sabato 12 febbraio 2011

BASTA COI ROGHI DI BAMBINI ROM!

Il 6 febbraio quattro bambini di etnia rom sono stati uccisi a Roma dalla miseria in cui sono stati costretti a vivere dalla Amministrazione capitolina, in un campo fatto di baracche di legno e lamiera.

Il Sindaco di Roma e i politicanti della destra se la prendono con i campi rom, gli stessi contro i quali la camorra, nel napoletano, ha usato armi e bottiglie incendiarie, gli stessi campi che a Roma sono stati bersaglio di aggressioni e incendi da parte di bande fasciste.

Gli stessi campi, simili a lager aperti, moderni ghetti insomma, dove sono costretti a vivere da anni, nonostante, come ognuno di noi, sognino una casa e un posto decente per vivere. Ancora una volta, il sindaco di Roma e la destra razzista, sia col cd "piano nomadi", sia con una campagna di tipo razziale sempre piu' spinta, invocano norme d'emergenza per allontanare sempre piu' queste popolazioni dalla realtà sociale e rinchiuderli in ghetti sempre piu' distanti dalla città. Negli ultimi anni molti bambini rom non sono piu' andati a scuola perché i programmi sociali loro destinati sono stati ridimensionati, si preferisce spendere in armamenti ed in polizia, si preferisce spendere per creare problemi invece che per risolverli.

Anche a Pisa, il Sindaco a ben pensato di utilizzare l'ennesima tragedia in un campo rom per chiedere nuovi sgomberi di questo popolo di abusivi. Filippeschi chiede soldi e rivendica il "patto di Pisa citta sicura", per questo reclama più forze di polizia. Nelle parole del democratico Filippeschi, come in quelle dell'ex missino Alemanno, cogliamo troppe similitudini, un tratto in comune: la militarizzazione del territorio, che costituisce la ricetta a cui affidano il tema della sicurezza. Mentre si finge di dimenticare che la pluridecennale politica dei campi nomadi ha creato solo miseria, insicurezza, discriminazione e segregazione. Sia la politica tutta italiana dei "campi nomadi", che quella della militarizzazione, costituiscono pure un giro di soldi notevole e sono alla base di una politica sociale decisamente antipopolare. Costoro dimenticano anche che i rom non sono affatto "nomadi" nel senso utilizzato, in tutta Europa vivono prevalentemente in normali abitazioni, lavorano e mandano i bambini a scuola. La realtà dei campi è uno specifico italiano e un retaggio del periodo fascista, nel quale queste popolazioni vennero dapprima messe nei campi e poi in gran numero inviate nei lager di sterminio assieme a migliaia di oppositori politici, gente considerata deviata, insieme a milioni di ebrei vittime della deportazione.

Il popolo rom è principalmente vittima non riconosciuta della Shoà e del Porraimos che falcidiò intere popolazioni in Europa, piu' di recente le popolazioni rom sono state costrette con la forza, da bande criminali alleate delle autorità italiane ed europee, ad abbandonare i territori kosovari dove vivevano in gran numero: Oggi questa terra è invecei regno della piu' potente malavita organizzata dell'intero continente europeo da cui provengono indisturbati la maggioranza dei traffici che attraversano il nostro Paese.

I rom sono le primevittime della famosa guerra umanitaria, in Kosovo avevano case e lavoro, vivevano in pace in un paese, laJugoslavia, che riconosceva loro piena sovranità, a differenza dell'attuale "Stato delle mafie" kosovaro, vero Stato fantoccio sorretto dalle nostre truppe occupanti. Non a caso l'Italia è stata richiamata daorganismi internazionali, tra i quali l'ONU, al rispetto dei diritti umani tanto nel caso dei rom di origine jugolsava e romena che dei sinti di nazionalità italiana. Con tali politiche di esclusione è negato a loro, e a tanti altri cittadini, italiani o migranti che siano, il diritto all'abitare, a vivere in condizioni umane e con diritti civili e sociali: è questa la nostra sicurezza! Senza questi diritti non c'è umanità, non c'è giustizia sociale, ma solo violenza, sopraffazione e razzismo.

Lo sgombero ormai imminente del campo delle Bocchette a Pisa non cancella il cosiddetto problema rom, perché lo sgombero non può rappresentare la soluzione di niente. Al sindaco di Pisa chiediamo anche cosa stia facendo per affrontare l'assenza di posti letto per le centinaia di cosiddetti "barboni" che vivono nell'area della stazione. Esiste una emergenza sociale e civile a Pisa e il sindaco la nega. Noi siamo per una politica che la smetta con gli sgomberi e i tagli indiscriminati ai servizi rivolti a chi versa in condizioni di estremo bisogno.

Basta a una politica fatta di cinismo, fatta di razzismo.

Zone del silenzio Pisa

Nessun commento: