mercoledì 29 giugno 2011

Finisce la favoletta della Cgil diversa: Firmato l'ACCORDO INTERCONFEDERALE CONFINDUSTRIA-CGIL.CISL.UIL

Nella serata del 28/6 Confindustria e le segreterie di Cgil.Cisl.Uil hanno siglato l’accordo interconfederale su “ rappresentanza e validità dei contatti aziendali”, che sarà sottoposto in breve agli organi direttivi per l’approvazione definitiva , con l’esclusione dei lavoratori !

E’ UN ACCORDO CHE RECEPISCE ED OMOLOGA TUTTI I LAVORATORI AI DIKTAT DI MARCHIONE IMPOSTI A FATICA A POMIGLIANO E MIRAFIORI :

LA DISTRUZIONE DEI DIRITTI DEL LAVORO OPERATO DA MARCHIONNE, CON L’ACCORDO INTERCONFEDERALE DIVENTA PRATICA CORRENTE PER TUTTO IL MONDO DEL LAVORO.

Per molti versi si torna agli anni ’50, quando alla prima sconfitta operaia in epoca repubblicana, sancita dalla Cgil con il “ piegarsi alla ricostruzione “ , imperò il Far West padronale che abrogò di fatto i contatti nazionali , per il primato dei contratti aziendali gestiti in proprio con la complicità delle incapaci e spesso colluse Commissioni Interne. Bisognerà giungere agli anni ’60 , tra rivolta di P.za Statuto a Torino e “l’autunno caldo”, per ridare dignità,diritti e conquiste ai lavoratori.

Tornando all’accordo fac simile Pomigliano-Mirafiori nella premessa si definisce :

a) “ essenziale un sistema di relazioni …in grado di dare certezze ai tempi e contenuti della contrattazione, ma anche sull’affidabilità e il rispetto delle regole stabilite” , pena le sanzioni ai sindacati sottoscrittori (non ai lavoratori che non le rispettano) ;

b) così come la “ deroga” al CCNL , per il superamento dei limiti posti ai tempi e ritmi di lavorazione , all’organizzazione del lavoro e a altro ancora.

Nel merito, anche se l’Accordo non è retroattivo e formalmente non copre come voleva la Fiat le new co di Marchionne ,vengono stabilite le regole sulla validità degli accordi aziendali.

Questi sono validi allorquando :

a) se approvati dal 50% delle RSU , senza passare per il voto dei lavoratori ; oppure in caso di RSA (su cui la Cisl punta per il futuro “ quale modello di rappresentanza) per la firma basta il 50% delle deleghe, salvo l’eventualità del 30% dei lavoratori di chiedere di sottoporre l’intesa al voto ;

b) “i contratti aziendali approvati alle condizioni di cui sopra - che definidscono clausole di tregua sindacale finalizzate a garantire l’esigibilità degli impegni assunti – hanno effetto vincolante per le OS e RSU-RSA firmatarie , non per i singoli lavoratori “ ;

c) si ribadisce che i contratti aziendali possono in deroga superare i vincoli posti dai CCNL .

PER QUANTO ATTIENE LA RAPPRESERTANZA si fa fede all’accordo Cgil.Cisl.Uil del 2008 , che stabilisce per il Lavoro Privato quanto previsto similmente ne Pubblico Impiego,ovvero : 1) il numero di deleghe viene certificatola INPS ( si fa riferimento alla convenzione tra Inps e parti stipulanti, nulla si dice al riguardo per gli iscritti dei non stipulanti , vedi Cobas e vari altri) ;

2) il numero di deleghe + i risultati delle elezioni RSU , saranno trasmessi al CNEL che stabilisce la graduatoria di quanti hanno superato il 5% , soglia occorrente per la legittimazione a negoziare nell’ambito della categoria a cui si applica il CCNL.

