martedì 26 ottobre 2010

I 30 Denari di Giuda

I sindacati concertativi sono in crisi di consensi, e questo si sapeva già da tempo.
Quello che tanti non sanno invece è che a fronte di questa crisi di seguito tra i lavoratori non corrisponde una crisi economica di queste organizzazioni, che grazie a vari stratagemmi riescono a garantire che le loro casse siano sempre piene. Fondi pensione, fondi di assistenza sanitaria, enti bilaterali vari, e le cosiddette "quote associative straordinarie a fronte delle negoziazioni svolte".
Come funzionano? Non hai la tessera di uno dei sindacati che ha firmato il contratto che si applica nel tuo luogo di lavoro? Non importa, devi ringraziarli ugualmente per il lavoro che hanno svolto pagando una cifra di qualche decina di euro che verrà trattenuta nella tua busta paga e poi versata dalle aziende ai sindacati. Non è rilevante se magari non hai la tessera proprio perché ti sei stufato degli accordi al ribasso che queste organizzazioni fanno, se non dici esplicitamente di no pagherai la quota secondo il principio del silenzio-assenso tanto caro alla triade che al tempo lo inventò per far rifluire i Tfr dei lavoratori nei fondi pensione.
Con la busta paga di Novembre verrà consegnato il modulo con cui si richiede ai lavoratori metalmeccanici il pagamento del "contributo sindacale straordinario". Per evitare che venga scalato dallo stipendio di dicembre occorre rimandarlo indietro. Questo contributo, stabilito a seguito dell'Accordo 15 ottobre 2009 e del successivo Protocollo d'intesa 25 febbraio 2010, siglati da Fim-Cisl, Uilm e Federmeccanica, consiste in 30 Euro che vengono richiesti ai lavoratori non iscritti ai sindacati a titolo di "quota associativa straordinaria a fronte dell'attività di negoziazione svolta". Ad operare la «trattenuta» devono essere le aziende,e girarla poi ai sindacati firmatari - che «ai propri iscritti non deve essere trattenuto nulla».I Cobas, che non hanno firmato quell'accordo invitano i lavoratori a non dare soldi a chi cancella il contratto nazionale. Un piccolo calcolo dà la misura del gettito complessivo di questa «tassa»: i metalmeccanici, secondo Federmeccanica (l'associazione delle imprese del settore) sono circa un milione e 600mila; togliendo le imprese artigiane, saranno intorno ai 1,4 milioni. Il 70% non è iscritto a nessun sindacato, quindi i 30 euro vanno moltiplicati per all'incirca un milione di persone: 30 milioni, dunque, da spartire pro rata tra Cisl e Uil (con qualche briciola al Fismic e all'Ugl). Non proprio spiccioli, insomma.
E' proprio vero che trattare costa fatica, e si sa quanto Fim e Uilm abbiano dovuto combattere con la Federmeccanica per strappare quel bidone di contratto. Poi dicono che due uova strapazzate sono una forma di violenza criminale.

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