Ci
lasciamo alle spalle uno degli anni più bui per il nostro
territorio. La crisi ha attraversato tutti i settori
produttivi e per
tante (troppe) famiglie la ripresa economica appare ancora un
miraggio. Più che gli annunci dei tanti miracolati della
politica
valgono gli indicatori reali, come quelli che scaturiscono
dall'ultimo Rapporto sulla Coesione
Sociale
stilato da Inps e Istat. Si tratta di dati che
certificano un'Italia
più vecchia,
precaria e sempre più sulla soglia della povertà.
I disoccupati sono 2 milioni 744 mila, 636 mila rispetto al
2011. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 10,7%, con un
incremento di 2,3 punti percentuali rispetto al 2011 (4 punti
percentuali in più rispetto al 2008). Il tasso di disoccupazione
giovanile supera il 35%. L'incremento della cassa integrazione
colpisce tutti i territori, i disoccupati sono soprattutto i
giovani
ma cresce il numero di chi pur con laurea e specializzazione non
trova un nuovo impiego dopo avere perduto il vecchio.
Nel nostro territorio abbiamo vissuto
(e stiamo in gran parte vivendo) le crisi della Shelbox (157
addetti), dell'Isi (50 dipendenti della nostra zona), la vicenda
della Falaschi (450
euro al mese di stipendio dopo un ritardo di quasi un anno),
l'Autoservice
di Capraia e Limite (18 addetti), della Falegnami di
Castelfiorentino, della Cooperativa L'Avvenire 1921 (ex Consorzio
Etruria) di Montelupo, della Colorobbia, Zerotwonine, Gima,
calzaturificio Rambo, L. Pucci, ecc.
Abbiamo vissuto il calo vertiginoso
degli stipendi, le fortissime sperequazioni tra uomini e donne,
autoctoni e migranti, nord e sud, il raddoppio delle tassazioni e
il
pagamento di molti servizi fino a pochi anni fa gratuiti o
semigratuiti.
Tutto questo è stato il frutto di un
atteggiamento criminale, quello dei colossi finanziari e della
politica responsabili degli enormi regali alla speculazione e alle
privatizzazioni. Un dato per tutti: lo stato spenderebbe gli
stessi
soldi per assumere i custodi per le scuole ma questi soldi li
regala
alle aziende private che a loro volta assumono con contratti
precari
a 500\700 euro al mese.
Quasi un pensionato su due (46,3%) ha un reddito da pensione inferiore a mille euro e il 38,6% ne percepisce uno fra mille e duemila euro. Dal 2010 al 2012 il numero di pensionati diminuisce mediamente dello 0,68%, mentre l'importo annuo medio aumenta del 5,4%.
E
che dire della poverta? Nel 2012 il 12,7% delle famiglie
residenti
in Italia (+1,6 punti percentuali sul 2011) e il 15,8% degli
individui (+2,2 punti) si trova in condizione di povertà
relativa.
Sono i valori più alti dal 1997. La povertà assoluta
colpisce
invece il 6,8% delle famiglie e l’8% degli individui. I poveri
in
senso assoluto sono raddoppiati dal 2005 e triplicati nelle
regioni del Nord (dal 2,5% al 6,4%).
Nel
2012 l’indicatore sintetico “Europa 2020″, che considera le
persone a rischio di povertà o esclusione sociale, ha
quasi
raggiunto
in Italia il 30%, soglia superata, tra i paesi dell’Europa a
15,
solo dalla Grecia.
Se
gli
stipendi sono bloccati, in un solo anno abbiamo perso più di
70
mila posti per non parlare poi di un paese sempre più
ignorante con
dimostrano gli abbandoni scolastici, la riduzione delle
immatricolazioni all'università, la chiusura di tante
biblioteche e
la crisi irreversibile della piccola editoria e delle librerie
indipendenti.
Alla luce di queste considerazioni, c'è ancora qualcuno disposto a credere che le politiche intraprese con i patti di stabilità , i tagli e le privatizzazioni siano le ricette vincenti?
Alla luce di queste considerazioni, c'è ancora qualcuno disposto a credere che le politiche intraprese con i patti di stabilità , i tagli e le privatizzazioni siano le ricette vincenti?
Cobas
Empoli-Valdelsa.
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