giovedì 28 aprile 2011

Corteo 1 maggio a Empoli- comunicato Cobas

I Cobas Empoli-Valdelsa saranno presenti anche quest'anno al corteo del 1 maggio a Empoli.
Come negli anni passati, caratterizzeremo questa giornata senza alcuna retorica celebrativa, mettendo in risalto le mille forme di sfruttamento presenti anche sul nostro territorio e indicando le alternative possibili. Durante il corteo ci siamo più volte fermati in corrispondenza di banche, agenzie immobiliari e interinali, evidenziando il ruolo di questi soggetti nella crisi. Davanti alle sedi istituzionali, sindacali e di partito, abbiamo messo a nudo il fantomatico “modello toscano”, teso unicamente a garantire una pace sociale sul territorio a tutto vantaggio dei profitti delle aziende.
Dopo i Referendum di Pomigliano e Mirafiori, è toccato al Marchionne nostrano, il presidente della Piaggio Colaninno, il compito di agitare lo spettro di ulteriori delocalizzazioni per sperimentare lo stesso identico modello: taglio del 10% degli occupati, aumento dei ritmi di lavoro, diritti sempre più ridotti. In entrambi i casi, le richieste padronali hanno potuto contare sul consenso esplicito del centro-sinistra, che ha definitivamente cancellato le parole Lavoro, Salario e Diritti sostituendole con il linguaggio della Produttività e dei Costi. Di fronte alla evidente incapacità di arginare il massiccio ricorso alla cassa integrazione, alla mobilità e ad un precariato sempre più diffuso, l'unico ruolo che hanno giocato istituzioni e sindacati complici è stato quello di persuadere i lavoratori che alla garanzia di un posto di lavoro si possono sacrificare le stesse condizioni di vita.
Tutti i recenti rinnovi contrattuali (l'ultimo in ordine di tempo è quello del commercio) recepiscono per intero il nuovo credo Marchionne-Colaninno, un salasso evidentemente ancora insufficiente per i vari Renzi e Bonanni. A lavoratori a cui è già stato tagliato il salario in caso di malattia, a cui si aumenta il lavoro domenicale obbligatorio (più 30% rispetto a quelle già autorizzate localmente), a cui si possono imporre turni di 12 giorni consecutivi senza riposo, si ha l'indecenza di chiedere di lavorare anche per il 1 Maggio.
Noi crediamo che lavoratori e precari abbiano già contribuito a sufficienza e che la favoletta della competitività e della “responsabilità” non sia più accettabile in un paese dove l'evasione fiscale supera i 200 miliardi l'anno, l'economia sommersa produce per altri 250 miliardi e il livello di corruzione talmente elevato da collocarci al 67 posto al mondo. Un paese dove l'unico dato costante sembra essere quello di chi continua a morire sul lavoro, mentre le disuguaglianze sociali aumentano: dal 2009 al 2010 le entrate dei dirigenti sono aumentate del 23 per cento mentre il 20% delle famiglie precipitava sotto il livello di povertà.
Un paese che taglia servizi sociali, scuola, cultura e sanità per dirottare ogni risorsa disponibile verso l'industria bellica e nuove guerre coloniali (25 miliardi di euro all'anno). Un paese dove le stesse emergenze umanitarie vengono alimentate ad arte (vedi Lampedusa) per disegnare una nuova geografia dell'esclusione che alimenta le divisioni, frammenta le relazioni e limita le libertà.
A questa cultura bellica e al delirio patriottico, opponiamo un modello di società che garantisca la libera circolazione delle persone, la libera scelta delle donne, un reddito dignitoso per precari e disoccupati, il blocco dei licenziamenti e la revoca di tutte le leggi precarizzanti e razziste.
Rivendichiamo il diritto di scegliere in prima persona nuove politiche economiche e sociali, restituendo centralità alla questione referendum-beni comuni e favorendo una mobilitazione che impedisca lo scippo di democrazia che si sta consumando sui temi del nucleare e dell'acqua.
L'appuntamento per il corteo è in Piazza Don Minzoni alle ore 9,00.
Cobas Empoli-Valdelsa.

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