Con questo famigerato Accordo, che cancella e supera quello del luglio ’93, i Confederali si sono fatti carico esclusivamente dei disegni padronali,a scapito dei lavoratori che dovranno subire il peggiore potere dispotico in fabbrica e il logoramento psico-fisico,causa l’iper produttività .

La Confederazione Cobas nel momento in cui smaschera e condanna la funzione di “sindacato giallo” rappresentata da Cgil.Cisl.Uil , si fa carico di sostenere in ogni sede i lavoratori e le RSU che intendano lottare per la difesa dei diritti inalienabili , dei diritti salariali e occupazionali , intesi a travolgere e superate questo squallido orizzonte sindacale e politico, che vuole i lavoratori soccombenti e i giovani precari a vita.

Roma 29.6.2001 CONFEDERAZIONE COBAS

martedì 28 giugno 2011

ORA E SEMPRE NO TAV

L’enorme dispiegamento militare – oltre 1500 uomini, tra polizia,carabinieri,guardia di finanza e corpo forestale - è entrato in azione dalle ore 5,30 del 26 giugno convergendo da tre direzioni sul presidio popolare della Libera Repubblica della Maddalena, protetto da barricate poste agli accessi, e forte di un migliaio di persone, valligiani, donne e uomini di tre generazioni accorsi solidali, avvocati del Legal Team.
Questo 27 giugno gli invasori hanno vinto solo una battaglia. E se ci sono riusciti è stato solo grazie alla decisione del popolo della Val di Susa di non fare resistenza che in alcun modo potesse essere strumentalizzata come violenta e fornire alibi per un massacro annunciato.
Da parte degli invasori carri armati, ruspe, enormi tenaglie che hanno divelto il guardiarail dell’autostrada e le griglie delle barricate, con una coltre di soffocamento con gas lacrimogeni ed asfissianti ancora più terribili di quelli che abbiamo già conosciuto a Genova nel 2001. Da parte del popolo della Valle tenaci blocchi stradali: verso la montagna a Chiomonte con 20 chilometri di coda e alle Statali 24 e 25, terminati solo per l’assemblea popolare delle h. 21.
L’assemblea ha ovviamente decretato le ulteriori mobilitazioni di resistenza. E subito dal mattino dopo sono ripartiti i blocchi, mentre il tam tam della Valle annunciava una fiaccolata alla sera con partenza da Chiomonte alle 21. E poi... Venaus insegna.
Cosa ci fa forti è soprattutto è la coscienza che qui si sta facendo storia: la storia della autodeterminazione espressa con la democrazia diretta e partecipata e del protagonismo cosciente della sovranità popolare. Né la sopraffazione e l’occupazione militare dei governi, né le mafie del partito trasversale degli affari riuscirà a piegare la Valle.
I Cobas sono fieri di essere anch’essi cittadini della Libera Repubblica della Maddalena, coprendo con la dichiarazione di sciopero provinciale della Confederazione Cobas di Torino i lavoratori valligiani e gli operai usciti dalle fabbriche a sostenere la giornata di lotta del 27 giugno e esprimono sempre e ovunque il pieno sostegno al bene comune rappresentato dalla resistenza No Tav in Val di Susa.
Confederazione COBAS Torino - Torino 28 giugno 2011

lunedì 27 giugno 2011

Pieno sostegno alla resistenza contro la Tav in Val di Susa

LIBERA REPUBBLICA DELLA MADDALENA RESIDIO NO TAV – CHIOMONTE/VAL SUSA , ore 8,30 del 27.6.2011 Come previsto , l’enorme dispiegamento militare – oltre 1500 uomini, tra polizia,carabinieri,guardia di finanza e corpo forestale - è in azione dalle ore 5,30 per tentare di sgomberare il presidio popolare forte di 1000 persone tra valligiani e solidale, donne e uomini di tre generazioni.Sulla limitrofa autostrada per il Frejus stanno operando le ruspe per valicare le barricate che ostacolano l’avvio del cantiere ;sono in funzione anche gli idranti per fiaccare la resistenza sulle barricate. L’azione militare è a tenaglia , con l’intenzione di sgomberare le barricate poste a controllo degli accessi al presidio della Libera Repubblica sella Maddalena.

