iniziative e documenti info: cobasempolivaldelsa@alice.it C/o csa Intifada via XXV aprile 1 -Ponte A Elsa SPORTELLO DI CONSULENZA E TUTELA LEGALE
lunedì 31 dicembre 2007
La morte sul lavoro non conosce festività
venerdì 21 dicembre 2007
LA MORTE OPERAIA NON COSTITUISCE REATO

Comunicato stampa di presentazione
Nel libro bianco che abbiamo presentato oggi su “infortuni e malattie professionali nell’empolese valdelsa” partiamo dalle troppe commozioni ipocrite di questi giorni, dai tanti funzionari sindacali che lamentavano l’assurdità di turni che arrivavano a 12 ore, dimenticando di aver accettato, nei contratti di questi anni, di eliminare qualsiasi limite all'orario giornaliero e incentivato il ricorso al lavoro straordinario, azzerando i contributi introdotti dalla legge 28/12/95. Quegli straordinari fuori controllo sono il prodotto di salari troppo bassi, frutto di quasi 15 anni di contrattazione con richieste inconsistenti di aumenti e privati di ogni strumento di protezione come la scala mobile.
Contratti dove ogni volta ci viene sottratto qualcosa, sempre più flessibili e precari perché ciò che conta è quella competitività al ribasso che accentua sempre di più le differenze: i ricchi sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri.
Anche chi si era illuso che con questo governo si avviasse una ridistribuzione della ricchezza ha potuto constatare che ai tagli di ben 5 punti del cuneo fiscale per le aziende, non si è accompagnato nessuna politica a sostegno dei nostri redditi.
Il numero sempre più crescente di omicidi bianchi non sono ancora sufficienti per capire che la difesa della salute passa attraverso salari dignitosi, lavori più stabili, orari e tempi di lavoro meno bestiali.
Nel libro bianco evidenziamo i tanti paradossi legislativi, le contraddizioni fra la volontà di potenziare l’apparato ispettivo mentre si agisce per il suo smantellamento, fra i lamenti per una precarietà sempre più devastante e la legittimazione, con il protocollo di luglio, di tutte le tipologie possibili di precariato introdotte dalla legge 30 e che negli ultimi due anni hanno portato a raddoppiare il numero di infortuni che hanno colpito i precari.
La vergognosa accettazione di un sistema di appalti al massimo ribasso pur sapendo che tutto ciò si traduceva nel tagliare salari, sicurezza e nell’incentivare le assunzioni a nero.
Nella rossa toscana un operaio edile su due lavora a nero e, nei cantieri pubblici questa condizione investe il 40% dei lavoratori (dati fillea-cgil), tutto ciò a dispetto di tanti protocolli d’intesa firmati tra enti pubblici e sindacati confederali.
Qualcuno crede davvero a dati che indicano una riduzione complessiva nel numero di infortuni a fronte di un sommerso così evidente. Non è più verosimile ipotizzare che molte denunce non particolarmente gravi non vengano presentate a causa proprio di questo aumento di situazioni irregolari? La stessa Inail stima in oltre 200mila gli infortuni che si verificano nel sommerso in Italia.
Il libro bianco prova anche ad ipotizzare le mortalità causate da cancerogeni occupazionali, fenomeno ancora poco studiato.
COBAS EMPOLESE-VALDELSA
venerdì 14 dicembre 2007
Dichiarati antisindacali UNICOOP e CGIL CISL UIL
Le RSU ( Rappresentanze Sindacali Unitarie) , sono la manifestazione più diretta della democrazia in quanto elette direttamente dai lavoratori e si differenziano dalle RSA (Rappresentanze Sindacali Aziendali) che invece sono designate su scelta delle burocrazie dei sindacati esterni.
Contro questo diritto dei lavoratori, ossia quello di scegliersi i propri rappresentanti si sono scagliati con feroce veemenza sia la cooperativa che i sindacati filo aziendali opponendosi di fatto all' effettuazione delle votazioni e arrivando fino al punto di siglare in gran segreto, senza consultare i lavoratori, un accordo con la lega cooperative per impedire a tutti gli ''altri'' sindacati che non fossero loro di poter indire rinnovi RSU.
Capite che esempio di democrazia hanno dato ai lavoratori ???
Ma se un sindacato è dichiarato antisindacale perchè bloocca la democrazia delle scelte dei lavoratori.....che cosa è veramente ?
