lunedì 21 novembre 2011

Il “professore” e gli operai


Agli operai, e più in generale ai lavoratori, oltre che al resto della società umiliata e offesa nei 3 anni e mezzo dell’ultimo governo, il governo Monti, entrando in carica, ha riservato questo programma:


1) nessun rimedio sarà portato al massacro provocato dal governo berlusconiano, compresa la cosiddetta riforma Gelmini, di cui sarà ultimata rapidamente l’esecuzione;

2) si allontanerà sempre più nel tempo l’andata in pensione, il cui trattamento economico diventerà ancora più miserevole, perché sarà calcolato con parametri che ne ridurranno di molto l’ammontare;

3) l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori sarà contro-riformato, per permettere i licenziamenti senza “giusta causa”;

4) le aliquote IVA, dopo l’aumento di 2 mesi fa (con l’inflazione saltata al 3,4%!), ne subiranno un altro, insieme alle imposte sui prodotti petroliferi, per continuare a taglieggiare ferocemente le retribuzioni;

5) sarà reintrodotta l’ICI sulla prima casa, che il reuccio di Arcore aveva abolito per fare il pieno di voti e, mantenuti i pesanti tagli ai servizi pubblici e sociali degli enti locali;

6) saranno diminuite le imposte a carico delle aziende e la loro quota di versamenti all’Inps.


Ma viene subito da dire: che bisogno c’era di chiamare il “professore” a fare questo nuovo governo, visto che il suo programma non è che la prosecuzione di quello voluto e benedetto dall’Unione Europea e dalla Banca Centrale Europea e già passato, tra luglio e ottobre, in tre provvedimenti del governo Berlusconi?

Non è un caso che a sostenerlo in parlamento, con voto di fiducia determinante, sia stato il PdL, per spacciarsi come partito “responsabile e patriottico” e, al tempo stesso, per non passare come direttamente colpevole degli ulteriori assalti ai settori sociali già massacrati dalle sue politiche!!!


A questo stesso gioco si prestano anche i partiti di Bersani e di Di Pietro, oltre a quelli di Fini, Casini e Rutelli, prima impegnati a fare finta di opporsi alle tre scellerate manovre governative (guardandosi bene però dal disturbare il manovratore), e ora scattati sull’attenti a tributare la fiducia all’ “insigne” professore e agli “insigni” ministri del suo governo “tecnico”, cioè tecnicamente all’altezza del lavoro di macelleria sociale, con cui vogliono continuare a gestire la crisi.

In questa partitaccia un ruolo importante lo svolge la grancassa pubblicitaria a cui siamo sottoposti da inizio novembre a favore di Mario Monti, spacciato per il salvatore della patria e dell’economia!

Un modo ingannevole, questo, di presentarci il “professore” e il suo governo, che molti mezzi d’informazione stanno usando per ubriacarci di chiacchiere.

Un modo già usato a favore di personaggi come Berlusconi e i suoi ministri, che hanno sfornato a non finire leggi, decreti, manovre “lacrime e sangue” contro lavoratori, pensionati, studenti, disoccupati, oltre che provvedimenti per impedire condanne penali a carico del cosiddetto “premier” e della sua cricca di governo e sottogoverno: un’autentica associazione a delinquere!

Ma, si sa, i padroni dei mezzi d’informazione sono, in genere, i poteri forti economici e finanziari, quelli che hanno provocato la crisi: ieri rappresentati da Berlusconi, oggi costretti, dopo il suo sputtanamento, a cambiar suonatore, per potersi beare della stessa musica, quella dell’intoccabilità dei loro privilegi.

Chi sperava che dal governo del professor Monti, uomo dei poteri forti, sarebbe uscito qualcosa di buono, resterà deluso. Tutto questo dovrà indurci a intraprendere una lotta determinata e risoluta, per smettere di stare a mani alzate a subire sacrifici su sacrifici e per riprendere fiducia in noi stessi e nelle nostre forze, piuttosto che nei “pierini” governativi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non ho mai capito perchè, per pubblicare un'immagine, sia necessario rimuovere la firma dell'autore. Non l'ho ma capito e me ne dispiaccio. Saluti
Paolo Palmacci
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