sabato 24 dicembre 2011

CONSIGLIERI PRIVATIZZATI (100% R.E.N.Z.I.)

Giovedì 22 dicembre 2011, Firenze ha visto una delle pagine politiche più brutte della
sua storia, quando, con il voto di 30 consiglieri su 42, é stata approvata la delibera della Giunta monocolore PD guidata da Matteo Renzi, che prevede lo smembramento di ATAF, un'azienda storica per Firenze ed i fiorentini, e la vendita della parte che gestisce il servizio ad un soggetto privato.
Si priva così la città di un suo patrimonio, tra l'altro a prezzo di saldo, nell'illusione che un gestore privato possa garantire "botte piena e moglie ubriaca", offrendo un servizio migliore a costi più contenuti; per credere a questa favola però, bisogna appunto essere ubriachi, perché ai consiglieri del PD ripetiamo chiaramente, ancora una volta, che è fortemente a rischio la qualità del servizio, e che altrettanto in grave pericolo sono centinaia di posti di lavoro, a cominciare da quelli degli amministrativi, da quelli dei lavoratori inidonei, e per finire, anche a quelli degli autisti, specialmente dopo il taglio di 3 milioni di km che verrà a breve attuato.
Non dimentichiamoci che per fare ciò, Renzi, oltre alla complicità di tutti i consiglieri del PD, ha ottenuto anche l'appoggio ed il voto dei consiglieri di UDC, FLI e Lega Nord, certificando una volta di più la sua indole di destra.
Due anni fa a Firenze è avvenuto "il più grande bluff dopo il Big Bang": pensavamo di assistere alle primarie di un partito che ritenevamo di centrosinistra, mentre invece abbiamo visto un uomo di destra trionfare nella consultazione di un partito a sinistra della destra.
In questo deprimente quadretto della politica fiorentina, non sono mancati lo "Scilipoti di turno" nella persona del consigliere IDV Giuseppe Scola, il “Ponzio Pilato” nelle vesti di Eros Cruccolini che si è astenuto, né la solita dimostrazione di incoerenza dei membri del PD che festeggiavano “a loro insaputa” la vittoria del "sì" al referendum del 13 giugno, per poi votare a favore della privatizzazione di un bene comune fondamentale come il TPL.
I “politici” fiorentini, tanto prodighi di “lacrime di coccodrillo” durante le dichiarazioni di voto in Consiglio Comunale, SAPPIANO CHE I TRAMVIERI CONTINUERANNO LA LORO BATTAGLIA, CON TUTTI I MEZZI LECITI A LORO DISPOSIZIONE, A FAVORE DEL SERVIZIO PUBBLICO E DELLE PROPRIE CONDIZIONI LAVORATIVE.
Se poi verranno messi in discussione anche i livelli occupazionali, i tramvieri non si vergogneranno di bussare alla porta dei vari Bonifazi, Dormentoni, Collesei, Pezza, Pierguidi, o magari anche del segretario metropolitano PD Mecacci, il cui silenzio è imbarazzante.
RSU ATAF

AUGURI PER IL 2012


Ci lasciamo dietro l’indimenticabile 2011 dello strabiliante e vincente risultato referendario su “acqua e nucleare”, suffragato da un plebiscito popolare che non si vedeva da vittorioso referendum antinucleare del 1987 .

Ci aspetta un 2012 irto di difficoltà , stante l’affondo del liberismo , responsabile della crisi e allo stesso tempo determinato a “ non fare prigionieri” tra i lavoratori e i ceti popolari.

L’allineamento tra FMI,BCE, governo Monti , è quanto di più nefasto ci poteva capitare : costoro intendono succhiare fino in fondo la linfa vitale della ricchezza sociale prodotta dal sudore della fronte e delle braccia.

Ci occorre la più vasta alleanza sociale e civile per contrastare questo disegno reazionario : che intende distruggere quel che resta del welfare con la scusa di “dare ai giovani togliendo ai vecchi”; che mercifica privatizzandoli i beni comuni , negando la funzione di servizio alla collettività ; che riduce l’ esistenza a “ vivere per lavorare” , nell’indigenza e la precarietà, senza diritti e a ritmi spietati; che ci condiziona alla subalternità dei sudditi in una democrazia autoritaria.

