Cobas ATI
I lavoratori della
cooperativa ATI si sono riuniti in assemblea mercoledì 13 maggio nella
sede di Castelfiorentino preoccupati per lo stop, deciso dal Tar della
Toscana, alla gara per la raccolta dei rifiuti in quattro comuni
(Castelfiorentino, Certaldo, Montaione e Gambassi Terme). La sospensione
della gara arriva dopo il ricorso di una delle ditte concorrenti, con
sede legale a Salerno, esclusa per mancanza delle credenziali minime,
nello specifico i requisiti di capacità tecnica e finanziaria, come
riportano alcuni organi di stampa locali. La gara era stata affidata
alla Società cooperativa ATI in associazione temporanea di impresa con
la cooperativa sociale Orizzonti che, grazie ad un ribasso maggiore, l’
hanno spuntata su una terza concorrente.
Ovviamente nessuno mette in discussione la legittimità del ricorso e
tutti siamo fiduciosi sulla sentenza emessa dal Tar regionale il 23
settembre dopo l’ udienza di merito. Certo è che le lavoratrici ed i
lavoratori delle cooperative di servizi in appalto non hanno un attimo
di pace, grave sarebbe se, sulla loro pelle, l’intento non fosse altro
che quello di mirare ad un improbabile risarcimento danni. Non è neanche
difficile ipotizzare che chi ne farà le spese saranno l’ utenza del
territorio ed i lavoratori stessi. La cooperativa ATI applica ai propri
operatori il CCNL dell’ Igiene Ambientale privata FISE in cui l’ art. 6 e
8 garantiscono la clausola sociale che impone, in caso di cambio
appalto, l’ assunzione del personale che veniva impiegato per lo stesso
servizio dalla ditta uscente.
Il problema è che con l’ entrata in vigore a marzo della riforma del
lavoro denominata Jobs Act è ancora tutto da decifrare il diritto
all’inquadramento, pur riconoscendo l’ anzianità di servizio,
prevederebbe l’ applicazione del famigerato contratto a tutele crescenti
come fossero nuove assunzioni con una perdita sostanziale dei diritti.
Riteniamo quindi legittime e fondate le preoccupazioni che tolgono il
sonno a chi il servizio lo svolge da anni. Diciamo da tempo che l’
affidamento di una gara non può basarsi solo sul massimo ribasso, deve
essere selezionata l’ offerta economicamente più vantaggiosa tenendo
conto dei valori di costo del lavoro e considerando anche fattori quali
la conoscenza del territorio e l’ esperienza nello svolgere lo
specifico, non essendo di fronte a servizi affidati per la prima volta,
se si vuole garantire la continuità della qualità del servizio
dimostrata dalla professionalità maturata in tutti questi anni.
Cobas ATI
Leggi questo articolo su: http://www.gonews.it/2015/05/15/stop-alla-gara-per-la-cooperativa-ati-i-cobas-non-ci-si-puo-basare-solo-sul-criterio-del-massimo-ribasso/
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I lavoratori della
cooperativa ATI si sono riuniti in assemblea mercoledì 13 maggio nella
sede di Castelfiorentino preoccupati per lo stop, deciso dal Tar della
Toscana, alla gara per la raccolta dei rifiuti in quattro comuni
(Castelfiorentino, Certaldo, Montaione e Gambassi Terme). La sospensione
della gara arriva dopo il ricorso di una delle ditte concorrenti, con
sede legale a Salerno, esclusa per mancanza delle credenziali minime,
nello specifico i requisiti di capacità tecnica e finanziaria, come
riportano alcuni organi di stampa locali. La gara era stata affidata
alla Società cooperativa ATI in associazione temporanea di impresa con
la cooperativa sociale Orizzonti che, grazie ad un ribasso maggiore, l’
hanno spuntata su una terza concorrente.
Ovviamente nessuno mette in discussione la legittimità del ricorso e
tutti siamo fiduciosi sulla sentenza emessa dal Tar regionale il 23
settembre dopo l’ udienza di merito. Certo è che le lavoratrici ed i
lavoratori delle cooperative di servizi in appalto non hanno un attimo
di pace, grave sarebbe se, sulla loro pelle, l’intento non fosse altro
che quello di mirare ad un improbabile risarcimento danni. Non è neanche
difficile ipotizzare che chi ne farà le spese saranno l’ utenza del
territorio ed i lavoratori stessi. La cooperativa ATI applica ai propri
operatori il CCNL dell’ Igiene Ambientale privata FISE in cui l’ art. 6 e
8 garantiscono la clausola sociale che impone, in caso di cambio
appalto, l’ assunzione del personale che veniva impiegato per lo stesso
servizio dalla ditta uscente.
Il problema è che con l’ entrata in vigore a marzo della riforma del
lavoro denominata Jobs Act è ancora tutto da decifrare il diritto
all’inquadramento, pur riconoscendo l’ anzianità di servizio,
prevederebbe l’ applicazione del famigerato contratto a tutele crescenti
come fossero nuove assunzioni con una perdita sostanziale dei diritti.
Riteniamo quindi legittime e fondate le preoccupazioni che tolgono il
sonno a chi il servizio lo svolge da anni. Diciamo da tempo che l’
affidamento di una gara non può basarsi solo sul massimo ribasso, deve
essere selezionata l’ offerta economicamente più vantaggiosa tenendo
conto dei valori di costo del lavoro e considerando anche fattori quali
la conoscenza del territorio e l’ esperienza nello svolgere lo
specifico, non essendo di fronte a servizi affidati per la prima volta,
se si vuole garantire la continuità della qualità del servizio
dimostrata dalla professionalità maturata in tutti questi anni.
Cobas ATI aderente alla Confederazione Cobas del lavoro privato
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