E' semplicemente un' altra azienda che però invece di vivere con i frutti del proprio lavoro preferisce guadagnare sul lavoro degli altri...
Mandiamo a casa questi parassiti che vivono sulle spalle dei lavoratori fingendosi loro tutori, partecipiamo al percorso di rinnovamento sindacale promosso dal sindacalismo di base.
Datti una possibilità di ricominciare a vedere migliore il tuo futuro, insieme possiamo farlo...
Flaica Uniti Cub
info: tel. 06 76968408 - 328 8385923
sabato 8 dicembre 2007
indignazione e commozione non bastano più

L' incidente nell'acciaieria ThyssenKrupp di Torino, dove hanno perso la vita quattro operai, ci ricordano ancora una volta che quando si muore sul lavoro non c'è fatalità o casualità che tenga. Si muore perché il lavoro è ridotto a pura variabile d'impresa, perché il profitto, il culto del mercato e del successo economico sono assunti come principi cardine della società.
Antonio, Roberto, Angelo e Bruno sono morti in uno stabilimento in via di smantellamento, con mezzi di sicurezza non solo inadeguati ma criminalmente distruttivi: estintori e lancia ad acqua hanno favorito la fiammata esplosiva invece di spegnere l'incendio. Lavoravano in situazioni disumane con flessibilità e orari sempre più fuori controllo, con turni di dodici ore diventati ormai una norma dopo l'ultima crisi aziendale, che stava portando alla chiusura dello stabilimento.
Una situazione di cui erano perfettamente a conoscenza i responsabili dell'azienda ma evidentemente interessati, come sempre più spesso avviene, al tema della sicurezza solo come ulteriore costo da ridurre per incrementare i profitti sulla pelle dei lavoratori. La commozione di governi, imprenditori e cgil-cisl- uil che accompagna in genere solo i casi più gravi come questo è pura ipocrisia, perchè in questi anni si è lavorato per un'organizzazione del lavoro che ha cancellato ogni diritto e tutela dei lavoratori.
Lamentano il massiccio ricorso al lavoro straordinario dopo averlo prima incentivato, azzerando i contributi introdotti dalla legge 28/12/95, che le aziende pagavano al superamento delle quaranta ore di lavoro. Affermano la priorità del tema della sicurezza mentre attuano, con il protocollo di luglio, politiche che vanno nella direzione opposta, quella cioè della deregolamentazione e della completa liberalizzazione del lavoro. Concordano sulla necessità di potenziare l'apparato ispettivo ma agiscono per il suo smantellamento: il 29 maggio di quest'anno gli ispettori hanno manifestato a Roma lamentando la mancanza di telefoni e soldi per la benzina. Nel nostro territorio (asl 11) il numero di aziende visitate (escluso edilizia) passa dai 685 del 2005 ai 609 del 2006; quelli nelle imprese edili da 341 a 238.
Si afferma di voler ridurre un precariato sempre più diffuso dopo aver ufficializzato di fatto il caporalato, autorizzando le agenzie private a svolgere compiti di intermediazione e lasciando mano libera alle aziende di reiterare a vita i contratti a termine.
Quella della sicurezza è per i Cobas una questione centrale, perchè preminenti sono la salute-sicurezza sul lavoro, la formazione permanente dei lavoratori e un ruolo antagonista degli RLS.
Come cobas empolese-valdelsa abbiamo lavorato ad un libro bianco di denuncia che presenteremo il prossimo gennaio su precarietà e infortuni nel nostro territorio e ci impegnamo a sviluppare campagne di denuncia su questi temi.
Cobas empolese-valdelsa.
sabato 1 dicembre 2007
Empoli: verso Vicenza, sabato 15 dic. manifestazione europea contro la guerra.

