sabato 27 luglio 2013

VERITA' E GIUSTIZIA PER VIAREGGIO

I 33 indagati per la strage ferroviaria di Viareggio sono stati rinviati a giudizio ma il reato di dolo
è stato escluso. In questo modo, la posizione degli imputati si alleggerisce e di non poco.
Tuttavia, come possiamo asserire che i vertici delle Ferrovie spa non fossero consapevoli
delle loro azioni , quando hanno violato innumerevoli ed elementari normative di sicurezza,
attivato una vera e propria persecuzione nei confronti di lavoratori e delegati usando ed abusando
provvedimenti disciplinari(licenziamenti, sospensioni, multe, trasferimenti)  
per colpire\neutralizzare  proprio i ferrovieri più attivi nelle lotte per la salute e sicurezza nei
 luoghi di lavoro?
Nella sola Viareggio sono state raccolte più 10.000 firme per le dimissioni dell'
Amministratore delegato delle Ferrovie spa Moretti, un dirigente intoccabile come intoccabili sono
altri boiardi di stato che ,a prescindere dal colore dei Governi , vengono chiamati a ricoprire alte cariche dello stato o collocati ai vertici di aziende a partecipazione pubblica
Gli uomini buoni per tutte le stagioni, servitori di potentati economici e politici che calpestano la vita
e la dignità umano in favore del profitto di pochi .
I Cobas sono a fianco dei ferrovieri in lotta, dei comitati e dei cittadini di viareggio reclamando con loro
verità e giustizia e il reintegro nel posto del lavoro di Riccardo Antonini e di altri ferrovieri licenziati per il loro impegno a difesa di salute e sicurezza

giovedì 18 luglio 2013

Decreto del Fare, saltano le norme salva inquinatori. Una vittoria dei cittadini. Adesso attenti ai colpi di coda

La mobilitazione dei cittadini promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua per modificare il testo del cosiddetto Decreto del Fare ha iniziato a dare i suoi frutti. La prima versione del decreto avrebbe introdotto un vergognoso sistema di deroghe che avrebbe premiato gli inquinatori più incalliti.

Grazie alla mobilitazione dei movimenti, alle pressioni sui parlamentari, all'iniziativa parlamentare di diversi gruppi che hanno compreso i gravissimi rischi per l'ambiente e all'apertura a modifiche al testo proposto dal Ministro Orlando nelle Commissioni Parlamentari è stato svolto un intenso lavoro per disinnescare le enormi criticità introdotte dal Decreto del fare nella versione approvata dal Governo.

Sono stati prodotti diversi emendamenti che hanno per ora eliminato il passaggio in cui si subordinava l'eliminazione delle fonti di contaminazione al profitto degli inquinatori anche in presenza di rischio sanitario conclamato. Inoltre è stato affrontato l'altro casus belli, quello relativo ai limiti da rispettare: nella versione governativa si richiedeva genericamente solo un'attenuazione della contaminazione e non il rientro in precisi limiti.

Partendo da un testo così infelice che costituiva un vero e proprio regalo agli inquinatori più audaci e spregiudicati si è giunti ad un compromesso per ora accettabile. È doveroso per il Parlamento andare avanti su questa strada senza colpi di coda.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua continuerà in queste ore ad esercitare un attenta analisi dell'attività parlamentare e denuncerà eventuali tentativi di sabotaggio alle bonifiche.

In ogni caso un eventuale esito favorevole rappresenterà solo un salvataggio all'ultimo minuto di una situazione che avrebbe fatto cadere in un pozzo inquinato i diritti dei cittadini ad un ambiente salubre.

È necessario che il tema delle bonifiche sia messo al centro dell'agenda politica visto che riguarda presente e futuro di milioni di cittadini e un'occasione per un territorio nazionale degradato che, se risanato, potrà costituire la base per un'economia durevole. Questo sarebbe il “fare” che i cittadini si aspettano.

Firenze. Se i portalettere potessero parlare

altChe le poste siano e debbano restare un servizio pubblico a dirlo sono rimasti solamente i lavoratori, i postini nello specifico. L'azienda non sembra della stessa opinione, questo almeno è quanto si evince dalle ultime decisioni che sacrificano il recapito ed i postini, pur di ingrossare il lato finanziario di Poste italiane.
La denuncia viene dal Cobas Poste di Firenze, che ha volantinato nel quartiere di Gavinana per denunciare il taglio delle zone di recapito, dei portalettere e l'eccessivo carico di lavoro, specialmente in periodo di turnazione delle ferie. L'accordo del 28 febbraio scorso siglato da Confederali e Azienda prevede il taglio di circa 6000 posti di lavoro, che a cascata si sta già ripercuotendo sulla qualità del servizio. A Firenze è diventato effettivo il taglio di 52 portalettere, mentre si moltiplicano le zone in cui il recapito è in ritardo di almeno una settimana. Intanto, a livello regionale Cisl e Cgil hanno firmato un accordo con Poste per un taglio di 350 posti, senza nemmeno tentare la via del conflitto.

