domenica 16 febbraio 2014

Le linee guida Regione Toscana sugli asili nido: al peggio non c'è mia fine


Sono uscite le linee guida per l´applicazione del nuovo Regolamento Regionale in materia di servizi educativi per la prima infanzia approvato in Estate dalla Regione Toscana, peccato che queste linee siano conosciute dai sindacatimaggioritarima non alle operatrici dei nidi, alle Rsu, ai genitori dei bambini e delle bambine. La ragione è molto semplice: queste linee guida sono peggiorative anche rispetto al nuovo Regolamento approvato solo pochi mesi or sono. Infatti
  • non si spiega come viene calcolato il rapporto educatrici\bambini\e, anzi con linguaggio burocratico si cerca di aggirare il problema
  • In ogni caso più sfavorevole rispetto al passato sarà il rapporto educatore bambino. Con il regolamento precedente, per calcolare la dotazione organica negli asili nido si doveva considerare il rapporto di una educatrice ogni sei bambini\e calcolato sulla media delle presenze del mese di max frequenza (ovvero l80%). Quindi in un nido da 50 iscritti, per calcolare il fabbisogno di educatori si doveva tenere conto di 40 bambini ovvero l80%.
  • Al momento in cui è uscito il nuovo regolamento il rapporto era 1-6 solo sui lattanti, ma saliva a 1-7 per i medi e 1-10 per i grandi, questo peggioramento veniva contenuto dal fatto che si parlava di bambini iscritti (quindi nel caso dell’es. di prima su 50 e non più 40)
  • Ora con queste linee guida il regolamento sarà ulteriormente modificato e in termini ancora più restrittivi. E' un grave errore dividere leducatrice in percentuali visto che la stessa non può essere contemporaneamente in due sezioni diverse. Cosi' facendo i conti tornano sulla carta ma lorganizzazione dei nidi è ben altra cosa . I problemi saranno scaricati sulle educatrici che dovranno garantire il rapporto nelle diverse fasce di funzionamento del servizio, il massimo grado di compresenza.ma tutto ciò come sarà possibile con personale in meno?
  • Riguardo al metodo di calcolo del fabbisogno organico, la Regione omette, come al solito, di spiegare e fare esempi applicativi CALIBRATI SULL'INTERO ARCO ORARIO DI APERTURA DEI NIDI, che cambia da zona a zona. La Regione si dilunga in inutili esempi per dirci una cosa elementare,: i coefficienti "quanta parte di educatore tocca a ciascun lattante, medio, grande" sono rispettivamente 0.17 , 0.14 e 0.1.
    Tra
    l'altro guardando la tabellina dove riportano le simulazioni applicate a nidi-tipo, viene da pensare che assessori, consiglieri e tecnici della Regione in un nido non ci sono mai entrati, perché fanno esempi di nidi con 2 lattanti, 9 medi e 27 grandi, o 4-12-6, numeri assurdi per chiunque abbia anche una vaga idea dell'argomento
  • Con condizioni così gravi e pesanti si rischia, se i gestori applicheranno un'interpretazione sfavorevole, aggirando il mantenimento del rapporto sulle fasce orarie, che in un nido X (10 lattanti, 15 medi e 15 grandi tutti con posto letto) , potrebbero bastare 5 educatori in tutto!
  • Tanta approssimazione e vaghezza di scrittura è costruita ad arte per consentire, soprattutto ai privati, ma anche ai comuni dove la forza del sindacato è minore, di avere il più ampio margine di interpretazione possibile applicare le condizioni peggiori possibili per il personale (organici all'osso e aumento dei carichi di lavoro).
Ma al peggio non c'è mai fine, infatti
  • si rivede al ribasso la dotazione organica pe favorire l'accreditamento delle strutture private e dei nidi aziendali che tagliano su assunzioni, salari e ausiliarie
  • non viene previsto il mantenimento del rapporto in tutte le fasce di apertura del nido
  • saranno equiparati spazi gioco con veri e propri nido
  • viene limitato ogni serio sviluppo dei servizi educativi comunali
Cobas pubblico impiego toscana

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