Come COBAS empolese-valdelsa, CSA Intifada e Orda Precaria abbiamo organizzato una serie di appuntamenti di avvicinamento a Vicenza: un incontro con attiviste del presidio permanente NO dal Molin (mercoledì 5 dalle 21:15) e serate video-musical-culinarie in cui poter informarsi, discutere e capire il movimento contro il dal Molin.
domenica 25 novembre 2007
solidarietà al presidio di Montale contro la riapertura dell'inceneritore

venerdì 9 novembre 2007

La giornata di oggi ha rappresentato un importante successo per il sindacalismo di base. Lo sciopero di 24 ore indetto per protestare contro la finanziaria e la precarietà del lavoro, ha visto la presenza in piazza di oltre 400.000 persone e una adesione complessiva di circa 2 milioni di lavoratori. Questa massiccia partecipazione ha bloccato il trasporto aereo, lo stretto di Messina, il trasporto pubblico locale delle principali città e creato forti disagi nelle ferrovie. Forte adesione in tutto il pubblico impiego, nella scuola, e nell'industria (con punte di oltre il 70% in luoghi-simbolo come la Fiat di Pomigliano) e nei servizi dove fortissima è la presenza di giovani e lavoratori precari.
giovedì 25 ottobre 2007
9 novembre: sciopero generale e generalizzato
Il 9 novembre prossimo è stato indetto uno sciopero generale e generalizzato contro la precarietà e il “pacchetto welfare” imposto da governo sindacati confederali e confindustria. Appare ormai quasi superfluo ricordare come la precarietà sia fino in fondo una questione sociale. Gli esempi concreti di precarietà, affiorano sempre più da ciò che in senso capitalistatico si definisce “organizzazione del lavoro”, con moltissime tipologie di lavoratori e lavoratrici sfruttati in base a contratti che rendono la flessibilità molto utile ai padroni, terribile per chi deve portare a casa uno stipendio per vivere. Il governo di centrosinistra, in tutte le sue componenti, è responsabile non solo della conferma dei cardini della legge 30, ma anche di un evidente generale peggioramento delle condizioni di vita e lavoro per milioni di persone. Ma la precarietà, è divenuta una condizione generale imposta a tutti. A chi lavora in fabbrica, con contratti a tempo determinato, ma con salari da fame, turni massacranti e con la prospettiva di pensioni ridicole. A chi è anziano e non riesce ad arrivare a fine mese con la minima sociale che somiglia più alla carità che a un diritto. A chi studia, e per pagarsi l’università deve lavorare in nero, a intermittenza, a chiamata. Se un tempo si diceva che la fabbrica modellava il ritmo della vita, l’aspetto delle città, la conformazione dei diritti e le modalità con cui si poteva accedervi, oggi è la precarietà a costruire la nuova fabbrica, che è diventata sociale e diffusa. Essa si estende territorialmente in città e metropoli, e tenta di piegare alle logiche del neoliberismo ogni attimo della nostra vita. Comparti di questa fabbrica sono anche i territori devastati dalle grandi opere, o sequestrati dalle servitù militari. Oppure trasformati in grandi discariche dannose alla salute. Isole produttive della fabbrica della precarietà sono i Centri di detenzione per migranti, dove la gente è anche costretta ad uccidersi.
Il 9 novembre è una giornata che riteniamo fondamentale per organizzare, a partire da questa condizione comune, un movimento di conflitto che sappia riprendere ciò che ogni giorno è rubato da chi comanda: reddito, tempo, qualità della vita, possibilità di scegliere, dignità, libertà. Ma ci sembra altrettanto importante che a lanciare questo sciopero sia stato il “Patto contro la precarietà e per i diritti sociali”, superando per moltiplicarle, le singole forze del sindacalismo di base. Un patto che come scopo ha quello, innanzitutto, di far riuscire lo sciopero del 9 novembre, e che si è impegnato a verificare, passo dopo passo, il suo cammino. Noi ci riconosciamo e abbiamo contribuito a questo percorso, ma siamo anche convinti che esso vada rafforzato e reso concreto a partire dalla creazione di reti di realtà sociali che possano dare sostanza, forza, radicamento ai percorsi di lotta.
mercoledì 17 ottobre 2007
Domenica 21 assemblea e cena sociale
Domenica 21 alle ore 18, al csa Intifada (via XXV aprile - Ponte a Elsa - Empoli), Assemblea pubblica per costruire la più ampia mobilitazione attorno allo sciopero del 9 Novembre.
Cobas empolese-valdelsa e orda precaria.
sabato 13 ottobre 2007
*LA CONSULTAZIONE CGIL-CISL-UIL: UNA PARTITA TRUCCATA*
La consultazione, promossa da Cgil-Cisl-Uil sul Protocollo del 23 luglio, risoltasi in uno scontato "trionfo" del sì viene esaltata come una grande prova di democrazia, ma in realtà è una partita truccata, come tutta la "democrazia sindacale", requisita dai tre sindacati concertativi che ne hanno fatto un loro monopolio, da sindacato di Stato, negando ogni spazio ai Cobas e a tutte le strutture che non sono colluse con il padronato e i governi.
