giovedì 29 marzo 2012

Consiglio comunale aperto? NO, PAGLIACCIATA

Il comitato per l'acqua pubblica Empolese-Valdelsa esprime la propria contrarietà rispetto alle modalità di convocazione del presente consiglio comunale che vede negare il diritto di parola a Movimenti, Associazioni e società civile di questo territorio. Siamo espressione di quel 71% di cittadini/e che nell'Empolese Valdelsa è andato a votare per i referendum indicando chiaramente che sull'acqua non si devono fare profitti, una maggioranza più ampia di qualsiasi amministrazione del territorio e che ora vi invita a prendere finalmente atto di quel risultato. Negli anni recenti del Berlusconismo, gran parte di voi si sono aggrappati alla difesa dei diritti costituzionali, oggi siamo qui a ricordarvi l'attuazione concreta di tali principi. La Corte costituzionale prima e , il Decreto Presidenziale del luglio 2011 successivamente, hanno sancito la legittimità dell’esito referendario e chiesto testualmente: “E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare”. Vogliamo ricordarvi che che lo stesso Ministro dell'Ambiente Clini ha emanato alcune settimane fa una circolare in cui riconosce che, anche senza una nuova normativa nazionale, le tariffe vanno adeguate all'esito referendario. Non c'è quindi alcuna necessità di attendere alcunché, né siamo più disponibili ad accettare le vostre pretestuose argomentazioni e l'umiliazione di principi e norme costituzionali. Siamo consapevoli che questa battaglia di democrazia dal basso a difesa dei beni comuni mina in profondità la vostra idea di democrazia rappresentativa, sempre più lontana da ogni forma di controllo democratico e talmente degradata da non essere nemmeno più in grado di garantire livelli di diritti minimi per tutti. Questa battaglia arriva in un momento in cui la questione Beni Comuni si trova schiacciata da un lato da un governo di banchieri che finge l'inesistenza di questo referendum e dall'altro dalla cosiddetta troika (BCE-FMI-UE) che detta un'agenda politica volta a privatizzare sempre più pesantemente. L'attacco ai beni comuni è parte integrante di questa agenda e della gestione della crisi del debito che spoglia gradualmente ceti medi e classi popolari di ogni sorta di protezione sociale pubblica. Così come dobbiamo alla stessa troika la richiesta di modifiche all'art.18 e ciò che ancora rimane dei residui diritti al lavoro. Siamo fermamente convinti che la scelta suicida di queste politiche di austerità finirà con il produrre ancora recessione e quindi ulteriori manovre di aggiustamento, con la conseguenza di nuovi sacrifici e di un ulteriore svendita di beni pubblici: dall'acqua, alle coste, al territorio demaniale. Le manovre diventano così il problema, non la soluzione. Di fronte ad un paese che si trasforma sempre più nel laboratorio ideale di queste nuove forma di dominazione sociale, espropriando reddito, diritti, beni comuni e democrazia, NOI vogliamo essere l'argine e intanto cominciamo attraverso la battaglia sull'acqua prenderci parte di ciò che ci viene sottratto. A Marsiglia, nella culla delle multinazionali dell’acqua abbiamo scritto la Carta Europea dei movimenti per l’acqua attorno a quattro principi chiave, spingendo persino una parte delle delegazioni al forum ufficiale ad unirsi al nostro Forum alternativo. Abbiamo messo al primo posto il riconoscimento che l'acqua non è una merce ma un diritto universale ed un bene comune, rivendicando una gestione partecipata senza l'intrusione dei privati. Abbiamo posto le basi per un movimento europeo che detti le proprie condizioni all'UE, consapevoli che questo percorso non sarà breve ma ineluttabile e necessario.
Comitato per l'acqua pubblica Empolese-Valdelsa

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