domenica 19 febbraio 2012

FUORI I BENI COMUNI DAI MERCATI!



Da molti mesi il tema del debito è posto al centro del dibattito politico non solo nazionale. Sulla base delle “minacce” rappresentate dall’allargamento dello spread e dal rischio default, l’UE e il Fondo Monetario Internazionale hanno ingaggiato una furiosa battaglia che ha travolto governi e popolazioni, imponendo un’ austerity a senso unico. Mentre la grande finanza viene puntellata con soldi pubblici, il 99% della popolazione mondiale è costretto a subire le conseguenze di pratiche spericolate e di un capitalismo in preda alle convulsioni provocate dalle sue stesse contraddizioni.
L’attacco ai beni comuni è parte integrante della gestione della crisi del debito, poiché se da un lato si taglia, dall’altro si punta a privatizzare, pensando che una crisi causata da un’economia sregolata possa essere risolta con un ulteriore passo in avanti della deregulation e delle politiche di privatizzazione massiva.
Il tutto si svolge mentre gran parte delle popolazioni coinvolte purtroppo, assiste in modo passivo o si concentra sul problema rappresentato dalla pochezza del personale politico, senza guardare oltre, a meccanismi  predatori che negli ultimi trent’anni hanno spogliato ceti medi e classi popolari di ogni sorta di protezione sociale pubblica.
E’ da questo quadro che nasce l’esigenza di confrontare percorsi, persone, temi differenti. Il movimento dell’acqua è consapevole di essere solo una parte, seppur importante, di una sfida che si combatte solo aumentando il livello della mobilitazione e sensibilizzando i cittadini sul grande tema che contiene tutti gli altri. Se da un lato infatti il governo Monti cerca di far finta che un referendum su acqua e beni comuni non si sia mai svolto, dall’altro la troika BCE-FMI-UE detta l’agenda politica ed economica in sprezzo ad ogni regola di democrazia.
E’ la democrazia quindi il vero terreno sul quale siamo chiamati a confrontarci. Una democrazia da ripensare, poiché la democrazia rappresentativa non è più in grado di garantire neanche dei livelli minimi di diritti uguali per tutti. Serve uno sforzo intellettuale e fisico, che ci aiuti a superare le barriere che dividono i differenti punti di vista all’interno dei movimenti per diventare Movimento, che punti a un cambiamento e a un nuovo modello di democrazia radicale e dal basso. Noi come movimento dell’acqua siamo pronti a fare la nostra parte, consapevoli che solo unendo le battaglie dei movimenti e della società civile riusciremo a raggiungere quella massa critica capace di apportare un cambiamento reale ed effettivo.
Forum italiano dei movimenti per l'acqua-comitato provinciale di Firenze

Nessun commento: