- Firenze, Martedì 29 gennaio alle ore 15 Via Cavour
- Presidio davanti alla Regione Toscana.
Il 29 gennaio si terrà la prima riunione del Consiglio Regionale dopo la notizia delle gravissime accuse mosse dalla Procura di Firenze contro i principali responsabili di imprese e delle Ferrovie dello Stato.
Lo spettacolo indecente che appare dall'inchiesta chiede conto alle istituzioni politiche dei loro “sguardi distratti”, della difesa ottusa e testarda del progetto TAV ignorando le denunce dei cittadini.
Saremo davanti alla sede della Regione a guardare negli occhi tutti coloro che in questi hanno mentito e accusato di terrorismo chi denunciava il disastro imminente.
Guarderemo negli occhi coloro che ancora corteggiano l'AD delle FS Mauro Moretti che si trova a capo di una impresa dove corruzione, associazione a delinquere e connivenze con la Camorra sono ben presenti.
L'ideale di “ferroviere” per i cittadini è Riccardo Antonini, il lavoratore che è stato licenziato da Moretti per aver denunciato le gravi lacune nella sicurezza delle FS e aver collaborato con i parenti delle vittime della strage di Viareggio.
iniziative e documenti info: cobasempolivaldelsa@alice.it C/o csa Intifada via XXV aprile 1 -Ponte A Elsa SPORTELLO DI CONSULENZA E TUTELA LEGALE
domenica 27 gennaio 2013
Vogliamo guardarli negli occhi
sabato 26 gennaio 2013
GIUSTIZIA PER VIAREGGIO, GIUSTIZIA PER RICCARDO
Lunedì 11 marzo 2013, alle ore 11, a Lucca si svolgerà la terza udienza contro il suo licenziamento
Lucca,
24 gennaio 2013 - Si è concluso con un mancato accordo, il tentativo di
conciliazione avviato da Giudice del Lavoro di Lucca, Luigi Nannipieri,
nella causa contro il licenziamento del nostro compagno di lavoro Riccardo Antonini,
operaio addetto alla manutenzione infrastrutture di Rfi Spa. Come molti
sanno è stato licenziato per espressa volontà dell'amministratore
delegato del gruppo Fs, Mauro Moretti, imputato nel processo Viareggio,
(il quale potrebbe impiegare meglio il suo prezioso tempo di lavoro
dedicandosi di più a garantire il buon andamento e la sicurezza dei
treni). Motivo utlizzato per il licenziamento è la sua partecipazione
come consulente tecnico dei familiari e della Cgil, alle fasi tecniche
dell'incidente probatorio, per la pretesa incompatibilità tra il ruolo
di dipendente e la posizione processuale della società Rfi, imputata, ai
sensi della legge 231 sulla responsabilità civile delle imprese.
Licenziamento Antonini: Riccardo rigetta proposta indecente di Moretti
Conciliazione
fallita, Mauro Moretti rifiuta la proposta del Giudice, Riccardo
rigetta la proposta 'indecente' di Moretti per '... dignità e per il rispetto delle vittime della strage di Viareggio'. Prosegue la causa per il licenziamento, la prossima udienza si terrà l'11 marzo 2013. Proposta del Giudice. La proposta di Riccardo. La proposta indecente di Moretti.
Un secondo motivo è legato alle
contestazioni ricevute dallo stesso Moretti a Genova, nel settembre
2011, durante il dibattito ad una festa del Pd, al quale era presente
anche Riccardo, assieme - come si vede nella quì sopra - ai familiari
delle vittime della strage di Viareggio.
MORETTI RIFIUTA LA PROPOSTA DEL GIUDICE - Il Giudice aveva proposto,
come prevede la legge, già nella prima udienza del 5 luglio 2012, una
conciliazione per evitare la causa ed il giudizio, invitando le parti ad
accordarsi su un testo che prevedeva per Riccardo l'interruzione
dell'attività di Consulente Tecnico di Parte nel processo penale per la
strage di Viareggio – la cui udienza preliminare si svolgerà in
primavera – e da parte dell'azienda la revoca del licenziamento e la
concomitante trasformazione in una sanzione 'conservativa', ovvero
alcuni giorni di sospensione, senza nessuna condizione vessatoria
aggiuntiva. Questa proposta sicuramente equa, rispetto al contesto in
cui è stato disposto il licenziamento, sembrava fosse stata accettata
dai legali aziendali e dai dirigenti delegati a gestire il contenzioso
ma è stata poi personalmente rigettata da Moretti.
