giovedì 25 ottobre 2007

9 novembre: sciopero generale e generalizzato

Il 9 novembre prossimo è stato indetto uno sciopero generale e generalizzato contro la precarietà e il “pacchetto welfare” imposto da governo sindacati confederali e confindustria. Appare ormai quasi superfluo ricordare come la precarietà sia fino in fondo una questione sociale. Gli esempi concreti di precarietà, affiorano sempre più da ciò che in senso capitalistatico si definisce “organizzazione del lavoro”, con moltissime tipologie di lavoratori e lavoratrici sfruttati in base a contratti che rendono la flessibilità molto utile ai padroni, terribile per chi deve portare a casa uno stipendio per vivere. Il governo di centrosinistra, in tutte le sue componenti, è responsabile non solo della conferma dei cardini della legge 30, ma anche di un evidente generale peggioramento delle condizioni di vita e lavoro per milioni di persone. Ma la precarietà, è divenuta una condizione generale imposta a tutti. A chi lavora in fabbrica, con contratti a tempo determinato, ma con salari da fame, turni massacranti e con la prospettiva di pensioni ridicole. A chi è anziano e non riesce ad arrivare a fine mese con la minima sociale che somiglia più alla carità che a un diritto. A chi studia, e per pagarsi l’università deve lavorare in nero, a intermittenza, a chiamata. Se un tempo si diceva che la fabbrica modellava il ritmo della vita, l’aspetto delle città, la conformazione dei diritti e le modalità con cui si poteva accedervi, oggi è la precarietà a costruire la nuova fabbrica, che è diventata sociale e diffusa. Essa si estende territorialmente in città e metropoli, e tenta di piegare alle logiche del neoliberismo ogni attimo della nostra vita. Comparti di questa fabbrica sono anche i territori devastati dalle grandi opere, o sequestrati dalle servitù militari. Oppure trasformati in grandi discariche dannose alla salute. Isole produttive della fabbrica della precarietà sono i Centri di detenzione per migranti, dove la gente è anche costretta ad uccidersi.

Il 9 novembre è una giornata che riteniamo fondamentale per organizzare, a partire da questa condizione comune, un movimento di conflitto che sappia riprendere ciò che ogni giorno è rubato da chi comanda: reddito, tempo, qualità della vita, possibilità di scegliere, dignità, libertà. Ma ci sembra altrettanto importante che a lanciare questo sciopero sia stato il “Patto contro la precarietà e per i diritti sociali”, superando per moltiplicarle, le singole forze del sindacalismo di base. Un patto che come scopo ha quello, innanzitutto, di far riuscire lo sciopero del 9 novembre, e che si è impegnato a verificare, passo dopo passo, il suo cammino. Noi ci riconosciamo e abbiamo contribuito a questo percorso, ma siamo anche convinti che esso vada rafforzato e reso concreto a partire dalla creazione di reti di realtà sociali che possano dare sostanza, forza, radicamento ai percorsi di lotta.

mercoledì 17 ottobre 2007

Domenica 21 assemblea e cena sociale

Il Protocollo del 23 luglio, concordato tra il governo Prodi e i sindacati amici Cgil-Cisl-Uil e riguardante precarietà, pensioni e stato sociale, porta un micidiale attacco alle condizioni di vita e di lavoro di salariati/e, pensionati, precari, giovani, disoccupati, massacra definitivamente le pensioni e vuole rendere eterna la precarietà del lavoro e di vita per milioni di persone. Per questo i Cobas e tutto il sindacalismo di base, le strutture studentesche e del precariato, i centri sociali, reti e movimenti sociali, hanno proclamato il 9 Novembre uno sciopero generale.
Domenica 21 alle ore 18, al csa Intifada (via XXV aprile - Ponte a Elsa - Empoli), Assemblea pubblica per costruire la più ampia mobilitazione attorno allo sciopero del 9 Novembre.
Cobas empolese-valdelsa e orda precaria.

sabato 13 ottobre 2007

*LA CONSULTAZIONE CGIL-CISL-UIL: UNA PARTITA TRUCCATA*


...*MA NON SONO RIUSCITI A TRUCCARE LA RESISTENZA OPERAIA*

La consultazione, promossa da Cgil-Cisl-Uil sul Protocollo del 23 luglio, risoltasi in uno scontato "trionfo" del sì viene esaltata come una grande prova di democrazia, ma in realtà è una partita truccata, come tutta la "democrazia sindacale", requisita dai tre sindacati concertativi che ne hanno fatto un loro monopolio, da sindacato di Stato, negando ogni spazio ai Cobas e a tutte le strutture che non sono colluse con il padronato e i governi.

