domenica 31 agosto 2008

L'INNO VERDANO

'Imbraccia il fucil, prepara il cannòn, difendi il verdano dai riccioli d'or / Espelli il negròn, inforca il terròn, e servi il tuo popolo con fulgido amor.’ (Caparezza - Inno Verdano)

Non saranno i tagli del governo all’educazione (8 milioni di euro entro il 2012, ), né quello di 100.000 insegnanti a far diminuire la qualità della scuola ma, come sostiene Mariastella Gelmini, la provenienza geografica dei docenti. E’ passato poco più di un mese da quando Umberto Bossi ammoniva che era l'ora di finirla di far "martoriare i nostri figli da gente che non viene dal Nord" (Padova – congresso naz. Liga Veneta). Del resto “la superiorità etnica dei padani” era apparsa evidente nella distribuzione delle medaglie olimpiche (Borghezio, Adnkronos 13 agosto), nonostante i meridionali, senza uno straccio di impianti sportivi abbiano vinto in proporzioni simili.

La questione razziale fa ancora una volta capolino in questo paese, smentite e frintendimenti non contano. Un ritorno all’antico, quando c’erano locali preclusi ai meridionali per l’odore fastidioso che lasciava quel sudore con il quale, sfruttati e malpagati, costruivano la ricchezza di questo paese.

Dopo i meridionali è stato il turno di Roma ladrona, che succhiava il sangue alla società padana perfetta, quella che risciacquava i panni nel dio Po e metteva le indicazioni stradali in bergamasco come antidoto alla propria chiusura mentale.

Fu poi il turno degli albanesi da incolpare dei più efferati delitti familiari e delle fiaccolate di cui beneficiarono invece i veri assassini: Erica e Omar, Roberto Spaccino ecc…

Quindi è stato il turno dei Romeni, che hanno l’aggravante di confondersi con i Rom, gli zingari, i rapitori di bambini che mai nella storia hanno rapito un solo bambino. Per quel concentrato di grettezza e luoghi comuni che il leghismo berlusconiano rappresenta, la responsabilità penale non è personale come nel caso del romeno Nicolae Mailat (l’assassino di Giovanna Reggiani) ma collettiva, etnica.

Una campagna di paura e di odio costruita sul pregiudizio e sulla madre di tutti i pretesti: la nostra cristianità minacciata da mussulmani terroristi che non meritano nemmeno la costituzionale libertà di culto. Nemici che cambiano negli anni, ma sempre facili e a portata di mano perché solo così scatta la macchina del consenso. Non importa chi è il nemico, un nemico qualsiasi è necessario perché serve a nascondere i fallimenti del liberismo e i limiti della nostra modernità. Bush insegna: Saddam Hussein, Bin Laden, Fidel Castro, Mahmud Ahmadinejad, Vladimir Putin…….

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