mercoledì 29 agosto 2012

L'altra faccia del turismo e del lavoro stagionale: sfruttamento e precarietà

All'inizio dell'estate, a Rimini, hanno lanciato una Campagna Sociale per l’emersione del lavoro gravemente sfruttato nel turismo , solo pochE SETTIMANE FA l'allarme del Cobas e della Cgil contro il lavoro nero nella raccolta dell'uva che a giorni avrà inizio

Ora un nuovo allarme dalla Toscana e in particolare dalle province di lucca, firenze e Pisa da parte del Cobas lavoro privato che entrano nella polemica locale sulla tassa di soggiorno (che vede impegnati le associazioni di commercianti da una parte e la giunta del Pd dall'altra) denunciando le condizioni di sfruttamento in molti esercizi del litorale pisano.

Si sono presentati al nostro sportello-dicono dal Cobas- alcuni giovani che hanno lavorato al nero presso alberghi , bar e ristoranti; si tratta di giovani referenziati provenienti dall'istituto alberghiero e dai corsi di formazione della provincia e la storia raccontata è sempre la stessa. Una chiamata in sostituzione di qualche dipendente " di ruolo", dieci o quindici giorni con orari di lavoro che superano le 10 ore per un paga che nel migliore dei casi arriva a 50\60 euro.

In questi giorni abbiamo letto di polemiche tra commercianti e Comuni, i primi a denunciare la tassa di soggiorno invocandola come causa del lavoro al nero.

Ma il nero domina nel settore turismo da anni, con la tassa di soggiorno non esiste relazione alcuna (al contrario di ciò che asseriscono le associazioni dei commercianti e albergatori )e la condizione di sfruttamento riguarda non più  solo quanti( e sono la maggioranza ) sono privi di regolari contratto
Il dipendente del turismo è spesso giovane, italiano o migrante, con esperienza nel settore (chi denuncia le condizioni si sfruttamento viene tagliato fuori e "il passa parola tra esercizi commerciali significa non trovare più una occupazione". Il settore del Turismo è considerato, dai dati ufficiali ISTAT, come uno dei comparti dove si registra una enorme evasione fiscale, i dipendenti, di regola i facchini e le cameriere ai piani, anche se formalmente assunti con contratti part time ma con tabelle salariali che presentano una paga oraria che si aggira sui 5 euro lordi, somigliano a dei lavoratori a chiamata che procedono, per il calcolo dei loro averi, lavorando a cottimo; sappiamo che questo appare una storpiatura ma se obblighi una cameriera a pulire 3/4/5 camere con bagno in un ora altrimenti non la paghi, si tratta di un lavoro a ore o a cottimo? Noi crediamo che sia un cottimo.

Parliamo di grandi alberghi con decine\ centinaia di camere che ospitano Kermesse, congressi e un turismo non certo popolare, alberghi dove da qualche tempo si registrano le cessioni di alcuni rami di azienda (pulizie ai piani, facchinaggio , cucina...) a favore di grandi cooperative e società. In questo modo l'albergo riduce il numero dei dipendenti, le lavoratrici cedute solo in alcuni casi hanno potuto contrattare il mantenimento dei loro contratti e livelli salariali. Molte di queste lavoratrici non percepiscono lo stipendio mensile con cadenza regolare, i soldi arrivano dopo settimane e nel frattempo lievitano gli interessi delle Banche per mutui, prestiti...

E' una costante quella di  accrescere i carichi di lavoro anno dopo anno (per esempio le camere  da pulire) a discapito spesso della qualità del servizio. Questo cane che si morde la coda produce alcuni effetti, le cameriere sono sempre più stanche e sfibrate , aumentano gli infortuni sul lavoro perché gli albergatori, o senza generalizzare molti di loro, vorrebbero avere il servizio con minor personale; la stanchezza porta ad avere meno attenzioni anche perche devi fare prima; i clienti che trovano le camere non fatte a regola d’arte protestano con la Direzione dell’Hotel; le cameriere ricevono lettere di richiamo disciplinare che cumulate nell'arco di alcuni mesi rappresentano un giustificato motivo per il licenziamento. Noi ci chiediamo di chi sia la responsabilità di eventuali disservizi:delle cameriere o della organizzazione del lavoro che cela il cottimo? Noi non abbiamo dubbi! La responsabilità non è delle lavoratrici!

I Cobas, nel torrido mese di agosto, hanno mantenuto aperto il loro sportello sindacale (i diritti non vanno in ferie) e scrivono questa lettera aperta per chiedere " agli uffici competenti di controllare le regolarità contrattuali, le retribuzioni e i contributi, perchè i soldi evasi si agirano a decine o centinaia di migliaia di euro", per chiedere alle amministrazioni di guardare il problema turismo non solo dalla parte dei datori di lavoro
la crisi è stata il trampolino di lancio per lo sfruttamento senza limiti e con quella arroganza padronale tipica di chi sa di potere reiterare pratiche e comportamenti lesivi della dignità umana e non solo di diritti sindacali che dovrebbero rappresentare la base su cui costruire il rapporto di lavoro. Noi invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici del commercio a contattarci per non subire in silenzio prevaricazioni e ingiustizie
Cobas lavoro privato

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