Niente regole certe e verificabili, nessun controllo sulla certificazione per la stragrande maggioranza di questa consultazione, gestita in proprio nelle sedi territoriali di Cgil-Cisl-Uil, diventate luoghi di ammucchiate di scatole di cartone con le schede sottratte a scuole e altri posti di lavoro subito dopo la votazione.
Non a caso in tutta la categoria dei metalmeccanici dove si è potuto stabilizzare un minimo di regolamentazione e trasparenza procedurale lì è esploso il NO: il risultato nelle fabbriche Fiat è clamoroso, dall'80% al 90% di voti per il No. Ma le punte dell'iceberg emergono anche in tantissime altre realtà produttive e in altre categorie, dove il concentramento dei/delle lavoratori/trici e l'intervento mirato della contro- informazione hanno smontato facilmente la propaganda fraudolenta di Cgil-Cisl-Uil, spalleggiata dalle forze della maggioranza governativa.
In quanto ai dati forniti sui votanti, se per il Pubblico Impiego dicono essere circa il 7% dell'intera categoria e se per la scuola non si supera il 3%; se in totale tutti insieme i comparti avrebbero visto il voto di circa 800 mila lavoratori e lavoratrici (solo i metalmeccanici hanno votato al 50%), legittima è la domanda; ma come diavolo si arriva a 5 milioni di votanti?
Se questi sono i dati sui luoghi di lavoro, è plausibile pensare che una fiumana di milioni di pensionati/e e precari/e, ingannata da grottesche menzogne, abbia votato in massa nelle sedi territoriali di Cgil-Cisl e Uil?
Ma questa gigantesca sceneggiata non arresterà l'opposizione frontale al Protocollo, alla Finanziaria, alla politica del governo Prodi, alle leggi-precarietà (30 e Treu) che si manifesterà il 9 novembre con lo sciopero generale e generalizzato convocato dai Cobas e da vari sindacati alternativi, da moltissimi centri sociali, strutture del precariato, studentesche e sociali, per chiedere anche la garanzia del lavoro e del reddito e l'estensione dei diritti sociali a tutti/e.
Portando in piazza, nei capoluoghi di regione, centinaia di migliaia di persone, chiederemo anche la fine del monopolio Cgil-Cisl-Uil e la restituzione dei diritti sindacali a tutti i/le lavoratori/trici e organizzazioni.
/*Confederazione Cobas*/
domenica 7 ottobre 2007
NOn siamo d'ACCORDO

I cobas empolese-valdelsa, orda precaria e il csa intifada hanno organizzato oggi, 5 ottobre 2007 un presidio con volantinaggio in PIAZZA DON MINZONI a Empoli per riaffermare con forza il NO all'accordo del 23 luglio fra governo e sindacati confederali. Un accordo che:
- allunga a rate l'età pensionabile fino a 62 anni;
- prende in giro i lavoratori usuranti, escludendo importanti categorie come gli edili e, contingentandoli in soli 5.000 all'anno;
- riduce le pensioni future dei più giovani a partire dal 2010 dal 6,4 all'8,4% ;
- rende eterna la precarietà con la possibilità di estendere i contratti a termine oltre i 36 mesi;
- incentiva il lavoro straordinario riducendone i costi per le aziende e diminuendo la sicurezza sul lavoro ;
Il presidio informativo si è concluso davanti alla camera del lavoro per contestare le modalità truffaldine con le quali si è costruita la consultazione fra i lavoratori. Ai sostenitori del No non solo è stato sottratto qualsiasi spazio nelle assemblee ma non viene nemmeno garantita la possibilità di controllare i risultati delle votazioni che si terranno quasi unicamente nelle camere del lavoro, nelle sedi di Auser o dello SPI cgil.
COBAS orda precaria
domenica 22 luglio 2007
Pensioni: la vittoria dei banchieri e confindustria

giovedì 7 giugno 2007
Allegri: 33 licenziamenti da festeggiare
La vicenda della ditta Allegri, chiusa con il licenziamento di 33 lavoratori, evidenzia ancora una volta il fallimento del modello concertativo adottato da cgil-cisl-uil che ha finito ancora una volta per premiare quasi unicamente gli interessi padronali. Lascia sconcertati vedere rivendicata quasi come una vittoria (“i licenziamenti saranno solo 33 e non 39” )una vicenda chiusa in modo così triste e fallimentare.
