sabato 2 febbraio 2008

ROSIGNANO. Assolti. Tutti e tre. Per non aver commesso il fatto in alcuni casi, perché il fatto non costituisce reato negli altri. Il giudice Antonio Del Forno ha stabilito che non è colpa della Solvay se quegli operai sono morti o hanno contratto gravissime malattie. O meglio, non è colpa dei tre imputati Emanuele Sparapani, Roberto Morelli e Raymond Delabye, dirigenti in epoche diverse dello stabilimento chimico Solvay.

Medicina democratica esprime forte indignazione per la sentenza di assoluzione dei dirigenti Solvay nel processo per amianto. “Con questa sentenza è come se i lavoratori fossero stati uccisi una seconda volta. E’ immaginabile lo stato di sconforto delle famglie e dei colleghi di lavoro, che lottano da anni con le sofferenze delle malattie professionali, e che non riescono a vedersi riconosciuti giustizia e risarcimenti sacrosanti.

Questa sentenza scandalosa è non solo il frutto di leggi fatte su misura per gli inquinatori ma anche dell’assenza di qualsiasi mobilitazione intorno al processo e alle vittime. Stride particolarmente l’assenza del sindacato e del Consiglio di fabbrica che - pur avendone le capacità economiche - non si sono costituiti parte civile, e neanche hanno promosso la pur minima iniziativa di sostegno alle vittime prima e a lato del processo.

Da questo punto di vista Rosignano è un’isola particolamente infelice, dove Solvay riesce ad imporre di tutto, dalla mancata bonifica del mercurio a sentenze incredibili come questa.


Nessun commento: