sabato 29 settembre 2012

Sulla spending review non si tratta. A proposito dello sciopero farsa del 28 settembre

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Eliminare gli sprechi per difendere il welfare è lo slogan con cui Cgil (e Uil) della funzione Pubblica hanno lanciato lo sciopero del 28 Settembre. Noi siamo stati sempre in piazza e torneremo a farlo passando attraverso una manifestazione nazionale contro il Governo a fine Ottobre) ma non abbiamo partecipato a questo sciopero che riteniamo una farsa.

  1. Quello che serve è lo SCIOPERO GENERALE contro il Governo che da mesi sta attaccando i salari e le pensioni, smantella i servizi e il lavoro pubblico, si adegua al modello Marchionne.
  2. La politica dei sindacati confederali non è di opposizione alla spending review: hanno sottoscritto una intesa con il Governo che ha dato il via libera ai tagli e allo smantellamento della Pubblica Amministrazione
  3. Non è sostenibile la politica dei taglidove servono: si vuol ridurre la spesa complessiva del personale senza abbattere invece le spese superflue (autoblu, rappresentanze istituzionali, consulenze esterne etc.)
  4. Non può esistere alcun baratto tra la difesa del salario e del potere di acquisto e il welfare. Da anni i salari sono fermi e limpoverimento dei lavoratori pubblici e privati è tra le principali cause della crisi
  5. La riorganizzazione della Pubblica Amministrazione per il Governo significa lo smantellamento dei servizi pubblici e la loro privatizzazione, lattacco ai diritti dei lavoratori (salari, contratti, pensioni ecc.)
  6. In questi anni sono aumentati i consigli di amministrazione di tante società nate o da processi di privatizzazione o dalle società in house.
  7. Il patto di stabilità interno ha colpito soprattutto le spese sociali degli enti locali : i comuni e le Asl rischiano di trasformarsi in enti profit.
  8. La spending review cancellerà migliaia di posti di lavoro già nei prossimi mesi.

Servono altre politiche e altre scelte :
  • Difesa del potere di acquisto dei salari e delle pensioni ripristinando la vecchia riforma previdenziale consentendo a migliaia di lavoratrici e lavoratori di andare in pensione con le vecchie regole e senza quel sistema di calcolo retributivo che farebbe perdere almeno un paio di centinaia di euro al mese;
  • Rinnovare da subito i contratti nazionali con aumenti salariali veri;
  • Reinternalizzare i servizi pubblici esternalizzati;
  • Far pagare il debito a chi in questi anni ha speculato e guadagnato sulla nostra pelle;
  • Far pagare le tasse alle grandi imprese e gruppi finanziari e a chi le ha evase per decenni;
  • Ridurre il numero dei dirigenti;
  • Abbattere drasticamente le spese della politica perché il servizio pubblico sia al servizio dei cittadini e non dei programmi di mandato dei Sindaci e funzionali alla rielezione dei managers nelle amministrazioni pubbliche e nelle Asl;
  • Non sottoscrivere più accordi nazionali e decentrati al ribasso mentre aumentano le spese per le consulenze, per i dirigenti e la politica.

Cobas Empoli Valdelsa

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