martedì 31 gennaio 2012

L'INCENERITORE DI CASE PASSERINI NON S’HA DA FARE


Coordinamento dei comitati della Piana FI-PO-PT

Coordinamento ATO Toscana Centro

Medicina Democratica-Firenze

L'INCENERITORE DI CASE PASSERINI NON S’HA DA FARE


UN GIGANTESCO SEPOLCRO AL BUON SENSO FIRMATO DA GAE AULENTI.

IL BEL NOME DELL’ARCHISTAR POTEVA ESSERE A SERVIZIO DI UNA BEN PIÙ NOBILE CAUSA

E' molto grave che si preannunci una data di inizio dei lavori per l'inceneritore di Case Passerini senza ancora avere fatto lo studio di impatto ambientale. Infatti Quadrifoglio ed il suo partner HERA devono ancora ottenere dalla Provincia pronuncia positiva di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), prima di iniziare – eventualmente - i lavori. La VIA prevede di verificare la compatibilità ambientale dell'impianto e le alternative meno pericolose per lo smaltimento dei rifiuti, ivi compresa l'alternativa zero impianti di incenerimento, come prevede la normativa e come dimostrerà “Alter Piano” (piano Alternativo) per la gestione dei rifiuti del Coordinamento ATO Toscana Centro di prossima presentazione .

E' molto grave perché questo sta ad indicare la tendenza (come già è accaduto in sede di pianificazione), ad una decisione precostituita, a prescindere dai risultati dell’istruttoria che si aprirà sulla VIA. Questo mette in discussione l'autonomia e l’imparzialità degli uffici provinciali dal decisore politico, quando dovranno effettuare la valutazione finale sull’impatto dell’inceneritore.

Il clima creato dall’amministrazione provinciale e dai proponenti l’impianto richiede che sul procedimento di VIA venga esercitato un forte controllo da parte dell'opinione pubblica sull'operare dell’Amministrazione.

E' molto grave che mentre sono in calendario nei prossimi giorni audizioni del Consiglio Provinciale, riguardanti i piani alternativi dei comitati della Piana FI-PO-PT e del Valdarno, le decisioni siano già state prese.

E' molto grave che l'ATO Toscana centro, ignorando ogni approccio di precauzione, voglia costruire l'inceneritore di Case Passerini che esporrà i cittadini a sostanze cancerogene e mutagene con un rischio tanto inutile quanto evitabile. Tutti sanno che anche gli inceneritori moderni sottopongono le popolazioni ad un'esposizione prolungata di metalli pesanti, diossine e particolato ultrasottile, tutte sostanze che sono pericolose per la salute anche se in quantità piccolissime, infatti sono definite dalla letteratura scientifica ‘a tolleranza zero’.

Lo studio Moniter, che è costato nel 2007 alla Regione Emilia-Romagna oltre 3 milioni di euro per indagare gli effetti sanitari e ambientali degli inceneritori di HERA presenti sul suo territorio, ha ancora una volta dimostrato, nonostante limiti metodologici, precisi segnali di allarme e ricadute negative per la salute delle popolazioni esposte come: eccesso di linfomi Non Hodgkin a Modena, aumento di rischio di nascite pretermine e possibili aumenti di rischio tanto per patologie tumorali che non tumorali, per di più coerenti con altre segnalazioni emerse in letteratura(vedi comunicato stampa ISDE-Ulteriori considerazioni sullo studio Moniter- del 23/01/2012).

E’ molto grave che da un punto di vista economico si prevedano già costi tariffari di 165 euro a tonnellata, mentre in altri contesti nazionali questi sono costi assai inferiori. Lo stesso impianto, che secondo il piano industriale sarebbe dovuto costare 100 milioni di euro, adesso è stimato a 135 milioni. Ciò evidenzia ancora una volta che i costi per i cittadini e per le imprese sono destinati ad aumentare. A questo si dovranno poi aggiungere gli oneri finanziari che le banche imporranno.