LA PROPOSTA 'INDECENTE' DI MORETTI - Interferendo direttamente nella trattativa, l'ad del gruppo Fs, con la sua proposta 'indecente' voleva
imporre la rinuncia perpetua per Riccardo a qualsiasi costituzione in
giudizio contro le società del gruppo Fs e di tutti i dirigenti
eventualmente coinvolti in procedimenti penali, anche futuri; una sorta
di veto padronale eterno all'esercizio dei diritti costituzionali ed a
quello, inalienabile, di rivolgersi all'autorità giudiziaria a tutela
degli interessi personali e collettivi. Nonostante il potente ufficio
Stampa delle Fs (forse il più nutrito e costoso nel panorama delle
grandi aziende italiane, pagato con i soldi dei contribuenti) che con un
comunicato
ha tentato di rovesciare il senso di quanto accaduto, sono stati
Moretti e l'azienda a rifiutare la proposta già formalizzata del
giudice, basta leggere i documenti per rendersene conto. Se potessimo
farlo correggeremmo con la matita blu il loro comunicato, almeno per
fornire una più corretta informazione all'opinione pubblica.
LA PROPOSTA DI RICCARDO - Riccardo ha presentato a sua volta una proposta
che pur tenendo conto di alcune richieste della controparte impedivano a
Moretti lo sconfinamento su un terreno estraneo al contratto di lavoro
respingendo il suo maldestro tentativo come 'padrone', di umiliarlo
pubblicamente. "Se e quando rientrerò in ferrovia, questo sarà in piedi e a testa alta, non in ginocchio e con il cappello in mano, come vorrebbe il sig. Moretti", è stata la serena e ferma dichiarazione di Riccardo che ha poi motivato con una lettera la sua decisione che tutti noi condividiamo.
A CHE SEVONO I DIRIGENTI DI RFI ? -
Praticamente Moretti ne ha fatto una questione personale - dalla quale
avrebbe fatto meglio ad astenersi in quanto imputato proprio nel
processo penale da cui nasce il contenzioso - nonostante si tratti di un
provvedimento interno della Rfi Spa, società del gruppo che sulla carta
è dotata di piena autonomia, di un poderoso apparato burocratico e
manageriale, presidente, amministratore delegato, consiglieri di
amministrazione e diverse centinaia di dirigenti, che pur mantenendo la
carica, sono di fatto esautorati dalla gestione di questa vicenda che è
ormai riconosciuta da tutti come un 'licenziamento politico' (ad uso
personale di Moretti) per motivi del tutto estranei alle ragioni
contrattuali utilizzate come pretesto formale.
IL
POTERE DATORIALE USATO PER MOTIVI PERSONALI - In un paese 'normale'
sarebbe additato alla 'pubblica riprovazione' quel dirigente che,
facendo leva sul grande potere che la collettività gli ha conferito per
gestire un prezioso servizio pubblico quale è quello ferroviario, si
accanisce per
motivi personali contro un 'suo' operaio, prima licenziandolo e poi
imponendogli col ricatto occupazionale la rinuncia ai diritti ed alle
libertà civili garantite dalla Costituzione a tutti i cittadini.
UN
SEMPLICE MA TEMUTISSIMO OPERAIO - Moretti voleva imporre a Riccardo, il
divieto di presentarsi in tribunale come consulente, non solo nel
processo sulla strage di Viareggio ma per qualsiasi altro procedimento
in cui nel futuro potrebbero essere imputate le numerose società e lo
sterminato numero di dirigenti del gruppo fs; una sorta di salvacondotto
della casta ferroviaria contro le iniziative legali di un semplice ma
temutissimo operaio.
UN
'FAVORE' A TUTTI I PADRONI – Con questo maldestro tentativo di
calpestare la dignità di un lavoratore dalla 'schiena dritta'
probabilmente la dirigenza ferroviaria intendeva svolgere anche un
lavoro 'per conto terzi' aprendo la strada agli altri 'padroni' per
cancellare i diritti civili di tutti i lavoratori impedendone la costituzione in giudizio. Basta licenziarli con un pretesto e poi, imporgli di rinunciare a questo o quel diritto...
A FIANCO DI RICCARDO - Una storia di
prepotenza dei forti contro i più deboli nella quale Riccardo trova al
suo fianco tutti i ferrovieri, i lavoratori, lavoratrici e quanti hanno a
cuore l'uguaglianza e la giustizia sociale. Un sostegno particolare lo
riceve dall'associazione dei familiari delle vittime, “Il Mondo che
vorrei”. “Se Riccardo avesse accettato - dice la presidente, Daniela Rombi - anche la nostra battaglia avrebbe perso forza. Viareggio non è in vendita e noi non siamo zerbini”.
