giovedì 28 febbraio 2008

sabato 16 febbraio 2008

NO AGLI SFRATTI

EMPOLI, 14 febbraio 2008
Questa mattina una trentina di persone, di varie età ed etnie, appartenenti al collettivo Orda Precaria, ai COBAS empolese-valdelsa, al csa intifada ed al Movimento di lotta per la casa di Firenze, hanno tenuto un presidio anti-sfratto a Empoli in via Piovola, in solidarietà a Fatima e alla sua famiglia verso cui era stata emessa per oggi, 14 febbraio, San Valentino (ironia della sorte) una significazione di sfratto.

L'esito dell'iniziativa è stato positivo, in quanto lo sfratto è stato rimandato. Non sappiamo a quando, visto che l'ufficiale giudiziario non si è presentato. Il problema per questa famiglia resta. Denunciamo la latitanza dell'amministrazione comunale, in particolare dell'assessore alla casa Claudio Bicchielli (prc), il quale, pur avendo dichiarato la sua intenzione di dare solidarietà a Fatima partecipando al presidio, non solo non è venuto, ma non è neanche stato possibile rintracciarlo.

Al presidio di oggi hanno partecipato anche altre famiglie empolesi con problemi analoghi, a testimonianza del fatto che l’emergenza abitativa a Empoli esiste, ed è una questione tutt'altro che secondaria.

Per sostenere ancora più attivamente le famiglie che vivono situazioni di precarietà abitativa, il presidio di stamattina ha deciso di convocare per Giovedì 21 Febbraio alle 20.30 un'assemblea pubblica insieme al movimento di lotta per la casa fiorentino, presso gli spazi del csa intifada.

Tutte le famiglie che vivono problematiche legate al diritto alla casa e tutte le soggettività sensibili e solidali sono invitate a partecipare.


giovedì 14 febbraio 2008

AUDIZIONE DEI COBAS E ORDA PRECARIA

alla commissione lavoro.


I cobas empolese-valdelsa e i precari di orda precaria hanno incontrato oggi la commissione lavoro di Empoli per chiedere di rendere noti il numero e la tipologia dei contratti atipici, per quantificare la forza lavoro precaria e conoscerne la dislocazione. Obiettivo della delegazione non è solo la richiesta di migliorare salario e condizioni di lavoro di quanti operano nei servizi esternalizzati, a tempo determinato o come co.co.co, ma quella di giungere ad una loro assunzione per colmare i sempre maggiori vuoti di organico comunali, per bloccare la esternalizzazione dei servizi e respingere le privatizzazioni.

Alla commissione è stata espressa contrarietà e preoccupazione per la crescente esternalizzazione di beni e servizi verso società di capitali sempre più articolate e complesse, e verso cui sembra mancare ogni forma di indirizzo e controllo pubblico, anche in conseguenza di una loro dimensione territoriale sempre più indefinita. La situazione di generale insicurezza prodotta da salari troppo bassi, lavoro sempre meno stabile, orari e tempi di lavoro sempre più fuori controllo (solo negli ultimi due anni il numero di infortuni che hanno colpito i precari è raddoppiato), determina anche nel nostro territorio un mercato sempre più selvaggio di contratti dove, lavoratori con identiche mansioni si ritrovano con contratti, orari e buste paga differenti. La richiesta di stabilizzazione (e assunzione) di questi lavoratori è perciò strettamente connessa alla costruzione di un progetto credibile per la gestione dei servizi.

Alla commissione abbiamo chiesto inoltre di conoscere le tipologie contrattuali presenti nel nuovo polo commerciale coop per verificare se tali assunzioni corrispondano a quei principi di “qualità e stabilità occupazionale” poste come vincolo ad unicoop dalla delibera n.92 del 11/10/2004.

La commissione, pur non potendo disporre dei dati richiesti, ha ritenuto che i temi della precarietà, dei contratti atipici, della sicurezza, delle esternalizzazioni e del centro commerciale coop costituiscano un effettivo problema per il territorio e si impegna a presentare un interrogazione e a richiedere in tempi brevi un consiglio comunale aperto sulle questioni sollevate.

COBAS EMPOLESE-VALDELSA ORDA PRECARIA

sabato 2 febbraio 2008

ROSIGNANO. Assolti. Tutti e tre. Per non aver commesso il fatto in alcuni casi, perché il fatto non costituisce reato negli altri. Il giudice Antonio Del Forno ha stabilito che non è colpa della Solvay se quegli operai sono morti o hanno contratto gravissime malattie. O meglio, non è colpa dei tre imputati Emanuele Sparapani, Roberto Morelli e Raymond Delabye, dirigenti in epoche diverse dello stabilimento chimico Solvay.

Medicina democratica esprime forte indignazione per la sentenza di assoluzione dei dirigenti Solvay nel processo per amianto. “Con questa sentenza è come se i lavoratori fossero stati uccisi una seconda volta. E’ immaginabile lo stato di sconforto delle famglie e dei colleghi di lavoro, che lottano da anni con le sofferenze delle malattie professionali, e che non riescono a vedersi riconosciuti giustizia e risarcimenti sacrosanti.

Questa sentenza scandalosa è non solo il frutto di leggi fatte su misura per gli inquinatori ma anche dell’assenza di qualsiasi mobilitazione intorno al processo e alle vittime. Stride particolarmente l’assenza del sindacato e del Consiglio di fabbrica che - pur avendone le capacità economiche - non si sono costituiti parte civile, e neanche hanno promosso la pur minima iniziativa di sostegno alle vittime prima e a lato del processo.

Da questo punto di vista Rosignano è un’isola particolamente infelice, dove Solvay riesce ad imporre di tutto, dalla mancata bonifica del mercurio a sentenze incredibili come questa.