CORTEO – Piazza Duca
D’Aosta e poi Domenica 12/10 ore 11,30 Assemblea Pubblica di lancio
delle contestazioni ad EXPO 2015, Parco Pertini. Alle ore 15,00 INCONTRO
NAZIONALE sulla sovranità alimentare e sovranità dei territori. Presso
la <a href="http://www.rimaflow.it/" target="_blank">RI-MAFLOW</a><br />
<span style="text-decoration: underline;"><span style="color: red;"><strong>Il 10 OTTOBRE – I MOVIMENTI DI LOTTA PER LA CASA</strong></span></span> – scendono in Piazza dopo le assemblee nazionali di <a href="http://www.cobaslavoroprivato.it/settimana-lotta-piena-verso-sciopero-generale-14-novembre/ABITARE%20NELLA%20CRISI" target="_blank">ABITARE NELLA CRISI</a>
con DIVERSI APPUNTAMENTI nelle città italiane e nell’ambito della
settimana europea per il diritto alla casa. SEGNALIAMO in particolare le
mobilitazioni di Roma in contemporanea al processo che si terrà a <a href="http://coordinamento.info/" target="_blank">PIAZZALE CLODIO in cui sono imputati PAOLO E LUCA</a>
compagni rappresentativi del movimento di lotta per la casa romano e da
mesi agli arresti domiciliari. Due gli appuntamenti : alle 8,30 A
Piazzale Clodio per un presidio di solidarietà con gli imputati e poi in
corteo fin sotto la RAI.<br />
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://stop-ttip-italia.net/" target="_blank"><strong>11 OTTOBRE – 14 OTTOBRE INIZIATIVE PER FERMARE IL TRATTATO TRANSATLANTICO TTIP</strong> </a>-
Con più di 100 eventi in tutta Europa e decine di iniziative piccole e
grandi in tutta Italia. Gli appuntamenti più importanti sono a Milano e
Roma. A Milano l’iniziativa confluirà nel corteo pomeridiano contro
l’EXPO (ore 13.00 – Flash mob/Conferenza stampa al Forum dei Popoli
Europa/Asia di Milano ) e poi a Roma in contemporanea al convegno
presieduto da Renzi il 14/10 a Piazza SS Apostoli.</div>
<div style="text-align: justify;">
<strong><a href="http://www.termolionline.it/164115/blocca-sblocca-italia-lappello-degli-attivisti-contro-renzi/" target="_blank">15 – 16 OTTOBRE BLOCCA LO SBLOCCA ITALIA :</a> </strong>Delegazioni
di decine di Comitati che in Italia si battono per la difesa del
territorio e dell’ambiente si mobiliteranno in occasione della
discussione parlamentare ( in fase di approvazione ) ci sarà un presidio
sul decreto legge n. 133/2014, chiamato anche Sbloccaitalia…una
serie cioè di nefandezze per destinare soldi pubblici ad aziende legate
con il malaffare, per sbloccare megaprogetti dannosi ed inutili, per
salvare le imprese che hanno devastato e inquinato e liberarle
dall’obbligo del risanamento e dei risarcimenti. Dalle ore 9,00
appuntamento a Piazza Montecitorio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<strong><a href="http://www.cobaslavoroprivato.it/assemblea-nazionale-della-logistica/" target="_blank">16 OTTOBRE – IN TUTTA ITALIA – SCIOPERO NAZIONALE DEL SETTORE LOGISTICO</a>.</strong>
I cosiddetti facchini, operai ( quasi tutti uomini e immigrati ) delle
imprese della logistica e della gande distribuzione, da anni ormai in
lotta per il riconoscimento di diritti e salario. Uno sciopero deciso
nell’assemblea nazionale svoltasi a metà settembre</div>
<div style="text-align: justify;">
AVANTI ! VERSO LO SCIOPERO GENERALE DEL 14 NOVEMBRE.</div>
<div style="text-align: justify;">
COBAS LAVORO PRIVATO</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-23080314365302275962014-10-08T13:05:00.001+02:002014-10-08T13:05:38.263+02:00SOLIDARIETA' E IMPEGNO A FIANCO DEI VALOROSI COMBATTENTI KURDI DI KOBANE<style type="text/css">P { margin-bottom: 0.21cm; }</style>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhXDuXMV_SKySdDZ2_xMMqWsCmNAIOlEo1bBHh2hZ7jqm5ikDlxeanld9gd2WLAe01R3g16Q6fy6zglmcvmnQs1YdgA0g9evA08dI_Ggv64VSRdKDH4ADpuJMxeHe4yxjNMr8xB-_1UcI/s1600/kobane.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhXDuXMV_SKySdDZ2_xMMqWsCmNAIOlEo1bBHh2hZ7jqm5ikDlxeanld9gd2WLAe01R3g16Q6fy6zglmcvmnQs1YdgA0g9evA08dI_Ggv64VSRdKDH4ADpuJMxeHe4yxjNMr8xB-_1UcI/s1600/kobane.jpg" height="165" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Rispondendo
al drammatico appello della popolazione assediata nella cittadina
kurdo-siriana di Kobane, strenuamente difesa fino alla morte dagli
eroici combattenti delle forze della difesa popolare kurda, tra cui
le giovani compagne Arin Mirkan e Ceylan Ozalp immolatesi in armi
contro l'Isis, la Confederazione Cobas impegnata da tempo a sostegno
del popolo kurdo in diverse attività nei vari territori del
Kurdistan, rilancia l'appello affinchè si faccia il possibile per
evitare a Kobane l'ennesima tragedia umanitaria, mobilitandosi
subito in tutta Italia come già si sta facendo nel mondo, a partire
da Istambul, Ankara e Kurdistan turco ( Dyarbakir,Van, Batman,
Marvin, Firnak), a Londra, Parigi, Berlino, Francoforte, Amburgo,
L'Aia, Stoccolma, Bruxelles, New York e Toronto.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Nell'appello
viene detto esplicitamente che saranno ritenuti responsabili della
caduta di Kobane e del massacri dei suoi abitanti, gli Stati della
"coalizione capeggiata dagli Usa" in quanto prima hanno
armato l'Isis e ora poco fanno per contrastarlo, visto il disimpegno
proprio su Kobane, voluto in particolare dal regime turco che
traffica con l'Isis ed è sopratutto preoccupato dall'insorgenza
kurda, che rafforza agli occhi del mondo l'abnegazione di quel popolo
a difendere valori universali contro la barbarie dell'Isis e
tagliagole vari.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Di
quella "coalizione capeggiata dagli Usa" fanno parte anche
alcuni Stati UE, tra cui l'Italia, che non hanno mosso un dito a
sostegno dei difensori di Kobane, nè hanno protestato contro il
regime turco pur potendolo fare attraverso vari strumenti di
condizionamento.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Ma
"tra cani non si mozzicano", anzi convergono in vario modo
nel tentare di affossare l'anelito di "libertà e giustizia"
del popolo senza stato-kurdo, perchè potrebbe rivoluzionare
l'assetto geopolitico sconvolto da guerre di aggressione e rapina.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Tanto
che preoccupa molto di più l'audeterminazione del popolo kurdo che
l'Isis : i kurdi non sono addomesticabili (Ocalan dal carcere di
Imrali ha disegnato attraverso il "Confederalismo Democratico"
la soluzione alla diaspora kurda), mentre dell'Isis se ne può fare "
l'usa e getta", dopo essere servita ai piani egemonici dei
padrini.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Il
capo del governo italiano Renzi, scimiottando i più altolocati
partner guerrafondai, si era anche precitato a Erbil (sotto attacco
Isis e difesa anche dai combattenti Pkk) promettendo aiuti che ancora
mancano. Ma ben si è guardato dallo spendere parole (magari seguiti
dai fatti ) tese a fernare l'Isis. Inoltre in Parlamento nessuna
forza politica ha proposto mozioni- voto sulla tragedia del popolo
kurdo, tantomeno ha proposto di "escludere dalla lista nera dei
terroristi " le forze combattenti kurde del Pkk.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Il
governo Renzi e le forze che lo sostengono, sono piuttosto
risucchiati nel vortice della guerra, che attraverso la Nato impone
il riarmo (anche atomico) e il tremendo aumento delle spese militari
a scapito di quelle sociali e solidali.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">Da</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">queste</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">sponde,</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">il</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">popolo</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">kurdo</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">e</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">i</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">combattenti</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">di</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Kobane</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">non</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">possono</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">aspettarsi</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">nessun</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">aiuto,</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">mentre</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">invece</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">la</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">solidarietà</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">internazionalista</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">farà</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">il</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">possibile</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">per</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">sostenere</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">gli</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">autoderminati</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">territori</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">kurdo-siriani</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">del</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Rojawa</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">e</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">il</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">disegno</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">rivoluzionario</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">in</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">quella</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">parte</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">del</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">medio</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">oriente</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">che</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">già</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">vede</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">protagonista</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">il</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">popolo</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">kurdo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;">VITA</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">,</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">TERRA,</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">LIBERTA',</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">PER</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">IL</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">POPOLO</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">KURDO,</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">PALESTINESE...PER</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">I</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">TUTTI</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">I</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">POPOLI</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;">OPPRESSI</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Roma 7 ottobre 2014
<span style="font-size: large;"><b>Confederazione</b></span><span style="font-size: large;"><b>
</b></span><span style="font-size: large;"><b>Cobas</b></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-38587334823695337312014-10-05T20:54:00.001+02:002014-10-05T20:54:48.686+02:00 La truffa del tfr in busta paga<div class="moz-text-html" lang="x-unicode">
<div>
Gli
80 euro in busta paga non sono stati un regalo, ce lo stiamo pagando
con i contratti bloccati e non rinnovati, con l'aumento delle tasse, con
la sicura restituzione a fine anno, quando arriverà il conguaglio per i
tanti che avranno superato di poche decine di euro la soglia prevista
per il bonus e saranno obbligati alla restiituzione.</div>
<div>
Molti
sono poi gli esclusi dal bonus di 80 euro e pensiamo alle migliaia di
precari e non che non arrivano a 8 mila euro annui, alle partite iva di
chi è costretto a trasformarsi in lavoratore autonomo anche se è un
dipendente a tutti gli effetti, ai pensionati molti dei quali hanno
assegni previdenziali al di sotto della soglia di povertà.</div>
<div>
</div>
<div>
Ora
arriva l'ennesima menzogna, quella del tfr in busta paga. Un guadagno
per i lavoratori e le lavoratrici? Una rimessa, a guadagnarci saranno
sempre e solo le imprese e le banche </div>
<div>
Infatti..</div>
<ul>
<li>il
tfr è del lavoratore, presto o tardi sarà pagato, quindi il Governo
anticipa soldi nostri, soldi che sarebbero comunque arrivati al
lavoratore, per altro sottoposti a una tassazione più favorevole.</li>
<li>Per
anni ci hanno raccontato che investire il Tfr nei fondi previdenziali
era conveniente ma i fatti dimostrano l'esatto contrario perchè il tfr è
una forma previdenziale a costi di gestione zero, un accantonamento
che garantisce il potere d’acquisto. ogni mese la quota accantonata è
rivalutata all’1,5 per cento, più il 75 per cento dell’inflazione.
