sabato 23 giugno 2012

Bergamo: Fornero assediata; anche Landini contestato dagli operai

Si è consumata nel pomeriggio di oggi a Bergamo la rottura tra base operaia e precariato sociale e segreteria nazionale FIOM. Al grido di "sciopero, sciopero generale!" il segretario Maurizio Landini è stato duramente contestato dagli RSU FIOM della Same di Treviglio, dagli operai della Piaggio di Pontedera, e della Fiber insieme a numerosi giovani precari e disoccupati. Più di una settimana fa infatti gli operai Same, fiutando l'importanza strategica dell'appuntamento, avevano lanciato per le 13.30 un presidio autonomo di contestazione davanti al teatro Donizetti all'interno del quale si sarebbe tenuta l'Assemblea Generale di Federmeccanica alla presenza dei segretari di Cgil, Cisl e Uil, del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e, soprattutto, del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero. Il silenzio ovattato ma pronto ad esplodere che accompagna l'iter di approvazione parlamentare della riforma del lavoro ha contribuito ad aumentare la rabbia di quanti in questi mesi con tutte le forze hanno cercato di opporsi a questa grande opera di smantellamento delle garanzie sociale e di impoverimento. La convocazione degli operai Same ha incontrato un'adesione ampia e condivisa e oggi Bergamo è stata scossa da un ulteriore momento di costruzione dell'opposizione alla riforma del lavoro. I manifestanti hanno incontrato un ingente schieramento di forze dell'ordine nel vialone antistante il teatro ma, forzando il blocco, hanno costretto la polizia in assetto antisommossa a ripiegare davanti al teatro a difesa dell'ingresso. La pressione di un presidio numeroso ha costretto il ministro Fornero a scegliere un ingresso laterale. Ma il significato politico della giornata si è profilato con chiarezza all'arrivo del segretario nazionale FIOM Landini. Questo è stato accolto dai fischi dei manifestanti ed è stato posto davanti ad una chiara alternativa: unirsi al presidio e seguire un concreto percorso di costruzione dell'opposizione alla riforma Fornero in sintonia con la volontà dei lavoratori oppure entrare nel teatro e continuare un'impossibile mediazione con le forze padronali per raccogliere le briciole nell'interesse della burocrazia sindacale piuttosto che della lotta e della dignità operaia. Coerentemente con la linea politica di una segreteria nazionale ormai isolata nella propria autoreferenzialità Landini, accompagnato da Mirko Rota ed Eugenio Borella, delle segreterie regionali e provinciali, e da Giorgio Airaudo, segretario della Fiom piemontese, scortati da un doppio cordone di forze di polizia e subissati dai fischi hanno scelto di entrare nel Donizetti. I manifestanti gridano "venduto!". La giornata di oggi ci fornisce una doppia indicazione. Da un lato, ormai, la distanza tra la burocrazia sindacale e le forze del lavoro vivo si è ampliata fino a consumarsi in uno strappo. L'esile filo che ancora teneva in comunicazione le segreterie sindacali con il desiderio di riscatto nei luoghi di lavoro si è sfibrato e logorato nelle lotte degli ultimi mesi: in ogni singola fabbrica dove le segreterie hanno lavorato per raffreddare l'iniziativa operaia inseguendo uno sterile attendismo concertativo, in ogni luogo in cui i lavoratori hanno cercato e costruito relazioni per produrre la resistenza allo sfruttamento e al declassamento sociale, incontrando nuove soggettività e ricomponendo l'attuale precariato metropolitano e il futuro precariato di fabbrica che invece, in una logica corporativa, le segreterie tendevano a dividere. Dall'altro lato la giornata di oggi consegna completamente la possibilità di costruire e praticare lo sciopero generale all'autorganizzazione e all'unità dei lavoratori e del precariato sociale. Alla loro opera di relazione e conflitto che tanto oggi si è dimostrata potente nell'iniziativa autonoma lanciata dagli operai della same.

(notizia tratta da “il manifestino degli operai Piaggio”)

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