L’Augurio per il 2012 , sta nel predisporci aperti al contributo di tutte/i per resistere a questa deriva pericolosa , tirando fuori le migliori energie e i proponimenti che fanno da caposaldo per l’avvento dell’alternativa a questo sistema barbaro e fallimentare.

Buon Anno 2012

giovedì 15 dicembre 2011

mercoledì 14 dicembre 2011

Né folle né solitario: semplicemente fascista


Esprimiamo alla comunità senegalese tutta la nostra solidarietà e vicinanza. La vergognosa caccia all'uomo di ieri, che ha visto protagonista un noto neofascista aderente a CasaPound non può essere archiviata semplicemente come il "gesto di un folle" ma il prodotto più evidente di un clima politico e sociale sempre più torbido e in cui queste pulsioni xenofobe trovano l'acqua di coltura ideale. Gianluca Casseri ha alimentato la propria cultura razzista all'interno delle sedi neofasciste pistoiesi e fiorentine, aperte nell'indifferenza dei tanti amministratori locali. Amministratori troppo occupati a cacciare lavavetri e ambulanti per accorgersi che questo progressivo imbarbarimento delle relazioni sociali, regalava spazi e legittimità ai fascisti del terzo millennio. L'esecuzione sommaria di ieri, l'incendio di pochi giorni fa al campo Rom di Torino si aggiungono al lungo elenco di violenze che in questi ultimi anni hanno subito i migranti, vittime non solo della lunga stagione berlusconiana ma del silenzio complice (a volte connivente) del centro sinistra. Un lungo ventennio che attraverso decreti "antiborsoni", caccia all'ambulante, botte ai richiedenti asilo, detenzioni illegali nei CPT, hanno riformulato le regole della convivenza civile unicamente sul modello dell'impresa e dell'efficientismo, relegando i migranti a merce ricattabile a basso costo.
A tutti i professionisti del "cordoglio di rito", consigliamo vivamente la lettura dei commenti che i camerati dei vari gruppi neofascisti scrivono in queste ore sul web. Un invito che estendiamo anche al prefetto, preoccupato dalla solidarietà offerta dai centro sociali alla comunità senegalese, più che dalla pericolosità di chi, solo poco tempo fa, commemorava i cecchini fascisti che sparavano ai passanti fiorentini il 25 aprile.
La follia non è solo in quel gesto omicida, ma in chi continua a ridurla come tale, in chi si ostina a ignorare che la strage di ieri si iscrive pienamente nella storia del neofascismo: la mitologia del "bel gesto" e dell'azione purificatrice.
I Cobas Empoli-Valdelsa invitano tutte/i alla manifestazione di Firenze, che partirà da piazza Dalmazia alle ore 15, per esprimere una concreta solidarietà alla comunità senegalese e per chiedere l'immediata chiusura di tutte le sedi neofasciste.
Cobas Empoli-Valdelsa.

martedì 13 dicembre 2011

Presidio a Firenze Mercoledì 14 Dicembre ore 9.00 all'assemblea dell'ATO 3 per chiedere ai sindaci il rispetto dell'esito referendario