Niente regole certe e verificabili, nessun controllo sulla certificazione per la stragrande maggioranza di questa consultazione, gestita in proprio nelle sedi territoriali di Cgil-Cisl-Uil, diventate luoghi di ammucchiate di scatole di cartone con le schede sottratte a scuole e altri posti di lavoro subito dopo la votazione.

Non a caso in tutta la categoria dei metalmeccanici dove si è potuto stabilizzare un minimo di regolamentazione e trasparenza procedurale lì è esploso il NO: il risultato nelle fabbriche Fiat è clamoroso, dall'80% al 90% di voti per il No. Ma le punte dell'iceberg emergono anche in tantissime altre realtà produttive e in altre categorie, dove il concentramento dei/delle lavoratori/trici e l'intervento mirato della contro- informazione hanno smontato facilmente la propaganda fraudolenta di Cgil-Cisl-Uil, spalleggiata dalle forze della maggioranza governativa.

In quanto ai dati forniti sui votanti, se per il Pubblico Impiego dicono essere circa il 7% dell'intera categoria e se per la scuola non si supera il 3%; se in totale tutti insieme i comparti avrebbero visto il voto di circa 800 mila lavoratori e lavoratrici (solo i metalmeccanici hanno votato al 50%), legittima è la domanda; ma come diavolo si arriva a 5 milioni di votanti?

Se questi sono i dati sui luoghi di lavoro, è plausibile pensare che una fiumana di milioni di pensionati/e e precari/e, ingannata da grottesche menzogne, abbia votato in massa nelle sedi territoriali di Cgil-Cisl e Uil?

Ma questa gigantesca sceneggiata non arresterà l'opposizione frontale al Protocollo, alla Finanziaria, alla politica del governo Prodi, alle leggi-precarietà (30 e Treu) che si manifesterà il 9 novembre con lo sciopero generale e generalizzato convocato dai Cobas e da vari sindacati alternativi, da moltissimi centri sociali, strutture del precariato, studentesche e sociali, per chiedere anche la garanzia del lavoro e del reddito e l'estensione dei diritti sociali a tutti/e.

Portando in piazza, nei capoluoghi di regione, centinaia di migliaia di persone, chiederemo anche la fine del monopolio Cgil-Cisl-Uil e la restituzione dei diritti sindacali a tutti i/le lavoratori/trici e organizzazioni.

/*Confederazione Cobas*/

domenica 7 ottobre 2007

NOn siamo d'ACCORDO

I cobas empolese-valdelsa, orda precaria e il csa intifada hanno organizzato oggi, 5 ottobre 2007 un presidio con volantinaggio in PIAZZA DON MINZONI a Empoli per riaffermare con forza il NO all'accordo del 23 luglio fra governo e sindacati confederali. Un accordo che:
- allunga a rate l'età pensionabile fino a 62 anni;
- prende in giro i lavoratori usuranti, escludendo importanti categorie come gli edili e, contingentandoli in soli 5.000 all'anno;
- riduce le pensioni future dei più giovani a partire dal 2010 dal 6,4 all'8,4% ;
- rende eterna la precarietà con la possibilità di estendere i contratti a termine oltre i 36 mesi;
- incentiva il lavoro straordinario riducendone i costi per le aziende e diminuendo la sicurezza sul lavoro ;
Il presidio informativo si è concluso davanti alla camera del lavoro per contestare le modalità truffaldine con le quali si è costruita la consultazione fra i lavoratori. Ai sostenitori del No non solo è stato sottratto qualsiasi spazio nelle assemblee ma non viene nemmeno garantita la possibilità di controllare i risultati delle votazioni che si terranno quasi unicamente nelle camere del lavoro, nelle sedi di Auser o dello SPI cgil.

COBAS orda precaria