Nella trepidazione del momento , c’è calma e determinazione , coscienti che comunque vada sarà una vittoria , in quanto qui si sta facendo la storia : quella dell’autodeterminazione espressa con la democrazia diretta e partecipata, che comunica all’Italia, all’Europa e al mondo il concetto-rispetto di sovranità popolare, contro cui nessuna sopraffazione e occupazione militare dei governi regionale e nazionali riuscirà a piegare la Valle, per erigere un’opera inutile,dannosa,costosa, clientelare.

C’è la convinzione che l’occupazione militare non può durare a lungo, che un cantiere così esposto non può marciare ne durare in presenza del quotidiano contrasto della popolazione della Val Susa.La convinzione che quella di oggi non è l’ultima battaglia , ma come hanno già insegnato i precedenti scontri del Seghino e di Venaus, la popolazione si è sempre ripresa quello che temporaneamente le hanno sottratto.

SARA’ DURA ! intanto, ieri notte in 5000 hanno partecipato alla fiaccolata da Chiomonte al presidio ; il 13 giugno , il 61% dei valligiani è andata a votare per i referendum, ha votare per far vincere i SI alla sovranità dell’acqua bene comune e dell’energia pulita .

Al presidio sono presenti 13 avvocati del Legal Team , che testimoniano l’internità a questa lotta , non solo nella difesa legale ma in quanto cittadini solidali.

SARA’ DURA ! intanto ovunque e comunque , esprimiamo il pieno sostegno al bene comune rappresentato dalla resistenza alla Tav in Val di Susa.

domenica 26 giugno 2011

1 luglio-Firenze bene comune.


In quest’ultimi anni in Italia si assiste ad un progressivo scollamento tra ceto politico e partiti da un lato e societa’ civile dall’altro. Il quorum e la vittoria dei si’ ai referendum sono una cartina di tornasole di questi sentimenti.

Dall’ottobre scorso un grosso movimento studentesco si è mobilitato per opporsi ad una riforma della scuola devastante. In migliaia hanno occupato universita’, piazze, stazioni, hanno dato vita a mille forme di protesta. Il governo ha tirato dritto trasformando le legittime rivendicazioni degli studenti in un problema di ordine pubblico, demandando ai responsabili di quest’ultimo nelle varie città la scelta degli strumenti più idonei.
A Firenze il conto da pagare e’ stato presentato a suon di arresti domiciliari e obblighi di firma. 11 persone, quasi tutte incensurate, hanno subito un arresto preventivo in attesa di processo, e molte di piu’ devono presentarsi a firmare in questura. Restrizioni pesanti che sottendono ad una gestione tutta poliziesca del conflitto sociale. Si e’ costruita ad hoc un’associazione a delinquere dove ascrivere un po’ di tutto: cortei,occupazioni, scritte sui muri. Un pout-pourri di nomi, fatti, indagini,intercettazioni che cresce nel tempo. I faldoni dell’inchiesta sono ormai quasi diecimila pagine e lunedi mattina si è aggiunto un altro episodio, con nuovi arresti e obblighi di firma.
Firenze vive una grossa crisi della proposta politica con una giunta particolarmente attenta all’immagine, ma senza idee o peggio ancora con pessime idee, che preferisce rimanere immobile e inquadrare i problemi in termini di gestione poliziesca. Agli studenti che protestano in piazza si riserva un trattamento ben sperimentato allo stadio, con obblighi di firma usati tipo daspo e arresti domiciliari. I rifugiati davanti alla fortezza si cacciano con il pattuglione antidegrado dei vigili o la celere, gli sgomberi delle case al Ponte di Mezzo diventano blitz all’alba eseguiti in gran forze. Nel mentre si procede alla privatizzazione delle Cascine, dell’Ataf, alla svendita del patrimonio immobiliare.
E’ il niente della politica istituzionale, che lascia il posto al mero mantenimento dell’ordine pubblico. In risposta al nulla di questa proposta politica, dal basso nascono percorsi autorganizzati e autogestiti, che cercano di rendere più vivibile questa città, di risolvere situazioni completamente ignorate dalle istituzioni, praticano percorsi di difesa di quei beni comuni che le nostre amministrazioni sono felici di svendere.