L'incenerimento dei rifiuti, non è inevitabile come ci vogliono far credere: va abbandonato e sostituito,in linea con le più recenti indicazioni dell’Unione Europea, con pratiche vantaggiose sul piano economico e meno impattanti sull’ambiente e sulla salute delle popolazioni direttamente e indirettamente esposte, quali il riciclo dei materiali e il recupero integrale di materia con tecnologie a freddo.

Alter Piano, il piano per la gestione dei rifiuti dell'ATO Centro recentemente elaborato dai comitati, mostra come si può gestire quel 40% di rifiuti che rimane dopo le raccolte differenziate, senza ricorrere all'incenerimento, senza aggiungere altri inutili fattori di pressione ambientale per le popolazioni, senza incidere sui bilanci familiari e su quelli delle imprese per i prossimi venti anni.

A breve presenteremo il nostro piano alternativo, mobiliteremo i cittadini contro questa decisione scellerata e inizieremo azioni di boicottaggio nei confronti delle banche che finanzieranno l’inceneritore.

La partita è aperta più che mai !

domenica 29 gennaio 2012

Presidio di solidarietà alle lavoratrici Omsa e agli arrestati NO TAV


Nel pomeriggio di ieri (sabato 28 gennaio) abbiamo presidiato il punto vendita Golden Point di Empoli, per manifestare la nostra solidarietà alle 239 lavoratrici della Omsa di Faenza, minacciate di perdere il lavoro per una delocalizzazione della produzione che nulla ha a che vedere con la crisi e tutto ha a che fare con il profitto.
L'assoluta mancanza di scrupoli da parte dell'azienda ha sollevato la giusta indignazione delle tante realtà autorganizzate che, come noi, hanno aderito alla campagna di informazione e boicottaggio dei prodotti del gruppo GoldenLady. Nel pieno dei saldi, quando all'azienda farebbe gola vendere il più possibile, abbiamo voluto ricordare a chi pensa unicamente al proprio profitto che nessuna scelta produttiva può passare sopra le nostre vite.
Il presidio di ieri è stata anche l'occasione per manifestare la nostra vicinanza e solidarietà ai compagni/e NO TAV arrestati nel corso dell'operazione poliziesco-giudiziaria ordita dal procuratore Caselli.
COMUNITA' in RESISTENZA empoli
COBAS EMPOLI-VALDELSA

venerdì 27 gennaio 2012

Empoli - Il 3 luglio in Val di Susa c’eravamo tutt@!


Esprimiamo la nostra solidarietà e complicità alle decine di manifestanti e attivisti No Tav, vittime dell'operazione di polizia ordinata dalla procura di Torino. Il risultato di questo vero e proprio rastrellamento è stato di 26 fermi, 15 obblighi di dimora e 1 divieto di dimora a Torino. Compagni e fratelli che il 3 luglio erano lì insieme a noi, presi nel mucchio come capro espiatorio ed etichettati subito come criminali, nel tentativo di delegittimare e criminalizzare non solo il Movimento No Tav, ma tutti coloro che dissentono e provano a ribellarsi. Una risposta repressiva a quelle istanze che vengono dal basso, che parlano di difesa dei beni comuni, del territorio, dell'ambiente, della democrazia.
Quel giorno, oltre 60 mila persone sono arrivate in Val di Susa per manifestare insieme alla Comunità locale che resiste e lotta per la difesa della propria terra contro un’opera inutile e dannosa. Tutt* insieme abbiamo condiviso la pratica dell'assedio al non-cantiere, provando da più parti ad avvicinarci alle recinzioni, cercando di tagliarle e riuscire così a riprenderci quella "libera repubblica della Maddalena" dalla quale i valsusini erano stati cacciati militarmente qualche giorno prima.
C'eravamo tutt*, non è un modo per mostrare una solidarietà fittizia ma la nostra complicità. Eravamo in tant* a resistere al fianco dei fratelli No Tav e al fianco dei compagni di tutta Italia. Nessuno di noi dimentica la discesa per quei piccoli sentieri di montagna, il tentativo di avvicinarsi al non-cantiere, la risposta dura delle forze del (dis)ordine, puntuale, spropositata, violenta. A nessuno fu permesso di avvicinarsi alle prime reti, di uscire dal bosco in modo pacifico: cariche, gas lacrimogeni cs in quantità industriale sparati ad altezza uomo, idranti, proiettili di gomma...e pietre. A tutto questo si sono aggiunti i sequestri e le torture, denunciate anche dal nostro fratello Fabiano, pestato e abbandonato sotto il sole cocente per ore, con gli agenti che ne impedivano i soccorsi.
Ci siamo difesi, insieme a tanti e diversi, un giorno intero di battaglia tutta intorno al cantiere, con molti compagni feriti anche in modo gravissimo. Non siamo riusciti a riprenderci La Maddalena, ma abbiamo resistito in maniera quasi eroica, non indietreggiando di un passo. Siamo partiti e tornati tutti insieme!
Basta con la criminalizzazione del movimento NO TAV che si batte contro la speculazione dei soliti noti. Basta con le privatizzazioni e il saccheggio dei beni comuni.
In Italia abbiamo bisogno di DEMOCRAZIA, non di opere inutili come la Tav e di un governo di banchieri.

