domenica 20 gennaio 2008

Il FLOP dei FONDI PENSIONE

Il 2007 è stato l’anno dell’attacco alla previdenza pubblica e al salario differito.

Il protocollo firmato da governo-Confindustria-Cgil-Cisl-Uil il 23/7/2007, convertito in legge prima di Natale, ha aumentato l’età pensionabile e diminuito l’entità delle pensioni future.

Intanto la riforma del TFR, cioè il tentativo di rendere obbligatorio (con il silenzio/assenso) l’adesione ai fondi pensione, già varata dal governo Berlusconi, con il pieno accordo di Cgil-Cisl-Uil, era stata condivisa dal governo Prodi, che l’aveva addirittura peggiorata, avallando, con un consenso partitico/sindacale plebiscitario, l’irrevocabilità del passaggio dal TFR ai Fondi e anticipandone l’entrata in vigore dal 1° gennaio 2008 all’1/1/2007.

Dal gennaio al giugno 2007, utilizzando 17 milioni di euro di denaro pubblico, il governo ha promosso una campagna pubblicitaria favorevole ai fondi pensione che si è avvalsa di 7.000 spot televisivi, 30.000 spot radiofonici, 14 milioni di depliants; a questi va aggiunta la sponsorizzazione da parte di banche, agenzie finanziarie, aziende, assicurazioni e l’opera di propaganda che sui posti di lavoro hanno svolto i piazzisti di fondi di Cgil-Cisl-Uil-Ugl.

L’obiettivo dichiarato dal governo era quello di raggiungere il 40% dei lavoratori iscritti ai fondi entro il 30 giugno 2007, poi spostato al 31 dicembre 2007.

Oggi, secondo i dati ufficiali del 2007, ai fondi chiusi o negoziali (gestiti da aziende e sindacati di categoria) risulta iscritto il 23% dei lavoratori privati (compresi gli iscritti negli anni precedenti al 2007), se a questi sommiamo gli iscritti ai fondi aperti (gestiti da banche e finanziarie) e ai Pip (piani pensionistici individuali gestiti dalle assicurazioni) arriviamo al massimo al 32%, ben lontano dall’obiettivo del governo.

I lavoratori e le lavoratrici sono stati molto più saggi di governanti, padroni e sindacalisti.
Infatti i rendimenti medi dei fondi pensione negoziali (quelli più “sicuri”) sono stati nel 2007 del 2,2% (da cui vanno comunque detratti i costi di gestione), molto peggio sono andati i fondi aperti e i Pip, mentre il TFR si è apprezzato del 3% al netto dalle imposte.

Tra l’altro la tempesta abbattutasi dall’estate sui mercati finanziari, prodotta dalla crisi dei mutui subprime USA, comincia solo ora a far sentire i suoi effetti sui fondi italiani.

Ma, nonostante la crisi fosse stata prevista da tanti economisti, il governo Prodi ha anticipato al gennaio 2007 il lancio dei fondi pensione, perché, se la nuova legge fosse partita dal 2008, chi mai avrebbe scelto di aderire alla roulette finanziaria dei fondi?

Ora il governo, con la complicità di Cgil-Cisl-Uil, invece di rimediare alle difficoltà in cui ha messo i lavoratori iscritti ai fondi, ha già preparato la bozza di un decreto del ministro dell’economia che consente ai fondi pensione di investire in hedge fund (cioè fondi speculativi) e in fondi di private equity (specializzati nel comprare aziende disastrate, ristrutturarle a modo loro, rimetterle sul mercato), tutti fondi a capitale ad altissimo rischio.

Tutto ciò è intollerabile.

Lavoratori, lavoratrici diciamo no ai fondi “pensione” e alla speculazione finanziaria, difendiamo il TFR (TFS per i dipendenti pubblici), a garanzia del nostro futuro.

I lavoratori iscritti ai Fondi devono imporre ai sindacalisti, che li hanno raggirati con vuote promesse, il diritto di revoca per uscire dalla gabbia/ergastolo dei Fondi pensione.


lunedì 14 gennaio 2008

RINNOVI VERI SALARI EUROPEI

PIU’ SALARIO - MENO ORARIO

PIU’ DIRITTI - MENO PRECARIETA’

PIU’ SICUREZZA - MENO STRAORDINARI !



Il 2007 si è chiuso con un terrificante incremento dei prezzi su base annua: +12,3% il pane, +8,4 la pasta, +7,6 il latte, +4,8 la frutta, +7,3 il pollame, +5,7 uova e formaggi, +13 il combustibile da riscaldamento, +11,6 la benzina, +15,4 il gasolio; mentre sono diminuiti i consumi anche dei generi di prima necessità: -7% il pane, -2,2 il latte fresco, -8,4 il vino, -2,6 la frutta, -2,8 la verdura, -4% la carne bovina, -4,6 la carne suina.

Nel 2007 i debiti delle famiglie italiane con le banche sono aumentati dell’8,45% e si moltiplicano le insolvenze per chi ha contratto mutui per l’acquisto della prima casa. Il 16% degli italiani è sotto la soglia di povertà; la miseria è diffusa soprattutto nel Mezzogiorno, ma anche nel nord..

Dal 2002 al 2006 LE RETRIBUZIONI DA LAVORO DIPENDENTE HANNO PERSO 2.000 EURO in potere d’acquisto: se la produttività è cresciuta tra il 1993 e il 2006 del 16,7%, il 14,5% è andato alle imprese e solo il 2,2% ai lavoratori. Il salario orario medio italiano è di 11,05 euro contro una media europea di 12,32; la media settimanale dell’orario di lavoro è di 38,5 ore in Italia rispetto ad una media UE di 37,3.

Oggi il governo, la Confindustria, Cgil-Cisl-Uil si accorgono che i nostri salari sono troppo bassi e offrono la loro ricetta per aumentarli. Il ragionamento di Montezemolo è il solito: più salario in cambio di più produttività. Il segretario della Cisl, Bonanni, dice che bisogna lavorare di più per essere pagati di più. Governo e Cgil-Cisl-Uil hanno aperto una trattativa centralizzata che propone di diminuire il carico fiscale per far crescere i salari.

Ancora una volta i padroni cercano d’incassare il più possibile. Dopo due finanziarie in cui hanno avuto il taglio del cuneo fiscale (mentre i lavoratori non hanno visto un euro), il taglio dell’Ires e dell’Irap; dopo il protocollo del 23 luglio con cui hanno ottenuto la conferma della legge 30 e la decontribuzione sugli straordinari, ora vogliono scaricare sulla fiscalità generale (quindi sulla collettività) un po’ di briciole di aumenti.

IL LORO MODELLO DI LAVORO È QUELLO MACABRO DELLA TYSSENKRUPP: LAVORARE DI PIÙ, GUADAGNARE DI PIÙ, MORIRE DI PIÙ

E’ giusto chiedere la restituzione del fiscal drag, l’aumento delle detrazioni insieme all’incremento della tassazione sulle rendite finanziarie ed a una seria lotta all’evasione fiscale, ma tocca ai padroni tirare fuori i soldi per gli aumenti salariali che ci spettano: e i calcoli ci dicono che l’aumento contrattuale deve essere di 250 euro.


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