Poco più di un anno fa padronato e sindacato avevano sottoscritto un accordo in cui Allegri si impegnava a investire nove milioni di euro in tre anni e a garantire gli attuali livelli occupazionali.
Un anno dopo quello stesso accordo diventava carta straccia, evidenziando ancora una volta che la dignità e i diritti di chi lavora non hanno più cittadinanza in questo paese. L'espulsione precoce costringerà tanti lavoratori (nella quasi totalità donne) di quaranta e cinquanta anni a riprogettare la propria vita ripartendo da condizioni senza dubbio più precarie ed alienanti rispetto a 10 o 20 anni fa. La favola della “competitività internazionale” è stata in questi anni il pretesto per imporre un mercato del lavoro sempre più flessibile e precario e che ha prodotto unicamente salari più bassi e minori tutele e sicurezza del posto di lavoro.
Le crisi che si sono succedute nella nostra zona : dal settore moda dell'empolese valdelsa (migliaia di posti di lavoro in meno), a quello calzaturiero della zona di Fucecchio (più che dimezzato negli ultimi anni), a quello delle cornici della zona Castelfiorentino-Certaldo (250 posti di lavoro in meno su un totale di 1000 addetti) dimostrano che a pagare sono esclusivamente i lavoratori. I profitti padronali accumulati in anni di vacche grasse, vengono adesso impiegati o per delocalizzare le produzioni (Armani principale fornitore della Allegri va in Cina, tanti altri in Romania) o per riciclarsi in immobiliaristi perché il mattone rende molto di più.
I tavoli concertativi (su moda, cornici, etc.) che sindaci, imprenditori e sindacati hanno avviato negli ultimi anni sono serviti unicamente a garantire tali profitti, trasferendo sulla collettività i costi economici e sociali di tali trasformazioni.
COBAS EMPOLESE-VALDELSA
domenica 27 maggio 2007
IL SILENZIO E' DOLO
Entro il prossimo 30 giugno siamo chiamati a decidere la destinazione del nostro TFR; non scegliere significa affidare per sempre una parte del nostro salario ai fondi pensione grazie al meccanismo truffa del silenzio/assenso.
La campagna acquisti che governo, padroni e sindacato hanno avviato è stata finora fallimentare (solo 170.000 lavoratori hanno aderito ai fondi) e questo rende ancora più evidente lo scopo reale del silenzio-assenso. Esprimere una scelta è perciò indispensabile e per farlo occorre compilare l'apposito modulo ministeriale entro il 30 giugno; solo così eviteremo che la nostra liquidazione finisca in un fondo gestito dalla speculazione finanziaria.
Per fornire a tutti i lavoratori una completa informazione su questa tema ed un aiuto nella compilazione dei moduli, i cobas empolese valdelsa apriranno uno sportello informativo tutti i mercoledì dalle ore 21,30 presso il centro sociale Intifada di Ponte a Elsa. L'iniziativa verrà proposta anche durante la rassegna Di vino in frasca che si terrà dal 1 al 3 giugno, con l'allestimento di un apposito banchino.