SIAMO TUTT@ NO TAV!

LIBERI TUTTI LIBERI SUBITO!

LIBERTA’ PER LA VAL DI SUSA!

COMUNITA’ IN RESISTENZA EMPOLI
COBAS EMPOLI-VALDELSA

giovedì 26 gennaio 2012

La Valle non si arresta

La maxi-retata della Digos che questa mattina ha portato in carcere decine di militanti ed esponenti del movimento Notav è una operazione non solo grave e pretestuosa ma è anche l’unica risposta che stato e governo hanno voluto dare alle proteste di tutto un popolo contro la devastazione ambientale e sociale della Valle di Susa.
Una intimidazione fisica che aggrava e intensifica la militarizzazione del territorio della Valle e che si affianca ad una operazione mediatica di criminalizzazione del movimento, opponendo la forza della repressione di stato alle ragioni ed alla determinazione del popolo Notav.
La Confederazione Cobas, mentre esprime la più totale solidarietà e vicinanza a Guido, Giorgio, Stefano, Tobia e a tutti i militanti arrestati, invita a partecipare a tutte le manifestazioni di protesta e di denuncia e a continuare a fianco del popolo Notav la lotta e la resistenza contro tutte le intimidazioni e le prevaricazioni del potere politico ed economico che attentano alla vita, alla
salute ed al futuro della popolazione valsusina.
Torino, 26-01-2012
Confederazione Cobas Torino

