Migliaia in strada contro tutte le forme di intolleranza: razzismo, xenofobia, omofobia. Al centro della protesta anche il pacchetto sicurezza e l'istituzione concentrazionaria dei cie.
Dire no a ogni forma di razzismo e discriminazione e ottenere un radicale cambiamento delle politiche sull'immigrazione, in primis l'abrogazione del pacchetto sicurezza: sono queste le parole d'ordine scandita durante la grande manifestazione nazionale antirazzista di sabato 17 a Roma. L'appuntamento è stato volutamente fissato a vent'anni di distanza da un'altra grande iniziativa contro le discriminazioni, quella organizzata per ricordare Jerry Masslo, il migrante sudafricano ucciso a Villa Literno il 25 agosto del 1989. Il corteo si è mosso in anticiporispetto all'orario previsto per il gran numero di partecipanti provenienti da ogni parte d'Italia, partendo da piazza della Repubblica, per concludersi poi intorno alle 18.30 in piazza Bocca della Verità.
Variegata, trasversale e mista la composizione del corteo. Tantissimi i/le migranti. Molto nutrita la partecipazione delle comunità immigrate giunte a Roma, anche con treni speciali, da tutta Italia. In piazza anche le immagini del 'santino' di "San Papier, protettore degli imigrati" e striscioni contro la camorra. Tra gli striscioni sono comparsi anche piccoli canotti gonfiabili con scritte come "Maroni sui gommoni" e "No ai respingimenti", oltre all'immagine di una grande onda affiancata dalla scritta "Respingiamo il razzismo". Da Roma, ovvimanete ma anche da molte altre località: Bologna, Veneto, Sud Tirolo addirittura. Nel corteo, c'e' un enorme spezzone, tutto di migranti, da Caserta con uno striscione recante la scritta "Contro la camorra e il razzismo" e lo slogan "Papi permesso di soggiorno".
Grossa la partecipazione degli studenti e delel studentesse dell'Onda Anomala della capitale, con lo striscione "Respingiamo il razzismo - studenti e migranti in Onda".
Dire no a ogni forma di razzismo e discriminazione e ottenere un radicale cambiamento delle politiche sull'immigrazione, in primis l'abrogazione del pacchetto sicurezza: sono queste le parole d'ordine scandita durante la grande manifestazione nazionale antirazzista di sabato 17 a Roma. L'appuntamento è stato volutamente fissato a vent'anni di distanza da un'altra grande iniziativa contro le discriminazioni, quella organizzata per ricordare Jerry Masslo, il migrante sudafricano ucciso a Villa Literno il 25 agosto del 1989. Il corteo si è mosso in anticiporispetto all'orario previsto per il gran numero di partecipanti provenienti da ogni parte d'Italia, partendo da piazza della Repubblica, per concludersi poi intorno alle 18.30 in piazza Bocca della Verità.
Variegata, trasversale e mista la composizione del corteo. Tantissimi i/le migranti. Molto nutrita la partecipazione delle comunità immigrate giunte a Roma, anche con treni speciali, da tutta Italia. In piazza anche le immagini del 'santino' di "San Papier, protettore degli imigrati" e striscioni contro la camorra. Tra gli striscioni sono comparsi anche piccoli canotti gonfiabili con scritte come "Maroni sui gommoni" e "No ai respingimenti", oltre all'immagine di una grande onda affiancata dalla scritta "Respingiamo il razzismo". Da Roma, ovvimanete ma anche da molte altre località: Bologna, Veneto, Sud Tirolo addirittura. Nel corteo, c'e' un enorme spezzone, tutto di migranti, da Caserta con uno striscione recante la scritta "Contro la camorra e il razzismo" e lo slogan "Papi permesso di soggiorno".
Grossa la partecipazione degli studenti e delel studentesse dell'Onda Anomala della capitale, con lo striscione "Respingiamo il razzismo - studenti e migranti in Onda".
Da segnalare anche la presenza di una delegazione di cittadini de L'Aquila, che pur in una situazione personale difficile hanno deciso di partecipare a una manifestazione giudicata importante. Presenti anche le comunità palestinese e curda.
- Dirette e interviste dal corteo su: Radiondadurto.org
La lotta dal di dentro
Appena hanno saputo che un grosso corteo antirazzista stava percorrendo le strade della Capitale, i reclusi di Ponte Galeria si sono chiesti cosa fare per poter dare il proprio contributo alla mobilitazione. E una piccola risposta l’hanno trovata subito: hanno preso le lenzuola di carta nelle quali la Croce Rossa li costringe a dormire e ne hanno fatto degli striscioni da appendere sulle gabbie. Quattro striscioni, con due messaggi sopra: «Vogliamo libertà!» e «Non vogliamo i 6 mesi!». Poliziotti e soldati, dopo un primo momento di agitazione, sono tornati al proprio posto, e gli striscioni sono rimasti lì appesi a significare che, per quanto alte, le sbarre dei Centri non sono mai invalicabili - soprattutto quando si lotta.
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