Questo valore viene tassato all’11 per cento, meno dei titoli di stato
tassati al 12,5%.</li>
<li>Il tfr in busta paga non è una soluzione, non
aiuta le imprese perchè toglie loro liquidità (e quindi anche un leit
motive liberista verrebbe a cadere), rischia di creare il deficit
dell'Inps (e a guadagnarci sarebbe solo la previdenza integrativa)</li>
<li>Ci guadagna lo stato che riscuoterebbe di anno in anno le imposte sul tfr</li>
<li>Ci
guadagnano le banche chiamate a finanziare le imprese anticipando loro,
con elevati tassi di interesse, i soldi necessari per il pur parziale
pagamento del tfr ai lavoratori e alle lavoratrici</li>
</ul>
<div>
</div>
<div>
Renzi
è il solito incantatore di serpenti, gioca con i nostri soldi e sulla
nostra pelle, fa gli interessi del grande capitale (fiat) e delle banche</div>
<div>
</div>
<div>
Il Governo Renzi e il Pd danneggiano i lavoratori e le lavoratrici. Non farti ingannare!<br /><br />confederazione cobas</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-81531527810448670092014-10-05T20:43:00.004+02:002014-10-05T20:43:28.179+02:00Milano,8 ottobre contro le politiche UE - h 9 p.le Lotto. Dopo Napoli, un'altra giornata di lotta contro le politiche UE<strong>RENZI,
MERKEL, HOLLANDE E GLI ALTRI MAIALI CHE GOVERNANO L‘UNIONE EUROPEA
SARANNO A MILANO PER DECIDERE COME RENDERCI SEMPRE PIU’ POVERI MENTRE
BANCHIERI E POLITICI SI ARRICCHISCONO.</strong>L'8 ottobre i
presidenti del consiglio dei paesi europei si incontreranno a Milano per
discutere di occupazione e disoccupazione giovanile.<br />
Chissà
cosa si diranno? Forse si diranno che nel sud Europa la disoccupazione
tra gli under 30 raggiunge il 46 %... O che le politiche di austerità
imposte dall'Europa hanno l'effetto (e l'obbiettivo) di impoverire
progressivamente larghe fasce della popolazione.<br />
Probabilmente si
racconteranno che una popolazione impoverita e indebitata è il prezzo
da pagare per garantire la stabilità dei mercati, l'arricchimento
progressivo di poche potentissime lobby e il mantenimento dei privilegi
loro e dei loro clienti.<br />
Chissà cosa risponderà Renzi quando gli
chiederanno che intende fare per risolvere la raccapricciante situazione
economica e sociale italiana?<br />
Probabilmente dirà che la soluzione
è il JOBS ACT, la spremitura indistinta di giovani, precari,
anziani,donne, migranti, sacrificati per la sopravvivenza del sistema
capitalista. E se non basta, si puo' tranquillamente cominciare a
spremere i lavoratori che hanno ancora qualche esigua sparuta garanzia,
eredità sempre più sfumata delle conquiste delle lotte precedenti.
Dunque, assalto all'articolo 18, lavoro volontario, modello Expo2015. E
poi naturalmente grandi opere: TAV, EXPO,TRIVELLAZIONI.<br />
Non ci
importa quali balle si racconteranno i dirigenti dell’Unione Europea tra
una cena di gala e una degustazione di champagne. Possiamo
tranquillamente affermare che noi, i giovani, gli sfruttati, i precari,
gli studenti, i disoccupati, le donne, i migranti, i pensionati e tutti
quelli che pagano la crisi non abbiamo niente da dire alla Merkel, a
Renzi, a Barroso, a Hollande. Non ci interessa dirgli cosa sbagliano e
cosa dovrebbero fare per governarci meglio.. Sono i nostri nemici.
Sognamo di disarcionarli, di destituirli, di gettarli in massa in una
discarica, di sbarazzarci di loro. Oggi non siamo in grado di
saccheggiare le loro proprietà, occupare le loro ville di lusso,
incendiare i loro inutilissimi parlamenti, sventrare i loro forzieri ma
sappiamo che è in questa direzione che ci stiamo organizzando.<br />
Il 2
ottobre, a Napoli la città ha risposto con determinazione alla
provocazione del vertici dei banchieri della BCE. L’8 ottobre tocca a
Milano, nonostante il poco tempo a disposizione, trovare il coraggio e
la forza per accogliere questi ingombranti parassiti come si deve.<br />
Una
cosa invece la vogliamo dire alla FIOM che quel giorno sarà in piazza.
Sopratutto alla base, che sta ogni giorno in fabbrica e si confronta con
la triste realtà della classe operaia italiana, con la sua disillusione
e con il suo cinismo. Non ci gireremo intorno: il sindacato di cui fate
parte, la CGIL, è a tutti gli effetti uno sindacato padronale. Uno
strumento di mantenimento dello status quo. Di conseguenza un <em>nostro</em> nemico di classe, là dove <em>nostro</em>
sta a indicare tutti e tutte quelli che si organizzano per una
trasformazione rivoluzionaria dello stato di cose presenti. Uno dei
problemi contemporanei è che la lotta di classe ha una sola direzione.
La fanno i padroni contro i lavoratori, i ricchi contro i poveri. La
CGIL ha una responsabilità ben precisa in tutto ciò. Vorremmo invece che
i lavoratori e gli sfruttati tutti ricominciassero ad essere offensivi.