domenica 29 aprile 2007
Risposta all'appello dell'ANPI per un corteo unitario il 1 maggio
Chi, come noi, dell' anti-fascismo ne fa pratica quotidiana non resta certo indifferente alle parole dell' ANPI, a cui guardiamo sempre con molto rispetto. Il primo maggio a Empoli non stiamo organizzando una "contromanifestazione" ma, in una fase in cui molti compagni Cobas stanno attuando lo sciopero della fame per vedersi riconoscere il diritto di rappresentanza, di trattativa e per una reale democrazia sindacale chiudere insieme a CGIL-CISL-UIL diventa utopistico. Rivendichiamo il diritto di assemblea in orario di lavoro di ogni sindacato e gruppo significativo di lavoratori, il diritto di libera iscrizione, mediante trattenuta in busta paga a qualsiasi sindacato, diritto non garantito nè ai lavoratori del settore privato nè ai pensionati dei settori pubblico e privato. I Cobas sono evidentemente scomodi perchè non hanno funzionari da mantenere e quindi non hanno bisogno di compromessi con le imprese. I Cobas dell' Empolese-valdelsa, il CSA Intifada ed il collettivo precari partciperanno al corteo empolese del primo maggio con uno spezzone pittoresco, non di rottura ma di aggregazione, in opposizione alle politiche guerrafondaie e neoliberiste del governo Prodi, per la costruzione di una esistenza senza precarietà, senza guerre nè basi militari, senza grandi opere calate dall' alto che devastano i territori. Troppe morti ed infortuni sul lavoro sono da addebitarsi alla crescente precarietà, allo sfruttamento del lavoro nero e alla flessibilità che costringe ad accettare condizioni di lavoro ignobili e insicure. Alla crescente precarizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici dovuta a questa ondata liberista dei governi di destra o di centrosinistra quest' anno si aggiunge lo scippo del TFR. CGIL-CISL-UIL, dopo aver sostenuto la riforma Dini (che con l' istituzione del metodo contributivo tagliava le pensioni per i neoassunti a circa il 50% dei salari attuali) sponsorizzando i fondi pensione e trasformandosi di fatto in gestori finanziari hanno, di fatto snaturato il ruolo del sindacato. Contro la precarietà, per non consegnare il propio TFR alla speculazione finanziaria, per estendere i diritti sindacali a tutti rilanciamo l'appello a partecipare al corteo del primo maggio nello spezzone dei Cobas, del CSA Intifada e del collettivo precari che partirà da piazza Don Minzoni alle 9 e si concluderà in piazza della Vittoria.
*Cobas Empoli-valdelsa*
martedì 17 aprile 2007
Appello per la partecipazione al 1Maggio
Il 5 per mille ad Azimut
Perché il 5 per mille ad Azimut,
Codice Fiscale: 97342300585
Da anni abbiamo sperimentato la possibilità di proporre ed attuare progetti di solidarietà internazionale e di attività sociali in Italia attraverso le organizzazioni “non a fini di lucro” (Onlus).
Nel febbraio del 2000 è stata costituita la onlus Azimut. Questa ci ha permesso di condividere la nostra azione politica, sindacale e culturale con settori popolari di altri paesi che, per le loro iniziative di miglioramento sociale, avevano bisogno di aiuto pratico e finanziario.
Abbiamo avviato progetti in appoggio dei popoli del Nicaragua, di Cuba, dell’Argentina e della Colombia.
Precedentemente, in Italia, abbiamo organizzato corsi di formazione su “La povertà della globalizzazione” e “Per un approccio interculturale alla salute”.
Nel 2005, con il sostegno dell’8 per mille dalla Tavola Valdese, è stato realizzato un progetto di sostegno al popolo palestinese dal titolo: “Coscienza sociale e attività per i giovani lavoratori palestinesi in Israele”, in collaborazione con l’organizzazione locale WAC (Workers Advice Center).
Abbiamo operato anche a livello nazionale, con un’altro finanziamento della Tavola Valdese, per la realizzazione di una sala prove, con relativi strumenti musicali, a favore dell’associazione di volontariato “Il grande Cocomero” che opera nel quartiere di San Lorenzo a Roma e che si rivolge ad adolescenti del quartiere ed a quelli/e ricoverati/e in regime ordinario e diurno alla Neuro Psichiatria Infantile del Policlinico di Roma. Grazie al 5 per mille ricevuto lo scorso anno, e da altri auspicabili sostegni, proseguiremo questo progetto dotando il “Grande Cocomero” anche di una sala di registrazione.
Stiamo promuovendo, insieme all’Ufficio Stranieri del Policlinico Umberto I di Roma, un progetto di assistenza, formazione e sostegno a strutture sanitarie in Tanzania.
Sempre con il 5 per mille, stiamo sostenendo un progetto in appoggio a insegnanti e scuole palestinesi, con la partecipazione attiva e visite reciproche di insegnanti italiani.
Tra le iniziative di quest’anno, se avremo i fondi, contiamo di realizzare un progetto per la promozione del “Diritto Umanitario Internazionale” nei Territori palestinesi occupati dallo Stato d’Israele.
Sono solo alcuni esempi concreti di come una Onlus possa essere utilizzata come strumento che da un lato consente di dare prospettiva progettuale, nell’ambito della solidarietà, all’impegno politico, sindacale e culturale, rafforzando le relazioni a livello nazionale e internazionale già esistenti e aprendone di nuove, dall’altro permette di aiutare concretamente settori popolari che nel mondo si battono per maggiore eguaglianza, giustizia e fraternità tra nazioni, popoli, etnie e culture, ma che sovente non hanno i mezzi materiali per intraprendere progetti che rendano concrete e le loro speranze e aspettative.