Presidio a Firenze Mercoledì 14 Dicembre ore 9.00
davanti al Grand Hotel Baglioni, piazza Unità d'Italia, all'assemblea dell'ATO 3 per chiedere ai sindaci il rispetto dell'esito referendario.
A meno di un mese dalla scomparsa degli Ambiti Territoriali Ottimali, alla viglia di un ATO unico di 285 comuni per il servizio idrico, come espresso dalla Giunta Regionale Toscana e nella prospettiva di un gestore unico quanto più lontano possibile da quella democrazia partecipata dell’acqua richiesta da 26 milioni di persone, l’Assemblea dei Sindaci dell’ATO 3 Medio Val d'Arno è stata convocata senza prevedere nella discussione nessun argomento a favore del rispetto dell'esito del referendum sull'acqua del 12 e 13 giugno scorsi.
Non solo. Dopo un referendum popolare che ha visto la partecipazione della stragrande maggioranza dei/delle cittadini/e di tutti comuni dell'ATO che hanno votato contro la privatizzazione del servizio idrico, tra i Sindaci esiste ancora la tentazione di prorogare la concessione per la gestione del servizio idrico a Publiacqua S.p.A., per avere ulteriori anni di gestione privatizzata!
Non un solo accenno, nell'ordine del giorno, alla ripubblicizzazione del servizio idrico come richiesto implicitamente nel I° quesito referendario da quasi tutta la popolazione Toscana e Italiana.
Non un solo accenno all’applicazione del II° quesito referendario, per togliere dalla tariffa il 7% di remunerazione garantita al capitale investito, che la Corte costituzionale a sancito come immediatamente applicabile.
I referendum non solo continuano ad essere disattesi ma si prepara un vero e proprio tradimento.
Ricordiamo che è proprio l'ATO, autorità pubblica di controllo dell'operato del gestore, e dunque proprio quei sindaci che lo compongono, a dover intervenire sulla tariffa per rispondere così alla volontà espressa da oltre il 65% dei/delle loro cittadini/e nei referendum.
All’opposto ci si prepara a garantire ulteriori profitti a quella compagine fatta di banche, multinazionali e imprenditori privati che non intendono rinunciare ai guadagni sicuri del “mercato” dei servizi pubblici locali.
Facciamo fatica a credere che Legalità e Democrazia possano essere calpestate impunemente da chi è stato/a eletto/a nei nostri Comuni per prendersi cura del “Bene Comune”.
Saremo presenti a Firenze Mercoledì mattina 14 Dicembre davanti al Grand Hotel Baglioni, in piazza dell'Unità d'Italia, all'assemblea dell'ATO3 perchè la richiesta ai sindaci di rispettare l'esito referendario del 12 e 13 Giugno diventi obbligo civile e rispetto della democrazia.
Nessuno è padrone dell’acqua, neanche i Sindaci, perché l’acqua è di tutti.
Forum Toscano dei movimenti per l'acqua ATO3
Comitato territoriale di Firenze

Quanti morti sul lavoro ancora?

I Cobas Scuola di Trieste e la Confederazione Cobas FVG esprimono la massima indignazione per quanto accaduto in data odierna, 12 dicembre 2011, al Palazzetto dello Sport di Trieste dove Francesco è stato ucciso sul posto di lavoro ed altri compagni di lavoro sono rimasti feriti.

Esprimono la massima vicinanza alla famiglia di Francesco Pinna per questo triste evento.

Evento che è figlio non della fatalità, ma di un modo di concepire il lavoro che è fuorviante.

Era uno studente, che come tanti studenti, per affrontare le spese quotidiane sono costretti a lavorare.

E pensare che qualcuno ha parlato di squadra. Ma quale squadra, quando sono lavoratori assunti per uno o due giorni solo per fare lavori a costo ribassato e dai grandi rischi?

Lavori saltuari e precari, come precarie spesso sono le condizioni di sicurezza sul lavoro.

Quello del montaggio dei ponteggi o dei palchi per i concerti è un settore spesso caratterizzato dal lavoro in nero o in grigio. Si chiamano studenti o persone, che senza alcuna formazione preventiva sulla sicurezza sul lavoro, per quattro soldi, mettono a rischio la propria incolumità psicofisica.

E nessuno può dire di non sapere, perché è fatto più che notorio che le cose funzionano, specialmente in quel settore , in questo modo.

Nessuna giustizia, nessun Tribunale, nessuna eventuale condanna riporterà in vita Francesco.

A quando una seria prevenzione sulla sicurezza sul lavoro?

Per evitare che altri lavoratori, giovani e precari perdano la vita per il lavoro?

I Cobas invitano la cittadinanza, tutta Trieste, ad essere vicini alla famiglia di Francesco nonchè a mobilitarsi per dire basta con gli omicidi sul lavoro e nel lavoro.

Cobas Scuola Ts

Confederazione Cobas FVG


sabato 10 dicembre 2011

I COBAS scioperano e manifestano il 12 dicembre Contro la patrimoniale alla rovescia del governo bipartisan Monti

Quanto fosse ultra-liberista il governo Monti, e la manovraccia che ci avrebbe imposto, era chiaro fin dalla investitura fatta da Re Giorgio (Napolitano). Per questo il 17 novembre abbiamo invitato, con la Cub, a scioperare, portando in piazza insieme agli studenti circa centomila manifestanti per sfiduciarlo immediatamente. Ma la soddisfazione generalizzata per la caduta di Berlusconi, le illusioni, fomentate dai massmedia, sui poteri salvifici di Monti, il sostegno trasversale delle caste politiche, l’acquiescienza di Cgil, Cisl e Uil hanno finora impedito che quella sfiducia di piazza avesse un seguito rilevante.

E così Monti ha potuto agire varando una patrimoniale alla rovescia, applicata ai residui redditi e diritti di milioni di salariati e ceti medi impoveriti: e non ai ricchi, ai grandi patrimoni, alle rendite finanziarie, agli evasori, alla casta politica, ai corrotti. La maggiore violenza il governo bipartisan la esercita contro le pensioni colpendo ancora una volta i più deboli, con lavoratori sfruttati fin da giovanissimi in attività usuranti che dovranno raggiungere i 42 anni di contributi (le donne 41, ma per tutti/e va aggiunto un anno prima di ricevere la pensione); con il passaggio al contributivo per tutti/e, un furto di decine o centinaia di migliaia di euro; con la sparizione dell’adeguamento all’inflazione delle pensioni da 1000 euro in su. Ma anche la nuova ICI colpirà tanti lavoratori/trici a basso reddito, proprietari di una casa che spesso non hanno ancora pagato, mentre l’aumento di 2 punti dell’IVA deruberà ulteriormente settori popolari già spremuti fino all’osso.

La vera “patrimoniale” è invece sparita, insieme all’aumento dell’IRPEF per i redditi alti: e non pagheranno niente le banche, la grande finanza, gli squali redditieri, gli evasori che derubano le casse pubbliche di circa 300 miliardi l’anno, le caste del capitalismo di Stato, la cui corruzione nelle strutture istituzionali dilapida almeno 200 miliardi annui.

Mentre centrodestra e centrosinistra sottoscrivono, Cgil, Cisl e Uil, tagliate fuori malgrado avessero accettato con calore Monti, hanno dato segni di vita, ma evitando di arrivare ad un vero sciopero generale, per il timore di effetti importanti sul quadro politico e non sollecitando una forte mobilitazione popolare. Lo sciopero, assurdamente frammentato, vedrà in campo il 12 dicembre solo la parte del lavoro privato su cui non grava la legge 146 antisciopero, e il 19 il Pubblico Impiego senza la scuola (solo una ora, insignificante nel contesto): e sopratutto la piattaforma degli scioperi non respinge l’intera manovraccia ma chiede alcuni ritocchi che non ne cambierebbero la natura antipopolare.

Pur tuttavia il 12 dicembre può essere comunque una giornata di mobilitazione. che spetta anche a noi potenziare il più possibile. Perciò i COBAS hanno convocato (come anche la Fiom) lo sciopero dell’intera giornata dei metalmeccanici e scioperi articolati a livello locale in altri settori del lavoro privato. Nel pomeriggio del 12, nelle principali città manifesteremo insieme anche a quei lavoratori/trici del Pubblico Impiego e della scuola che non potranno scioperare. Presidi e sit-in poi proseguiranno (a Roma davanti alla Camera e al Senato) nei giorni seguenti in contemporanea con le votazioni in Aula.

NO ALLA MANOVRACCIA, LA CRISI VA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA E DA CHI CI SI ARRICCHISCE

venerdì 9 dicembre 2011

“La valle è nelle nostre mani” ORA E SEMPRE NOTAV


Anche questa giornata dell’8 dicembre passerà nella memoria leggendaria della Val di Susa, nel ricordo del dicembre di riconquista di Venaus 2005. Due cortei, partiti da Giaglione e Chiomonte, inerpicatisi attraverso il bosco della Ramats e poi scesi sul torrente della Clarea, accerchiano il cantiere e tagliano pezzi della recinzione in fil di ferro. Un altro corteo di altri mille valligiani parte da Susa e in protesta contro la Sitaf blocca l'autostrada in entrambe le direzioni, mentre da un palco barricadero si canta “bella ciao” e si distribuisce minestra calda.

Da che parte è la violenza ?!! Intossicazione di gas chimici proibiti, il fumo era tale che neppure gli alberi erano visibili. Centinaia di candelotti lanciati a altezza d’uomo: un ragazzo ferito gravemente alla testa, è stato portato via su una barella improvvisata fino all’arrivo dell’autombulanza che i poliziotti hanno tentato di impedire; un altro ferito all’occhio e uno alla mano. I lacrimogeni hanno provocato incendi nei boschi che i valligiani si sono buttati subito a spegnere. Ed ancora rischi seri di polmonite a causa degli abiti ghiacciati dagli idranti. Da parte dei valligiani solo scudi di plastica, per difendersi dagli idranti e caschi per proteggere la testa dai candelotti e da sassi lanciati dagli stessi poliziotti. La violenza vera è la devastazione che le istituzioni e i loro complici stanno perpetrando sulla Valle, sulla sua economia e sulla salute della popolazione.

ED ORA, A FRONTE DELLA “ MANOVRA “ GOVERNATIVA

LA LOTTA DELLA VALLE ASSUME UN VALORE GENERALE

La resistenza della Val Susa contro lo spreco di miliardi pubblici della Tav si identifica ora con la lotta a quella macelleria sociale e rapina economica che fa pagare la crisi, provocata dall’Europa dei banchieri e delle speculazioni padronali, alle famiglie italiane già classificate dagli indici europei sulla “soglia della povertà “, ai giovani precari, ai disoccupati, ai ceti medi.

La denuncia della Val di Susa del comitato trasversale degli affari, potentati economici e partitici in odore di mafia, diventa il simbolo della protesta contro la corruzione dell’amministrazione pubblica

La rivolta della Val di Susa contro gli invasori che hanno militarizzato il territorio con un feroce e assurdo spreco di denaro pubblico è la stessa contro l’assurdità morale ed economica delle spese militari che aggrediscono intere popolazioni per rapinare le loro risorse.
Torino 8 dicembre 20010

mercoledì 7 dicembre 2011

I padroni dell’acqua votano a favore dei predoni dell’acqua

Non è servito nè il voto di 27 milioni d’Italiani, nè la presenza di un centinaio di cittadini/e dell’ATO 2 a far cambiare idea ai/alle nostri/e amministratori locali.
Oggi martedì 6 dicembre si è riunita d’urgenza e a porte chiuse, l’assemblea dei sindaci dell’ATO2 per votare la proroga di 5 anni (dal 2021 al 2026) della concessione già ventennale della gestione del servizio idrico dei 57 comuni della nostra zona, facendo così un regalo ai privati di Acque SpA… e garantendo altri anni di profitti su un bene primordiale come l’acqua. Oltre alla dubbia legalità dell’operazione, che rischiamo di pagare duramente in futuro visto che il capitolato della
gara d’appalto internazionale prevedeva una scadenza di 20 anni per “potere ammortizzare gli investimenti….”, questa votazione va contro il referendum del 12 e 13 giugno nel quale 1.700.000 Toscani/e hanno detto chiaramente che il privato e il profitto devono stare fuori dalla gestione dell’acqua. Questa decisione presa all’unanimità dai sindaci dell’ATO 2 che in teoria ha funzione di “controllo del gestore” ed è a meno di un mese dalla sua scomparsa, ci sembra poco rispettosa della
volontà dei cittadini che hanno partecipato massivamente alla consultazione referendaria.
E’ questo il modello di Democrazia che vogliono fare rispettare i nostri sindaci? E’ questo il modello partecipativo del quale si vanta la Regione Toscana che da parte sua sta per votare una legge per creare un ATO (Ambito Territoriale Ottimo) regionale unico per l’Acqua composto da 285 comuni in vista del gestore unico privatizzato, estromettendo una volta di più i/le cittadini/e dai centri di controllo locali? Acea, Monte dei Paschi di Siena, Suez e Caltagirome comandano e i
sindaci, obbedienti, deliberano. Volevano la proroga della concessione, a dispetto del referendum, e l’hanno ottenuta. In disprezzo alla democrazia e alla volontà di tutti noi.
Forum Toscano dei movimenti per l’acqua ATO 2

martedì 6 dicembre 2011

Presidio COBAS alla FIAT















PAOLO GRISERI: 6dicembre 2011 La Repubblica
Fiat, momenti di tensione davanti all'Unione industriale
Gruppi di lavoratori si fronteggiano, tra scambi di insulti e lancio di uova, davanti alla palazzina dove si svolge l'incontro per estendere a tutto il gruppo il contratto di Pomigliano.
Una cinquantina di lavoratori con le bandiere dei sindacati del sì (FIM, uilm e Fismic) fronteggia altrettanti operai di Cobas e Usb. I due presidi sono divisi dalle transenne e da una zona franca di fronte all'entrata della palazzina di via Vela.
Arrivando all'incontro il leader del Fismic, Roberto di Maulo, ha detto che "è possibile arrivare alla stretta conclusiva entro domani". Nei giorni scorsi FIM e Uilm erano state più prudenti immaginando "una conclusione entro metà mese". All'incontro di oggi partecipa anche la Fiom. Poco prima delle 11 dal gruppo dei Cobas sono partiti insulti all'indirizzo dei lavoratori del sí. Alcuni operai del no hanno tentato di forzare le transenne. Ne è seguito un parapiglia, sono state lanciate uova, poi è intervenuta la polizia a far arretrare il gruppo dei Cobas. I due presidi contrapposti non sono mai entrati in contatto.
All'interno la trattativa è proseguita regolarmente. In apertura il capo delegazione della Fiat, Paolo Rebaudengo, ha chiesto ai sindacati la disponibilità a giungere a una firma. Entrando alla riunione anche il responsabile auto della Fim, Bruno Vitali, ha annunciato per "l'accordo potrebbe arriva domani o dopodomani". Per la Fiom invece "se ci chiedono la pura e semplice
estensione dell'accordo di Pomigliano, è chiaro che non c'è trattativa". Lo sostiene Maurizio Landini, segretario Fiom, secondo il quale Fim e Uilm dovrebbero spiegare come fanno ad accettare di cambiare gli accordi senza nemmeno un referendum tra i lavoratori".
Dopo il no della Fiom, la trattativa è proseguita con gli altri sindacati.

lunedì 5 dicembre 2011

Una patrimoniale alla rovescia


Monti ruba a chi ha sempre pagato e non tocca ricchi, evasori, politicanti e corrotti

Alla fine Monti una “patrimoniale” l’ha fatta, però alla rovescia, applicandola a quel poco di redditi e di diritti restati a milioni di salariati e di ceti medi impoveriti: e non ai ricchi, ai grandi patrimoni, alle rendite finanziarie, agli evasori, alla casta politica, ai corrotti.

La maggiore violenza il governo bipartisan la esercita contro le pensioni. Nonostante l’INPS sia in attivo (se si escludono le spese assistenziali, assurdamente a carico delle pensioni), malgrado ci siano tre milioni di persone che ricevono pensioni da 5000 fino a decine di migliaia di euro mensili e/o cumulino più pensioni a lauti stipendi succhiando oltre 200 miliardi all’anno, ancora una volta vengono colpiti i più deboli. Lavoratori dai miseri salari, sfruttati fin da giovanissimi e in attività usuranti, dovranno raggiungere i 42 anni di contributi (le donne 41), con un furto di almeno 30 mila euro in media. Il passaggio al contributivo per tutti/e è un latrocinio ancor maggiore, da diverse decine a centinaia di migliaia di euro. Ed è un furto anche l’innalzamento di un anno delle pensioni di vecchiaia, mentre sparirà l’adeguamento all’inflazione delle pensioni da 1000 euro in su.