Di seguito il volantino Cobas Poste che alcuni postini hanno distribuito a Firenze Sud sabato 13 luglio.

A TUTTI GLI UTENTI:
SE I POTALETTERE POTESSERO PARLARE LIBERAMENTE, ECCO COSA VI DIREBBERO
“Sono il vostro postino e vi porto la posta anche nei casi in cui altri non sarebbero in grado, per un indirizzo incompleto o con qualche errore o se vi si è cancellato il nome sulla cassetta. Spesso abbiamo scambiato due parole (oggi sempre meno perché vado sempre troppo di fretta) e un po’ ci conosciamo.
Credo nell’importanza e nel ruolo sociale che noi portalettere possiamo svolgere; un servizio pubblico, l’unico, che arriva a casa di tutti i cittadini, spesso uno dei pochi contatti con le istituzioni, specie per gli anziani che ci chiedono consigli e indicazioni,e questo mi fa superare gli aspetti negativi del mio lavoro, (pioggia, freddo e sole cocente).
Quello che non riesco a superare, almeno non da solo, sono le scelte della mia azienda e il modo in cui negli ultimi anni è gestito il servizio di recapito, considerato, sostanzialmente, un’inutile zavorra.
Di questo Voi vedete solo gli effetti, quando la posta non arriva o arriva che ormai è troppo tardi, quando per giorni o settimane non passa nessun postino e poi, improvvisamente, trovate la cassetta piena e mi chiedete spiegazioni.
Per questo voglio dirvi come stanno le cose.
La mia azienda, insieme ai sindacati maggiori che firmano qualsiasi cosa pur di mantenere certi privilegi, non considera il recapito un servizio che fa guadagnare abbastanza; l’attenzione è rivolta solo ai servizi finanziari del bancoposta, in un gioco di interessi finanziari /politici veramente indegno, a scapito dei cittadini-utenti.
Così, il 28 febbraio hanno firmato un accordo che taglia altri 6.000 posti nel recapito, anche se sono anni che il personale non è al completo, senza curarsi affatto della qualità complessiva del servizio.
Così ci troviamo nella situazione che, quando manchiamo, non abbiamo nessuno che possa sostituirci e al nostro ritorno troviamo tutta la posta giacente in ufficio. In estate è ancora peggio: per garantirci due maledette settimane di ferie dovrebbero essere assunti dei portalettere a tempo determinato che invece non arrivano mai, e allora la situazione si fa davvero pesante.
Oltre al danno la beffa: già da diversi giorni i mezzi di informazione stanno raccontando quanto accade al recapito della corrispondenza in numerosissime zone della città: sulle zone scoperte, si fa in modo di portare, e questo non sempre, solo una piccola parte di posta, quella che interessa all’azienda (la raccomandata veloce, i telegrammi e, a volte, i quotidiani o le lettere estere). In questo modo, si fa risultare che la zona è stata coperta e si paga qualcuno (inconsapevole del danno che produce) per un lavoro non fatto e, quando venite a chiedere informazioni, vi dicono che la zona è stata coperta e che non c’è niente fermo in giacenza.
Se per voi tutto questo è fonte di preoccupazione, per noi, è fonte di vera e propria ansia e stress.
L’idea che non vi arrivi la posta quando siamo assenti non ci fa stare sereni, perché siamo convinti che il nostro è un servizio pubblico che deve dare certezze e garanzie a tutti gli utenti.
Le varie riorganizzazioni hanno reso il mio carico di lavoro sempre più pesante (molto lunga la percorrenza, con una media quotidiana di 100 raccomandate) e mi mettono spesso nella impossibilità di effettuare la pausa pranzo prevista dal contratto.”
Questo potrebbe dirvi un portalettere.
Noi, come sindacato di base, abbiamo raccolto e ci siamo fatti interpreti delle voci dei postini; tutte cose sentite e vissute anche da noi, direttamente, come lavoratori, sindacalisti e utenti.
Vogliamo reagire, stiamo cercando di farlo con tutti i mezzi ma non possiamo farcela da soli.
Per questo, insieme ai portalettere, vi chiediamo (cittadini ed utenti) di unirvi a noi per difendere interessi e diritti comuni.
E lo chiediamo anche ai nostri amministratori.
Ci appelliamo all'utenza affinchè si rivolga ai giornali ed alle associazioni degli utenti denunciando le situazioni più evidenti del disservizio, in modo tale che l'azienda sia portata a dare risposte ai cittadini ed ai lavoratori.

COBAS POSTE FIRENZE                                                                      Firenze 17/7/13
cobaspostefi@gmail.com