Questa battaglia, divenuta un simbolo, nasce – non dobbiamo
dimenticarlo – dalla strage di 32 persone innocenti, vittime della
crudeltà di un sistema burocratico e industriale che antepone il
profitto alla tutela della sicurezza dei treni ma anche dalla volontà
dei ferrovieri di partecipare, schierandosi dalla parte delle vittime e
contro i poteri forti della burocrazia e della tecnocrazia ferroviaria
europea.
sabato 19 gennaio 2013
VERGOGNA!
Venerdì 18 gennaio, uno schieramento di poliziotti in tenuta antisommossa ha vietato l'accesso al Consiglio comunale di Empoli a un gruppo di cittadini che, in maniera pacifica, intendeva difendere l'esistenza del Centro Sociale Intifada di Ponte a Elsa. Una decisione non solo vergognosa, ma anche illeggittima perchè viola palesemente le regole statutarie indicate per le sedute pubbliche.
Tutto questo avviene in un comune dove le politiche abitative sono pressochè inesistenti e che ha preferito svendere il proprio patrimonio pubblico (alloggi ERP) ad un prezzo medio di 37 mila euro per alloggio in un periodo in cui il mercato immobiliare non era ancora toccato dalla crisi (dati Publicasa 2008). Un vero affare: per ogni 4 alloggi (s)venduti si riesce a malapena a costruirne uno.
Come sportello sociale abbiamo più volte denunciato come i programmi di edilizia residenziale pubblica fossero completamente disinteressati al recupero del patrimonio abitativo esistente e agli oltre mille immobili non abitati del comune. Sindaci e prefetti hanno ampi poteri di intervento, sarebbe ora che cominciassero a rivolgerlo contro gli speculatori, requisendo appartamenti e bloccando gli sfratti, anziché restringere le libertà e demolire spazi sociali. Lo sfruttamento intensivo del territorio (l'Istituto Nazionale di Urbanistica ha quantificato una cementificazione tale che ad ogni cittadino potrebbe disporre di 230 mq), la gestione privatistica del patrimonio pubblico (aziendalizzazione degli enti) ha finito con il produrre l'espropriazione della città e dei suoi abitanti.
Ponte a Elsa è l'emblema di una periferia urbana “capace soltanto di invecchiare”, perchè progettato in nome dell'emergenza e non per rigenerarsi nel tempo, a destinazione popolare e privo dei più elementari servizi.
Il Centro sociale Intifada rappresenta la risposta più efficace all'abbandono e al degrado del quartiere. In questi anni abbiamo condiviso le mille battaglie sulla ripubblicizzazione dell'acqua, sulla difesa dell'ambiente, contro il razzismo, per il diritto all'abitare e in difesa dei diritti dei lavoratori e dei migranti e faremo di tutto per difenderlo anche in futuro.
Cobas Empoli-Valdelsa.
giovedì 17 gennaio 2013
NON CI PROVATE!!!
NON CI PROVATE!!!
25 anni di centro
sociale intifada, non si cancellano con una variazione di
destinazione d'uso!
Un quarto di secolo, era
il 1988 quando venti ragazzi occuparono l'ex scuola elementare
di Ponte a Elsa, dando vita ad una dell'esperienza più attive
d'Italia, il centro sociale autogestito intifada
Non basterebbero
centinaia di pagine per ricordare le migliaia di iniziative
promosse dal csa intifada in questi ultimi 25anni. Almeno 3
generazioni si sono susseguite all'interno dell'unico spazio
sociale di tutta la provincia di Firenze, un punto di
riferimento per tutti coloro che credono nella democrazia
diretta e nella partecipazione.
Ebbene il csa intifada
sta per essere cancellato da un amministrazione che preferisce
il cemento agli spazi sociali. Nel piano regolatore che verrà
presentato domani in consiglio comunale il terreno dove è
situato il CENTRO SOCIALE AUTOGESTITO diventa ERP ( EDILIZIA
RESIDENZIALE PUBBLICA)
Vogliamo essere subito
molto chiari con questa amministrazione
NOI DA VIA XXV APRILE
NON ANDREMO MAI VIA,
se questa
giunta comunale vuole trasformare un'esperienza
ricchissima di lavoro partecipazione solidarietà anche
internazionale , in un problema di ordine pubblico, ci
provi
non staremo
inermi ad aspettare le ruspe!!
PER
DIRLO TUTTI 'INSIEME A QUESTI AMMINISTRATORI, SORDI E
CIECHI.