In una città per molti aspetti ancora viva e solidale si cerca di avvelenare ad arte la situazione. L’assoluta sproporzione tra i fatti contestati e i reati e le misure restrittive utilizzate sono il tentativo di circoscrivere e limitare sempre di più le forme della protesta. Ed è proprio a quella parte di città che rivolgiamo in primis l’appello a partecipare e/o proporre le prossime iniziative a Firenze per superare attraverso la condivisione dei percorsi e la discussione continua il tentativo di mettere a tacere chi non condivide questo modello di città.

1 luglio manifestazione per Firenze-bene comune

giovedì 23 giugno 2011

IL GOVERNO ALLO SBANDO NON SOPPORTA IL DISSENSO - CARICATA A FREDDO LA PROTESTA A MONTECITORIO

Foto presidio Cobas a Montecitorio

Un governo allo sbando, delegittimato dal grandioso voto referendario del popolo italiano, si è preso una meschina rivincita questa mattina facendo caricare a freddo, senza alcuna giustificazione, la manifestazione di protesta che l’alleanza sociale e sindacale “Roma Bene Comune”, che raggruppa numerose strutture e organizzazioni romane tra le quali i COBAS, aveva indetto contro le politiche governative nella città e nel Paese e per la difesa del diritto al lavoro e alla casa, dei beni comuni e degli spazi pubblici. La manifestazione era assolutamente pacifica ed esprimeva la rabbia popolare con slogan, striscioni, canti ironici e sbeffeggiamento della squallida congrega che, nel contempo, rappattumava i cocci governativi e fingeva di essere in ottima salute grazie al millesimo voto di fiducia strappato da Berlusconi ad una genia di parlamentari succubi e servili. Dunque, l’aggressione non può avere alcuna giustificazione, e rivela la vendicativa e isterica crisi di nervi che ha attraversato l’aula parlamentare e il governo Berlusconi.

Oltre alle “forze del disordine” in divisa, hanno agito anche alcune persone, non meglio identificate, in borghese che si sono scagliate a più riprese contro alcuni manifestanti. La risposta è stata comunque lucida e forte: dalla piazza è partito un corteo che ha portato la protesta per le strade del centro di Roma, aumentando via via il numero dei partecipanti, che poi sono successivamente tornati, una volta calmatesi le intemperanze poliziesche, a Montecitorio. E’ questo l’ennesimo segnale del fatto che il governo Berlusconi è oramai in netta minoranza nel Paese ed è allo sbando: ma nostro compito ora, sulla spinta del successo referendario e dell’ondata popolare in difesa dei beni di tutti/e e per tutti/e, è quello di porre fine al berlusconismo, alla folle idea, dominante anche nel centrosinistra, che si possa uscire dalla crisi con le privatizzazioni, il massacro della scuola e della sanità pubblica, dei beni comuni, del diritto all’abitazione e al reddito, alle pensioni, ad un salario decente. Dopo trenta anni di craxi-berlusconismo, facciamo vincere il “noi” sull’”io”, la solidarietà e la giustizia sociale sull’arrivismo, sulla competizione individuale sfrenata, sulla corruzione e la politica politicante. Paghi la crisi chi non l’ha mai pagata e chi ne ha tratto ulteriore ricchezza per sé e per la propria banda!

sabato 18 giugno 2011

Fermiamo gli esuberi al Carrefour

Fermiamo gli esuberi nel commercio
Non sono serviti gli accordi sindacali a ribasso (lavoro domenicale, straordinario a recupero, flessibilità oraria ...) per far cambiare idea al Carrefour che sta preparando decine di esuberi nei supermercati di Pisa e di Massa
I tagli occupazionali hanno avuto inizio due anni fa nel sud Italia per poi estendersi al Lazio e, ora, dopo avere toccato il Nord, arrivano anche in Toscana. I tagli sono presenti in tutta Europa
dopo la annunciata chiusura di 21 punti vendita in Belgio, con la conseguente soppressione di 1.672 posti di lavoro nel paese pari al 10% del totale.
La chiusura degli ipermecati dovrebbe essere completata entro la fine di giugno, spiega la società francese della grande distribuzione, aggiungendo che in ballo potrebbe esserci anche la cessione di altri 17 supermercati e 3 ipermercati, sempre in Belgio, al gruppo Mest Dagh.
Carrefour Italia negli ultimi 3 anni è stata più volte condannata per comportamento antisindacale, per esempio è stata licenziata una giovane madre che aveva chiesto l'aspettativa per accudire il proprio figlio. Che il marchio Carrefour sia in crisi è un dato acquisito anche per politiche di mercato sbagliate, da tempo è iniziato l'assalto alle azioni del gruppo da parte di altri gruppi
Non è casuale che Il fondatore di Finiper e co-fondatore di Esselunga, Marco Brunelli, abbia raggiunto un accordo con Carrefour per riacquistare il 20% del capitale del gruppo in mano ai francesi. L'ingresso di nuovi soci ha come condizione la riduzione del personale , licenziamenti e sospensione di tutti gli accordi sindacali di miglior favore per i lavoratori.
Nel settore del commercio le dinamiche di sfruttamento della forza lavoro sono identiche a quelle del settore metalmeccanico, identica è la prepotenza degli imprenditori e il ricorso alla cassa integrazione e ai licenziamenti
Bisogna scongiurare i tagli al Carrefour in Toscana, urge la mobilitazione di tutti\e

Cobas lavoro privato

venerdì 17 giugno 2011

Acqua, adesso parliamo di gestione

"Acqua, adesso parliamo di gestione".

Dopo anni di opposizione al modello toscano di gestione del servizio idrico integrato, dopo 43.000 firme raccolte in Toscana per una proposta di legge regionale nel 2005, bocciata nel 2006 quasi senza dibattito, dopo più di 400.000 firme raccolte in tutta Italia a sostegno di una proposta di legge popolare che giace in parlamento dal 2007 e ancora mai discussa, dopo 1.400.000 firme raccolte nel 2010, finalmente la maggioranza assoluta del paese, 27.000.000 elettori, ha dichiarato che il servizio idrico deve essere privo di rilevanza economica e gestito da enti di diritto pubblico e non più in modo privatistico.
In Italia la partecipazione è stata del 57% dei cittadini, in Toscana invece, dove la privatizzazione è cominciata già da quasi 15 anni, la risposta sui 2 quesiti referendari è stata ancora più forte, vista l'esperienza tutta negativa, ed è stata superiore al 63% con delle punte in certi comuni fino al 76%.
La risposta della stragrande maggioranza dei toscani è stata chiarissima: vogliono un cambiamento radicale della politica di gestione dell'acqua, dicono basta con l'ideologia neoliberista che ha guidato la politica del centrosinistra in Toscana, fine delle società partecipate pubblico- private. E questo non vale solo per l'acqua ma anche, come dal primo quesito referendario abrogato, per la privatizzazione di tutti servizi pubblici, a cominciare da trasporti e rifiuti. Il messaggio politico inviato dalla grande maggioranza dei cittadini/e toscani è:
fine della mercificazione dei Beni Comuni!
riappropriamoci dei servizi pubblici!
torniamo alla gestione della "Res Publica" cominciando dall'acqua!
Questo risultato è stato ottenuto attraverso la partecipazione popolare di tutti cittadini/e che si interessano di politica, nel senso di gestione della polis, delle nostre città; una partecipazione reale in una regione, come la nostra,in cui la sua maggioranza di governo, spesso, ama parlare di “partecipazione” più che praticarla effettivamente. Speriamo, stavolta, di non essere delusi.

Come promotori e promotrici dei 2 referendum e della proposta di legge regionale, fatta sulla base della nostra proposta di legge popolare nazionale, ci aspettiamo assemblee in tutti gli ATO e Comuni per discutere insieme agli amministratori, consiglieri e cittadini/e, della futura gestione del servizio idrico integrato, delle nostre proposte di finanziamento del servizio.

Forum Toscano dell'acqua
Comitato referendario Toscano 2 Si per l'acqua bene comune


ADESSO FERMATEVI

Ai Sindaci dei Comuni proprietari di ATAF
Ai Gruppi Consiliari
Alla stampa cittadina
A tutti i lavoratori

ADESSO FERMATEVI !

Il risultato referendario è stato chiaro: gli Italiani non vogliono che beni e servizi pubblici ed essenziali, debbono essere gestiti da soggetti privati.

E' inutile continuare a sostenere che i quesiti del 12 e 13 giugno riguardassero solo l'acqua, come qualquno vuole fare credere; NON E' COSI' !!!

I dati sull'affluenza alle urne dei Comuni proprietari di ATAF, ( Firenze 67.5%, Scandicci 69.5%, Fiesole 69.7%, Bagno a Ripoli 70.4%, Campi Bisenzio 64.5%, Vaglia 69.8%, Calenzano 71.2%, Impruneta 70.7%, Sesto Fiorentino 72,4% ) evidenziano che non solo i lavoratori dell'azienda sono contrari al progetto di vendita e spacchettamento, ma anche i cittadini dei territori della Provincia di Firenze esprimono tramite l'urna un giudizio negativo.

Per quanto concerne la concessione del servizio, come noto, lo si può fare anche attraverso una gara; ma l'assegnazione del servizio stesso non ha assolutamente nessuna attinenza alla volontà di vendere l'azienda ai privati .

A questo punto, la RSU chiede ai Sindaci proprietari, di abbandonare il percorso intrapreso, per aprire un confronto con tutte le parti sociali, per dar vita ad un nuovo progetto che tenga conto della volontà popolare.

La RSU di ATAF è pronta a discutere e confrontarsi su ciò in tutte le sedi, ripartendo dal lavoro prodotto con l'accordo del 2006 ( azienda unica della mobilità) e mai completato.


Firenze 16 giugno 2011
RSU ATAF

martedì 14 giugno 2011

REFERENDUM 12-13 GIUGNO : MERAVIGLIOSA VITTORIA !


26.857.452 = 57 % di votanti - 25.514.580 = 95 % di S I


Un plebiscito di S I mai raggiunto nei referendum ,con il quorum vinto dopo 15 anni !

RISULTATI INEQUIVOCABILI : CON IL QUORUM AL 57% E I SI OLTRE IL 95%
I REFERENDARI SONO MAGGIORANZA ASSOLUTA NEL PAESE !

Netta e inconfutabile la sconfitta del governo Berlusconi , delle sue leggi e della politica economica vocata alle privatizzazioni e alla devastazione ambientale .

Che avvenga poi su “ acqua e energia” , è testimonianza della genuina coscienza popolare che rifiuta qualsiasi profitto sui beni comuni e giudica mortale il ricorso all’energia nucleare.

Questa solenne bocciatura del liberismo , propone un modello sociale alternativo all’economia di mercato basato sul diritto all’accesso dei beni comuni e dei generi di prima necessità , sulla gestione diretta e partecipata della collettività alle scelte , di cosa-come produrre e consumare.

L’acqua, l’aria, la terra , l’energia, la scuola, la sanità, la mobilità , sono beni comuni indisponibili , devono essere nella piena disponibilità della collettività, ripubblicizzati, per eliminare qualsiasi tentativo di mercificarli : il compito dei Comitati Promotori non si esaurisce con i referendum , si completa nell’impegno per la difesa e riqualificazione di tutti i beni comuni e dell’ecosistema.

La vittoria referendaria è la conferma della volontà di cambiamento che il Paese reale sta esprimendo , intanto a partire dalla ripresa diffusa di partecipazione e di passione civile.

E’ scandaloso che i partiti di centrosinistra - più volte messi in discussione per le inadempienze sociali e la gestione privatistica dei beni comuni, per il fallimento delle politiche concertative – tentino ora di cavalcare e strumentalizzare la vittoria referendaria voluta e ottenuta innanzi tutto dalla cittadinanza attiva e dalle miriadi di associazioni in cui si esprime la democrazia diretta.

E’ spudorato il ruolo dei media di buttarsi come al solito sul “ carro del vincitore” , oscurando la funzione dei Comitati Promotori – negando loro l’accesso alle tribune e ai network radiotelevisivi - mai sopportati anche in ragione di una spietata logica che vede i media complici della partitocrazia.

Il 13 GIUGNO IN ITALIA E ALL’ESTERO VERRA’ RICORDATO A LUNGO, COME LA DATA IN CUI E’ STATO POSSIBILE ANNUNCIARE UN NUOVO DESTINO PER TUTTI

Roma 13 giugno 2011
CONFEDERAZIONE COBAS

Lavorare sotto padrone: il metodo ergo uas in Fiat

La metrica del lavoro intervista a francesco tuccino e intervento del cobas lavoro privato:
http://www.youtube.com/watch?v=j6CsPBHH7mU

BUS LUMACA


La lotta dei lavoratori e lavoratrici contro la vendita di ataf non si ferma...
14 e 15 giugno in occasione della vetrina pitti immagine....BUS LUMACA.
Di seguito il comunicato.

“GIORNATE DI OBBEDIENZA CIVILE”
Nell'attesa del giorno in cui la società di Advisor relazionerà lo stato di ATAF, indicandone il percorso, questa RSU si sta organizzando per un paio di “simpatiche” iniziative per ribadire ancora una volta che non è con la vendita di parte delle quote e lo spacchettamento dell'azienda che si risolvono i problemi di ATAF .

Per noi rimane sempre attuale l'accordo che firmammo nel 2006, il quale prevedeva la costituzione di una unica azienda della mobilità, la quale comprendeva anche il TPL, e forti investimenti sulla rete come le linee flash, i parcheggi e l'integrazione ferro-gomma.

E' curioso come il Sindaco Renzi dichiari di votare SI al quesito referendario sull'acqua, quindi contrario all'ingresso di privati nella gestione di un bene pubblico, quando è di tutt'altro avviso se si parla di un altro bene pubblico: il trasporto pubblico locale.

Per questo, la RSU di ATAF, in occasione della manifestazione PITTI UOMO, organizzerà nei giorni 14 e 15 giugno un volantinaggio tra i cittadini e una forma di protesta civile del rispetto scrupoloso delle norme aziendali e del codice della strada.

Questo per dimostrare che, in una città complessa come Firenze, non si può lasciare al caso la gestione del TPL; ci vogliono piani industriale e strutturali orientati al sociale e non alla vendita ad un privato che si inserisce solo per fare utile.

Pertanto gli autisti in questi giorni rispetteranno scrupolosamente il codice della strada per dimostrare quante beghe e rischi ogni giorno sono costretti ad assumersi per trasportare gli utenti in questa città.

Per un giorno, lasceranno prendere la responsabilità di questi rischi, a chi è pagato per organizzare il trasporto. “Renzi compreso".

CI SCUSIAMO PER I DISAGI CHE L' INIZIATIVA PROCURERÀ AGLI UTENTI

RSU ATAF