Ma sappiamo anche che in molti tra gli operai vivono lo stesso nostro
malumore, lo stesso odio per i padroni e loro sgherri. E naturalmente
per i responsabili dell’austerity. Forse la giornata dell'8 ottobre può
servire ad incontrarsi, a riconoscerci come parte della stessa
barricata. Partendo da nemici comuni: la confindustria, la troika, i
governanti corrotti, i sindacalisti venduti.<br />
<strong>Un’altra
occasione sarà sicuramente il 16 ottobre. Sarà una giornata di sciopero,
ma un po’ particolare. A scioperare saranno tutti quelli e quelle che
non hanno diritto di sciopero o che non hanno nemmeno un lavoro da cui
potersi astenere. Vi invitiamo a partecipare, a sperimentare forme altre
di sciopero sociale e transitivo. Bloccheremo, picchetteremo, metteremo
in sciopero tutto quello che riusciremo. Lo faremo con gli operai
migranti della logistica , con gli studenti e con tutti quelli che
riusciremo a coinvolgere. Sarà una
giornata di lotta dura. </strong>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-20150569725925761092014-09-25T08:10:00.001+02:002014-09-25T08:10:28.325+02:00Incentivi alle Fusioni fra le partecipate pubbliche: un' altra grande abbuffata!<div class="_5pbx userContent" data-ft="{"tn":"K"}">
<br />
Con la consueta "annunciazione" mediatica, il governo ha anticipato l’
intenzione di inserire nella legge di stabilità incentivi alle società
partecipate al fine di favorire aggregazioni e fusioni fra di loro.<br />
<br />
Come al solito questo puntuale e mirato decisionismo della politica non
è casuale. D’altronde sono ormai più di venti anni che i processi di
aziendalizzazione e privatizzazione delle ex municipalizzate sono stati
fortemente voluti dai poteri economico finanziari interessati ad
appropriarsi, a prezzo d’occasione, di società pubbliche che gestivano
alcuni servizi degli enti locali.<br />
<br />
I Comuni, avendo
accettato passivamente i vincoli di bilancio, hanno rinunciato a
difendere la propria autonomia finanziaria divenendo così “ostaggio”
dei governi centrali e di fatto della troika europea attraverso i patti
di stabilità, per cui al fine per mitigare gli effetti hanno utilizzato
ampiamente il sistema di costituire “società partecipate”.<br />
<br />
Questo metodo infatti ha permesso di aggirare i tetti imposti sulla
spesa del personale costituendo società in house, ma anche di rispondere
ai veri interessi di certi amministratori locali, molto attenti ai
posti nei C.d.A. e a garantirsi “risorse fresche”, attraverso le
cessioni di quote, per finanziare i programmi di mandato dei Sindaci.<br />
<br />
Purtroppo queste società, strumentali e non, in molti casi sono servite
anche per alimentare e costruire un variegato sistema di subappalto con
l’ intreccio di partecipazioni pubblico private, che ha dato luogo ad
una voluta precarizzazione del lavoro creando un diffuso precariato,
accompagnata dall’ applicazione di contratti sostanzialmente al ribasso
in termini di diritti e salari.<br />
<br />
Eppure queste società,
in house o partecipate, che hanno spesso “sottratto” cospicue risorse
dai bilanci dei Comuni, seppur gestiste con criteri nominalmente
privatistici aziendali, non sono state spesso in grado di assicurare (
neppure quando ci sono stati gli utili) il loro impiego in forma di
equità e di utilità sociale come servizi resi agli utenti in termini di
qualità e costi del servizio.<br />
<br />
E’ in questo quadro che
il Governo Monti prima e quello Renzi dopo, adeguandosi ai voleri di
Confindustria e Bce, hanno dato nuovo impulso ai processi di
liberalizzazione e privatizzazione, che hanno già fallito negli ultimi
20 anni.<br />
<br />
Anche se il consiglio di stato ha ridisegnato i
confini e le finalità del servizio pubblico, per il governo Renzi,
pubblico è ormai sinonimo solo di attività imprenditoriale, per cui il
controllo a fini sociali perderà ogni significato, e per servizio
pubblico erogato dagli enti locali si intenderanno anche servizi
interamente gestiti in assenza di controlli da soggetti privati,
peraltro con contratti di lavoro sempre più sfavorevoli per le
lavoratrici e i lavoratori.<br />
<br />
Attorno alle partecipate si
gioca così una partita importante! Ecco perché sono forti le pressioni
delle lobbies delle privatizzazioni e degli interessi legati al
capitalismo italiano, che con i soldi della collettività andranno a
costruire grandi società che faranno profitti e speculazioni azionarie, e
che non porteranno beneficio alcuno ai cittadini, ai lavoratori e alle
comunità.<br />
<br />
Quello che appare oltremodo paradossale è l’
incentivo alle fusioni fra società partecipate pubbliche attraverso
bonus e agevolazioni fiscali, che sarà inserito nella prossima legge
di Stabilità, quale soluzione della maggioranza politica al governo per
rispondere (o occultare?!) a inefficienze e conflitti d’ interesse
nelle società partecipate che la stessa politica, attraverso
amministratori da lei stessa nominati, ha prodotto.<br />
Una cosa è
certa: ogni qualvolta i governi centrali e gli interessi dei poteri
economici finanziari coincidono, si innescano processi di contrazione
degli spazi di democrazia che di norma si concretizzano in processi di
“fusioni”, che sia nel caso dei riordini istituzionale incentivati di
comuni e province che nei processi di riorganizzazione delle aziende
pubbliche si connotano sempre con la stessa caratteristica: allontanare
cittadine e cittadini dal “centro decisionale”.<br />
<br />
Siamo
oltremodo convinti di un perverso intendimento governativo, mascherato
dagli studi della spending review, per regolare al contempo interessi
interni di potere attraverso l’ operazione di sfoltimento delle
partecipate pubbliche, senza che da ciò gli utenti ne traggano benefici
sia termini tariffari che operativi, costretti come saranno ad
interfacciarsi con un servizio di servizio pubblico garantito da un call
center.<br />
<br />
I risultati sono sotto gli occhi di tutti:tariffe piu' care, minore occupazione.<br />
Sotto il profilo tariffario sarà infatti sempre più difficile, da parte
dell’ autorità preposta ad esempio nel ciclo delle acque, controllare
in maniera precisa l’ entita degli investimenti realmente effettuati da
questa “aggregazione” di macroaziende, che continuano nonostante tutto a
pesare sulle bollette.<br />
Mentre per quanto riguarda il ciclo dei
rifiuti è evidente che il processo di fusione renderà più difficile lo
sviluppo della raccolta differenziata, perché le aziende pubbliche più
grandi hanno continuato ad effettuare investimenti sugli impianti di
incenerimento e non hanno certo interesse a farsi mancare “lucrosa”
materia prima per alimentare gli impianti. E anche quando ci sarà
raccolta differenziata la organizzeranno con carichi di lavoro
insostenibili che mettono già oggi a rischio la salute e sicurezza dei
lavoratori<br />
<br />
Sotto l’ aspetto occupazionale anche il personale di numerose aziende partecipate anche a livello locale è a rischio. <br />
<br />
La mobilità prevista tra aziende è un segnale preoccupante che fa
presagire una politica fatta di esuberi, di prepensionamenti (sempre con
soldi pubblici), di esternalizzazioni con cessioni di rami di azienda
comprensivi del personale, che non trarrà alcun beneficio , anzi non
potrà neppure portarsi dietro i trattamenti di miglior favore, a
dimostrazione che l’ obiettivo primario dei “padroni pubblici” è la
contrazione dei salari e dei diritti.<br />
<br />
Già in numerose
aziende ci sono stati tagli occupazionali, o mancate stabilizzazioni, ,
avvenuto con il silenzio assenso delle organizzazioni sindacali presenti
in questa azienda.<br />
<br />
Ci sono poi aziende di scopo che in
questi anni sono state volutamente fuori da ogni controllo, perché
utilizzate come “cimitero degli elefanti” di amministratori che avevano
perso una poltrona e secondo le ferree regole della spartizione
lottizzatoria della maggioranza, e che oggi stanno per essere cancellate
senza prima preoccuparsi del personale, di come sarà utilizzato, o di
chi gestirà un complesso immobiliare che ospita numerose aziende.<br />
<br />
Anche la figura dell'amministratore unico nelle società partecipate è
stata presentata come risparmio e taglio di poltrone e ruoli
burocratici, in realtà cela anche soprattutto l'accentramento del potere
decisionale nelle mani dei soliti noti, ovvero ruoli tecnici ricoperti
da soggetti riciclicati e divenuti tali dopo decenni di ruoli politici.<br />
<br />
Le parole degli amministratori locali che si ergono a moralizzatori
della cosa pubblica sono dettate da ipocrisia, dimenticano di dirci
quanti soldi sono stati spesi e con quali risultati, si prepararano a
tagliare posti di lavoro o a precarizzarli, a una grande mobilità che
aumenterà la insicurezza e rende ricattabili i lavoratori e le
lavoratrici. Il tutto dopo 20 anni e passa di privatizzazioni che hanno
saccheggiato il pubblico aumentando le disparità sociali tra chi
accumula ricchezze e profitti e quanti non arrivano a metà mese<br />
<br />
cobas pubblico impiego</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-71806171077352654902014-09-14T23:59:00.003+02:002014-09-15T00:00:05.669+02:00CONTRO LA GUERRA E IL RIARMO, CHIUDERE LE BASI NATO-USAOltre 10000 persone hanno manifestato sabato 13/9 al poligono di Capo
Frasca (OR) chiedendo la dismissione di tutte le basi, rispondendo
all'appello delle organizzazioni antimilitariste-antimperialiste sarde.<br />
Una partecipazione popolare che non si vedeva dal 1969, quando gli
isolani impedirono le esercitazioni militari a Pratobello di Orgosolo.
