Da molti mesi il tema del debito è posto al centro del
dibattito politico non solo nazionale. Sulla base delle “minacce” rappresentate
dall’allargamento dello spread e dal rischio default, l’UE e il Fondo Monetario
Internazionale hanno ingaggiato una furiosa battaglia che ha travolto governi e
popolazioni, imponendo un’ austerity a senso unico. Mentre la grande finanza
viene puntellata con soldi pubblici, il 99% della popolazione mondiale è
costretto a subire le conseguenze di pratiche spericolate e di un capitalismo
in preda alle convulsioni provocate dalle sue stesse contraddizioni.
L’attacco ai beni comuni è parte integrante della gestione
della crisi del debito, poiché se da un lato si taglia, dall’altro si punta a
privatizzare, pensando che una crisi causata da un’economia sregolata possa
essere risolta con un ulteriore passo in avanti della deregulation e
delle politiche di privatizzazione massiva.
Il tutto si svolge mentre gran parte delle popolazioni
coinvolte purtroppo, assiste in modo passivo o si concentra sul problema
rappresentato dalla pochezza del personale politico, senza guardare oltre, a
meccanismi predatori che negli ultimi trent’anni hanno spogliato
ceti medi e classi popolari di ogni sorta di protezione sociale pubblica.
E’ da questo quadro che nasce l’esigenza di confrontare
percorsi, persone, temi differenti. Il movimento dell’acqua è consapevole di
essere solo una parte, seppur importante, di una sfida che si combatte solo
aumentando il livello della mobilitazione e sensibilizzando i cittadini sul
grande tema che contiene tutti gli altri. Se da un lato infatti il governo
Monti cerca di far finta che un referendum su acqua e beni comuni non si sia
mai svolto, dall’altro la troika BCE-FMI-UE detta l’agenda politica ed
economica in sprezzo ad ogni regola di democrazia.
E’ la democrazia quindi il vero terreno sul quale siamo
chiamati a confrontarci. Una democrazia da ripensare, poiché la democrazia
rappresentativa non è più in grado di garantire neanche dei livelli minimi di
diritti uguali per tutti. Serve uno sforzo intellettuale e fisico, che ci aiuti
a superare le barriere che dividono i differenti punti di vista all’interno dei
movimenti per diventare Movimento, che punti a un cambiamento e a un nuovo
modello di democrazia radicale e dal basso. Noi come movimento dell’acqua siamo
pronti a fare la nostra parte, consapevoli che solo unendo le battaglie dei
movimenti e della società civile riusciremo a raggiungere quella massa critica
capace di apportare un cambiamento reale ed effettivo.
Forum
italiano dei movimenti per l'acqua-comitato provinciale di Firenze
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