Questa mattina alle ore nove, in una ventina fra attivisti e famiglie dello sportello sociale di Empoli, abbiamo bloccato lo sfratto della famiglia marocchina Louarcani a Montelupo Fiorentino. Lo sfratto è stato rinviato a Giovedì 3 Settembre.
Visti i tempi così stretti che sono stati dati alla famiglia, e la concreta possibilità che lo sfratto di giovedì prossimo sia eseguito materialmente, con la forza pubblica, abbiamo deciso di andare in comune a Montelupo per parlare con l'assessore di competenza, nonché vicesindaco, Giacomo Tizzanini, chiedendogli di adoperarsi in questo arco di tempo per trovare una soluzione che garantisca a questa famiglia (padre, madre e quattro minori) il diritto alla casa o un passaggio non traumatico da casa a casa.
La risposta dell'assessore è stata molto poco soddisfacente e preoccupante, in quanto egli ha dichiarato che a Montelupo non è prevista una procedura di intervento per chi è in emergenza sfratto, e le uniche strade che l'amministrazione propone sono: o quella di dividere la famiglia mandando moglie e bambini in un istituto e il padre in un albergo casa, oppure quella di pagare un eventuale anticipo per un nuovo contratto d'affitto, che la famiglia deve provvedere ad individuare (in un mercato in cui la condotta delle agenzie è, come si è dimostrato, altamente razzista), magari "in un altro comune in cui gli affitti sono più accessibili", in quanto "a Montelupo, si sa, gli affitti sono troppo alti per una famiglia così in difficoltà". Queste risposte ci appaiono inaccettabili e non danno nessuna garanzia di un futuro dignitoso per la famiglia.
La nostra mediazione con l'amministrazione negli ultimi mesi non ha portato ad alcunché e non si capisce come mai, visto che Montelupo non ci risulta un paese ad alta tensione abitativa, se così non fosse chiediamo all'amministrazione di farlo sapere rendendo pubblici i numeri e le dimensioni del problema. Oltretutto stiamo parlando di un comune in cui rifondazione comunista è in giunta, e siamo profondamente rammaricati di come un assessore come il Rovai che si dichiara comunista, non faccia nulla per risolvere la situazione, in maniera democratica e solidale, ma si appiattisce su posizioni che nulla hanno a che fare con la tradizione comunista, a lui molto cara. Lo sportello sociale chiederà a breve, la prossima settimana, un incontro con la sindaca di Montelupo Rossana Mori, per tentare ancora una volta di trovare mediando una soluzione adeguata, anche se temporanea.
Inoltre vogliamo denunciare in questa conferenza stampa la situazione che stiamo vivendo dal punto di vista dell'emergenza abitativa nel circondario, non solo a Montelupo dunque, a partire da ciò che vediamo attraverso l'attività dello sportello. Come sportello sociale ci troveremo di fronte, da oggi ai prossimi due mesi, a più di dieci sfratti esecutivi, tutti nei comuni del circondario: a Vinci, a San Miniato, a Montelupo, a Empoli... Avendo ben presente che la quantità di persone e famiglie sotto sfratto che si rivolge allo sportello è una piccola parte rispetto a tutte quelle che vivono la stessa situazione, deduciamo che quelli che noi conosciamo come sfratti in attesa di esecuzione non sono altro che la punta di un iceberg ben più grande.
Per questo motivo chiediamo alle istituzioni, in particolare al circondario, di aprire un tavolo per discutere le modalità con cui affrontare, sia nell'immediato che nel medio-lungo periodo, tutte le situazioni di sfratto in modo da garantire il diritto alla casa, con passaggio da casa a casa, a tutti, evitando drammatiche divisioni di famiglie in difficoltà, inutili regali di denaro pubblico alla rendita privata e l'espulsione delle fasce sociali più povere dalle città verso le periferie.
Chiediamo un tavolo che sia a livello di circondario perché sulle questioni sociali, come è quella che stiamo ancora una volta portando alla luce, ci sembra opportuno che i comuni più virtuosi aiutino quelli con meno possibilità. Per quanto ci riguarda siamo, come sempre, disponibili al dialogo, nell'assunto che per noi la questione dei diritti è un punto fermo: crisi o non crisi devono essere garantiti a tutti.
Confidando nella non volontà dell'amministrazione montelupina di trasformare quello che è un problema sociale in una questione di ordine pubblico, ribadiamo l'invito all'amministrazione a cercare una soluzione adeguata e duratura per questa famiglia e diciamo sin da ora che il giorno Giovedì 3 Settembre, in mancanza di soluzioni alternative trovate dalle amministrazioni locali saremo ancora qui per un nuovo determinato picchetto sicurezza, con la solidarietà, anche attiva, della rete nazionale dei movimenti di lotta per la casa, a partire dalle realtà a noi più vicine come il movimento di lotta per la casa di Firenze.
SPORTELLO SOCIALE/Comunità in Resistenza _ Empoli
OrdaPrecaria & COBAS Empoli-valdelsa
MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA _ Firenze
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