Segno che la misura è colma, che la gente sarda non ne può più di
servitù militari che occupano buona parte dell'isola , ricevendone in
cambio morte,disoccupazione, isolamento.<br />
A Capo Frasca, le esercitazioni "aereo-terrestri", con sganciamento di
bombe di vario tipo su obiettivi fissi-mobili vanno avanti da 35 anni, a
volte "sbagliando mira" finendo per colpire anche a morte i pescatori
dello stagno di Marceddì, o bruciando 35 ettari di macchia mediterranea
come accaduto la scorsa settimana.<br />
A Perdas de Fogu (altro poligono di morte nell'Ogliastra-costa
orientale) è da tempo noto l'uso di bombe "all'uranio impoverito" che
comportano leucemie e altre patologie tra la popolazione e gli stessi
militari . Tanto da far scattare inchieste, che vedono a breve
processati ( 23/9 a Lanusei, la Regione è parte civile) i conduttori del
poligono e i vertici di Forze Armate e Ministero Difesa. Con
l'aggravante dell'uso del poligono da parte delle forze armate
israeliane, che poi utilizzano quell'addestramento contro i palestinesi,
<br />
come le recenti distruzioni e morte su Gaza dimostrano.<br />
A Teulada(sud ovest di Cagliari), dove il 21/9 riprendono le
esercitazioni " terra-terra", nonostante le numerose proteste tra cui
anche quella della Regione, che invitano le F.A a soprassedere.<br />
<br />
DECISAMENTE IMPORTANTE LA STRAORDINARIA MOBILITAZIONE POPOLARE DEL 13/9 A CAPO FRASCA.<br />
Nello tempo in cui soffiano forti venti di guerra nel Mediterraneo-Medio
Oriente e altrove, con il governo Renzi e le " "ex pacifiste" ministre
Pinotti-Mogherini imbarcate in avventure militari a sostegno
dell'industria bellica, a partire da Finmeccanica.<br />
Il rifiuto delle basi Usa-Nato in Sardegna - la rottura dei reticolati
con l'invasione a Capo Frasca - si aggiunge a quanto già in corso in
Sicila, a Niscemi-base Usa, da parte del Comitato Regionale NO Muos.<br />
La Sicilia al pari della Sardegna è occupata dalle basi direttamente
operative, come quelle di Augusta e Sigonella, quest'ultima divenuta la
base per eccellenza delle " neo armi da guerra Usa", costituite dal
dispositivo strategico che fa capo al " sistema Muos-Droni".<br />
Per non parlare del " fronte Nord Italia" , assicurato in particolare
dalle grandi basi di Aviano e Ghedi fornite di bombe atomiche e dalla
base Comando Usa "Dal Molin" di Vicenza.<br />
Ce n'è quanto basta per ritessere le fila di un movimento
antimilitarista-antimperialista, che dichiari apertamente le ostilità
all'uso del territorio italiano per la guerra e tale da sollecitare
identico impegno in Europa.<br />
<br />
Crisi economica e ripresa della guerra vanno a braccetto. Le ulteriori
spese militari, le missioni e il riarmo,sono a scapito dei servizi
sociali e dei beni comuni, che il governo Renzi si appresta a tagliare.
Quando invece eliminando la partita degli F35 + il disarmo di basi-armi
da guerra, l'Italia respirerebbe avviando un'alternativa concreta alla
disoccupazione giovanile e strutturale, alle milioni di famiglie che
vivono dentro e oltre la soglia di povertà.<br />
<br />
Roma 14.9.14 CONFEDERAZIONE COBASUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-70095936905958221932014-07-20T16:38:00.003+02:002014-07-20T16:38:17.883+02:00La vergognosa sentenza Antonini<div class="MsoNormal" style="margin: 0px; padding: 0px;">
Comunicato stampa </div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0px; padding: 0px;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0px; padding: 0px;">
La sentenza della Corte di Appello di Firenze che ha confermato il licenziamento di Riccardo
Antonini è semplicemente vergognosa. È un segnale inquietante quello che viene
lanciato a tutti i lavoratori, e in
particolare a chi è impegnato nella tutela della salute e della sicurezza sui
luoghi di lavoro: chi “osa” lottare e far valere i propri diritti, può essere
fatto fuori. Tragicamente la sentenza è avvenuta lo stesso giorno che nei
pressi di Gela 3 operai di Rfi morivano sui binari durante lavori di
manutenzione. Insomma ancora una volta la legge si schiera dalla parte dei
poteri forti e a farne le spese sono sempre i lavoratori che non piegano la
testa. Questa decisione infine è l’ennesimo schiaffo delle istituzioni alla
città di Viareggio e soprattutto ai familiari delle 32 vittime della strage
ferroviaria che da più di 5 anni lottano per la verità, la giustizia e la
sicurezza nei luoghi di lavoro. </div>
<span style="font-family: Calibri; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-US;">Confederazione Cobas
Pisa e Versilia</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-84943667020799782562014-07-20T16:35:00.002+02:002014-07-20T16:35:35.236+02:00Empoli – In 150 manifestano in solidarietà col popolo palestinese e per fermare il massacro a Gaza<a class="image-anchor" href="http://www.csaintifada.org/wp/wp-content/uploads/2014/07/Empoli-StopBombingGaza-18.jpg"><img alt="Empoli -#StopBombingGaza (18)" class="alignleft size-medium wp-image-2743" height="232" src="http://www.csaintifada.org/wp/wp-content/uploads/2014/07/Empoli-StopBombingGaza-18-300x232.jpg" width="300" /></a>Oggi pomeriggio si è svolta ad Empoli un’iniziativa di solidarietà col popolo palestinese e per fermare i bombardamenti a Gaza.<br />
Hanno partecipato gli attivisti e le attiviste della Comunità in Resistenza/Csa Intifada<br />
e cittadini migranti della comunità araba.Circa 150 persone che in corteo hanno attraversato le vie del centro della città.<br />
<strong></strong><strong>Centro Sociale Intifada-Comunità in Resistenza</strong><br />
<strong>COBAS EMPOLI-VALDELSA </strong><br />
<br />
<br />
<a class="image-anchor" href="http://www.csaintifada.org/wp/wp-content/uploads/2014/07/15376_10203044951218586_6160270120217082491_n.jpg"><img alt="15376_10203044951218586_6160270120217082491_n" class="alignleft size-medium wp-image-2744" height="225" src="http://www.csaintifada.org/wp/wp-content/uploads/2014/07/15376_10203044951218586_6160270120217082491_n-300x225.jpg" width="300" /></a><a class="image-anchor" href="http://www.csaintifada.org/wp/wp-content/uploads/2014/07/empoli_csa_intifada_palestina_2.jpg"><img alt="empoli_csa_intifada_palestina_2" class="alignleft size-medium wp-image-2745" height="218" src="http://www.csaintifada.org/wp/wp-content/uploads/2014/07/empoli_csa_intifada_palestina_2-300x218.jpg" width="300" /></a><a class="image-anchor" href="http://www.csaintifada.org/wp/wp-content/uploads/2014/07/empoli_csa_intifada_palestina_3.jpg"><img alt="empoli_csa_intifada_palestina_3" class="alignleft size-medium wp-image-2746" height="212" src="http://www.csaintifada.org/wp/wp-content/uploads/2014/07/empoli_csa_intifada_palestina_3-300x212.jpg" width="300" /></a><br />
<br />
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-29951121338815888312014-07-17T15:31:00.000+02:002014-07-17T15:31:21.548+02:00 venerdì 18 luglio ore 18 piazza della Vittoria, Empoli: FERMIAMO L' AGGRESSIONE ISRAELIANA STOP AL GENOCIDIO A GAZA<b>FERMIAMO L' AGGRESSIONE ISRAELIANA</b><b><br />
</b><b><br />
</b><b>STOP AL GENOCIDIO A GAZA</b><b><br />
</b><br />
Continua il feroce attacco da parte delle forze militari
israeliane nei confronti del popolo palestinese e, ora dopo ora,
non si ferma <br />
l'escalation dei morti e dei feriti. Non si può parlare di guerra,
ma quello che avviene in questi giorni è una vera e propria
aggressione, <br />
un' infame aggressione, quando ad attaccare è uno dei più potenti
eserciti del mondo contro una popolazione inerme, quando il saldo
<br />
delle vittime è di oltre 200 palestinesi uccisi come rappresaglia
per 3 israeliani assassinati.<br />
<br />
"Protective edge" è la nuova operazione criminale scatenata da
Israele a seguito del rapimento di tre coloni, centinaia i
bombardamenti sulla striscia. La punizione è collettiva, disumana
e illegale, la popolazione intrappolata nella propria terra senza
un posto dove rifugiarsi se non sotto le macerie delle proprie
case. Come sempre Israele, anche in questa occasione, agisce con
il favore degli USA e il silenzio della Comunità Europea. I media
capovolgono i fatti e dipingono i palestinesi come pericolosi
terroristi.<br />
<br />
Diciamo basta al bombardamento su Gaza, chiediamo una informazione
corretta. Scendiamo in piazza per chiedere un cessate il fuoco
immediato. Israele si sta macchiando ancora una volta di crimini
di guerra e dobbiamo fermare il genocidio in corso nella più
affollata prigione a cielo aperto del mondo.<br />
<br />
Appuntamento per venerdì 18 luglio alle 18 in piazza della
Vittoria ad Empoli per il presidio in solidarietà con il popolo
palestinese.<br />
<br />
<b> RESTIAMO UMANI</b><b><br />
</b><b><br />
</b><b>FREE PALESTINE STOP OCCUPATION</b>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-14886610591978781322014-07-10T08:20:00.000+02:002014-07-10T08:20:06.745+02:00Sostieni il csa Intifada<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTOxASl6rvPuChb8WkKdCxE8IEgj0gHsPUXhjsbnYOd4Mh5yWqdvNX3PznM9F6HA18iUEq5P2yombsVr_Bv53viqhtg8rX5jfyoOHVoaE6CgzZ9jwQvE6zy2UB3jLhY_jI2SFnvD5m4pY/s1600/campagna+fondi+intifada.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTOxASl6rvPuChb8WkKdCxE8IEgj0gHsPUXhjsbnYOd4Mh5yWqdvNX3PznM9F6HA18iUEq5P2yombsVr_Bv53viqhtg8rX5jfyoOHVoaE6CgzZ9jwQvE6zy2UB3jLhY_jI2SFnvD5m4pY/s1600/campagna+fondi+intifada.jpg" height="147" width="400" /></a></div>
<br />Dopo il furto della notte del 3 di luglio, il Centro Sociale
Intifada ha una necessità e un'urgenza: ricomprare l'impianto audio. Tra
le differenti cose che sono state rubate, la maggior parte erano
apparecchiature audio con le quali si realizzano gli eventi culturali e
musicali presso il centro sociale e le proiezioni cinematografiche
estive nel quartiere di Ponte a Elsa.