sabato 21 gennaio 2012

IGIENE AMBIENTALE: occorre un rinnovo contrattuale dignitoso


Comunicato stampa
Il 29 dicembre si è conclusa negativamente la trattativa tra FP CGIL, FIT CISL, UILT, FIADEL e Fise/Assoambiente per il rinnovo del contratto nazionale dell' Igiene ambientale privata. La trattativa si trascina da mesi e vede esclusi i sindacati di base nonostante la loro presenza nel settore. L' obiettivo delle associazioni padronali è peggiorare sensibilmente il CCNL Fise sia sotto l' aspetto retributivo che normativo divaricando ulteriormente la forbice tra i due contratti nazionali di settore, allontanando definitivamente l' approdo al contratto unico. Fise/Assoambiente ha proposto un rinnovo della parte economica inferiore a quanto sottoscritto il 17 giugno con Federambiente, ha proposto di non pagare la prima ora mattutina della maggiorazione di notturno, l' estensione della diminuzione della maggiorazione del lavoro straordinario attraverso un sistema di deleghe che svilisce il contratto nazionale e rifiutandosi di entrare nel merito al riconoscimento di un elemento di garanzia per i lavoratori in caso di ritardo del rinnovo contrattuale.
Nel circondario dell' Empolese-valdelsa il detentore dei servizi di igiene ambientale è Publiambiente. Publiambiente s.p.a. è una società controllata dal gruppo Publiservizi, società a totale capitale pubblico. Ai lavoratori e alle lavoratrici Publiambiente viene applicato il CCNL di Igiene ambientale pubblico (Federambiente). Il detentore del servizio affida alcuni servizi alla Società cooperativa ATI in cui viene applicato il contratto in questione di Igiene privata Fise (altri a cooperative sociali come Mimosa e Orizzonti).
Le lavoratrici e i lavoratori dell' ATI chiedono il riconoscimento di un contratto unico di settore, non è accettabile una disparità di trattamento tra chi svolge le stesse mansioni. Chiedono comunque che i comuni, in qualità di maggioranza in Publiambiente, intervengano sulla vertenza perchè il contratto siglato sia dignitoso. Avere un contratto è un diritto, non svenderemo i nostri diritti e siamo pronte/i a difenderli.
Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU) della ATI Società cooperativa
Cobas Empoli-valdelsa aderente alla Confederazione Cobas del lavoro privato

VOCI E SUONI CONTRO GLI F35


NOVARA LUNEDì 23 GENNAIO

ORE 18 PIAZZETTA DELLE ERBE

VOCI E SUONI CONTRO GLI F35

Comunicato stampa per l'assemblea a Novara, in piazza delle Erbe, di lunedì 23 gennaio 2012, alle ore 18.


Sono passati più di cinque anni da quando è cominciata la nostra opposizione agli F-35. Abbiamo cominciato subito, appena siamo venuti a sapere che i governi italiani, in perfetto stile bipartisan, avevano deciso di partecipare a questo tremendo progetto di morte targato Lockheed Martin.

Sono passati più di cinque anni, trascorsi a fare controinformazione, presidi, manifestazioni piccole e grandi, alcune addirittura nazionali, come quella dello scorso 12 novembre.

Sono passati più di cinque anni nel silenzio assordante di gran parte dei mezzi di comunicazione di massa e tra l'incomprensione dei soliti politici navigati, che sanno di cosa parlare e sanno irridere chi non si conforma al pensiero dominante.

Più di cinque anni di candida ed irresponsabile utopia pacifista ed antimilitarista: contro tutte le guerre, contro le fabbriche d'armi e di morte.

Ma ora sembra che, da molte parti, il problema F-35 venga sentito diversamente: la crisi economica ha prodotto il suo effetto e ha insinuato il dubbio che la spesa militare sia ingiusta, dannosa, inutile.

Per aggiornare i cittadini novaresi sulle ultime novità a tale riguardo e per opporci ai tentativi di propaganda dei fabbricanti di morte e dei guerrafondai, diamo appuntamento a tutti, a Novara, in piazza Battisti (meglio nota come piazza delle Erbe), alle ore 18 di lunedì 23 gennaio.

Musica, parole, letture, discorsi, dibattiti: due ore al freddo contro tutte le guerre, contro le fabbriche di morte, contro la costruzione e l'acquisto dei cacciabombardieri F-35 di Lockheed Martin, per la riconversione della spesa pubblica al civile.

Meno armi, più spese sociali.


Movimento no F-35

venerdì 20 gennaio 2012

Napoli :Ichino contestato all'Università

Cori e striscioni contro il senatore Pd e giuslavorista
«La tua riforma ci precarizza». Lui: prepotenza gratuita