La nuova ICI colpirà (rivalutazione delle rendite catastali del 60%) tanti lavoratori/trici a basso reddito, che con grandi sforzi hanno acquistato una casa che spesso non hanno ancora pagato, mentre l’ulteriore aumento di 2 punti dell’IVA deruberà ulteriormente settori popolari già spremuti fino all’osso.

La vera “patrimoniale” è invece sparita, insieme all’aumento dell’IRPEF per i redditi più alti: eppure sarebbe bastata una tassa dell’1% sui patrimoni di quel 10% di ricchi che posseggono il 55% della ricchezza nazionale, per avere oltre 50 miliardi di euro, il doppio dell’attuale manovraccia. Nè pagheranno alcunchè le banche, la grande finanza, gli squali redditieri che hanno ingigantito la crisi e che ci si arricchiscono tuttora

Gli evasori, quelli/e che derubano le casse pubbliche di circa 300 miliardi l’anno, non verranno manco sfiorati dalla “tracciabilità” oltre i mille euro. Il taglio dei costi della politica politicante è svanito, vitalizi e cumuli di pensione (basterebbe eliminarli per recuperare un centinaio di miliardi annui) compresi. E nulla toccherà la corruzione interna alle strutture istituzionali e amministrative che dilapida almeno 200 miliardi annui.

Centrodestra e centrosinistra mugugnano come Cgil, Cisl e Uil ma accetteranno tutto, sotto diktat di quegli Stati “virtuosi”, Germania in primis, che si sono arricchiti con l’euro e che vogliono far pagare la crisi ai settori popolari dei paesi come l’Italia, che hanno salari, pensioni e garanzie dimezzati rispetto ai paesi “forti”.

Non possiamo sperare nulla dalle caste politiche e sindacali di Stato. Dobbiamo rapidamente costruire la più vasta alleanza sociale tra tutti/e coloro che pagheranno la crisi, usando tutte le forme di protesta, da mettere in campo nelle prossime settimane, che allarghino e potenzino il fronte anti-crisi, in assoluta indipendenza dalle forze politiche e sindacali del capitalismo privato e di Stato.

LA CRISI VA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA E DA CHI CI SI ARRICCHISCE

CONFEDERAZIONE COBAS

domenica 4 dicembre 2011

lavorare meno per lavorare tutti

Sulla riduzione generalizzata dell'orario di lavoro. B. Russel, pose il problema già nel 1935 con il famoso esempio della fabbrica degli spilli. Se l'introduzione di nuove macchine consente di raddoppiare ciò che si produce e, nella società non c'è richiesta di questo surplus, tanto che non si riesce a vendere nemmeno ad un prezzo inferiore, in un "mondo organizzato secondo ragione la conseguenza sarebbe che gli addetti alla fabbricazione degli spilli lavoreranno quattro ore e tutto il resto andrà avanti come prima. Ma una soluzione così semplice verrebbe considerata oggi immorale; così in realtà gli uomini continuano a lavorare otto ore, c'è sovraproduzione di spilli, alcune fabbriche sono sostrette a chiudere e metà degli addetti alla produzione sono espulsi dal lavoro. Da un punto di vista globale le ore non lavorate sono le stesse, solo che in tal modo metà delle persone è ancora oppressa da un lavoro eccessivo e l'altra metà è a spasso. Il tempo libero, invece di essere fonte di felicità per tutti, diventa miseria generalizzata. Si può immaginare qualcosa di più insensato?". 76 anni dopo, alla luce della crisi attuale, siamo a porci ancora la stessa domanda.

sabato 3 dicembre 2011

Per il rispetto dell'esito referendario

Presidio a San Miniato (Pi) Martedì 6 Dicembre ore 10.00
davanti alla Casa culturale di San Miniato Basso, via Pizzigoni 10, all'assemblea dell'ATO 2 per chiedere ai sindaci il rispetto dell'esito referendario

