Rispondendo
al drammatico appello della popolazione assediata nella cittadina
kurdo-siriana di Kobane, strenuamente difesa fino alla morte dagli
eroici combattenti delle forze della difesa popolare kurda, tra cui
le giovani compagne Arin Mirkan e Ceylan Ozalp immolatesi in armi
contro l'Isis, la Confederazione Cobas impegnata da tempo a sostegno
del popolo kurdo in diverse attività nei vari territori del
Kurdistan, rilancia l'appello affinchè si faccia il possibile per
evitare a Kobane l'ennesima tragedia umanitaria, mobilitandosi
subito in tutta Italia come già si sta facendo nel mondo, a partire
da Istambul, Ankara e Kurdistan turco ( Dyarbakir,Van, Batman,
Marvin, Firnak), a Londra, Parigi, Berlino, Francoforte, Amburgo,
L'Aia, Stoccolma, Bruxelles, New York e Toronto.
Nell'appello
viene detto esplicitamente che saranno ritenuti responsabili della
caduta di Kobane e del massacri dei suoi abitanti, gli Stati della
"coalizione capeggiata dagli Usa" in quanto prima hanno
armato l'Isis e ora poco fanno per contrastarlo, visto il disimpegno
proprio su Kobane, voluto in particolare dal regime turco che
traffica con l'Isis ed è sopratutto preoccupato dall'insorgenza
kurda, che rafforza agli occhi del mondo l'abnegazione di quel popolo
a difendere valori universali contro la barbarie dell'Isis e
tagliagole vari.
Di
quella "coalizione capeggiata dagli Usa" fanno parte anche
alcuni Stati UE, tra cui l'Italia, che non hanno mosso un dito a
sostegno dei difensori di Kobane, nè hanno protestato contro il
regime turco pur potendolo fare attraverso vari strumenti di
condizionamento.
Ma
"tra cani non si mozzicano", anzi convergono in vario modo
nel tentare di affossare l'anelito di "libertà e giustizia"
del popolo senza stato-kurdo, perchè potrebbe rivoluzionare
l'assetto geopolitico sconvolto da guerre di aggressione e rapina.
Tanto
che preoccupa molto di più l'audeterminazione del popolo kurdo che
l'Isis : i kurdi non sono addomesticabili (Ocalan dal carcere di
Imrali ha disegnato attraverso il "Confederalismo Democratico"
la soluzione alla diaspora kurda), mentre dell'Isis se ne può fare "
l'usa e getta", dopo essere servita ai piani egemonici dei
padrini.
Il
capo del governo italiano Renzi, scimiottando i più altolocati
partner guerrafondai, si era anche precitato a Erbil (sotto attacco
Isis e difesa anche dai combattenti Pkk) promettendo aiuti che ancora
mancano. Ma ben si è guardato dallo spendere parole (magari seguiti
dai fatti ) tese a fernare l'Isis. Inoltre in Parlamento nessuna
forza politica ha proposto mozioni- voto sulla tragedia del popolo
kurdo, tantomeno ha proposto di "escludere dalla lista nera dei
terroristi " le forze combattenti kurde del Pkk.
Il
governo Renzi e le forze che lo sostengono, sono piuttosto
risucchiati nel vortice della guerra, che attraverso la Nato impone
il riarmo (anche atomico) e il tremendo aumento delle spese militari
a scapito di quelle sociali e solidali.
Da
queste
sponde,
il
popolo
kurdo
e
i
combattenti
di
Kobane
non
possono
aspettarsi
nessun
aiuto,
mentre
invece
la
solidarietà
internazionalista
farà
il
possibile
per
sostenere
gli
autoderminati
territori
kurdo-siriani
del
Rojawa
e
il
disegno
rivoluzionario
in
quella
parte
del
medio
oriente
che
già
vede
protagonista
il
popolo
kurdo.
VITA,
TERRA,
LIBERTA',
PER
IL
POPOLO
KURDO,
PALESTINESE...PER
I
TUTTI
I
POPOLI
OPPRESSI
Roma 7 ottobre 2014
Confederazione
Cobas
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