VENERDI
18 ORE 19,30 TUTTI DAVANTI AL COMUNE IN VIA GIUSEPPE DEL
PAPA
CENTRO
SOCIALE AUTOGESTITO INTIFADA
venerdì 11 gennaio 2013
Solidarietà lavoratori Falaschi
Esprimiamo la nostra
piena solidarietà agli autisti della Ditta Falaschi che, pur da mesi senza
stipendio, hanno continuato a garantire il trasporto scolastico nei comuni di
Montelupo, Vinci, Capraia e Cerreto.
Chiediamo all'Unione
dei Comuni Circondario Empolese Valdelsa, che andrà a gestire in maniera
unificata tutti i servizi pubblici del territorio:
-
che venga assicurato il pagamento degli stipendi ai dipendenti della Ditta Falaschi da dicembre 2012 in poi; gli autisti stanno continuando a lavorare per i cittadini;
-
che il servizio di trasporto scolastico, che dovrà essere gestito in maniera unica, non venga appaltato ma venga reinternalizzato con l'assunzione degli autisti della Ditta Falaschi
Siamo convinti che la
messa a gara del servizio, con il criterio scellerato dell'offerta
economicamente più vantaggiosa, non potrà portare che ulteriori danni ai
lavoratori, costretti a lavorare senza i diritti minimi garantiti, e ulteriori
danni ai cittadini.
Siamo certi infatti che
i cittadini condividono con noi l'idea che il trasporto scolastico è un servizio
indispensabile che un Ente pubblico deve erogare direttamente, un Bene Comune,
così come condividono con noi l'idea che dopo che una persona ha lavorato per un
mese ha il diritto sacrosanto di riscuotere lo stipendio.
Cobas Empoli
Valdelsa
martedì 8 gennaio 2013
Fallimento della Ginori, i Cobas: "C'è da pensare male, a strani giochi". Pronti a occupare la fabbrica
"E' una situazione allucinante e
paradossale, oggi era tutto predisposto perché i lavoratori rientrassero
in fabbrica". Lo ha detto Giovanni Nencini, esponente dei Cobas Ginori,
commentando la decisione del Tribunale di Firenze SUl fallimento della
Richard Ginori. I Cobas hanno tenuto un presidio fuori da Palazzo di Giustizia, con un centinaio di lavoratori.
"Una decisione che induce a pensare male - ha aggiunto - a pensare
che dietro questo fallimento ci siano dei giochi particolari". Una
decisione presa, ha osservato il sindacalista, malgrado lo schema di
concordato predisposto dal collegio dei liquidatori avesse "assegnato
Ginori a due società importanti pronte a investire immediatamente, e già
con decine di milioni di euro di ordini pronti da evadere".
Secondo Nencini "sono sbigottiti sia i rappresentanti di Lenox che
quelli di Apulum, non si aspettavano una decisione del genere".
L'esponente dei Cobas ha criticato il comportamento di Filippo Pasquini,
creditore privilegiato, unico a non aver ritirato l'istanza di
fallimento presentata: "Si è ostinato fino alla fine a non ritirare
l'istanza - ha detto Nencini - andando contro i suoi stessi interessi, e
questo induce a pensare che evidentemente qualcuno fino alla fine ha
giocato e spinto per il fallimento della Ginori".
I Cobas della Richard Ginori vogliono occupare lo stabilimento di Sesto Fiorentino dopo l'annuncio del fallimento della storica azienda di porcellane. E' quanto annunciato oggi dai lavoratori del sindacato di base che stamani hanno prima organizzato un presidio davanti al Palazzo di giustizia per poi dirigersi verso il centro dove hanno manifestato davanti alla sede della prefettura e successivamente a quella della Regione. I lavoratori, secondo quanto spiegato, saranno ricevuti da un funzionario regionale e cercheranno di organizzare il prima possibile un incontro con il presidente della Regione Enrico Rossi.
Secondo Giovanni Nencini dei Cobas Ginori "tutta questa vicenda ci induce a pensare che qualcosa non abbia funzionato come doveva e che si volesse comunque arrivare al fallimento di Richard Ginori. La scelta del tribunale ci ha lasciato allibiti, dopo che Richard Ginori era già stata assegnata dal collegio dei liquidatori a due aziende importanti e solide come Apulum e Lenox. Oggi - ha aggiunto - pomeriggio torneremo in fabbrica per occuparla". Dai Cobas critiche a Cgil, Cisl e Uil "che stamani non hanno partecipato al nostro presidio. Paradossalmente - spiegano - a sostenerci erano invece presenti i lavoratori della Gkn con la Rsu che riunisce anche i sindacati confederali, per esprimere solidarietà e sostegno alla nostra vertenza. Questo é significativo".
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