La vita di Mario Soggiu vale mille e ottocento euro. La cifra stampata sull'assegno che, ad oggi, ha ricevuto la moglie Mariangela Stoccaro madre delle loro due bambine rispettivamente di 10 e 12 anni. Mario Soggiu aveva 56 anni quando lo scorso 15 luglio ha perso la vita nel cantiere del nuovo ospedale di Bergamo. «Mario era uno molto attento sul lavoro - racconta al Fatto Quotidiano la signora Mariangela da Alghero -. Era abituato a svolgere anche lavori molto pericolosi ma era uno con la testa sulle spalle. Faceva il tubista industriale. Non era un semplice idraulico come hanno scritto i giornali. In passato aveva ricoperto anche mansioni di responsabilità. Quello era il suo primo giorno di lavoro a Bergamo». Le due figlie lo avevano salutato la domenica precedente alla sua partenza: prima tappa Roma per sistemare alcune pratiche per il nuovo lavoro e poi il viaggio per Bergamo dove avrebbe lavorato per conto della Ildocat Spa.
Mario Soggiu è morto precipitando dal quinto piano di una delle sette torri del cantiere. Una scala poco illuminata e senza alcuna protezione. Il suo corpo privo di vita è stato rinvenuto da un compagno di lavoro. Ma per l'Inail alla moglie Mariangela non spetta alcun indennizzo. Per la precisione nella lettera inviata dall'Istituto nazionale di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro è scritto che «non spetta alcuna indennità in quanto l'infortunio non risulta avvenuto per rischio lavorativo bensì per il verificarsi di un rischio generico incombente su tutti i cittadini e comune ad altre situazioni del vivere quotidiano».
Mario Soggiu è morto precipitando dal quinto piano di una delle sette torri del cantiere. Una scala poco illuminata e senza alcuna protezione. Il suo corpo privo di vita è stato rinvenuto da un compagno di lavoro. Ma per l'Inail alla moglie Mariangela non spetta alcun indennizzo. Per la precisione nella lettera inviata dall'Istituto nazionale di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro è scritto che «non spetta alcuna indennità in quanto l'infortunio non risulta avvenuto per rischio lavorativo bensì per il verificarsi di un rischio generico incombente su tutti i cittadini e comune ad altre situazioni del vivere quotidiano».
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