<br />
<br />Per questi motivi sentiamo oggi la necessità di fare appello a tutte
e tutti coloro che si sentono vicini, complici e solidali con la nostra
esperienza venticinquennale di socialità e di lotte, di sostenere
economicamente l'Intifada, così da permetterci di ricomprare al più
presto le strumentazioni tecniche necessarie per i concerti e le
iniziative.
<br />
<br />-Come prima iniziativa, invitiamo a partecipare ad una cena sociale
all'Intifada, venerdì 25 luglio, dalle ore 21, al prezzo di 15 euro
(prenota entro il 23 luglio al 3460064288).
<br />
<br />-Un altro modo per inviare il proprio sostegno è con un versamento
al CCP N°15926504 da intestare ad Ass. culturale ora basta, con causale
“campagna per ricomprare impianto audio”.
<br />
<br />Il Centro Sociale Intifada è uno spazio di socialità e di
alternativa che non si regge su contributi pubblici né di privati, ma
esiste e funziona grazie alla cooperazione di tanti e tante che lo
rendono uno spazio vivo per la città e grazie a tutti colo che danno il
loro contributo partecipando alle attività e alle iniziative che vi si
realizzano. Per questo è importante in questo momento il sostegno di
tutti e tutte.
<br />
<br />Ringraziamo in anticipo gli amici, amiche, compagni e compagne che parteciperanno a questa campagna di raccolta fondi.
<br />
<br />Centro Sociale Intifada-Comunità in Resistenza
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-28787440749031184072014-07-08T20:38:00.003+02:002014-07-08T20:38:46.919+02:00Cassazione: rappresentatività sindacale – convocazione dell’assemblea in azienda da parte delle Rsu<article class="entry-content clearfix">
<div class="pf-content">
Con sentenza n. <strong>15437</strong> del <strong>7 luglio 2014</strong>,
la Corte di Cassazione ha affermato che anche un singolo componente
della rappresentanza sindacale unitaria ha la facoltà d’indire
l’assemblea in azienda, qualora non ci sia l’unanimità nell’organismo.<br />
I giudici della Suprema Corte hanno precisato che tale diritto non è
una prerogativa esclusiva della Rsu intesa collegialmente (vedasi artt. 4
e 5 dell’accordo interconfederale del 1993, istitutivo delle Rsu).<br />
</div>
</article>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-54046774952746537082014-07-07T13:20:00.003+02:002014-07-07T13:20:58.845+02:00Infarto da superlavoro, sentenza Cassazione <div class="_5pbx userContent" data-ft="{"tn":"K"}" id="js_57">
Corte di Cassazione - Sezione Lavoro - sentenza n. 9945/2014 <br /> Infarto da superlavoro <br />
Lavorava senza tregua, portandosi anche il lavoro a casa, pur di
raggiungere gli obiettivi che il suo datore, una grossa societa' di
telecomunicazioni, gli aveva assegnato. Ma un carico di undici ore di
lavoro al giorno alla fine lo ha portato all'infarto. Ora la Cassazione
ha stabilito che una morte del genere deve essere risarcita dal datore
che non può ignorare «le modalita' attraverso le quali ciascun
dipendente svolge il proprio lavoro».</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-24369110066424920232014-07-05T07:36:00.001+02:002014-07-05T07:36:25.299+02:00 Furto al CSA Intifada, rubato l’impianto di amplificazione ed altre apparecchiature<a class="image-anchor" href="http://www.csaintifada.org/wp/wp-content/uploads/2014/07/furto-ampli-1.jpg"><img alt="furto ampli (1)" class="alignleft size-medium wp-image-2724" height="225" src="http://www.csaintifada.org/wp/wp-content/uploads/2014/07/furto-ampli-1-300x225.jpg" width="300" /></a><b>Nei prossimi giorni lanceremo una campagna di finanziamento per ricomprare gli oggetti rubati
</b><br />
<strong>La scorsa notte abbiamo subito un furto al Centro Sociale Intifada. </strong><br />
Dopo aver spaccato una finestra e poi segato un lucchetto
all’interno, qualcuno ha sottratto oggetti ed attrezzature varie,
soprattutto componenti dell’impianto di amplificazione audio, lasciando i
locali danneggiati e con cose sparse ovunque. Ancora stiamo
conteggiando i danni e gli oggetti che mancano, ma per adesso <strong>abbiamo stimato il valore delle apparecchiature audio rubate intorno ad alcune migliaia di euro</strong>.<br />
Non abbiamo idea di chi sia stato a commettere questo atto infame
contro il nostro spazio sociale: se sia stata un’intimidazione
–osservando i danni ai locali e al furto di qualsiasi strumento di
amplificazione audio, dalle casse al megafono– oppure un normale furto
di apparecchiature tecniche da rivendere. Quel che è certo è che questo
furto ci ha procurato un danno importante, prima di tutto economico, e
poi perché in questo momento ci impedisce materialmente di realizzare le
nostre differenti attività culturali e musicali.<br />
Nello specifico, informiamo che <strong>non garantiamo la
realizzazione della proiezione cinematografica odierna della rassegna
Elsa Cinema che si svolge presso le scuole elementari di Ponte a Elsa,
mentre ci impegniamo a ripristinare regolarmente le proiezioni a partire
dalla prossima settimana</strong>.<br />
Detto tutto questo, non sarà certo un atto del genere –aldilà di
quale sia la sua reale motivazione– a mettere in difficoltà le attività
dei differenti gruppi e collettivi che partecipano nei locali del Centro
Sociale. Innanzitutto diventa urgente raccogliere dei fondi economici
che permettano di ricomprare al più presto le attrezzature audio, così
da non rendere difficoltosa la realizzazione delle prossime iniziative.<br />
<strong>Nei giorni seguenti lanceremo una campagna di sostegno
economico al CSA Intifada e renderemo note alcune iniziative che servano
a riparare al più presto i danni provocati dal furto</strong>.<br />
<strong>Comunità in Resistenza-CSA Intifada</strong>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-68061745470090720432014-07-05T07:32:00.000+02:002014-07-05T07:34:33.194+02:00Il Ghetto di Rignano Garganico e la regione progressista<br />
<i><img alt="mini-IMG_2810" src="http://www.infoaut.org/images/stories/mini-IMG_2810.jpg" height="200" style="float: left; margin: 5px;" width="300" />Riceviamo
e pubblichiamo un contributo del collettivo foggiano Jacob sul Ghetto
di Rignano Garganico, tema affrontato la settimana scorsa in un<a href="http://www.infoaut.org/index.php/blog/migranti/item/12115-foggia-fuori-dal-ghetto"> precedente articolo</a>.
Un contributo che ha il merito di problematizzare il ruolo di
interventi pubblici come quello promosso dalla Regione Puglia che,
seppur animati dalle ragioni strumentali ben descritte dal precedente
articolo (in primis ripulire l’immagine di una regione che in questi
anni ha puntato a confezionarsi un volto progressista, ‘tollerante’ e
sostenibile meno per salvaguardare le esportazioni che per incrementare
il turismo internazionale e colto), non vanno incasellati in forme di
rifiuto ideologico o di principio. Constatare la strumentalità con cui
tali interventi sottostimano il problema delle condizioni lavorative
(dunque delle forme di estrazione a monte) a vantaggio esclusivo di un
approccio umanitario “a valle” non deve indurre a sminuire a nostra
volta il ruolo disciplinante e il potere di frammentazione che hanno
condizioni di vita e lavoro schiavistiche e subumane, la violenza di
forme di controllo capillari ed etnicizzate (il caporalato), le forme di
gerarchia interne e funzionali che proliferano nei ghetti delle nostre
campagne. Ciò non toglie che mettere a tema gli interessi economici, le
forme di estrazione di profitto e di rinnovato sfruttamento incardinate
negli interventi emergenziali ed umanitari non è una posa
intellettualistica, quanto un metodo di lettura e posizionamento: quello
che ci rende capaci di individuare la divergenza dei nostri fini da
quelli del riformismo del capitale. E se conflittualità e organizzazione
non sono un indice determinato dal grado di sottosviluppo e
disperazione, altrettanto a distanza vorremmo tenerci dal determinismo
inverso: quello di dare frazioni di proletariato per perse sulla base
della loro collocazione di classe.</i><br />
<i><br /></i>
Il
Ghetto di Rignano. Basta nominarlo. E stormi di pensieri “sinistri” si
librano nell’estiva aria tersa di un Mezzogiorno immaginato, tra luci
acute che sanno di Africa e sentori muschiati di fatica e dignità.