Anche quest’anno la Finanziaria prevede che ogni contribuente possa assegnare il 5 per mille alle Onlus, decidendo, con una specifica dichiarazione nella propria denuncia dei redditi, di diminuire il proprio contributo di tasse allo Stato e di rivolgerlo a enti e strutture che lavorano nel sociale, come la Onlus Azimut.
Cosa è la contribuzione del 5 per mille?
La contribuzione del 5 per mille è la possibilità di ogni singolo lavoratore di destinare il 5 per mille delle tasse già pagate (detratte in busta paga) ad Azimut. Non si tratta quindi di alcun versamento aggiuntivo ma di destinare dei soldi già pagati, anziché allo Stato, ad una associazione Onlus.
Per destinare questa quota, ogni singolo lavoratore/trice deve compilare l'apposita casella, contenuta nel modulo 730 o UNICO, relativa alla contribuzione del 5 per mille firmandola e apponendovi il codice fiscale di Azimut: 97342300585.
L'attribuzione del "5 per mille" non è sostitutiva dell'"8 per mille" ma aggiuntiva. Sono tasse che si pagherebbero comunque..
Codice Fiscale AZIMUT: 97342300585
domenica 25 marzo 2007
Assemblea pubblica per la costruzione di uno spezzone Stop Precarietà al corteo del 1 Maggio a Empoli
L'osservatorio sulla precarietà costituitosi da qualche tempo sta portando avanti il lavoro di indagine sul lavoro precario nella Val d'Elsa. Quello che ad un primo approccio emerge è l'impressionante diffusione dei contratti cosiddetti atipici, soprattutto fra le/i più giovani. Il proliferare delle agenzie di lavoro interinale, in affitto, o come le vogliamo chiamare non è casuale, infatti il loro volume d'affari in Italia ha avuto un aumento nel 2006 tra il 20 ed il 25%. Tuttavia la precarizzazione del lavoro, della vita, non è dovuta solo a queste beffarde agenzie. Anche le amministrazioni pubbliche fanno direttamente largo uso di lavoratrici e lavoratori precari, le industrie, i call center, le cooperative ecc...
L'essenza dell'odierno rapporto di lavoro, soprattutto in tempi in cui la contrattazione individuale la fa da padrona, è la crudezza e la violenza (più psichica e culturale che fisica) del rapporto tra datore di lavoro e prestatore di lavoro. E' un rapporto che si manifesta come ricatto economico, paura, incertezza del domani. E ciò vale soprattutto oggi, dove sono le facoltà cognitive (un mix fra capacità relazionali, corporee e cerebrali) ad essere messe a lavoro (e a profitto).
La prestazione lavorativa oggi è la messa a lavoro delle soggettività, che per definizione sono sfuggevoli, molteplici e variegate. Non è più possibile, ne desiderabile, individuare una figura del lavoro che le contempli tutte come poteva essere l'operaio massa della grande industria, non è più possibile sindacalizzare le nuove figure del lavoro precario, non nei termini del vecchio sindacato. Di conseguenza quasi nulle sono le iscrizioni dei precari al sindacato e molto bassa è la conoscenza dei diritti tutelati dal proprio contratto di lavoro, né si può dire che cgil-cisl-uil si sforzino di guardare che sta succedendo.
La stessa condizione di precarietà è, appunto, una condizione non un soggetto unico con un'unica percezione. E' qualcosa che accomuna diverse condizioni lavorative e sociali, che dunque vivono desideri e bisogni differenziati.
L'intento è quello di cercare di organizzare tale moltitudine in modo che mantenga le differenze, orgogliosa, per farsene forza, per reclamare reddito, casa, dignità, diritti, servizi, maternità... Intanto con la presenza in piazza il 1 Maggio a Empoli, una presenza visibile, colorata e variegata.
Per questo invitiamo tutte e tutti a partecipare all'assemblea che avrà luogo MARTEDI' 17 APRILE dalle 21:30 presso lo spazio sociale del CSA Intifada (Via 25 Aprile – Ponte a Elsa – Empoli) per discutere insieme il da farsi e il come.
Osservatorio Precario - Valdelsa