ATO 2
provincia di Firenze:
CAPRAIA E LIMITE, CASTELFIORENTINO, CERRETO GUIDI, CERTALDO, EMPOLI, FUCECCHIO, GAMBASSI TERME, MONTELUPO F.NO, MONTESPERTOLI, VINCI
provincia di Lucca: ALTOPASCIO, CAPANNORI, VILLA BASILICA, PORCARI ,MONTECARLO
provincia di Siena: POGGIBONSI, SAN GIMIGNANO
provincia di Pistoia: PESCIA, BUGGIANO CHIESINA UZZANESE, LAMPORECCHIO, LARCIANO, MARLIANA, MASSA E COZZILE, MONSUMMANO TERME, MONTECATINI TERME, PIEVE A NIEVOLE, PONTE BUGGIANESE, UZZANO
provincia di Pisa: TUTTI COMUNI

COMUNICATO STAMPA

L'assemblea dei sindaci dell'ATO2 Basso Val d'Arno contro l'esito referendario

A meno di un mese dalla scomparsa degli Ambiti Territoriali Ottimali e da un indirizzo espresso dalla Regione Toscana di integrazione in un ATO unico di 285 comuni per il servizio idrico, nella prospettiva di un gestore unico quanto più lontano possibile da quella democrazia partecipata dell’acqua richiesta da 26 milioni di persone, l’ordine del giorno di convocazione urgente dell’Assemblea dei Sindaci dell’ATO 2 Basso Val d'Arno, provoca rabbia, sdegno e indignazione in tutti coloro che hanno a cuore la democrazia.

Dopo un referendum popolare che ha visto la partecipazione della stragrande maggioranza dei/delle cittadini/e di tutti comuni dell'ATO che hanno votato contro la privatizzazione del servizio idrico, si propone la revisione del piano d’ambito in vista di nuovi aumenti tariffari e la proroga di ben 5 anni della concessione per la gestione del servizio idrico a Acque S.p.A., passando così dai 20 già concessi a 25 anni di gestione privatizzata!
Non un solo accenno, nell'ordine del giorno, alla ripubblicizzazione del servizio idrico come richiesto implicitamente nel I° quesito referendario da quasi tutta la popolazione Toscana e Italiana.
Non un solo accenno all’applicazione del II° quesito referendario, per togliere dalla tariffa il 7% di remunerazione garantita al capitale investito, che la Corte costituzionale a sancito come immediatamente applicabile.
I referendum non solo continuano ad essere disattesi ma si prepara un vero e proprio tradimento.
Ricordiamo che è proprio l'ATO, autorità pubblica di controllo dell'operato del gestore, e dunque proprio quei 57 sindaci che lo compongono, a dover intervenire sulla tariffa per rispondere così alla volontà espressa da oltre il 65% dei/delle loro cittadini/e nei referendum.
All’opposto ci si prepara a garantire ulteriori profitti a quella compagine fatta di banche, multinazionali e imprenditori privati che non intendono rinunciare ai guadagni sicuri del “mercato” dei servizi pubblici locali.
Facciamo fatica a credere che Legalità e Democrazia possano essere calpestate impunemente da chi è stato/a eletto/a nei nostri Comuni per prendersi cura del “Bene Comune”.
Saremo presenti a San Miniato Martedì mattina 6 Dicembre davanti alla Casa culturale di San Miniato Basso, via Pizzigoni 10, all'assemblea dell'ATO2 perchè la richiesta ai sindaci di rispettare l'esito referendario del 12 e 13 Giugno diventi obbligo civile e rispetto della democrazia.
Nessuno è padrone dell’acqua, neanche i Sindaci, perché l’acqua è di tutti.


Forum Toscano dei movimenti per l'acqua ATO2
Comitato Acqua Bene Comune Pisa
Forum Acqua Valdera
Comitato Empolese Valdelsa - 2Si per l'acqua bene comune
Comitato Pistoiese per l’Acqua Bene Comune
Comitato Senese acqua pubblica
Comitato referendario provincia di Lucca