L’evocazione del conflitto, il riscatto dei dannati della Terra. Dei
dannati tra i dannati. I compagni idealisti, le suore laiche, gli
analisti d’ogni dove, fanno la fila – tra fine maggio e i primi di
settembre – per visitare il Ghetto. Per filmarlo in presuntuosi docufilm
dalle colonne sonore strazianti, per estrapolarne la teoria in scritti
degni del Codice di Hammurabi. Noi siamo di Foggia. La nostra città
dista una ventina di chilometri dal Ghetto suddetto. E l’estate, per i
compagni, è la stagione del contatto. Come se noialtri non esistessimo
nei mesi senza caldo. E senza immigrati. Un compagno intellettuale, uno
“in vista”, in un pomeriggio assolato ci chiese di accompagnarlo in una
ricognizione tra le campagne dello sfruttamento. Le uniche in Italia,
sembrerebbe. Gatti si era già fatto passare per un bracciante e aveva
smosso l’interesse della compagneria organizzata. Anche quello
dell’ambasciata polacca, se è per questo. Si favoleggiava, in un misto
d’orrore e morboso languore, di oltre cento polacchi “spariti” in
Capitanata. Il che equivaleva a dire: uccisi brutalmente e sommariamente
sepolti nel contado da caporali senza scrupoli. Così, l’armata della
salvezza calava sul Tavoliere. Che non si capiva bene come avrebbero
potuto – fossero state vere le voci – affrontare con il solo scudo delle
loro analisi, un caporalato tanto feroce. Ma tant’è. Il compagno
intellettuale fu portato a zonzo. Nei suoi occhi brillava l’estasi. La
stessa che può impossessarsi di un giornalista di guerra traghettato
nella terra di nessuno. Ci fermammo in una casupola di mattoni. Un
rudere nel quale era stato ricavato un bar. Lo gestiva una donna
nigeriana. Il compagno intellettuale, in brodo di giuggiole, prese a
fare domande. La donna rispondeva. Toni bruschi ed asciutti. Suo marito e
i suoi figli erano giù, in Africa, gli disse. Lei lavorava per loro.
Completamente invaghito, l’analista di sinistra prendeva appunti. E si
riempiva gli occhi di quello spettacolo. Ogni tanto ci scoccava uno
sguardo talmente innamorato da non rendersi conto di quanto il nostro
non condividesse affatto quell’afflato. Un tizio dell’Est, visibilmente
ubriaco, fece rotolare una bottiglia a terra e si produsse in una
rumorosa imprecazione. La donna nigeriana, dal suo bancone, lasciò
perdere le chiacchiere e alzò il tono della voce. Una reprimenda. L’uomo
rimproverato si zittì di botto e porse le sue scuse. La donna
ricominciò a parlare<br />
con l’intellettuale. Che, dopo quello che
aveva visto, era più rapito che affascinato. Solo a sera, dinanzi ad un
pezzo di focaccia, a casa, dopo aver ascoltato una vagonata di idiozie
sul coraggio delle donne, sul sacrificio degli ultimi, sulla dignità,
sull’autorevolezza che deriva dal ruolo di guida, sul fatto che
bisognasse ripartire da quei bisogni, rivelammo al compagno quel che
anche un ragazzino avrebbe capito. Se non avesse avuto gli occhi occlusi
dalla filantropia compagnesca di ultima generazione. Quel che a noi era
parso evidente sin dai saluti. Che quella donna era il caporale. Lui
provò a mettere in fila i grani del rosario. Poi rifiutò con forza la
nostra argomentazione. E, una volta tornato nel profondo Nord, fu libero
di scrivere di coraggio, dignità e bisogni. Inventandosi una speranza
inesistente da una storia travisata. Incoscienza, innocenza. Ma anche
presunzione, arroganza. Oltre che confusione. A monte, andrebbe
ripristinato un dualismo elementare. Saldare il senso delle cose alla
natura stessa del nostro antagonismo di classe, immerso in un contesto
che, piaccia o non piaccia, andrebbe conosciuto. Il Tavoliere delle
Puglie, tanto nel versante settentrionale (San Severo), quanto in quello
meridionale (Cerignola), è stato da sempre laboratorio. Dello
sfruttamento padronale applicato all’ambito rurale e, di converso,
dell’organizzazione rivendicativa bracciantile. Il primo sciopero
“organizzato” risale al 1905. I lavoratori, prima ancora di affrontare
la controparte e dipanare la propria forza, furono costretti a formare
picchetti e presidi contro i cosiddetti “forestieri”, gente che, spinta
dalla fame e dalla disperazione, saliva dal Nord barese e dalle zone
limitrofe per sopperire alla momentanea assenza di manodopera nei
latifondi. Vi ricorda niente? I braccianti di Cerignola vedevano nel
“forestiero” quel che in fondo era: un crumiro. E lo combattevano con
ogni mezzo. Gli analisti dalla pancia piena possono ghignare disprezzo
per tanta superficialità, ma la realtà era quella. Lo stesso Di
Vittorio, che si accollò sul campo l’onere di diffondere pedagogia
rivoluzionaria tra le plebi, non poté fare a meno di individuare come
“molto serio” il conflitto tra scioperanti e crumiri “forestieri”.
Questi ultimi giungevano a migliaia e nei momenti più “fertili” per le
rivendicazioni degli stanziali, quando cioè questi potevano imporre una
maggiorazione ai propri miserabili salari. I “forestieri” accettavano
paghe più basse e venivano assunti, scatenando la reazione violenta
degli altri braccianti. Duelli, zuffe, morti e feriti. Come a
Colapatella nel 1914. I “forestieri” erano, senza dubbio alcuno, vittime
dello stesso sistema criminale. Ma, altresì, oggettivamente un ostacolo
alla lotta dei più determinati. Di Vittorio incentrò il suo delicato,
complicatissimo lavoro sindacale e politico, sulle forme organizzative
degli “stranieri”. Perché la causa della mortale frizione era proprio da
individuarsi in questo aspetto: la disorganizzazione degli occasionali,
mossi come pedine. La ruota gira, il mondo cambia, ma certe cose,
quando ritornano, si farebbe bene a guardarle in faccia. Dov’è
l’organizzazione sindacale itinerante, nomade, capace di organizzare in
loco frotte di lavoratori stagionali provenienti dall’Africa, dall’Asia,
dall’Europa dell’Est, disposte a mandare a monte l’intero sistema
retributivo nel nome di un “quanto più possibile, il prima possibile”
che non lascia scampo alle acute osservazioni dei dotti? Dov’è la forza
politica antagonista capace di diffondere capillarmente la disciplina
del lavoratore salariato a gente che attraversa la penisola italiana
seguendo il ritmo delle stagioni e dei raccolti e quindi, per ruolo,
indifferente alle filippiche dei maestri del conflitto di carta? Ad
entrambe le domande, non possiamo che rispondere con una desolata
scrollata di spalle. No, non ci sono forze di quel tipo. E per quanto si
voglia slittare semanticamente dal nucleo dell’organizzazione sociale a
quello della filosofia culturale, il problema che permane è lo stesso
del 1905: gli immigrati sono dei crumiri. Immaginiamo le facce! Orrore,
svenimenti, gente sconvolta pronta, ad andar bene, a ricapitolarci da
casa le forme della ristrutturazione capitalista delle campagne. Ma il
problema non cambia, neppure spiegandone premesse e ripercussioni. La
guerra fra poveri, unica allettante prospettiva delle destre xenofobe,
fa leva su dati di fatto, ahinoi incontrovertibili. E la mancanza è
nostra. Nostra e del nostro cristianesimo di ritorno, del nostro vuoto
di prospettive, della nostra mancanza di punti di riferimento vincenti.
L’organizzazione delle disperse, frazionate, ricattabili plebi
immigrate, non è freccia al nostro arco. Inutile girarci attorno. Ed in
più, da almeno quindici anni, dal riflusso delle istanze collettive e di
classe (quanto siamo vetero!) a supplire a questa mancanza, abbiamo<br />
destinato
un inutilissimo arsenale dialettico pronto ad incidere (poco) sulla
sovrastruttura. Siamo diventati gli alfieri della differenza, della
diversità elevata a valore, della comprensione a tutti i costi, laddove
un tempo tendevamo all’integrazione nella lotta, all’unificazione di una
massa di manovra e all’intolleranza verso atteggiamenti filo-padronali.
