L’accordo
Cgil-Cisl-Uil-Confindustria del 31.5.13 è la logica conseguenza
dell’insulso inciucio che ha costruito il governo Letta , finalizzato
alla logica corporativa della “ pace sociale”,imposta con il blocco
salariale-conflittuale e con l’esclusione del sindacalismo di base dalla
rappresentanza..
Questo accordo
,definito entusiasticamente dai contraenti “ storico”, è l’evoluzione
applicativa di quello sottoscritto il 28.6.11 , con il quale si rendeva
superfluo il CCNL , attraverso le famigerate “deroghe” a stipulare nei
contatti aziendali materie di pertinenza del CCNL.
Qui “ in più” c’è la
soluzione-scambio del superamento degli “ accordi separati”, per una
rinnovata,rigida e complice concertazione ai danni dei lavoratori..
La soluzione passa per una misurazione certificata della rappresentanza dei firmatari dell’intesa : chi supera il 5% tra deleghe e voti Rsu , non può essere escluso dai tavoli contrattuali.
Lo scambio sta nella “
validità erga homnes” degli accordi e nel divieto di sciopero, pena
sanzioni economico-normative, imposto su quanto accordato nel
CCNL,contratti 2°livello e/o aziendali.
Con questo meccanismo
truffaldino e anticostituzionale , i Confederali pensano di potere
tirare a campare nella crisi , nel tentativo di soffocare rivendicazioni
e rivolte.
L’approvazione della
Fiom all’accordo non deve meravigliare, ne farsi trarre in inganno dal
suo mediatico agitarsi politico : la Fiom resta allineata e coperta con
la gestione Cgil-Camusso, lo dimostrano le quotidiane sottoscrizioni di
accordi aziendali concertativi,quelli che escludono o continuano ad
osteggiare la rappresentanza ai Cobas.
Va da se che con
l’esclusione dalla rappresentanza sindacale del sindacalismo di base, i
compari non raggiungono lo scopo del consenso. Anzi questo rafforzamento
del monopolio in tempi di
“crisi di identità” sta
lì a dimostrare la loro debolezza e caducità , di fronte alla
incontenibile richiesta di lavoro-reddito-diritti-dignità che sale nel
Paese.
IL DIRITTO DI SCIOPERO
NON SI TOCCA ! E’ un naturale diritto di libertà sancito dalla
Costituzione, che né le leggi che lo limitano, né accordi
capestro come questo saranno mai in grado di bloccare l’insorgenza
sociale, che quando esplode consuma qualsiasi ostacolo.
IL DIRITTO ALLA
RAPPRESENTANZA DEMOCRATICA, non può essere conculcato da questa
ulteriore forma di protezionismo. La strada maestra è la Legge sulla
Rappresentanza, già sollecitata più volte anche dalla Corte
Costituzionale, chiamata a valutare la vetustà dell’art.19 L.300/70.
“L’ERGA HOMNES”- la
validità degli accordi estesa a tutti i lavoratori – non può essere
carpita con questi furfanti mezzucci : solo il referendum che raggiunge il quorum del 50%+1 degli aventi diritto al voto, può assumere la “validità erga homnes”.
La Confederazione
Cobas nel mentre denuncia e contrasta questa infame porcata , continua
la sua imperterrita opera di sostegno alle rivendicazioni dei lavoratori
e dei ceti popolari , così come si fa carico di contribuire alla
ricomposizione delle forze sociali intese alla trasformazione della
società.
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