Pietro Ichino

Pietro Ichino

NAPOLI - Pietro Ichino contestato a Napoli. Il senatore Pd e giuslavorista era ospite oggi pomeriggio, venerdì, dell'ateneo Federico II. È stato preso di mira da un gruppo di 50 persone, tra studenti dei collettivi e precari della Rete Reclaim, alcuni dei quali facenti capo al centro sociale Insurgencia. Il senatore - tra i promotori della riforma del mercato del lavoro - stava presentando il suo libro Il coraggio delle scelte invitato dall’associazione «Elaborando». Gli studenti ed i precari hanno fatto irruzione nell’aula Pessina al corso Umberto I, dove si svolgeva l'happening, interrompendo i lavori ed esponendo uno striscione con la scritta «Diritti e precarietà non pagheranno la crisi». Hanno poi lento un lungo comunicato contro la precarietà. Alla presentazione del volume era presente anche la segretaria della Uil Campania, Anna Rea., e diversi docenti universitari.

«LA SUA RIFORMA PRECARIZZA ANCORA DI PIU'» - «La proposta Ichino sulla riforma del mercato del lavoro – spiega Eleonora de Majo della Rete Reclaim – prevede questioni come il contratto prevalente con la flessibilità in uscita che non fanno altro che strutturare la precarietà del lavoro come permanente e la sottrazione dei diritti conquistati in decenni come condizione assoluta».

«UNA PREPOTENZA GRATUITA NEI MIEI CONFRONTI» - Ichino ha ascoltato la lettura del «comunicato» dei contestatori senza battere ciglio. «C'è stata un po' di prepotenza davvero gratuita - ha commentato - nel pretendere di interrompere l'inizio del convegno. Nessuno avrebbe negato loro la parola e invece hanno preteso di interrompere l'introduzione al convegno». Ichino, tuttavia, ha aggiunto che «le nuove generazioni fanno bene a protestare perchè la mia generazione, quella dei 60enni, si è presa la polpa e ha lasciato loro solo gli ossicini, conditi con duemila miliardi di debito». Per il docente di Diritto del lavoro, però,«i giovani devono stare attenti a non sbagliare il bersaglio delle proteste».

RUSSO E AMENDOLA (PD): CLIMA DI INTOLLERANZA - Pronta la risposta anche del Partito democratico campano in difesa del prof, che in passato è stato minacciato anche dalle nuove Br (da allora gira sotto scorta). «Chi non ha rispetto delle opinioni altrui non ha probabilmente rispetto neanche delle proprie - affermano in una nota congiunta Enzo Amendola, segretario regionale Pd, e Giuseppe Russo, capogruppo Pd al Consiglio regionale - Gli insulti e i tentativi di ostracismo per evitare che Pietro Ichino esponesse le sue ragioni - da parte di aderenti al Centro sociale Insurgencia che ha un proprio rappresentante nel Consiglio comunale partenopeo (Pietro Rinaldi, ndr) - devono far riflettere sul clima di odio e intolleranza che si sta alimentando "ad arte" nella città di Napoli». «In democrazia - concludono - non esistono depositari della verità e solo l’esercizio libero ed autonomo della critica è un antidoto alle pulsioni violente e autoritarie».

Alessandro Chetta
20 gennaio 2012

giovedì 19 gennaio 2012

Smontiamolo al più presto



domenica 15 gennaio 2012

Abbiamo già dato: no alle proposte provocatorie di Fise/Assoambiente.