Così snaturati, non ci rendiamo conto che il nostro ruolo nei “ghetti”
non va oltre quello dei filantropi, quando non degli esploratori dinanzi
ai “selvaggi” dell’Oceania. Con l’aggravante che contiamo assai meno
dei preti. Nel ghetto ci sono case di lamiere e tavole di legno
recuperate alla meglio. D’estate sono delle fornaci, tanto che gli
ospiti dormono all’aperto. D’inverno, dei frigoriferi. E qualcuno c’è
morto, negli anni, di freddo. Nel ghetto comanda il caponero. Lui è vita
per i migranti del ghetto, tutti centroafricani, in larga parte
irregolari. O meglio: in larga parte ex regolari, spesso con un lavoro
nelle fabbriche del Nord, poi in cassa, poi senza alcuna tutela, finiti
nella tenaglia assurda della Bossi-Fini. Il caponero organizza le
squadre (rigorosamente per etnia, ogni etnia o nazionalità un caponero).
Lui è il tramite tra l’agrario senza scrupoli e la forza lavoro. Lui
assicura reddito. Ma è nello stesso tempo il vampiro che succhia gran
parte dei soldi che finiscono ai braccianti, pagati a cottimo, 3 euro
per cassone di pomodoro. Un centesimo a chilo di pomodoro raccolto.
Lucra. Dalla ricarica del telefonino (da 50 centesimi a 1 euro) al
panino più acqua per le 12 ore di lavoro, fino al trasporto nei campi.
Poi c’è da pagare il “fitto” (sì, il fitto del terreno al proprietario
del suolo), poi c’è il bar (fiorente attività messa su da un
sanseverese). E poi c’è il giro di prostituzione, di spaccio di cocaina.
I cessi a cielo aperto, niente acqua calda, 1 milione speso ogni anno
dalla Regione per portare acqua potabile in cisterne e piazzare bagni
chimici. Tutto questo i “compagni” sembrano conoscerlo. Descrivono bene
anche le dinamiche di sfruttamento, che sale lungo tutta la filiera e
ingrassa mediatori e grande distribuzione commerciale. Ma se la Regione –
alla quale non dobbiamo nulla, sia chiaro – decide di smantellare il
ghetto e allestire delle tendopoli, alzano le barricate del principio.
Eppure: cosa cambierebbe con le tendopoli? Nulla. Chi è irregolare dovrà
sempre rivolgersi al caponero per un lavoro. Chi è regolare potrà
sperare in un ingaggio come da norma, tramite le liste di prenotazione e
i contributi che vanno alle imprese che rispettano i contatti. Resta la
Bossi-Fini, restano le dinamiche di frammentazione sociale, resta il
lavoro agricolo salariato, povero per sua natura, precario e stagionale,
modello al quale si sono ispirate tutte le riforme involutive della
legislazione del lavoro dagli anni Ottanta in poi. Cambia che questi
lavoratori recuperano un minimo di dignità. Un campo con assistenza
sanitaria e legale continua, con bagni e mense. Con il trasporto
garantito verso i campi di lavoro. Nessuno afferma che sia la panacea di
tutti i mali, che hanno origini e nature diverse. Ma allora lo
dicessero fino in fondo: “noi vogliamo che i migranti vivano nella
merda, che vengano a noi come selvaggi in gabbia, in maniera tale da
farci agitare la bandiera della lotta al sistema delle multinazionali”. E
poi, in fondo, ci sarà sfuggito, ma non capiamo quale sia la proposta
di questi compagni. Temiamo la risposta: “la rivoluzione”. E fintanto
che ci attrezziamo, lasciamo i migranti a vivere sotto lamiere nelle
estati a 50 gradi della campagna foggiana? Decidiamo per loro, per il
solo gusto di inseguire le nostre battaglie da dotti, alla faccia del
referente strumentale? Fortuna che, nei ghetti come altrove, non
contiamo niente.<br />
<br />
<b><i><b>Laboratorio politico Jacob</b></i> - Foggia</b>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-10233485571748835192014-06-21T07:51:00.003+02:002014-06-21T07:51:59.121+02:00 I governanti UE temono la protesta: annullato il vertice a Torino sulla disoccupazione. Respinta la provocazione UE, revocato lo sciopero generale Cobas dell’11 luglio<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">L'11
luglio i governanti
dell’Unione Europea, con Renzi in prima fila, volevano
incontrarsi a Torino per
un vertice sulla disoccupazione giovanile: una vera provocazione
e una beffa
per i giovani italiani, per una città e per un Paese che in
questi sei anni di
crisi, a causa delle folli politiche liberiste della UE seguite
supinamente da
tutti i governi italiani, hanno subito a livelli altissimi i
disastri della
disoccupazione e della precarietà.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">L’enorme,
ed unitaria come
non mai, protesta che la convocazione del vertice a Torino stava
provocando, ha
impressionato non solo i governanti UE ma soprattutto Renzi,
così attento alla
propria immagine mediatica, che ha preferito una ingloriosa
ritirata piuttosto
che una clamorosa contestazione, proprio all’inizio del “suo”
semestre di
presidenza UE, da parte di una marea di giovani, di lavoratori e
di cittadini
che si oppongono alla disastrosa politica di “austerità”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Ma
lo scontro politico di
massa è solo rinviato all’autunno quando il governo Renzi
riproporrà quel
liberismo “austero” e a senso unico che ha massacrato il lavoro,
i redditi e le
pensioni, aggredito con le privatizzazioni i Beni comuni,
ridotto drasticamente
la qualità e i finanziamenti per l’istruzione, la salute, i
trasporti e gli
altri servizi pubblici, peggiorato la qualità dell’ambiente in
gran parte del
territorio nazionale e aumentato vistosamente quel debito
pubblico che
l’austerità, secondo le fallimentari ricette liberiste, doveva
ridurre. Per l’autunno,
Renzi ha confermato di voler proseguire sulla nefasta strada del
decreto
Poletti e del Jobs Act (che intende far approvare entro
dicembre), con un’altra
valanga di privatizzazioni per i servizi pubblici locali, con
vaste dismissioni
di beni e ricchezze pubbliche e comuni, con una “revisione di
spesa”, che
invece di colpire la mostruosa corruzione e gli intollerabili
privilegi della
borghesia di Stato, finirà per bastonare, come sempre, i più
deboli ed
indifesi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Ottenuto
il ritiro del
provocatorio vertice, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">i
COBAS revocano
lo sciopero generale dell’11 luglio</b>, lavorando fin d’ora
affinché esso,
basandosi innanzitutto sulla grande alleanza sociale costruita
in queste
settimane intorno alla mobilitazione contro il vertice, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">si svolga in autunno e sia davvero generale e
generalizzato</b>, nei
posti di lavoro e nella società tutta, coinvolgendo tutte le
forme, stabili o
precarie, del lavoro dipendente ma anche del piccolo e indifeso
lavoro autonomo.
