lunedì 19 luglio 2010

In toscana come a Rosarno

Lavorare per i caporali di Rosarno o per le grandi griffe nazionali (Dolce & Gabbana, Armani, Ferragamo...) non sembra fare più molta differenza. La vicenda dei 78 lavoratori in nero impiegati da Omega e Flo Pel, due aziende con sede nel comune di Montelupo è lì a testimoniarlo. Turni di lavoro massacranti: 12 ore al giorno senza pausa per sei giorni su sette e “riposo” domenicale con “appena” 10 ore, paghe orarie a partire da due euro. Il modello, costruito sulla precarietà e sul ricatto, è quello che conosciamo e denunciamo da anni. Fondato su una competitività al ribasso che accordi bidone (vedi Pomigliano) e contratti collettivi contribuiscono a legittimare, smantellando pezzo dopo pezzo diritti, tutela e dignità di chi lavora. E' il modello più in voga nel paese con la più alta evasione fiscale (120 miliardi di euro all'anno) e con il 64% delle barche di lusso intestato a nullatenenti. Il paese dove trent'anni di tagli a senso unico dilatano le differenze sociali a dismisura: se negli anni 80 un dirigente al top guadagnava 50 volte un dipendente, oggi un manager come Marchionne, che impone condizioni al limite dello schiavismo, guadagna 435 volte un operaio.

Le due aziende di Montelupo non sono un caso isolato: nel primo semestre 2010 l'84% delle ditte controllate nella provincia di Firenze sono risultate irregolari (777 su 916). Lo sfruttamento della manodopera in nero è uno degli effetti più evidenti provocati dalla crisi: 1238 sono i lavoratori in nero individuati nella nostra provincia nello stesso periodo.

Ricordiamo a tutti i lavoratori coinvolti in situazioni analoghe di contattare il nostro sportello legale (telef. 329 4536137) per avviare il riconoscimento immediato dei contributi e di ogni altra spettanza prevista per legge.
Cobas Empoli-Valdelsa

domenica 18 luglio 2010

Un'altra morte sul lavoro nel pisano

Un'altra morte sul lavoro nel pisano

Un lavoratore morto a Ponte a Cappiano, frazione del comune di Fucecchio, un elettricista esperto e a capo di una azienda familiare, ucciso da una scarica di energia elettrica mentre lavorava dentro un Calzaturificio.

La vittima, un esperto elettricista con decenni di esperienza e lo sottolineiamo perchè gli ultimi incidenti nel pisano hanno ucciso lavoratori di esperienza a conoscenza delle normative di sicurezza, è stato ucciso da uno scarica di energia elettrica mentre lavorava dentro una cabina di proprietà dell'azienda e che l'azienda dell'operaio conosceva bene avendone da tempo in custodia la manutenzione.L'allarme lanciato dai Cobas nelle settimane scorse è un allarme fondato:nel pisano si è abbassata la guardia in tema di sicurezza e salute dei lavoratori e soprattutto nel settore elettrico e della manutenzione si opera con tutele carenti e insufficienti

Chiediamo l'attivazione di un tavolo presso la asl e il suo allargamento ai Cobas che sono in prima fila sul fronte salute e sicurezza

Confederazione Cobas

domenica 11 luglio 2010

Ancora un infortunio nelle concerie

Troppi infortuni nelle concerie

Ancora da chiarire le dinamiche del gravissimo incidente sul lavoro avvenuto nella conceria Sciarada a Castelfranco, vittima un operaio di 36 anni ora ricoverato all'ospedale di Pisa in prognosi riservata.

Numerosi sono gli infortuni capitati in questi ultimissimi anni:da singoli lavoratori ustionati con prognosi superiori ai 20 giorni, alla espolosione della macchina stiratrice a rullo che pochi anni or sono, a Santa croce, provocò il ferimento di 3 operai e il loro ricovero nel centro Grandi ustioni. La causa degli incidenti e degli infortuni deriva dalla perdita di attenzione verso la sicurezza e la salute dei lavoratori, da tempi e ritmi di lavoro basati sullo sfruttamento intensivo, dalla riduzione degli organici e dalla insufficiente prevenzione.Nella Provincia di Avellino moltissimi lavoratori delle conce sono privi di contratti regolari e non hanno mai partecipato ai corsi della sicurezza che ogni azienda dovrebbe organizzare oltre a consegnare dispositivi di protezione individuali

Non bisogna abbassare la guardia , esigere il rispetto da parte delle aziende di tutte le normative di sicurezza e tempi\ritmi di lavoro adeguati a salvaguardare le condizioni di salute e sicurezza


Confederazione Cobas