La richiesta di mobilità per i 34 lavoratori della ditta Allegri è l’ultimo tassello in un territorio ormai devastato dalle crisi. Tra cassa integrazione e mobilità sono ormai migliaia i lavoratori investiti dalla crisi: IRPLAST, Mostardini, Borri, Manifattura di Stabbia, Cartiera Etruria, Rasseno, Bitossi-Colorobbia, Bain Design, Modyva, Baccetti trasporti, Azzurra, Arno, Imer, Pertici, Fratelli Bagnoli….
A loro si si aggiungono quei lavoratori di microimprese mandati a casa senza alcun rumore mediatico o sindacale e le centinaia di precari espulsi per primi senza alcuna tutela.
Lavoratori e precari in un paese che evade per 200 miliardi di euro, dove l'economia sommersa produce per altri 250 miliardi, dove si ammazzano quattro lavoratori al giorno, dove il 20% delle persone è già sotto il livello di povertà, dove si tagliano risorse a scuola, sanità e servizi sociali per salvare speculatori e bancarottieri, dove si allunga l'età pensionabile mentre le casse dell'INPS sono in attivo per 13 miliardi di euro.
La crisi si sta rivelando come la più straordinaria delle opportunità per delocalizzare, per scremare i lavoratori e per cancellare quel poco che ancora rimane del sistema di tutele e diritti (contratto collettivo nazionale, diritto di sciopero…).
Basta con i soldi a padroni e parassiti, basta con il finanziamento di missioni di guerra e nuovi caccia militari. Rivendichiamo il diritto ad un reddito dignitoso per precari e disoccupati, il blocco dei licenziamenti e la revoca di tutte le leggi precarizzanti e razziste. Vogliamo lavorare meno per lavorare tutti a parità di salario.
A loro si si aggiungono quei lavoratori di microimprese mandati a casa senza alcun rumore mediatico o sindacale e le centinaia di precari espulsi per primi senza alcuna tutela.
Lavoratori e precari in un paese che evade per 200 miliardi di euro, dove l'economia sommersa produce per altri 250 miliardi, dove si ammazzano quattro lavoratori al giorno, dove il 20% delle persone è già sotto il livello di povertà, dove si tagliano risorse a scuola, sanità e servizi sociali per salvare speculatori e bancarottieri, dove si allunga l'età pensionabile mentre le casse dell'INPS sono in attivo per 13 miliardi di euro.
La crisi si sta rivelando come la più straordinaria delle opportunità per delocalizzare, per scremare i lavoratori e per cancellare quel poco che ancora rimane del sistema di tutele e diritti (contratto collettivo nazionale, diritto di sciopero…).
Basta con i soldi a padroni e parassiti, basta con il finanziamento di missioni di guerra e nuovi caccia militari. Rivendichiamo il diritto ad un reddito dignitoso per precari e disoccupati, il blocco dei licenziamenti e la revoca di tutte le leggi precarizzanti e razziste. Vogliamo lavorare meno per lavorare tutti a parità di salario.
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