La bozza del Decreto Brunetta, in attuazione dalla legge delega 15 del 2008, determina una profonda revisione del Testo Unico del Pubblico Impiego (D.L.vo 165/2001) indirizzata ad una privatizzazione della Pubblica Amministrazione con il tentativo di azzerare anche nel Pubblico Impiego i diritti già cancellati nel lavoro privato.
Contro questo decreto la RdB-CUB P.I, i Cobas P.I. e la SdL Intercategoriale hanno proclamato per venerdì 3 luglio lo sciopero generale del settore, che sarà accompagnato da iniziative a Roma, Milano e nella maggiori città italiane.
I contenuti dell’ultima versione della bozza Brunetta, la numero 25, prevedono un pesante attacco al salario dei lavoratori pubblici, che per la quota fissa vedrà parte degli aumenti erogati dalle Amministrazioni locali ma solo se queste saranno in regola con il patto di stabilità, introducendo così una grave disparità fra territori, mentre per la parte variabile sarà sempre più dipendente dalla relazione con il dirigente e da valutazioni esterne e senza controllo.
Le progressioni retributive e di carriera vengono di fatto abolite e sottoposte a procedure concorsuali, per accedere alle quali è necessario ricevere valutazioni positive. Il meccanismo di valutazione viene affidato a soggetti esterni, senza contraddittorio e con scarsi riscontri oggettivi, che produrrà liste di lavoratori buoni, quasi buoni e cattivi a cui sarà legata l’erogazione del salario di produttività, che così perde la sua caratteristica di “salario” trasformandosi in premio per chi lo percepisce.
Viene introdotto un codice di disciplina simile ad un regolamento militare, senza garanzie e senza possibilità reale di contraddittorio, che ha lo scopo di intimidire i lavoratori ed accompagnare la loro totale flessibilità alle politiche pubbliche del governo. Non a caso la valutazione negativa per due anni consecutivi potrà provocare il licenziamento per scarso rendimento. Alla dirigenza viene riconosciuto come unico vero potere quello disciplinare, mentre il resto è demandato a soggetti esterni alla Pubblica Amministrazione.
Le materie di contrattazione divengono praticamente inesistenti; viene impedito lo svolgimento delle elezioni Rsu, i comparti vengono accorpati senza logica, attuando così un vero e proprio colpo di mano che cancella la democrazia sindacale e le libertà individuali e collettive.
Le categorie pubbliche del Patto di Base ritengono invece che la battaglia per il potenziamento e miglioramento della P.A. e dei servizi pubblici da questa erogati riguardi tutta la società, e che investire in questo settore sia un passo fondamentale per progettare la ripresa economica del paese. Nel percorso verso lo sciopero generale verranno attuate iniziative locali e di settore, con assemblee in tutti i posti di lavoro.
Roma, 10 giugno 2009
Patto di base (Rdb Cub, Confedrazione Cobas, SdL)
Nessun commento:
Posta un commento