Comunicato stampa
Lunedì 16 e martedì 17 gennaio 2012 i sindacati confederali hanno indetto uno sciopero per il rinnovo del contratto nazionale dell' igiene ambientale privata. Le lavoratrici ed i lavoratori della ATI Società cooperativa non si asterranno dal lavoro perchè già nello sciopero generale indetto dalla Confederazione Cobas e della CUB del 17 novembre scorso denunciavano le proposte inaccettabili e provocatorie di Fise/Assoambiente. In sintesi: spostamento di tutte le decorrenze di aumento contrattuale a dicembre di ogni anno, taglio delle quote destinate al TFR, indebolimento delle maggiorazioni notturne, ampliamento della flessibilità oraria, taglio delle quote sulle ore straordinarie diurne, taglio della retribuzione tabellare nel trattamento per malattia, parziale riduzione dell'indennità integrativa, delle quote destinate all'assistenza sanitaria integrativa e quelle destinate a salute e sicurezza. La trattativa tra CGIL-CISL-UIL e le associazioni padronali va avanti da mesi, una trattativa che vede esclusi i sindacati di base nonostante la loro presenza nel settore. La RSU della Società cooperativa ATI, interamente Cobas, chiede con forza l' applicazione di un contratto unico per l' igiene ambientale sia per il settore privato che per quello pubblico. Non è accettabile una disparità di diritti per lavoratrici e lavoratori che svolgono le stesse mansioni, non esistono lavoratori di serie A e di serie B. Chiede pubblicamente un coordinamento con le RSU di Publiambiente, Geofor e Sienambiente. Ci sembra evidente soprattutto nel comprensorio Publiambiente dell' Empolese-valdelsa, dove molti servizi sono affidati a ATI, che qualsiasi forma di lotta risulti monca senza il nostro coinvolgimento.
Rappresentanza Sindacale Unitaria della ATI Società cooperativa

giovedì 12 gennaio 2012

La preintesa sul Ccnl Coop Sociali

Venerdì 16 dicembre, due anni dopo la sua scadenza, è stata firmata l’ipotesi d’accordo sul CCNL delle Cooperative sociali tra Fp Cgil, Fisascat Cisl, Cisl Fp e Uil Fpl con le controparti Legacoopsociali, Federsolidarietà-Confcooperative e Agci-Solidarietà.

In questi ultimi due anni, la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori delle cooperative sociali è decisamente peggiorata tra appalti al ribasso (meno ore e meno soldi per garantire lo stesso servizio, aumento dei carichi di lavoro e delle responsabilità senza alcun riconoscimento economico e professionale), con una organizzazione del lavoro che scarica proprio sul personale le conseguenze dei tagli che i vari Governi hanno portato ai servizi sociali, alla sanità e agli enti locali. In molte situazioni poi sono perfino scomparse le clausole sociiali a tutela del personale delle cooperative specie tra un cambio di appalto e l'altro, clausole che salvaguardano i posti di lavoro, i livelli, le retribuzioni.


Le trattative per il rinnovo del contratto sono state condotte senza alcun coinvolgimento dei lavoratori e delle lavoratrici, le stesse richieste iniziali (145 euro di aumento dal 1 gennaio 2010 ) si sono trasformate in aumenti irrisori pari a meno della metà di questa cifra

Nella piattaforma si parla infatti di un aumento di 70 euro lordi al livello C1, a partire dal gennaio 2012, aumento neppure erogato in un’unica soluzione, ma in tre tranches l'ultima delle quali a primavera 2013, nessuna indennità di vacanza contrattuale e men che mai arretrati per gli anni 2010 e 2011, insomma una preintesa contrattuale al massimo ribasso figlia dei continui cedimenti in materia di appalti, retribuzioni e tutele collettive

Come se ciò non bastasse, le organizzazioni sindacali si riservano con le cooperative la possibilità di stipulare accordi territoriali di “gradualità concordata” per erogare con il contagocce i pochi ed irrisori aumenti contrattuali secondo quel sistema delle deroghe al contratto nazionale che dal settore metalmeccanico ormai si estende a tutto il mondo del lavoro

Anche sul piano normativo non ci sono notizie positive, per esempio l’apprendistato formativo che riguarda tutti i livelli e farà risparmiare le cooperative a discapito del già basso potere di acquisto delle buste paga di chi lavora nelle cooperative sociali. In futuro avremo sempre più lavoratori con contratto di apprendistato con un utilizzo improprio di questa tipologia contrattuale che riguarderà anche livelli alti

Questa ipotesi contrattuale non tutela le lavoratrici e i lavoratori delle cooperative sociali per le\i quali ci sono ben altre priorità, quali