E affinché sia una tappa cruciale per il potenziamento del
conflitto sociale
durante il semestre di presidenza europea da parte di Renzi,
contro le
politiche liberiste di austerità della UE e del governo
italiano; contro il
Patto di stabilità, la “revisione di spesa” e il TTIP (il
trattato di
"libero scambio" tra Usa ed Europa); contro le privatizzazioni,
il
decreto Poletti, il Jobs Act e la precarizzazione del lavoro;
per la
cancellazione del fiscal compact, per la difesa dei Beni comuni,
del lavoro,
del reddito, dei servizi pubblici, dei diritti sociali,
democratici e
sindacali. </span></div>
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Nella
costruzione di questo
percorso, sarà fondamentale che si rafforzi e si estenda la più
vasta alleanza
tra tutti i settori sociali che vogliono invertire le politiche
di austerità,
con le modalità che si sono diffuse negli ultimi mesi e in
particolare nella
preparazione della protesta vittoriosa contro il vertice,
consolidando <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">una
coalizione paritaria</b>, senza
gerarchie, plurale e solidale, che durante l’autunno e il
“semestre Renzi” si
proponga di sconfiggere l’”austerità” e i provvedimenti
anti-sociali che
verranno presentati dalla UE e dal governo.</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-44770929923538440772014-06-18T23:29:00.001+02:002014-06-18T23:30:04.494+02:0011 luglio, sciopero generale contro le politiche liberiste della UE e del governo Renzi<div class="MsoNormal" style="line-height: normal;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"></span></b><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"></span></b><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Contro
il vertice UE sulla disoccupazione giovanile ci vediamo
tutti/e a Torino </span></b>
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">L'11
luglio i governanti dell’Unione Europea si incontreranno a
Torino per un vertice sulla disoccupazione giovanile, proprio
loro che in questi sei anni di crisi l’hanno ingigantita a
dismisura in mezza Europa e in particolare in Italia, ove
oramai quasi un giovane su due è senza lavoro, e la netta
maggioranza di chi non è disoccupato svolge lavori
massimamente precari e con salari da fame. Le politiche
liberiste e di austerità, imposte all’Europa dai governi degli
Stati più forti, e in particolare dalla Germania, e dai
potentati economici e finanziari, sono state accettate e
applicate da tutti i governi italiani degli ultimi anni,
malgrado abbiano massacrato il lavoro, i redditi e le pensioni
della maggioranza della popolazione, aggredito con le
privatizzazioni i Beni comuni, ridotto drasticamente la
qualità e i finanziamenti per l’istruzione, la salute, i
trasporti e gli altri servizi pubblici, peggiorato la qualità
dell’ambiente e della vita in gran parte del territorio
nazionale e aumentato vistosamente quel debito pubblico che
l’austerità, secondo le fallimentari ricette liberiste, doveva
ridurre. E il governo Renzi ha già confermato di voler
proseguire su questa nefasta strada, con il decreto Poletti e
il Jobs Act, con un’altra valanga di privatizzazioni
annunciate per i servizi pubblici locali, con vaste
dismissioni di beni e ricchezze pubbliche e comuni, con una
“revisione di spesa”, che invece di colpire la mostruosa
corruzione e gli intollerabili privilegi della borghesia di
Stato, finirà per bastonare, come sempre, i più deboli ed
indifesi. Particolarmente insopportabile è dunque che, in
coincidenza con l’inizio del semestre a guida italiana della
UE, Renzi si esibisca nella prima grande vetrina mediatica
della “sua” presidenza UE sbeffeggiando, insieme agli altri
governanti europei, proprio quei giovani martoriati dalla
disoccupazione e dalla precarietà dilaganti.</span></div>
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Con
la manifestazione a Roma del 17 maggio scorso in difesa dei
Beni comuni il <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">contro
semestre</b> di opposizione alle politiche liberiste della
UE e del governo Renzi è già iniziato. Ma il passaggio
fondamentale per potenziarlo ed affrontare al meglio il
conflitto sociale che si annuncia per l’autunno, è la massima
riuscita delle<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">
iniziative di protesta dell’11 luglio a Torino,</b> nelle
quali sperimentare la più vasta alleanza tra tutti i settori
sociali che vogliono invertire le politiche di austerità,
creando <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">una coalizione
paritaria</b>, senza gerarchie, plurale e solidale. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">I COBAS, per consentire
la massima partecipazione dei lavoratori/trici alle
iniziative contro il vertice, indicono lo sciopero generale
per l''intera giornata dell'11 luglio di tutto il lavoro
dipendente pubblico e privato</b>. Lo sciopero è indetto
contro le politiche liberiste di austerità della UE e del
governo Renzi; contro il Patto di stabilità, la “revisione di
spesa” e il TTIP (il trattato di "libero scambio" tra Usa ed
Europa); contro le privatizzazioni, il decreto Poletti, il
Jobs Act e la precarizzazione del lavoro; per la cancellazione
del <i style="mso-bidi-font-style: normal;">fiscal compact</i>,
per la difesa dei Beni comuni, del lavoro, del reddito, dei
servizi pubblici, dei diritti sociali, democratici e
sindacali.</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-38182039375844065192014-06-14T19:03:00.000+02:002014-06-14T19:03:12.653+02:00I fascisti non passano a CastefrancoL'amministrazione
comunale ha revocato la concessione della sala dell'Orto a San Matteo
dopo la protesta di antifascisti, associazioni, sindacati di base. Che
il libro non fosse <br />scelto a casa si è capito subito guardando la
biografia di uno degli autori, ora si capisce che la iniziativa ha uno
sponsor politico: Fratelli d' Italia e casaggi il cosiddetto centro
sociale di destra che da anni organizza la giornata sulle foibe
occultando le responsabilità dei nazifascisti rei di stragi di civili
nella ex Jugoslavia. Una iniziativa nostalgica che non a caso esalta la
Repubblica sociale italiana, i fascisti di Salo' alleati dei nazisti
autori di stragi di civili e partigiani<br />Ma se la scelta del libro non
è casuale, puntuale arriva il repertorio di offese e di luoghi comuni
che traspare dai siti degli organizzatori<br /><br />Questo pomeriggio,
sotto la pioggia, in piazza a Castefranco, per ribadire la opposizione
al raduno c'erano numerosi giovani locali, italiani e migranti a
ribadire che non c'è spazio per gli esaltatori della Le Pen e di una
società senza migranti e solidarietà<br /><br />Quanto poi alle accuse di
Ronin secondo cui i contestatori sarebbero asserviti al capitale,
ricordiamo che il fascismo è andato al potere con i soldi degli agrari e
degli industriali e sempre i fascisti negli anni sessanta e settanta
aggredivano i picchetti operai e le università occupate dagli studenti
come oggi se la prendono con centri sociali e comunità migranti<br />E come allora, oggi, nessuna tregua per la xenofobia e il razzismo, per gli esaltatori di Salo'<br /><br /><br /><br />Gli antifascistiUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332354649228064391.post-18843743658709927392014-05-27T13:50:00.001+02:002014-05-27T13:50:44.481+02:00arrestato Clini ....un altro attinto dalla patologia italica delle bustarelle !<div class="MsoNormal">
C'era da apettarselo da chi : </div>
<div class="MsoNormal">
1) ha operato a sostegno di patron Ilva contro la salute dei lavoratori e tarantini;</div>
<div class="MsoNormal">
2) ha fatto la legge sulle bonifiche, che esime i padroni dalle responsabilità e dal risanamento;</div>
<div class="MsoNormal">
3)ha legittimato l'uso del CSS da bruciare nei cementifici e centrali termoelettriche; </div>
<div class="MsoNormal">
4) ha tentato fino all'ultimo di lasciare la porta aperta alla privatizzazione dell'acqua; </div>
<div class="MsoNormal">
5) è stato sempre a favore del nucleare e degli OGM. </div>
<div class="MsoNormal">
INSOMMA, l'usuale servo dei padroni&devastatori !</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
- Ambiente, arrestato l'ex ministro Corrado Clini: peculato sui fondi per risanamento acque in Iraq</div>
<div class="MsoNormal">
Inchiesta
della Guardia di finanza e della procura di Ferrara in collaborazione
con Roma e Lugano. L'ex titolare del dicastero ambientale sospettato di
aver distratto 3,4 milioni di euro da un finanziamento di 54 milioni
destinati a impianti idrici in Iraq</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
ROMA - L'ex ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, è stato arrestato
dalla Guardia di finanza. Nei suoi confronti, e di un imprenditore, sono
stati disposti gli arresti domiciliari. Il reato ipotizzato è peculato.
L'operazione, condotta dal nucleo di polizia tributaria di Ferrara, è
stata coordinata dalla procura della città emiliana.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
L'accusa
è di "peculato in concorso ai danni del ministero dell'Ambiente" e
nasce dall'ipotesi della distrazione di una somma di 3,4 milioni di
euro, su un finanziamento di complessivi 54 milioni destinato dallo
stesso ministero a un "progetto volto alla protezione e preservazione
dell'ambiente e delle risorse idriche, da realizzarsi in Iraq".</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
L'indagine
è stata condotta in collaborazione con la procura di Roma, unitamente
al Nucleo speciale tutela spesa pubblica della guardia di finanza della
Capitale, e con la procura federale di Lugano, unitamente alla polizia
giudiziaria federale elvetica. I dettagli dell'operazione saranno
illustrati in una conferenza stampa in programma in mattinata alla
procura di Ferrara.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Clini,
medico di formazione, divenne ministro dell'ambiente il 16 novembre
2011 nel governo di Mario Monti, dopo essere stato per vent'anni
direttore generale del ministero. Attualmente, dopo la guida del
dicastero, è tornato a ricoprire l'incarico di direttore generale per lo
Sviluppo sostenibile, il clima e l'energia sempre al dicastero di via
Cristoforo Colombo.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Supertecnico,
per venti anni sempre in prima linea ai vertici internazionali, si è
occupato di ambiente e di cambiamenti climatici, è stato anche chairman
dell'European Environment and Health Committee, composto
dall'Organizzazione mondiale della sanità e dai ministeri della Salute e
dell'Ambiente di 51 paesi europei e centro asiatici.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Come
ministro ha affrontato alcune questioni spinose come il caso Ilva, il
naufragio della Costa Concordia e l'emergenza rifiuti a Roma. Di lui si
ricordano le posizioni a favore del nucleare e pro ogm, due temi caldi,
che ha sostenuto in vari ambiti anche appena nominato ministro, a
ridosso dell'incidente di Fukushima in Giappone. Ad aprile 2012 ha
presentato al Cipe il Piano nazionale di riduzione delle emissioni di
anidride carbonica e, insieme con i ministri Corrado Passera e Mario
Catania (Politiche Agricole), la riforma degli incentivi alle energie
rinnovabili (Quinto Conto Energia). </div>
Unknownnoreply@blogger.com0