La
Regione Toscana e i singoli comuni
chiudono
o accorpano istituti culturali, diminuiscono i servizi,
tagliano
i finanziamenti e fanno sempre più ricorso al precariato e
all'appalto al ribasso.
Dicono
che per la cultura mancano i fondi pubblici.
E'
FALSO
I
fondi pubblici vengono sprecati:
Tav
e tramvie, stipendi dei rappresentanti politici e dei dirigenti dei
servizi, auto blu, spese di rappresentanza, consulenze esterne,
contributi a istituzioni private
____________________________________________________________
La
Regione Toscana e i singoli comuni
fanno
leggi, partecipano a convegni e iniziative per far sì che
fondazioni,
aziende
e
altri
soggetti
privati,
i
nuovi
mecenati
investano
in progetti culturali.
Dicono
che è necessario l'intervento dei privati per il bene della Cultura
E'
FALSO
La
cultura è un Bene Comune
e
deve rimanere a gestione completamente pubblica.
I Mecenati
proteggevano gli artisti per averne in cambio
la
sudditanza intellettuale e l'esaltazione delle loro corti.
I privati
fanno i loro interessi economici e non quelli collettivi
con il
loro ingresso
le
condizioni dei servizi e dei lavoratori non potranno che peggiorare.
____________________________________________________________
NO
ALL'INGRESSO DEI PRIVATI
LA
CULTURA E' UN BENE COMUNE
Cobas
Pubblico Impiego
“La
Repubblica
promuove
lo
sviluppo
della
cultura
e
la
ricerca
scientifica
e
tecnica.
Tutela
il
paesaggio
e
il
patrimonio
storico
e
artistico
della
Nazione.”
Costituzione
della Repubblica Italiana, art. 9
“La
Regione
persegue
,
tra
le
finalità
prioritarie,
la
promozione
dei
diritti
al
pluralismo
dell'
informazione
e
della
comunicazione,
dell'accesso
alla
cultura
come
bisogno
individuale
e
valore
collettivo”
-
Statuto
della Regione Toscana, art. 4
“Mancano”
i
fondi
pubblici
da
destinare
alla
cultura.
E
l'Ente
pubblico
che
fa?
- Continua ad investire in spese inutili: tav, tramvie, rapppresentanze, consulenze esterne, stipendi a dirigenti e politici, ristrutturazioni urbanistiche faraoniche, contributi a istituzioni private.
- Taglia i servizi: Istituti culturali chiusi, accorpati o a orario ridotto. A farne le spese sono i cittadini e i lavoratori. I cittadini, che a causa della grave crisi economica, non possono più permettersi di accedere alle offerte culturali a pagamento e i lavoratori che perdono i loro posti, hanno stipendi da fame, diventano sempre più ricattabili e sono costretti a rinunciare ogni giorno a parte dei loro diritti.
- Apre ai privati: aziende, fondazioni bancarie, imprenditori. Auspica un ritorno al mecenatismo. Affida la gestione di interi istituti a Fondazioni partecipate da Banche, aderisce a convegni con esponenti di Confindustria, Camere di Commercio, Associazioni economiche, per creare sinergie. Promulga leggi (la n. 45/2012 della Regione Toscana impugnata nel settembre 2012 dal Consiglio dei Ministri), si appella ad articoli dei Testi Unici e presenta progetti (Comune di Firenze, Fund4Art, novembre 2012) per far sì che i privati che investano in cultura abbiano sgravi fiscali.
I
privati
perseguono
il loro interesse e non quello della collettività.
Ogni
volta che sono intervenuti hanno tagliato i servizi e licenziato i
lavoratori.
I
privati
vogliono
controllare la cultura
i
mecenati
mantenevano
gli
artisti
per
averne in cambio la sudditanza intellettuale e l'esaltazione delle
loro corti.
NO
ALL'INGRESSO DEI PRIVATI
LA
CULTURA E' UN BENE COMUNE
Cobas
pubblico impiego
Cobas Empoli-Valdelsa
Nessun commento:
Posta un commento