- restituire potere d’acquisto ai salari
- fermare la precarizzazione dei rapporti di lavoro e lo svuotamento dei contratti nazionali
- intervenire direttamente sugli appalti pubblici inserendo tutele retributive, salariali e professionali per chi opera nelle cooperative
- applicare alle cooperative sociali lo stesso contratto e gli stessi salari dei settori pubblici (ad uguale lavoro uguali diritti!)

confederazione cobas

sabato 7 gennaio 2012

FASCISTI SULL'ATAF......Il Pd accusa di fascismo i lavoratori Ataf: ecco come le “facce nuove” perdono la faccia


Ancora una volta la politica fiorentina, rappresentata dagli esponenti del principale partito della città, il Pd, si dimostra del tutto inadeguata nel comprendere le esigenze dei cittadini che si trova ad amministrare. Il “Comitato contro la privatizzazione di Ataf-Trasporto pubblico bene comune” esprime il proprio sbigottimento per le reazioni assurde e sconsiderate di alcuni esponenti del Pd nei confronti dell’iniziativa della Rappresentanza Sindacale Unitaria dei lavoratori di Ataf dello scorso 5 gennaio. Ricordiamo che in tale iniziativa i lavoratori Ataf hanno distribuito sotto Palazzo Vecchio un volantino con le facce dei 29 consiglieri che hanno votato per la vendita di Ataf, mettendo in evidenza il fatto che le stesse persone che nel giugno scorso festeggiavano la vittoria del referendum contro la privatizzazione dei beni comuni, dopo appena sei mesi decidevano di seguire acriticamente il Sindaco Renzi nella svendita dell’azienda di trasporto pubblico ai privati.

Evidentemente, un semplice atto di informazione su una delibera comunale, tra l’altro già reso pubblico e accessibile a chiunque, un atto quindi di trasparenza verso i cittadini riguardo all’attività delle persone che li dovrebbero rappresentare, non è piaciuto a chi “democraticamente” dis-amministra questa città.

Abbiamo appreso dai giornali che l’assessore alla mobilità Mattei ha definito il volantino “un atto di istigazione a delinquere”, l’ex assessore regionale Conti lo ha bollato come “fascista”. Si è svegliato perfino il segretario metropolitano del Pd Mecacci, da cui in questi mesi non è mai pervenuta una dichiarazione di solidarietà nei confronti dei lavoratori né tantomeno uno straccio di idea per migliorare le condizioni del trasporto pubblico nell’area fiorentina.

E’ strano come ai tempi di Facebook, che i politici fiorentini utilizzano sicuramente senza aver paura di mostrare la loro faccia, ci siano personaggi pubblici così riservati e poco disponibili a farsi “guardare negli occhi”…Non ci sfugge di certo che agli esponenti del Pd non fa piacere che siano state diffuse le facce dei consiglieri del proprio partito associandole ad una delibera che è senza dubbio impopolare e impresentabile ai loro stessi elettori. Hanno paura insomma, di perdere la faccia e senza dubbio, vista la loro reazione, la faccia l’hanno già persa.

Il Comitato contro la privatizzazione di Ataf sostiene le iniziative della Rsu dei lavoratori Ataf ed esprime solidarietà nei confronti del coordinatore Nannini e dei rappresentanti sindacali confederali da cui le rispettive segreterie cittadine hanno preso le distanze. Stupisce che alcuni sindacati scelgano di attaccare un’iniziativa unitaria di una Rsu, invece di prendere le distanze in maniera netta rispetto alle accuse false rivolte in questi mesi ai lavoratori da Renzi e la sua maggioranza. Rinnoviamo il nostro impegno a fianco dei lavoratori Ataf nelle forme di lotta che intraprenderanno nei prossimi giorni.

Il Comitato inoltre, continua la sua opera di informazione tra i cittadini di Firenze e dei Comuni limitrofi per il rispetto della volontà degli elettori nei referendum di giugno e sta verificando tutte le iniziative, politiche e legali, per impedire la vendita dell’azienda di trasporto pubblico locale.